Nome dell'autore: Lorella Lombardo

Violenza sessuale a Milano: chiusa l’inchiesta su tre giovani

Ti eri preparata per una normale uscita con i colleghi in quel locale trendy che avevate scoperto di recente. La musica era ottima, i drink scorrevano e l’atmosfera era perfetta per lasciarsi andare e divertirsi un po’ dopo una lunga settimana di lavoro. A un certo punto però le cose sono precipitate e quella che doveva essere una semplice serata tra amici si è trasformata in un incubo a occhi aperti dal quale ancora fatichi ad uscire. La sera del 21 marzo sei andata in quel locale dei Navigli che ti piace tanto, insieme a un tuo collega, e avete bevuto un po’ troppo. Ti ricordi di aver ballato, riso e scherzato coi baristi che ormai sono quasi degli amici. Poi il buio. La mattina dopo ti sei svegliata a casa tua, nel tuo letto, ma con frammenti confusi in testa, dolori, lividi sul corpo. Hai capito che qualcosa non andava. Piano piano i ricordi hanno iniziato a tornare, come flash. Mani che ti toccavano. Voci maschili. Momenti di paura e confusione. Ti sei fatta coraggio e sei andata all’ospedale, per accertamenti. Lì hai scoperto gli abusi subiti. Era uno shock. Non potevi crederci. Denunciare o no? Non è stata una decisione facile. C’era vergogna, paura di non essere creduta, dubbi sul fatto di essere in parte responsabile per esserti messa in quella situazione. Ma quello che ti è successo è un crimine. Grazie al supporto di amiche e familiari, e alla professionalità degli inquirenti, hai trovato la forza per denunciare. Ora l’inchiesta è conclusa e i tre presunti violentatori rischiano il processo. La strada per la giustizia è ancora lunga, ma hai già dimostrato un enorme coraggio. Puoi essere orgogliosa di te stessa. Non sei sola. La Procura di Milano ha investigato a fondo questo caso, raccogliendo prove schiaccianti contro i tre giovani. Secondo le indagini dei carabinieri e del pm Alessia Menegazzo, la vittima aveva passato la serata in quel locale, bevendo molto alcol insieme a un collega. Verso le 3 del mattino, quando il locale stava chiudendo, la giovane donna è stata avvicinata da uno dei titolari, un 23enne, con la scusa di offrirle un passaggio a casa. Una volta in macchina, l’uomo l’ha portata nel suo appartamento, dove l’aspettavano gli altri due indagati. Qui, stando alle accuse, i tre l’hanno stuprata ripetutamente, approfittando del suo stato di alterazione alcolica. Solo alle prime luci dell’alba la vittima è riuscita a scappare e a chiamare i soccorsi. Ricoverata in ospedale, i medici hanno riscontrato lesioni compatibili con una violenza sessuale. Le indagini dei carabinieri si sono concentrate sui titolari del locale e su un loro amico. Analizzando i tabulati telefonici e le telecamere di sicurezza, sono riusciti a ricostruire i movimenti dei tre giovani quella notte, trovando riscontri alle accuse della vittima. Ora la palla passa al GIP, che dovrà decidere se disporre il rinvio a giudizio per i reati di violenza sessuale di gruppo e lesioni. Una vicenda terribile, che ha scosso la città di Milano. La chiusura dell’inchiesta è arrivata dopo mesi di indagini. Secondo gli inquirenti, ci sono prove sufficienti per sostenere le accuse di violenza sessuale di gruppo nei confronti dei tre giovani. I tre ragazzi, di età compresa tra 23 e 27 anni, dovranno rispondere delle pesanti accuse di aver drogato e violentato in gruppo la giovane manager dopo che aveva trascorso la serata. I tre indagati hanno sempre negato ogni addebito. A loro discolpa hanno dichiarato che la donna era consenziente e che il rapporto era stato del tutto volontario. La Procura di Milano non ha creduto a questa versione dei fatti e ora i tre rischiano di finire a processo con accuse molto pesanti che potrebbero costare loro anche oltre 10 anni di carcere. La chiusura delle indagini è il primo passo verso il processo che dovrà stabilire la verità su una vicenda che ha scosso l’opinione pubblica, riportando alla ribalta il tema della violenza sulle donne. E così, si chiude un altro capitolo di questa terribile storia. Ma per te, questa è solo l’inizio di un lungo viaggio verso la guarigione. Anche se la giustizia ha fatto il suo corso, ci vorrà del tempo per riprendersi completamente. Ma ricorda, non sei sola. Hai amici e familiari che ti amano e ti sostengono. E hai anche te stessa – una donna forte e coraggiosa che merita di essere felice. Quindi, fai un respiro profondo, solleva la testa, e continua a camminare. Un passo alla volta, tornerai a sorridere.

