Politica

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Giuseppe Sala: mi piacerebbe ricandidarmi

Il Sindaco Giuseppe Sala a margine della presentazione del nuovo libro del direttore del Corriere della Sera, Luciano Fontana nell’ambito della festa de l’Unità, che se avesse le energie si ricandiderebbe per lo stesso ruolo di primo cittadino: “Credo di essere uno molto determinato, voglio essere concentrato su un obiettivo – ha spiegato Sala – Credo di essere tagliato per il mestiere di sindaco, considero la possibilità di un nuovo mandato. Dipende come mi sentirò fra due anni, se avrò le energie, se dovessi davvero averle, direi di sì alla ricandidatura. Mi piace sentirmi parte dei destini della città, lavorare sul futuro di Milano che è sulla strada per essere una grandissima metropoli internazionale”.

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Bando Periferie, Anci abbandona il tavolo con il Governo: nessun riscontro alle promesse fatte

La delegazione dell’Anci, (Associazione Nazionale Comuni Italiani) composta dal presidente Antonio Decaro e dai vicepresidenti Filippo Nogarin e Roberto Pella, ha abbandonato i lavori della conferenza unificata e annunciato che le relazioni istituzionali con il governo sono interrotte. “Non abbiamo trovato riscontro all’impegno che aveva preso con noi il presidente del Consiglio Giuseppe Conte sul bando periferie nell’incontro dell’11 settembre. Siamo costretti a interrompere le relazioni istituzionali, nostro malgrado. Torneremo a quei tavoli solo quando il percorso per restituire ai sindaci il miliardo e seicento milioni sottratti, si vorrà avviare davvero”. Durante l’incontro con il presidente Conte, era stato fissato un percorso in due fasi. “Prevedeva l’intesa in unificata per sanare la presunta incostituzionalità di una norma che finanziava per 800 milioni di euro il bando periferie – riepiloga Decaro – quindi l’istruttoria di un iter per inserire nel primo decreto utile le risorse e fissare le procedure per riallocare i fondi. Oggi in Unificata era stata messa all’ordine del giorno l’intesa, un primo passo; ma il governo, sollevando un problema di natura tecnica, risolvibile, secondo noi, se solo ce ne fosse stata la volontà politica, l’ha tolta”. Di qui la sospensione delle relazioni. Che riguarderà la conferenza unificata e la conferenza Stato-città: cioè le sedi di concertazione istituzionale tra governo ed enti territoriali dalle quali passano tutti i provvedimenti dell’esecutivo, per l’acquisizione dei necessari pareri. “Al viceministro Garavaglia che ipotizza interessi di parte e alla ministra Stefani che ci accusa di aver abbandonato il tavolo – ha concluso Decaro – ricordo che l’Anci rappresenta tutti i sindaci, a prescindere dalla provenienza geografica o dall’estrazione politica, come dimostra anche la composizione della delegazione al momento della rottura delle relazioni, e che la nostra disponibilità, con l’unico scopo di risolvere il problema, è stata massima dal primo momento. Circostanza che è stata sotto gli occhi di tutti”.

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Sardone (misto): Hip hop antifa, manifestazione da vietare

La consigliera comunale e regionale del Gruppo Misto, Silvia Sardone, chiede che il Comune vieti la maniefstazione Hip hop antifa, in programma domenica pomeriggio in piazza Gabrio rosa, al Corvetto. L’evento spiega è “organizzato dai gruppi di antagonisti, centri sociali e anarchici, habitué delle occupazioni che fin da troppo fanno il bello e il cattivo tempo in questa periferia dimenticata dal Comune. Il tenore dell’evento è spiegato bene nelle locandine con cui questi personaggi hanno tappezzato il quartiere: Solidarietà tra chi occupa una casa, è senza documenti, viaggia senza biglietto, lavora in nero, vive di espedienti”. La consigliera chiede quindi, “L’amministrazione comunale  deve assolutamente impedire questo ritrovo senza permesso di gente che inneggia ai clandestini e a chi compie reati come le occupazioni abusive, dimenticandosi che ci sono migliaia di persone che aspettano una casa popolare in graduatoria”.  Concludendo, “Sui volantini si specifica che sarà un evento contro polizia e contro soldati. Inaccettabile che in una città come Milano le forze dell’ordine siano oggetto di parole come queste. Sala e compagni si smarchino una volta per tutte da questi signori e impediscano l’evento senza tergiversare“.

