Nome dell'autore: Osservatore Capitolino

Notizie da Roma e dintorni.

Il video dell’uomo che spara a due poliziotti

Il video dell’uomo che spara a due poliziotti. Perché per quanto possa essere assurdo, è andata così: riconosciuto dagli agenti ha estratto rapidamente l’arma e si è messo a sparare all’altezza del finestrino. Un fatto gravissimo come ha commentato Stefano Paoloni, segretario del SAP: “Siamo stati informati su un evento increscioso e gravissimo, accaduto nella tarda mattinata di oggi. Due poliziotti, due colleghi, durante lo svolgimento delle loro mansioni, sono rimasti feriti in un conflitto a fuoco in viale Magna Grecia a Taranto. Sembrerebbe che gli agenti fossero sulle tracce di un uomo che aveva rubato un porche e sul quale era stata fatta una segnalazione. Durante la richiesta di riconoscimento del soggetto, quest’ultimo avrebbe impugnato una pistola, prendendo di sorpresa i colleghi e sparando alcuni colpi. Subito dopo aver premuto il grilletto, l’uomo sarebbe fuggito, dileguandosi. Ma la prontezza degli operatori ha permesso l’arresto dello stesso subito dopo l’accaduto. Entrambi gli agenti sono rimasti feriti. Uno è stato colpito alla mano e l’altro trasportato in ospedale è stato ferito al torace. Dalle notizie fino ad ora ricevute, sembrerebbe che sia fuori pericolo. “Auguriamo ai colleghi una pronta guarigione e auspichiamo che chi ha operato per colpire gli agenti venga prontamente punito senza sconti” dice Stefano Paoloni, Segretario Generale del SAP. Continua Paoloni: “Questo episodio evidenzia ancora la necessità e l’urgenza di avere in dotazione, i nuovi giubbetti antiproiettile indossabili dagli agenti durante il servizio, come quelli attualmente in fase di sperimentazione. Pertanto, ci sembra chiaro, che sia necessario che vengano superate le lungaggini burocratiche e che al più presto possano essere utilizzati dai colleghi che operano di pattuglia nelle strade”.

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Parte “Ri-formare la PA. Persone qualificate per qualificare il Paese”