Violenza sessuale a Milano: chiusa l’inchiesta su tre giovani Leggi tutto »

Ndrangheta, Camorra e Mafia: blitz della Dda di Milano

Siete stanchi di sentir parlare di mafia e criminalità organizzata nel Bel Paese? Purtroppo non abbiamo buone notizie per voi. La Direzione Distrettuale Antimafia di Milano ha appena portato a termine un’importante operazione che ha sgominato una rete criminale composta da uomini legati a Cosa Nostra, ‘Ndrangheta e Camorra. Undici persone sono finite in manette, beni per 225 milioni di euro sono stati sequestrati e 153 indagati. Numeri da capogiro che dimostrano ancora una volta come la malavita organizzata sia ben radicata al Nord, pronta ad approfittare della ricchezza della Lombardia. Le forze dell’ordine di Milano e Varese hanno condotto un’importante operazione contro la criminalità organizzata che ha portato all’arresto di undici persone e al sequestro di beni per 225 milioni di euro. L’indagine, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano, ha preso di mira i gruppi mafiosi come Cosa Nostra, ‘Ndrangheta e Camorra. Gli investigatori hanno scoperto una fitta rete di rapporti tra diverse cosche che operavano in Lombardia e che erano dedite ad attività come estorsioni, usura, traffico di droga, riciclaggio di denaro e intestazione fittizia di beni. Le indagini hanno portato alla luce i legami tra clan calabresi, campani e siciliani che gestivano affari in comune, scambiandosi favori e appoggio. I Carabinieri hanno sequestrato conti correnti, immobili, società e auto per un valore complessivo di 225 milioni di euro frutto delle attività illecite delle organizzazioni criminali. L’operazione ha inferto un duro colpo alle mafie che da tempo hanno messo radici al Nord, infiltrandosi nell’economia legale ed espandendo i propri interessi. La DDA di Milano continuerà la lotta senza quartiere contro la criminalità organizzata che minaccia la sicurezza e lo sviluppo della società. Se stai leggendo questo, probabilmente hai sentito parlare delle recenti retate in Lombardia che hanno portato all’arresto di persone legate alla mafia. Per capire la portata di questa operazione, è necessario conoscere alcuni dettagli chiave. I 153 indagati sono affiliati a Cosa Nostra (la mafia siciliana), alla ‘Ndrangheta (la mafia calabrese) e alla Camorra (la mafia campana). Queste sono le tre organizzazioni mafiose più potenti e violente in Italia, dedite ad attività come estorsione, traffico di droga, riciclaggio di denaro e omicidio. Gli indagati devono rispondere di una lunga lista di reati: associazione mafiosa, estorsione, usura, riciclaggio, traffico di stupefacenti, intestazione fittizia di beni e violenza privata. Alcuni sono anche accusati di aver commissionato omicidi e di aver costretto imprenditori alla bancarotta. Nell’operazione sono stati sequestrati beni per un valore di 225 milioni di euro, tra cui ville di lusso, conti bancari, gioielli, auto e aziende. Ciò dimostra quanto queste organizzazioni criminali siano riuscite ad accumulare potere e ricchezza illecita nel corso degli anni. È una vittoria importante nella lotta contro la criminalità organizzata in Lombardia. Anche se gli indagati sono ancora innocenti fino a prova contraria, questo blitz rappresenta un duro colpo alle mafie italiane e un segnale positivo per la società. La strada è ancora lunga, ma ogni successo ci avvicina a un futuro libero dalla morsa di queste pericolose organizzazioni criminali.

