Municipio 4

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Al via la campagna natalizia di YesMilano

Al via la campagna natalizia di YesMilano. Da oggi al via, e fino al 31 dicembre, la nuova campagna di comunicazione di YesMilano, brand di Milano&Partners, dedicata al Natale e alla magia dell’infanzia. Sulle principali piattaforme social verrà distribuito un film di 90 secondi che racconta la storia di un manager sorpreso da Babbo Natale, già protagonista della campagna del 2021, a lavorare sino a tardi la sera della Vigilia. Da lì, grazie a uno speciale orologio, l’uomo si trasforma in bambino e inizia il suo viaggio attraverso diversi luoghi di Milano capaci di sorprendere e restituire tutto il calore delle festività. Perché Milano è la città in cui si viene per il business e si resta per tutto il resto che può offrire. Teatro delle avventure dei protagonisti sono le terrazze del Duomo, il teatro Colla, il Museo Nazionale Scienza e Tecnologia, una storica pasticceria, il Castello Sforzesco. Il film sarà promosso su TikTok, Instagram e YouTube in Italia, nei principali Paesi Europei e negli Stati Uniti. Il video sarà amplificato dalla presenza in città di affissioni multisoggetto, che evocano letterine di Natale dal tratto fanciullesco, capaci di rafforzare il racconto della città dal punto di vista dei bambini. Le creatività sono ispirate ai luoghi più iconici della città rappresentati attraverso simpatici collage: dal Bosco Verticale, al Museo di Storia Naturale, all’Orto Botanico di Brera, a Piazza Affari e, ancora, al Museo Nazionale Scienza e Tecnologia. È una Milano guardata con l’incanto degli occhi dei bambini. La campagna di affissioni sarà pianificata sui principali circuiti di comunicazione audiovisiva a livello cittadino con +300 schermi digitali e 400 manifesti. Video e i manifesti verranno inoltre promossi su testate italiane e straniere (print e web), in TV (circuito reti locali) e nei cinema di tutta Italia. La campagna natalizia di YesMilano è firmata anche quest’anno da Wunderman Thompson, agenzia del gruppo WPP. Afferma Lorenzo Crespi, Chief Creative Officer di Wunderman Thompson: “Milano è una città indiscutibilmente vivace. E la vivacità è una delle caratteristiche tipiche della fanciullezza. Forse è proprio per questo che, specialmente a Natale, la nostra città entra così bene in risonanza con tutti i bambini. Anche quello che abbiamo dentro”. “Milano è una città che sa stupire e affascinare, soprattutto nel periodo delle feste, quando le luci, gli alberi di Natale e i mercatini fanno rivivere ricordi ed emozioni in modo più intenso – commenta Martina Riva, Assessore allo Sport, al Turismo e alle Politiche Giovanili del Comune di Milano-. Con questa campagna invitiamo a guardare la città con lo sguardo genuino, spontaneo e pieno di sorpresa e stupore che hanno i bambini. Perché Milano è una città che va scoperta e riscoperta, dai cittadini e dai turisti, in tutti i luoghi che la identificano agli occhi del mondo e in quelli meno noti, ma altrettanto suggestivi“. “Questa campagna di comunicazione che lanciamo in occasione del Natale racconta Milano attraverso il punto di vista dei bambini e, grazie all’incanto e alla sorpresa che solo gli sguardi “nuovi” possiedono, ci restituisce una città magica e suggestiva, con i suoi luoghi più rappresentativi e iconici, eppure sempre capaci di sorprendere, che la rendono unica, distintiva e riconoscibile. Anche questa azione di promozione fa parte della strategia di valorizzazione del brand YesMilano che, come Camera di commercio, condividiamo da tempo con il Comune, con l’obiettivo di far crescere l’attrattività della città, intesa non solo come luogo fisico ma anche come spazio di scambi e di relazioni, a beneficio delle imprese e del territorio”, dichiara Elena Vasco, Segretario generale della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi.  “La magia del Natale si accende a Milano. Nessuno meglio di un bambino può testimoniarlo! Il periodo delle Feste è l’occasione giusta per visitare la città con uno sguardo e un ‘ritmo’ diversi dal solito, per ritrovare un gusto della scoperta sincero e autentico come quello dei bambini”, conclude Luca Martinazzoli, Direttore Generale di Milano&Partners. Materiali e contenuti della campagna: https://www.yesmilano.it/your-christmas-wonder Eventi, appuntamenti, tradizioni del Natale a Milano sono raccolte nella sezione dedicata alle Feste del sito YesMilano: https://www.yesmilano.it/natale-milano

