Roma – Cronaca

Il sottosegretario Tofalo visita i feriti di Mogadiscio

Il sottosegretario di Stato alla Difesa Angelo Tofalo visita i feriti di Mogadiscio. A riferirlo è  lui stesso tramite social network. “Ho appena incontrato al Policlinico Militare del Celio i nostri tre ragazzi, due dell’Esercito Italiano e uno dell’Arma dei Carabinieri, che lo scorso 30 settembre sono stati coinvolti nell’attentato a Mogadiscio. Il Direttore del Celio, Generale di Divisione Francesco Diella e il Direttore Ospedaliero, Maggior Generale Giacomo Mammana, mi hanno aggiornato sulle condizioni sanitarie. Fortunatamente verranno dimessi nei prossimi giorni. Li ho abbracciati e ringraziati per il loro grande lavoro. Grazie a tutte le nostre donne e agli uomini che lavorano per la pace e la democrazia nelle missioni internazionali. È stata anche un’occasione per apprezzare l’operato delle eccellenze della sanità militare”. I militari erano in Somalia per le operazioni nell’ambito della missione Eutm. Le Eutm, costituita nel 2010 e dal 2014 sotto comando italiano – attualmente del generale Antonello De Sio – è impegnata in vari ambiti, il principale dei quali l’addestramento delle forze armate locali a sostegno del Governo federale di transizione somalo. La missione europea opera in coordinamento con le forze degli altri attori della comunità internazionale presenti nel Paese, come le Nazioni Unite, gli Usa e la missione africana (Amisom), forte di 20.000 uomini.

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SMA: da settembre, screening neonatale attivo nei punti nascita del Lazio

Continua con successo il più importante programma di medicina preventiva per l’atrofia muscolare spinale (SMA), un progetto pilota per facilitarne ed accelerarne la diagnosi genetica precoce. Il progetto coordinato dall’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e realizzato in collaborazione con diversi centri ospedalieri, istituzioni regionali e con il supporto non condizionato dell’azienda farmaceutica Biogen coinvolge i punti nascita nel Lazio. Campioni di DNA di circa 140 mila bambini in due anni (stimati, compresi i centri nascita della Toscana che cominceranno a breve) verranno analizzati per permettere di fare con certezza la diagnosi di SMA quando ancora non ha fatto il suo esordio e quindi prima che produca danni gravi ed irreversibili. É tutto pronto anche per dare il via alla campagna social di sensibilizzazione per raggiungere le famiglie attraverso i social media, ideata e realizzata grazie alla sinergia di Famiglie SMA e Osservatorio Malattie Rare. L’adesione allo screening è su base volontaria, previo consenso dei genitori dei bambini, che saranno adeguatamente informati durante il percorso nascita. Si tratta semplicemente di dare il consenso per includere anche la diagnosi genetica di SMA, sfruttando al meglio il campione di sangue che viene già prelevato ai neonati per lo screening neonatale esteso obbligatorio, approvato dalla L. 167/2016. L’atrofia muscolare spinale (SMA) è una malattia neuromuscolare rara caratterizzata dalla perdita dei motoneuroni, ovvero quelle cellule che trasportano gli impulsi dal cervello ai muscoli, consentendo il movimento volontario. Di conseguenza, la patologia provoca paralisi e atrofia muscolare progressiva, che interessa, in particolar modo, gli arti inferiori e i muscoli respiratori. Perché è importante lo screening neonatale? Perché permette di intervenire in maniera precoce sul paziente, evitando conseguenze e danni gravi e irreversibili, e garantendo una migliore qualità di vita al bambino. L’infografica disponibile sul sito Famiglie SMA e di seguito riportata è utile a carpire le informazioni essenziali e i passaggi più importanti da compiere per aderire allo screening per la SMA.  Stando alle attuali stime di incidenza, si calcola di poter così individuare precocemente circa 20 bimbi di cui l’80% affetto da SMA I o II, le forme più gravi (l’incidenza stimata è tra 1/6000 e 1/10000 nati vivi). I bimbi individuati potranno essere presi in carico in un vero e proprio percorso di assistenza: sebbene una ‘cura’ definitiva non esista ancora, oggi una terapia efficace è disponibile ed ha dimostrato di poter cambiare radicalmente l’evoluzione della malattia. “Questo progetto – ha spiegato il responsabile Francesco Danilo Tiziano, professore associato presso l’Istituto di Medicina Genomica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma – consentirà l’identificazione precoce dei pazienti e l’inizio del trattamento in fase pre-sintomatica, massimizzando i risultati della terapia.  Inoltre i dati di questo studio consentiranno di definire accuratamente l’incidenza della SMA, di valutare la fattibilità dell’inclusione di questa patologia nell’elenco degli screening neonatali obbligatori a livello nazionale, e inoltre ai parenti dei piccoli pazienti di effettuare scelte riproduttive informate. È quindi di assoluta importanza che i nuovi genitori di oggi aderiscano al progetto, traducendo la loro scelta volontaria in una grande opportunità non solo per i loro figli, ma anche per la ricerca e per tutti i pazienti”. Lo studio è coordinato dall’Istituto di Medicina Genomica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e realizzato grazie alla collaborazione con la Fondazione Policlinico Universitario IRCCS “A. Gemelli” di Roma, l’Ospedale Pediatrico “Bambino Gesù”di Roma, l’Università Sapienza di Roma, l’Azienda Ospedaliera Universitaria “Anna Meyer” di Firenze, i Governi Regionali di Lazio e Toscana, i Centri nascita di Lazio e Toscana, l’associazione di pazienti Famiglie SMA ed è reso possibile grazie al contributo non condizionato di Biogen Italia.