Ndrangheta, Camorra e Mafia: blitz della Dda di Milano Leggi tutto »

Pista ciclabile occupata da un tir a Corso Buenos Aires, intervengono i vigili

È successo proprio ieri, quando un autista poco attento ha pensato bene di posteggiare il suo mastodontico camion per più di un’ora nel bel mezzo della ciclabile, bloccando il transito di decine di ciclisti nel centro di Milano. Per oltre un’ora, un enorme camion ha occupato la pista ciclabile in Corso Buenos Aires, una delle strade principali di Milano. Lo ha segnalato sulle sue pagine social, con tanto di fotografia, la presidente del Municipio 3 Caterina Antola. Anche l’assessora alla Mobilità del Comune, Arianna Censi, ha commentato l’incidente, precisando che sono state emesse pesanti multe nei confronti del mezzo pesante da parte della Polizia locale di Milano. Un atto gravissimo che ha messo in pericolo i ciclisti e bloccato la circolazione in una delle zone più trafficate della città. I ciclisti sono stati costretti a deviare il percorso o a scendere dalla bici e camminare sul marciapiede. Per oltre 60 minuti le auto sono rimaste incolonnate, con conseguenti ritardi e disagi per tutti. Un evento simile non dovrebbe mai ripetersi. Le piste ciclabili sono luoghi dedicati esclusivamente alla circolazione di biciclette e monopattini, non certo ai mezzi pesanti. I conducenti di camion e auto devono prestare maggiore attenzione e rispettare la segnaletica stradale per non mettere in pericolo gli utenti più vulnerabili. Solo così Milano potrà diventare una città a misura di ciclista. Per oltre un’ora, un enorme tir ha occupato la pista ciclabile, impedendo il passaggio di ciclisti e monopattini. A denunciare l’accaduto è stata la presidente del Municipio 3, Caterina Antola, che ha postato sui social una foto del mezzo pesante parcheggiato dove non doveva. L’assessora alla Mobilità Arianna Censi ha commentato l’episodio, annunciando pesanti multe per il tir da parte della Polizia Locale. Occupare una pista ciclabile è infatti illegale e può mettere in pericolo l’incolumità di chi si sposta in bici o con altri mezzi di micromobilità. Una vicenda che dimostra come a Milano la convivenza tra diversi mezzi di trasporto sia ancora complicata. Forse più controlli, telecamere e dissuasori potrebbero aiutare a scoraggiare comportamenti irresponsabili come quello del tir in Corso Buenos Aires. La Polizia Locale è intervenuta prontamente dopo la segnalazione dell’ostruzione della pista ciclabile. Hanno sanzionato il conducente del TIR con una multa salata per aver parcheggiato il mezzo pesante in un’area non consentita. Il conducente del TIR è stato multato per aver violato il Codice della Strada. Le sanzioni per questo tipo di infrazione possono essere piuttosto pesanti, fino a diverse centinaia di euro. La polizia ha anche intimato al conducente di rimuovere immediatamente il veicolo dalla pista ciclabile per evitare ulteriori provvedimenti. La presenza del TIR parcheggiato sulla pista ciclabile costituiva un serio pericolo per i ciclisti e gli altri utenti della strada, oltre a causare intralcio al traffico. La prontezza dell’intervento della Polizia Locale ha permesso di risolvere rapidamente la situazione, garantendo la sicurezza dei ciclisti e consentendo la normale circolazione nell’area. Episodi come questo evidenziano l’importanza di una costante vigilanza sulle strade, soprattutto in una metropoli trafficata come Milano. La Polizia Locale svolge un ruolo fondamentale per garantire la sicurezza di tutti gli utenti della strada e reprimere comportamenti irresponsabili come quello del conducente del TIR in questione. E così, un altro giorno in città e un altro esempio di come le regole della convivenza civile vengono ignorate. Speriamo che la sanzione, per quanto salata, serva almeno da monito per il futuro. Nel frattempo, armatevi di santa pazienza e godetevi il vostro giretto in bici o a piedi, scansando tir, auto in doppia fila e tutto il resto. Dopo tutto siamo milanesi, gente che non si fa certo spaventare da un po’ di traffico impazzito! E se proprio non ce la fate, beh, c’è sempre il tram…