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Bene comune: tra città ed economia della condivisione

Bene comune: tra città ed economia della condivisione Il concetto di bene comune ha assunto ormai da anni un ruolo di primo piano in seno all’opinione pubblica e viene invocato costantemente, ancora oggi, nel dibattito politico. Nel tentativo di fornirne una prima definizione, il bene comune può essere inteso quale vettore di possibili usi reciprocamente congruenti tali per cui la possibilità di un uso implica anche la possibilità simultanea o alternativa di altri usi. Di norma, si parte da due dimensioni chiave per arrivare a descrivere un bene: (i) accessibilità o più semplicemente esclusione, ovvero possibilità di impedire l’uso se non attraverso meccanismi coercitivi (ii) rivalità, con la quale si intende la non interferenza del livello dell’uso da parte di un soggetto con il livello d’uso di altrettanti soggetti. Tra gli studiosi più noti al mondo c’è sicuramente Elinor Ostrom (1933-2012) che, nel 2009, è stata insignita del premio Nobel per l’economia; tramite il suo elaborato “Governing the Common Goods” è arrivata a formulare una teoria complessiva tesa ad identificare le condizioni che devono valere affinché una gestione “comunitaria” possa dimostrarsi sostenibile nel tempo. Tale teoria viene collocata dai critici sotto l’alveo delle c.d. teorie delle scelte pubbliche di governo. L’economista evidenzia come i beni comuni non debbano essere confusi con le risorse pubbliche in quanto, se da queste ultime, non è possibile escludere singoli beneficiari, come può essere la sicurezza e la conseguente difesa del suolo di uno Stato, i beni comuni sono risorse tipicamente (ma non necessariamente) naturali ed il loro uso da parte di soggetti (definiti dalla stessa Ostrom come appropriators) può, in alcuni casi, precludere i benefici che altri soggetti possono ottenere dall’uso del bene stesso. A questo punto ci potremmo chiedere: la Città può essere considerata un bene comune? La città non è un semplice aggregato di costruzioni più o meno pianificato, sorto da un accentramento culturale, economico e amministrativo; la città, a parer di chi scrive, è comunità, è condivisione reciproca delle risorse. La città, in altre parole, non è solo ciò che si vede ma anche ciò che si vive. Ecco perché una gestione efficace ed efficiente di essa comporta un certo livello di local enpowerment inteso cioè come capacità e volontà di assumersi la responsabilità di gestire una comunità, definendo le norme e lo sfruttamento delle risorse necessarie. Assumersi la responsabilità di governare significa proprio questo: gestire una comunità di persone in un contesto, spesso, di asimmetria informativa; avere il coraggio di diffondere e trasmettere il senso civico di accessibilità ed uso delle risorse comuni e pubbliche. Le nostre città hanno un’anima, un corpo e si muovono costantemente modificando il proprio tessuto sociale cercando sempre di ampliare le risorse che hanno a disposizione. L’economia della condivisione rappresenta dunque, una potenziale risposta ai disordini che, in alcune aree, ancora oggi viviamo. Distribuire beni e servizi e creare un modello etico, un nuovo contratto sociale tra cittadini e amministrazione. Vivere la città significa creare ogni giorno un legame. Governarla significa assumersi la responsabilità di dare le risposte a migliaia di cittadini. Per questo motivo, a 28 anni, ho deciso di buttare il cuore oltre l’ostacolo. Mahatma Gandhi diceva: “Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”. Io ci voglio provare. Il prossimo 3 e 4 ottobre mi candiderò sia in Municipio 4 con la lista “I riformisti lavoriamo per Milano con Sala”. Amo la mia città, Vivo con orgoglio il mio municipio; ho a cuore questo territorio, in quanto pur non essendovi nato e cresciuto, mi ha dato tanto non solo sul piano affettivo ma anche per le tante opportunità professionali che ho avuto in questi anni. Per ciò non trovo occasione migliore di questa per iniziare a restituire qualcosa mettendo in campo tutte le risorse che ho, in aggiunta al mio impegno e alla mia passione politica. Consapevole che ciò comporterà l’assunzione di qualche responsabilità in più sono pronto a vivere a pieno questa straordinaria esperienza di vita.   Alberto Gandossi Classe 1992, sono un analista strategico per fenomeni geopolitici e socio economici in una multinazionale nel settore dell’energia. Laureato in Economia dei Mercati e delle Strategie di Impresa presso Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano con una tesi in Sociologia Economica dal titolo “Governare il Bene Comune: il caso dei sistemi di depurazione del comune di Milano”. Precedentemente ho lavorato come M&A Analyst in una società di consulenza. Da ottobre 2020 sono Coordinatore di Italia Viva sul Municipio 4 di Milano.