Parte “Ri-formare la PA. Persone qualificate per qualificare il Paese”. È stato presentato stamattina a Roma, presso Palazzo Vidoni, sede del Dipartimento della funzione pubblica, “Ri-formare la PA. Persone qualificate per qualificare il Paese”, il Piano strategico per la valorizzazione e lo sviluppo del capitale umano della Pubblica amministrazione. Un programma straordinario di formazione e aggiornamento rivolto ai 3,2 milioni di dipendenti pubblici e articolato in due filoni: il primo, inaugurato dal protocollo d’intesa siglato a ottobre dai Ministri per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, e dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa, punta ad accrescere le conoscenze e le competenze dei lavoratori pubblici agevolando, grazie alla collaborazione della CRUI, l’iscrizione a corsi di laurea e master presso tutte le Università italiane; il secondo prevede l’avvio di programmi formativi specifici per sostenere le transizioni previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, a cominciare da quella digitale, con partner pubblici e privati, nazionali e internazionali. E con un’attenzione particolare riservata alla formazione sulla cybersecurity, oggetto di un progetto già avviato con il Ministero della Difesa. “Oggi comincia un percorso importante di ‘ricarica delle batterie’ della Pubblica amministrazione, che si aggiungerà al ‘cambio del sangue’ nella PA legato al turnover e alle decine di migliaia di assunzioni per l’attuazione del PNRR”, ha sottolineato Renato Brunetta, Ministro per la Pubblica amministrazione. “All’immissione di competenze dovuta ai flussi in ingresso si accompagnerà un investimento massiccio nella formazione dei dipendenti pubblici già in servizio, valorizzata nei nuovi contratti di lavoro, attraverso miglioramenti di carriera e di retribuzione, e rafforzata dal rilancio della Scuola Nazionale dell’Amministrazione (SNA) e di Formez PA. Sono onorato di avere come partner di questa iniziativa il mondo dell’università, qui rappresentato dalla Ministra Messa e dalla Rettrice Polimeni, insieme a top player tecnologici come TIM e Microsoft. In cinque anni abbiamo a disposizione quasi un miliardo di euro per uno scatto in avanti della PA, che può incarnare la postura civile, dinamica ed essenziale, fatta di impegno a investire su di sé, di cui la nostra società ha bisogno. Uno scatto che sosterrà la transizione digitale ed ecologica e che permetterà alle amministrazioni pubbliche di fornire servizi migliori e sempre più moderni a cittadini e imprese”. “Oggi l’offerta formativa, anche per i lavoratori, è attrattiva: i corsi sono più flessibili e interdisciplinari, le modalità per seguire le lezioni sono varie e sono pensate per andare incontro all’esigenza di conciliare lavoro e studio”, ha evidenziato Maria Cristina Messa, Ministra dell’Università e della ricerca. “Sono convinta che il forte coinvolgimento del sistema universitario in questo progetto unito all’impegno e alla volontà dei lavoratori-studenti di conseguire un titolo di studio universitario porteranno la pubblica amministrazione a migliorare la qualità dei servizi offerti, a garantire il raggiungimento degli obiettivi fissati per i prossimi anni anche dal PNRR, ad affrontare situazioni sempre più complesse”. “Il Piano strategico per lo sviluppo del capitale umano della Pubblica amministrazione riguarda sia gli ambiti ‘tradizionali’, giuridici ed economici, sia lo sviluppo di competenze manageriali e organizzative fondamentali per il PNRR”, ha spiegato Marcello Fiori, Capo del Dipartimento della Funzione pubblica. “Il modello di riferimento per la formazione sulle competenze digitali è il progetto ‘Syllabus’ del Dipartimento della Funzione pubblica che, organizzato in cinque aree e tre livelli di padronanza, descrive l’insieme minimo delle conoscenze e abilità che ogni dipendente pubblico deve possedere per partecipare attivamente alla transizione digitale. La formazione si svolge sulla piattaforma online del Dipartimento, che consente di verificare le competenze di partenza e quelle ‘in uscita’. Al dipendente viene rilasciato un ‘open badge’ che riporta i corsi frequentati e i test superati e i dati complessivi saranno registrati in un ‘fascicolo delle competenze’, parte integrante del ‘fascicolo del dipendente’, realizzato anche grazie al coinvolgimento di SOGEI nel progetto. Oggi parte un avviso pubblico, aperto fino al 31 gennaio, rivolto a tutti gli operatori di mercato che vogliono essere coprotagonisti del processo di innovazione della PA fornendo in via sperimentale contenuti formativi per i dipendenti pubblici. TIM e Microsoft sono apripista con le loro proposte formative”. “Uno dei punti fondamentali del nuovo contratto per il comparto Funzioni centrali – ha ricordato Antonio Naddeo, Presidente dell’Aran – è il potenziamento della formazione e dello sviluppo delle competenze del personale, specie in questo particolare momento di riforma della Pubblica amministrazione, in cui è necessario completare la transizione digitale e investire, con specifiche risorse già stanziate dal Governo, incoraggiando i processi di reclutamento e di nuove professionalità e di riqualificazioni professionali del personale in servizio. Su questa strada proseguiranno anche gli altri contratti della Sanità e del comparto Funzioni locali”. “Abbiamo accolto con estremo interesse la proposta del Ministro Brunetta di collaborare alla realizzazione del Piano strategico ‘Ri-formare la PA’ – ha commentato Antonella Polimeni, Rettrice della Sapienza Università di Roma – partecipando, insieme al Dipartimento della Funzione Pubblica, alla SNA e a Formez PA, alla Cabina di Regia del Piano, che ha il compito di rilevare e analizzare il fabbisogno formativo delle PA, progettare il Piano Unico di Formazione e organizzare l’offerta formativa. Sapienza si è infatti resa disponibile a garantire, fin dal secondo semestre dell’anno accademico in corso, l’iscrizione del personale in servizio nelle pubbliche amministrazioni a cinque corsi di laurea offerti dalla nostra Università, nello specifico quelli di Scienze aziendali, Scienze dell’Amministrazione e dell’Organizzazione, Sociologia, Comunicazione pubblica e d’impresa, Diritto e amministrazione pubblica. Le iscrizioni sono aperte fino al 24 gennaio. Riteniamo sia dovere di una grande università pubblica e generalista come Sapienza contribuire alla valorizzazione e al miglioramento del capitale umano della PA e siamo orgogliosi di favorire in tal modo la crescita culturale e professionale delle lavoratrici e dei lavoratori pubblici e l’efficienza complessiva del nostro Paese”. “Siamo orgogliosi di aderire a questo importante progetto nazionale a sostegno della formazione della Pubblica amministrazione – ha affermato Salvatore Rossi, Presidente del Gruppo TIM – e crediamo che soltanto grazie ad accordi di questa portata si possa dare la giusta spinta allo sviluppo delle competenze digitali nel Paese. Da diversi anni lavoriamo al fianco del Dipartimento della