Pista ciclabile occupata da un tir a Corso Buenos Aires, intervengono i vigili Leggi tutto »

Italy Discovery & Countryside presenta il Convegno Internazionale sull’eccellenza del turismo rurale italiano e la valorizzazione dei territori lombardi a Trezzo sull’Adda e Franciacorta

Italy Discovery & Countryside, l’innovativa piattaforma digitale dedicata alla promozione e al consolidamento dei servizi e delle strutture del mondo agrituristico ed agroalimentare, ha aperto le sue porte nella giornata di ieri nel suggestivo scenario di Villa Cavenago a Trezzo sull’Adda. L’evento è patrocinato da Il Ministero del Turismo, Città di Trezzo sull’Adda, Il Ministero della Cultura, Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, l’UNESCO e l’Agenzia. Ai nostri microfoni il MINISTRO PER LA PROTEZIONE CIVILE Nello Musumeci: Emerge tanta passione, credo che sia un atto d’amore nei confronti di questa terra. È una terra suscettibile di sviluppo economico, ha tutto quello che serve per predisporre un progetto turistico che contenga vari segmenti, dalla buona cucina al paesaggio, al contesto naturalistico, alla accoglienza. Il turista oggi si sottrae allo stress delle grandi città e cerca luoghi in cui può ritrovare sé stesso, la propria dimensione. Se riusciamo a mettere in sicurezza il territorio, lo rendiamo, dal punto di vista economico, più importante. Un territorio sicuro è un territorio attrattivo e la sicurezza passa attraverso una seria campagna di prevenzione, perché un territorio è esposto a vari rischi e per poterli affrontare occorre essere preparati. Per essere preparati occorre seguire le norme preventive verso le quali in generale gli italiani non siamo propensi. Il mio compito da Ministro per la protezione civile è quello di promuovere il valore e la cultura del rischio, una cultura dalla quale siamo ancora lontani nonostante le esperienze difficili che abbiamo dovuto registrare negli ultimi anni. Presente all’evento anche Federico Romani che ha dialogato con la redazione dell’Osservatore Meneghino: FEDERICO ROMANI, PRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE LOMBARDIA – “Questo evento è basato sui piccoli borghi; in realtà la Lombardia è spesso orientata verso le grandi città. Come possiamo affrontare questo tema in una regione come la Lombardia?” La Regione Lombardia è sicuramente vicina alle grandi città, ma è anche vicino ai piccoli borghi, tant’è che spesso sono stati promossi degli ordini del giorno e delle mozioni in favore dei piccoli borghi per creare il famoso censimento dei piccoli borghi e promuoverli anche con risorse, attraverso i mezzi che si possono offrire a tutte le comunità. E io come Presidente del Consiglio mi sono anche fatto promotore in Ufficio di Presidenza di una legge a favore delle pianure e dei borghi per destinare alle associazioni o agli enti che promuovono appunto il tal borgo, la promozione del borgo stesso. – “Il ministro Musumeci ha parlato di prevenzione. Credo che la Lombardia sia virtuosa in questo senso. Ma c’è ancora qualcosa che non va. Cosa va migliorato in termini di prevenzione in Lombardia? “ La Lombardia penso che sia un esempio di avanguardia, un modello per quanto riguarda la Protezione civile; io stesso ho assistito, l’altra settimana a quanta passione, entusiasmo, voglia di partecipare, di capire e insegnare anche a chi non è volontario di quanto sia importante intervenire sui propri territori in fatto di sicurezza. Chiaramente si può fare di più sulle alluvioni, oggi l’emergenza climatica c’è in alcune stagioni ed evidentemente bisogna destinare più risorse per consentire, in caso di alluvione, lo smaltimento più veloce dell’acqua dalle strade piuttosto che dalle esondazioni dei fiumi. Quindi forse è lì che bisogna intervenire. Questo è già un qualcosa che in Giunta, in Consiglio regionale è molto chiaro ed evidente; quindi, sicuramente ci sarà e c’è già un intervento con risorse disponibili da far transitare sui piccoli comuni o anche sui Comuni che hanno più difficoltà e intervenire con una prevenzione anche tecnologica, ad esempio con filtri piuttosto che interventi che consentano di drenare le acque e comunque sostenere interventi calamitosi. – “C’è stato un evento a Roma al Senato nel marzo scorso, in cui la Società Proger ha presentato una grande studio sui problemi dell’acqua in Italia e facevano la grande proposta di avere degli invasi nuovi proprio per fare da tampone nei momenti di emergenza. Questi invasi possono ridurre o addirittura eliminare i rischi di alluvione è previsto anche da noi?” Sulla bacinizzazione del Po è prevista una serie di barriere che consentano l’attraversamento sia commerciale che lavorativo, turistico e di ogni tipo; che permetta di avere meno piene, i livelli di acque più gestibili come anche l’istituzione di filtraggio migliore per il drenaggio delle acque in caso di eventi calamitosi. In conclusione, anche Paola Frassinetti SOTTOSEGRETARIO ALL’ISTRUZIONE E AL MERITO ha dichiarato: Questo convegno è importante perché l’argomento trattato è l’importanza dell’agricoltura, del turismo legato all’ambiente. Questo può essere una risorsa nel nostro territorio nazionale, grazie alla presenza di numerosi borghi e di luoghi in cui si può coniugare arte e ambiente. Le scuole che si occupano di questi indirizzi possono avere da questo convegno degli spunti interessanti per rendere più concreto il loro insegnamento. – “I licei sono il cuore della formazione dei giovani, come li valorizza?” I licei sono indirizzi di eccellenza nel nostro sistema d’istruzione. È importante valorizzarli e renderli specifici nella loro unicità con materie imprescindibili come il latino. Ogni scuola è importante, non ci devono essere scuole di serie A e serie B. Abbiamo appena fatto una riforma per valorizzare i tecnici e professionali. Però sarebbe, secondo me, sbagliato dare a tutte le scuole la stessa denominazione.