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Nasce il Premio Carla Fracci, nel quartiere dove l’étoile visse da bambina

Nasce il Premio Carla Fracci, nel quartiere dove l’étoile visse da bambina. Il Municipio 4 di Milano ha istituito il Premio Carla Fracci che offrirà un riconoscimento a giovani ballerine e ballerini delle scuole milanesi che si siano particolarmente distinti soprattutto nel campo della danza classica. L’iniziativa prevede anche con un evento di premiazione, che avrà luogo a settembre nel fantastico scenario del Teatro Franco Parenti, durante il quale verranno proiettati estratti dei video in concorso e verrà data l’opportunità alle scuole di far esibire i partecipanti. “Pensiamo – dichiara il Presidente del Municipio 4 Paolo Guido Bassi insieme al suo Assessore alla Cultura Elisabetta Carattoni, che questo sia il miglior modo per celebrare questa grandissima artista milanese, che nel Municipio 4 ha vissuto da bambina. Lei stessa – ricordano Bassi e Carattoni – non ha mai dimenticato le sue origini nella casa popolare al quarto piano di via Tommei 2, nel quartiere Calvairate, dalla quale si spostava in tram per raggiungere la Scala e muovere i primi passi in quell’arte che l’ha portata ad essere la ballerina più famosa al mondo. Siamo i primi a Milano a ricordarla con un’iniziativa concreta, che auspichiamo possa proseguire anche negli anni a seguire. Dalla sua scomparsa (lo scorso 27 maggio), la città non ha mancato di tributare all’étoile attestati di affetto e stima e ci è sembrato quindi ulteriormente doveroso pensare a qualcosa che non fosse un semplice omaggio, ma potesse anche continuare a far vivere il suo nome e coinvolgere le nuove generazioni”. Al concorso, potranno partecipare giovani dai 14 ai 35 anni, che verranno selezionati da una giuria di esperti qualificati attraverso video di esibizioni che dovranno essere prodotti dalle scuole di danza del territorio. “Pensiamo che dare un’opportunità in più alle nuove promesse del palcoscenico – spiegano Bassi e Carattoni – sia una finalità che Carla Fracci avrebbe sicuramente apprezzato e ci conforta aver ricevuto l’assenso al progetto da suo marito, che abbiamo voluto interpellare per avere un parere sulla nostra idea”.  

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Municipio 4 Milano. Rosa Pozzani (Forza Italia):”Surreale la rivolta a suon di clacson dei venditori abusivi di piazzale Cuoco”