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De Chirico (FI): bloccare il botellon illegale in piazza Leonardo Da Vinci

L’assessore Scavuzzo tuteli il diritto al riposo dei milanesi inibendo l’accesso a Piazza Leonardo ai partecipanti al Botellon Party del prossimo sabato promosso sui social. E’ questa la richiesta  fatta oggi d Alessandro De Chirico, vice capo gruppo di Forza Italia a Palazzo Marino. “Scopro su Facebook che sabato prossimo in piazza Leonardo è previsto l’ennesimo Botellon party non autorizzato e nella totale indifferenza di Sala e della sua giunta”, ha rilevato il consigliere Forzista spiegando che dalle 18, si legge, sarà possibile gustarsi il tramonto, sorseggiando uno spritz a 2 euro e 50 nella più bella piazza di Città Studi, recentemente ristrutturate “. “Scopo dell’iniziativa sarebbe la raccolta di fondi contro il già certo trasferimento delle facoltà presenti nel quartiere. Voglio proprio vedere se visto il tamtam pubblicitario fatto dagli organizzatori dell’evento, l’assessore Scavuzzo provvederà a inibire l’accesso alla piazza garantendo il mantenimento dell’ordine, della tranquillità e del riposo dei cittadini che per tutti i mesi di bella stagione devono sopportare questo indiscriminato consumo di alcool fino all’alba, nel più totale silenzio del Comune che, forse per pulirsi la coscienza, organizza e promuove convegni contro l’alcolismo giovanile”.

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Incendio in Bonfadini, Presidente Bassi: inascoltate le mie segnalazioni

Paolo Guido Bassi, Presidente del Municipio 4,  ricorda come la sua istituzione abbia più volte segnalato la situazione di un degrado indegno dell’area di via Bonfadini, senza ottenere riscontri pratici dall’Amministrazione centrale. “I problemi non sono circoscritti solo al campo, che pure è stato oggetto di diversi blitz da parte di Carabinieri e Polizia di Stato, conclusi sempre con denunce e ritrovamento di droga, armi, oggetti rubati, persone con precedenti, ecc. Ma riguarda ampie porzioni del territorio circostante. Anche l’incendio di ieri sera, da quanto ho appreso, ha riguardato l’esterno dell’accampamento, segnatamente il tratto di strada nel quale vengono quotidianamente ammassate masserizie, rifiuti e altri materiali di vario tipo. Da quanto ho saputo, si tratterebbe di un episodio accidentale, che, per fortuna, non ha rappresentato un pericolo per l’incolumità delle persone. Visto però che non è la prima volta al quale assistiamo a un fatto del genere, credo sia il caso di accendere una volta per tutte i riflettori su quanto succede in questa parte di Milano. La vicinanza dei cosiddetti mercatini di viale Puglie, le tende e le baracche abusive che sono sorte nei pressi, la stanno trasformando in una polveriera”. Bassi ripercorre in breve la storia del campo, “Qualche anno fa inoltre  l’amministrazione Pisapia aveva avuto la brillante idea di aprire in via Sacile un campo di accoglienza temporanea, che io contestai fin dal primo momento e che solo da qualche mese, ci è stato assicurato, verrà smantellato a testimonianza di come a distanza di tempo, anche l’attuale giunta di sinistra sia costretta a fare un bagno di realtà”, per poi concludere chiedendo interventi risolutivi ed estesi,  “Bene ma non basta. Non vogliamo che questo quartiere venga abbandonato al degrado, solo perché ha la ‘colpa’ di essere una di quelle periferie lontane dallo scintillio delle tazzine di caffè di Starbucks o dalle cascate d’acqua del nuovo centro Apple di piazzetta Liberty”