Italy Discovery & Countryside presenta il Convegno Internazionale sull’eccellenza del turismo rurale italiano e la valorizzazione dei territori lombardi a Trezzo sull’Adda e Franciacorta Leggi tutto »

Catturato a Ginevra detenuto evaso dall’Ospedale San Paolo

MILANO, CATTURATO A GINEVRA DETENUTO EVASO DALL’OSPEDALE SAN PAOLO, DE CORATO: «Leggo con piacere che oggi il Sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari ha annunciato l’arresto, a Ginevra, del detenuto palestinese che lo scorso 21 settembre era evaso dall’Ospedale San Paolo di Milano, dove era temporaneamente ricoverato a causa di alcune ferite derivanti da una lite a San Vittore. Lo scorso mese, infatti, l’Agente di Polizia Penitenziaria Carmine De Rosa che lo aveva in gestione, nel tentativo di fermarlo ed inseguirlo, era scivolato e sbattendo forte la testa era entrato in coma. Questo è un altro ottimo risultato ottenuto dal Governo Meloni. Ora mi auguro solamente, e lo ho ribadito sia a lui che alla sua famiglia la scorsa settimana in occasione della mia visita all’Ospedale San Carlo, che il basco azzurro De Rosa abbia una pronta, imminente e completa guarigione». Così l’On. di Fratelli d’Italia, ex vice Sindaco delle Giunte di Centrodestra milanesi, Vicepresidente della Commissione Affari Costituzionali della Camera e membro della Commissione d’inchiesta alla Camera sulla Sicurezza e sul degrado delle Periferie in Italia, Riccardo De Corato, sull’arresto a Ginevra del detenuto magrebino fuggito lo scorso 21 settembre dall’Ospedale San Paolo.

Catturato a Ginevra detenuto evaso dall’Ospedale San Paolo Leggi tutto »