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Contratto di lavoro: manca solo un mese. Stefano Paoloni (SAP): “Non prevalgano interessi di parte e vengano riconosciuti incrementi adeguati alla professionalità di tutti gli operatori di Sicurezza e Difesa”

Contratto di lavoro: manca solo un mese. Stefano Paoloni (SAP): “Non prevalgano interessi di parte e vengano riconosciuti incrementi adeguati alla professionalità di tutti gli operatori di Sicurezza e Difesa”. Manca un mese prima che scada tutto il triennio previsto per il rinnovo del contratto di lavoro del comparto Sicurezza e Difesa: “Un ultimo mese importantissimo prima che scada il contratto del triennio 2019-2021 per tutto il personale dei comparti Sicurezza e Difesa – sottolinea il Segretario Generale del Sindacato Autonomo di Polizia – ma le trattative in corso sono ad uno stallo perché tardano a giungere ad una conclusione che soddisfi le parti in causa. E tutto questo perché prevalgono interessi particolari, interessi di settore”. “E’ indispensabile – conclude Paoloni – perseguire interessi generali, a favore di tutti gli uomini e le donne del comparto Sicurezza e Difesa. Operatori che meritano che questo contratto si concluda al più presto, e che soprattutto si vedano riconosciuta aumentata la parte fissa della retribuzione in modo che possa essere premiata la professionalità messa in campo tutti i giorni per garantire la sicurezza interna ed esterna del nostro Paese. I comandi generali non facciano prevalere interessi particolari e di affermazione interna rispetto agli interessi di tutta la categoria”.

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Ci aspettano giorni difficili ma noi non molliamo

Ci aspettano giorni difficili ma noi non molliamo. Il Sap vicino ai colleghi in servizio a Roma. Ci aspetta un fine settimana di fuoco. Oltre 2400 uomini in campo richiamati da tutta Italia, senza contare le forze in essere nella Capitale. Per questi eventi, la macchina della sicurezza è stata molto attenta e scrupolosa. Per le strade ci saranno dai 4/5mila agenti. Il dispositivo sicurezza è pronto ad affrontare questo importante momento di Ordine Pubblico. Questo nonostante i disagi interni, dove non sempre le prescrizioni previste dal Covid vengono rispettate. Purtroppo la macchina logistica è in affanno e non si può negare il malcontento per le condizioni di lavoro, che ad oggi sono estremamente rischiose e provanti. Non è stato affatto semplice, fare arrivare su Roma, tutti questi agenti. Si è messo in moto un congegno di sicurezza come non accadeva da tempo, che però deve comunque tenere conto anche di tutte le restanti esigenze sul territorio. Spostare un numero così elevato di personale, da una parte all’altra dell’Italia ha comportato una complessa macchina logistica, che purtroppo non sempre ha funzionato. Siamo comunque pronti e l’attenzione su Roma è alta. Per questo motivo il SAP, ha creato un gruppo Telegram, per sostenere i colleghi che incontrano ed incontreranno difficoltà logistiche. Ad oggi, diverse sono già state le segnalazioni, alcune delle quali hanno già dato i primi risultati attraverso anche l’importante sostegno e la disponibilità dataci dalla Questura di Roma per risolverli.  