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Olimpiadi 2026, si accende lo scontro politico, Torino si sfila, Milano e Cortina sole a Losanna

Sembra sempre più in salita la strada che dovrebbe portare (almeno parzialmente) a Milano le Olimpiadi invernali del 2026. La candidatura, nata come della sola Milano, poi evoluta in un tridente con l’aggiunta di Torino e Cortina, si è infine ridotta al solo binomio Milano – Cortina, che, dopo avere perso il sostegno economico del Governo,  può contare solo sull’appoggio di Lombardia, Veneto e parzialmente del CONI (che spera nel sostegno dei privati). A crederci veramente sembra essere rimasto solo il Sindaco Sala convinto che “questa soluzione può funzionare”, mentre i Governatori  Zaia e Fontana ritengono di dover insistere perché quanto fatto “non può essere gettato alle ortiche”. Intanto oggi a Losanna il Coni presenterà il dossier olimpico italiano al Cio sperando nel sostegno del Presidente Thomas Bach che ha sempre visto di buon occhio la candidatura di Milano. Il principale imputato del possibile insuccesso del progetto olimpico sembra essere il Movimento Cinque Stelle, che non lo ha mai visto di buon occhio, come non aveva mai sostenuto quello di Roma 2024. Probabilmente proprio per questo motivo la prima a sfilarsi dall’organizzazione è stata la sindaca grillina di Torino. Ma siamo nel campo delle ipotesi, anche se ben supportate da riscontri oggettivi e dalle dichiarazioni di molti dei politici coinvolti. Dichiarazioni che ieri sono piovute copiose nelle redazioni dei giornali milanesi. Ve ne facciamo un breve sunto per darvi un’idea di quanto complessa sia stata la giornata. Ad accendere le polveri ieri mattina era stato il deputato PD Mattia Mor scrivendo su Facebook che spettava a Milano essere capofila nella candidatura alle Olimpiadi   2026,subito dopo una nota ufficiale di M5S puntava il dito contro Sala “È assurdo e provinciale pretendere una primazia sul brand per dei Giochi che coinvolgono diverse aree del Paese. Il sindaco di Milano si ostina a contestare il progetto unitario e le proposte di Coni e governo per i Giochi invernali del 2026: si assume una responsabilità molto grave”. Ai grillini facevano eco i deputati forzisti Dario Bond e Marco Marin che sostenevano la necessità di evitare rotture politiche sul fronte olimpiadi per presentarsi tutti uniti a Losanna.  Proposito che si spegneva su un successivo comunicato del sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega allo Sport, Giancarlo Giorgetti, secondo cui “sono prevalse forme di dubbio e di sospetto e il Governo, quindi, non ritiene che una candidatura formulata con questi presupposti possa avere ulteriore corso” quindi “come tale è morta qui“. A questo punto per cercare di metterci una pezza intervenivano i governatori di Lombardia e Veneto Fontana e Zaia dichiarando “Arrivati a questo punto è impensabile gettare tutto alle ortiche. La candidatura va salvata, per cui siamo disponibili a portare avanti questa sfida insieme. Se Torino si chiama fuori, e ci dispiace, a questo punto restano due realtà, che si chiamano Veneto e Lombardia, per cui andremo avanti con le Olimpiadi e  del Lombardo-Veneto“. Una proposta immediatamente sostenuta dal Sindaco Beppe Sala, La proposta di Zaia e Fontana sulle Olimpiadi 2026 merita un rapido approfondimento. La mia posizione è nota, ma questa soluzione può funzionare”. Giunti a questo punto si è scatenato un fuoco di fila di reciproche accuse, in particolare fra PD e M5S, che riteniamo però meno interessante da riferire Non resta che aspettare l’esito di quanto avverrà oggi  a Losanna per sapere se nonostante tutto e tutti, la nostra città riuscirà ad ospitare le Olimpiadi invernali del 2026.

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