Municipio 4 Milano. Rosa Pozzani (Forza Italia):”Surreale la rivolta a suon di clacson dei venditori abusivi di piazzale Cuoco”. Un’altra mattina di caos, illegalità e abusivismo per i residenti di piazzale Cuoco, viale Puglie e vie limitrofe. In quest’area, con l’amministrazione Sala, mancava solo la rivolta dei venditori abusivi. Questa mattina il quartiere è stato svegliato dallo strombazzare di decine di clacson di altrettanti furgoni che hanno invaso l’ area del Mercato delle Pulci ex S. Donato, e percorso ripetutamente in lungo e in largo viale Puglie, piazzale Cuoco e piazzale Bologna quasi volessero festeggiare una vittoria. La finta ciclabile di viale Puglie poi è servita da parcheggio per gli stessi furgoni. Ho scritto nuovamente al Sindaco, al vicesindaco che è anche assessore alla sicurezza con delega alla Polizia Locale. Ma non finisce qui. “Egregio sindaco Sala, gentile assessore Scavuzzo, Vi scrivo perché sento il dovere civico di segnalarVi per l’ennesima volta quello che succede ormai da troppe Domeniche in vle Puglie, ple Cuoco e dintorni da quando i Mercatini dell’Usato sono chiusi per Covid. Già dalle prime ore della Domenica mattina, decine e decine di venditori abusivi (un centinaio circa solo in ple Cuoco) hanno steso a terra, sul marciapiede di vle Puglie, all’interno dei giardinetti di ple Cuoco e dintorni, la loro “merce” che abusivamente vendono e altrettanto abusivamente viene comprata. Il Covid ha “risolto” i Mercatini dell’Usato (purtroppo, con tutto il rispetto delle vittime che ha fatto e che ancora fa) obbligando a emettere l’ ordinanza di chiusura ma ora tocca a Lei assessore Scavuzzo e alla Polizia Locale risolvere questo crescente, preoccupante nuovo “mercato” abusivo all’aperto in tutta la zona, ai suoi uomini e donne della PL intervenire prima che questo fenomeno collaterale diventi disordine pubblico e serva intervenire per riportare tutto ad un Ordine Civico. Venditori assembrati senza mascherine, i residenti hanno paura a passare in mezzo e sono quindi abusati nei loro diritti. Dopo due giunte di sinistra, per un totale di 10 anni, la situazione anziché migliorare è peggiorata. Non siete riusciti a gestire i due mercati dell’Usato e anzi se ne è formato un terzo all ‘esterno, del tutto irregolare, per il quale non avete alcuna scusante. Lí tocca proprio a voi, amministrazione di Palazzo Marino, intervenire sull’abusivismo commerciale, a voi e a nessun altro. Ci vuole un sindaco che risolva questo annoso e ormai intollerabile problema, e Lei Sindaco che qui non si è mai visto, non pare essere il candidato all’altezza di questa situazione. La gente è stufa di non essere ascoltata, è stufa di essere presa in giro! Spero, come credo ascoltandola tutti i giorni sul territorio, che sia stufa anche di votarVi! Con questo Vi saluto, attendo interventi insieme alla gente “stufa” di questo disordine e degrado, e Vi auguro una Domenica serena, quella che ai cittadini di questa parte di zona 4 non è consentito avere. Distinti saluti. Rosa Pozzani”

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Bonfadini, Pavlovic: “Bene il ripristino della legalità, meno uno sgombero senza avviso”

Bonfadini, Pavlovic: “Bene il ripristino della legalità, meno uno sgombero senza avviso”. “Bene il ripristino della legalità, meno uno sgombero senza avviso né servizi d’emergenza sulla pelle di chi non c’entra!”. “Per anni, anche ultimamente, abbiamo chiesto al Comune e a questa Amministrazione di risolvere la questione dei campi di Via Bonfadini, con il ripristino della legalità e della sicurezza e, poi del loro superamento con conseguente soluzione sociale e abitativa di chi con l’illegalità nulla ha a che vedere e, anzi, la subisce. Metodologie, servizi e alternative erano già a disposizione ma, a quanto pare, ieri in Via Bonfadini sono stati completamente ignorati. Ciò che doveva essere un’azione di Polizia giudiziaria a fronte di un’inchiesta della magistratura si è trasformata in un vero sgombero, con tanto di abbattimento delle strutture e distruzione delle proprietà dei presenti, atto assolutamente non regolare per la Legge e non necessario per l’azione giudiziaria. Prova ne siano le stesse dichiarazioni dell’Assessore alla Sicurezza che confondono i termini tra azione di Polizia, sequestro dell’area e sgombero, avvenuto senza avviso, obbligatorio non solo per i campi Rom ma anche per un semplice sfratto abitativo. Il risultato, ancora una volta, è quello in cui  sono i più deboli e incolpevoli a pagare il prezzo.” Commenta così Dijana Pavlovic, portavoce italiana di “Kethane – Rom e Sinti per l’Italia”, lo sgombero del campo informale di Via Bonfadini avvenuto ieri, che aggiunge: “l’assenza sul campo delle strutture d’emergenza che il Comune paga proprio per queste esigenze, l’assoluta assenza di informazioni sull’azione che le stesse dovevano ricevere, il rimpallo di dichiarazioni tra l’Assessorato alla Sicurezza e quello al Welfare, disegnano una situazione di grave contraddizione che crea un precedente pericoloso sui processi di soluzione delle criticità e contraddice il cosiddetto “Piano di Azione Locale” per l’inclusione delle comunità Rom e Sinte, sia regolari che irregolari, che il Comune si è impegnato ad attuare dopo aver aderito al bando internazionale UNAR, nel 2020. Bastava parlarsi e organizzarsi, esattamente come, ripeto, da tanto tempo chiediamo come organizzazioni e associazioni. Ora la situazione deve essere recuperata quanto prima, con chiarezza di compiti e piena responsabilità.” E conclude: “Quello di Via Bonfadini è un caso emblematico di come aree di illegalità diffusa e organizzata possano consolidarsi in zone dove spesso manca la prevenzione e l’azione sociale, come capita, purtroppo, in più parti delle periferie della nostra Città e dove la cosiddetta “questione Rom” è una porzione alquanto marginale, sia del fenomeno in generale, sia della stessa comunità Rom e Sinti milanese. Ci auguriamo, naturalmente, che l’azione della Magistratura contro il traffico illegale di rifiuti, che ha portato agli arresti di ieri, prosegua risalendo tutta la catena della responsabilità, in cui il campo di Via Bonfadini era l’ultimo anello, che la situazione di chi, incolpevole, da li è stato sgomberato senza avviso venga sanata quanto e che la collaborazione con il Comune prenda strade concrete ed efficaci, come gli stessi Rom e Sinti milanesi si augurano e richiedono, nel pieno rispetto della legalità, della pienezza dei diritti e della sicurezza fisica e psicologica di ognuno, come è giusto e doveroso che sia.”