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Proteste no vax: feriti tra le forze dell’ordine. Stefano Paoloni (SAP): “Ancora una volta la Polizia sola di fronte ai facinorosi. Solidarietà alla CGIL”

Proteste no vax: feriti tra le forze dell’ordine. Stefano Paoloni (SAP): “Ancora una volta la Polizia sola di fronte ai facinorosi. Solidarietà alla CGIL”. Roma e Milano si sono ritrovate ieri invase dalla sete di protesta dei  “NO VAX”. Gente per lo più pacifica che civilmente voleva esprimere il proprio dissenso al green pass, ma la protesta ben presto è sfociata in virulenti atti di violenza e al solito i primi a farne le spese sono gli operatori della Polizia di Stato e delle FFOO in generale: “Le forze dell’ordine hanno il compito di garantire a tutti di manifestare e di poter esprimere il proprio pensiero come previsto dalla costituzione  “pacificamente e senza armi” – sottolinea Stefano Paoloni, segretario generale del SAP – Quando le manifestazioni sfociano in violenze significa che la politica non ha saputo affrontare e gestire la situazione lasciando le forze dell’ordine con il cerino in mano ad affrontare i facinorosi, e rischiando la propria incolumità. Detto questo, esprimiamo solidarietà ai colleghi feriti, e alla CGIL per il vile attacco alla loro sede nazionale. Nessuno tolleri o giustifichi la violenza”.

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Rotta balcanica, la lettera del SAP al ministro Lamorgese