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Farmacia Vaticana: prima i dipendenti poi gli Italiani

di Aurelio Coppeto – Santità, Lei che è il più agguerrito combattente delle disuguaglianze e delle discriminazioni, sappia che nella Sua Farmacia vengono serviti prima i dipendenti del Vaticano e poi gli Italiani. Anzi, a mio avviso dovrebbe essere il contrario, non soltanto per dimostrare ospitalità verso gli “stranieri”, ma anche perché i dipendenti del Vaticano possono recarvisi in ogni momento, mentre chi “viene dall’Italia” solo in “quel preciso momento” ha la possibilità di acquistare farmaci, purtroppo non reperibili in altre Farmacie. A parte questa premessa, l’anomalia è che quando si ritira il “ticket differenziato” con il relativo numero di prenotazione, nonostante sia scritto l’obbligazione per i dipendenti ad esibire il tesserino, esso non viene richiesto dai farmacisti. Quando ho fatto notare tale irregolarità, una farmacista ha risposto che ormai li “riconoscono dalla faccia”….. Mentre una signora, secondo me dalla faccia altezzosa e vaticanista, sentendo le mie dimostranze mi ha rimproverato dicendomi di vergognarmi per aver sollevato il problema ed aver messo in dubbio la buona “fede vaticana“. A questo punto, Santità, un’altra anomalia mi sovviene: io avevo il numero 406 e dopo di me c’erano decine e decine di persone. Ho aspettato 2 ore prima che scattasse il mio turno per recarmi al banco. Mi sono passate davanti centinaia di persone…. sol perché avevano la “faccia vaticanista; ma su circa 2000 dei Suoi dipendenti è possibile che quasi 300/400  fossero tutti impiegati del Vaticano? Se fosse così, Santità dovrebbe preoccuparsi che circa 1/5 degli impiegati quel giorno era malato….. Santità mi permetta un’ultima considerazione… a questo punto per usare la legge del contrapasso  le Farmacie Italiane dovrebbero servire prima gli italiani e poi i residenti del Vaticano……. Ma l’Italia non discrimina…. infatti nelle nostre Farmacie vengono serviti tutti indistintamente dalla provenienza o dalla “collocazione impiegatizia” rispettando il numero di prenotazione e non un doppio numero di prenotazione come purtroppo avviene nella Sua  Farmacia……..

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Federalberghi: “Emendare il decreto sicurezza bis”