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Rivoluzionar* da strapazzo

Rivoluzionar* da strapazzo. Macao, quel “collettivo” che si è impossessato senza titolo delle prestigiose Palazzine Liberty di Viale Molise, una volta sede dell’ex macello, dismesse da (troppo) tempo; che ne ha fatto un’industria di nero (mi daranno del razzista?) con locale bar/ ristorante/ discoteca/ affitta camere e locali per girare film, documentari (alta cultura!); quel collettivo che profetizza la lotta di classe, la lotta alle diseguaglianze, la lotta “ai padroni”, contro “multinazionali ed evasori”. Sono pacifisti, antirazzisti, terzomondisti, ambientalisti, femministi, controlosterminiodelleformiche-isti, con le tasche chiaramente piene e , guarda un po’, evadono come “i padroni evasori”, fanno concorrenza sleale ai locali, quelli che pagano le tasse che finiscono ad alimentare un sistema fiscale per la redistribuzione della ricchezza, così da avere risorse per lo stato sociale. Evadono ma “si depurano” con il bene assoluto: la distribuzione dei pasti solidali, quelli donati il più delle volte dai “padroni”, dai To Big To Fail come Esselunga, Carrefour e chi più ne ha più ne metta. Il bene assoluto è roba loro, fanno solo loro “il proprio dovere morale”, perché gli altri fanno tutti schifo. Se a distribuire i pacchi alimentari sono partiti di destra è solo propaganda fascista. “Loro sono gli eredi di chi lo combatteva il fascismo”, dicono. Quelli lì non conoscono i sacrifici, tra un po’ di vodka e qualche cannetta quei 50 euro al giorno in tasca li hanno sempre. Parlano della guerra di liberazione e mi ricordano tanto quelle brigate comuniste che, nel nome del “bene superiore”, hanno sterminato partigiani cattolici, preti, laici, socialisti e liberali perché “nemici della rivoluzione”. Questi non sanno nulla della rivoluzione, ma sono ugualmente pericolosi. Quel collettivo, Macao, che dopo una violenta rissa, un’aggressione all’interno delle Palazzine occupate al loro fianco “lamentano” i movimenti che chiedono “legalità e sicurezza” (che concetto fascista la sicurezza! O meglio – la sicurezz*, per stare alla moda). Sono il prototipo de “Il conformista” di Gaber, quelli che “di solito stanno sempre dalla parte giusta – il conformista – ha tutte le risposte belle chiare dentro la sua testa; è un concentrato di opinioni, che tiene sotto il braccio due o tre quotidiani e quando ha voglia di pensare pensa per sentito dire. Forse – cantava Gaber e secondo me con non poca ragione – da buon opportunista, si adegua senza farci caso e vive nel suo paradiso”. Il conformista. O meglio, perché la moda è moda, il conformist* Macao

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