Rotta balcanica, la lettera del SAP al ministro Lamorgese. Il Sindacato autonomo di polizia ha infatti ritenuto troppo preoccupante la situazione ai confini per rimanere in silenzio e ha preso carta e penna. Ecco dunque a proposito della rotta balcanica, la lettera del SAP al ministro Lamorgese: Signor Ministro, con la presente sottoponiamo alla Sua attenzione la grave situazione che da tempo si sta verificando nella provincia di Trieste, i cui territori sono interessati dalla c.d. rotta balcanica. Trattasi di un problema rilevante che si affianca a quello dell’immigrazione clandestina via mare e altrettanto importante da richiedere soluzioni immediate e una visione di medio-lungo periodo. Infatti, i dati concernenti l’immigrazione proveniente dal versante Nord-Est confermano la necessità di decisioni non più procrastinabili. È chiaro che analizzando il trend degli ultimi anni tale flusso migratorio non ha più un carattere emergenziale ma si è cronicizzato a fronte di un depotenziamento degli organici degli uffici della Polizia di Stato interessati. Infatti, i rintracci sono notevolmente aumentati ma dall’altro lato si è drasticamente ridotto il numero degli operatori di Polizia impegnati nell’attività di contrasto all’ immigrazione clandestina. Basti pensare che nei mesi di giugno, luglio e agosto 2020 i rintracci erano stati complessivamente 1498 mentre negli stessi mesi quest’anno hanno raggiunto il numero di 2398. A fronte di ciò gli Uffici di Polizia sul territorio hanno subito un taglio consistente degli organici. La Polizia di Frontiera di Trieste oggi può contare complessivamente su un numero di 111 operatori mentre nel 2007, quando erano attivi i valichi di frontiera e la Slovenia non apparteneva all’area Schengen, la Polizia di Frontiera del capoluogo giuliano era costituita da 260 unità per lo svolgimento del lavoro ordinario di retro-valico. È facile osservare che in quel tempo però non c’era un fenomeno immigrazione così grave legato alla c.d. “rotta balcanica” né tantomeno un’emergenza sanitaria. Attualmente i migranti che entrano in Italia attraverso tale rotta sono principalmente di nazionalità pakistana, afghana e bengalese ed è immaginabile che con la crisi afgana il flusso migratorio non possa che aumentare. Misure quali l’istituzione delle pattuglie congiunte con la polizia slovena e l’utilizzo dei droni, adottate dal Governo nel mese di agosto, si sono rivelate inadeguate. Le pattuglie miste sarebbero efficaci se operanti non a campione bensì su ogni quadrante di servizio, concordando con la polizia slovena i luoghi dove effettuare questo tipo di servizio. Inoltre, sarebbe stato necessario aggregare personale specializzato e non utilizzare esclusivamente, come invece si è fatto, il personale degli uffici territoriali, cosa che ha comportato un ulteriore aggravio di lavoro ad un organico notevolmente esiguo. Ai problemi di organico si aggiungono carenze di carattere logistico, sanitario e l’assenza di strumenti efficaci per una proficua attività di polizia. Rispetto al 2020, infatti, la Polizia di Frontiera nel 2021 non ha potuto procedere alle c.d. riammissioni informali che in passato avevano dato ottimi risultati. Inoltre, come anticipato, i quotidiani problemi legati alla rotta balcanica, interessata dai flussi migratori ormai da 30 anni, sono oggi aggravati dall’emergenza sanitaria correlata alla pandemia. Ad esempio, negli ultimi giorni gli operatori di polizia si sono ritrovati, terminate le operazioni di identificazione e sbrigate le pratiche previste per legge, a dover “ospitare” per lungo tempo nei propri uffici i “rintracciati” nell’attesa che venissero collocati in strutture attrezzate. Nonostante gli sforzi profusi dalle Amministrazioni locali e la richiesta di stanziamenti della Prefettura per il miglioramento dei moduli abitativi, finalizzati alla realizzazione di un open-space dotato di una superficie vetrata che separi migranti da personale di vigilanza, siamo ben lontani dalle risposte che un fenomeno di queste proporzioni richiede. Infatti, i flussi migratori della c.d. rotta balcanica ormai non rivestono più carattere emergenziale, si protraggono da diversi anni e potrebbero incrementarsi a causa della crisi afgana. Signor Ministro, per le ragioni suesposte riteniamo non più procrastinabile l’adozione di un ampio programma idoneo ad assicurare la regolare attività di polizia nell’ambito dei servizi volti al contrasto dell’immigrazione clandestina nella c.d. rotta balcanica nonché a garantire la sicurezza degli operatori. Oggi è quanto mai imprescindibile una politica proattiva che anticipi le possibili conseguenze derivanti dalla crisi afgana. Nello specifico è indispensabile rinforzare adeguatamente gli uffici della Polizia di Frontiera, nell’immediato attraverso l’aggregazione di personale e nel medio-lungo periodo mediante un programma di potenziamento strutturale. È chiaro che le forze “ordinarie” in campo non sono sufficienti a gestire l’attuale flusso migratorio. Pertanto, a dispetto del mancato rinforzo di operatori delle Polizia di Frontiera proveniente da altre provincie è necessaria l’aggregazione di personale professionalmente preparato. Inoltre, la provincia di Trieste necessita altresì di strutture, mezzi e di un piano logistico adeguato ad affrontare un possibile ulteriore arrivo in massa dalle terre afghane. Per quanto concerne nello specifico la Polizia di Frontiera occorre fornire agli operatori mezzi e dotazioni adeguate nonché procedure efficaci e funzionali quali le “riammissioni informali”. Signor Ministro, Le chiediamo pertanto di volersi attivare tempestivamente e di farsi promotore in seno al Governo di un’azione politica all’altezza delle necessità evidenziate. Auspicando che siano assunte al più presto le opportune e necessarie determinazioni e in attesa di un cortese urgente riscontro, si porgono distinti saluti. IL SEGRETARIO GENERALE – Stefano PAOLONI –

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