Le Commissioni I e II della Camera dei Deputati hanno svolto oggi l’audizione di Federalberghi sulla proposta di legge C1913, recante disposizioni urgenti in materia di ordine e sicurezza (cosiddetto decreto-legge “sicurezza bis”).   L’audizione ha riguardato la comunicazione delle generalità delle persone alloggiate, che i titolari delle strutture ricettive devono trasmettere alle Questure entro le ventiquattr’ore successive all’arrivo dei clienti, ai sensi dell’articolo 109 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza.  In particolare, l’attenzione si è concentrata sull’articolo 5 del decreto-legge, che riduce sensibilmente i termini per tale comunicazione, stabilendo che – nei casi in cui il soggiorno ha una durata inferiore alle ventiquattro ore – essa debba avvenire “con immediatezza”. Il direttore generale di Federalberghi, Alessandro Nucara, “nel confermare la piena e consueta disponibilità degli albergatori a collaborare con le forze dell’ordine per contribuire alla tutela della sicurezza pubblica”, ha segnalato “la necessità di emendare il decreto-legge, al fine di evitare di arrecare disagi ai turisti e di non imporre alle imprese adempimenti talvolta impossibili da realizzare”. “Sino ad oggi gli alberghi hanno consegnato la chiave della camera agli ospiti subito dopo aver richiesto il documento di identità. La registrazione dei dati e la trasmissione dei dati alla Questura avvenivano in un momento successivo. Con il passaggio alla comunicazione immediata, i clienti dovranno invece attendere che si concluda la procedura. Nelle ore di punta, si potrebbero creare lunghe code. E l’albergatore si troverà combattuto tra il desiderio di risparmiare l’attesa al cliente che arriva in albergo, magari dopo un lungo viaggio, e il rischio di incorrere in una sanzione penale, che può comportare sino a tre mesi di arresto”. Federalberghi quindi propone di emendare l’articolo 5 del decreto-legge “definendo un termine congruo e ragionevole, chiaro ed univoco, entro il quale effettuare la comunicazione e consentendo che tale comunicazione venga effettuata mediante collegamento diretto tra i sistemi gestionali aziendali e il portale del Ministero dell’Interno”. Nucara ha concluso il proprio intervento chiedendo “di differire di qualche mese l’entrata in vigore della normativa, per dare al Ministero dell’Interno il tempo necessario per aggiornare le procedure di acquisizione telematica dei dati e consentire il collegamento diretto ed automatico tra il cervellone del Viminale e gli alberghi”. Quante comunicazioni vengono effettuate ogni anno?     Non sono disponibili informazioni ufficiali sul numero di soggetti che trasmettono alle Questure i dati sui clienti alloggiati e sul numero di comunicazioni che il Ministero dell’Interno riceve ogni anno riceve.  Per la parte che riguarda le strutture regolarmente autorizzate, il dato può essere desunto dalle statistiche ISTAT:     –   nel 2018, i 205mila esercizi ricettivi italiani hanno ospitato circa 128 milioni di turisti, per complessivi 429 milioni di pernottamenti;     –   la quota maggioritaria si è diretta verso i 33mila alberghi, con 97 milioni di arrivi (76% del totale) e 279 milioni di pernottamenti (65%).  L’obbligo di comunicazione alle Questure riguarda anche gli alloggi non convenzionali, inclusi quelli destinati alle cosiddette locazioni brevi. In mancanza di altre fonti, il numero di tali alloggi e il numero di persone che vi soggiornano, può essere stimato ricorrendo a fonti empiriche:     –   nel mese di aprile 2019, sul principale portale erano presenti circa 420mila annunci relativi ad alloggi ubicati in Italia;     –   osservatori autorevoli ritengono che il movimento turistico complessivo che gravita sull’Italia possa essere stimato applicando alle statistiche ufficiali un moltiplicatore di 2,77, per un totale di quasi un miliardo e duecento milioni di presenze, di cui circa 760 milioni concernenti i pernottamenti non rilevati e/o sommersi e quindi, anche ipotizzando una permanenza media molto alta (ad esempio, 6 giorni), più di 125 milioni di arrivi. Considerato che il nuovo sistema prevede che venga effettuata una comunicazione per ogni arrivo, è atteso un totale di oltre 250 milioni di comunicazioni ogni anno.

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Fastweb, la politica locale inizia a muoversi

Fastweb, la politica locale inizia a muoversi.  E, speriamo noi dell’Osservatore, anche grazie allo spazio che stiamo dando alla vicenda dei 72 licenziati da Fastweb, poi reintegrati grazie a una sentenza e infine costretti al trasferimento a Bari. L’assessore al Lavoro Monica Buonanno ha infatti incontrato una delegazione dei lavoratori Fastweb. “L’ncontro pensiamo sia stato proficuo – raccontano i lavoratori – l’assessore Buonanno ha avuto modo di chiamare anche le segreterie sindacali e contattare il legale che ci segue. Abbiamo appuntamento a dopo l’incontro che si terrà in Unindustria a Roma, in modo che, in base all’esito, la vicenda venga portata anche all’attenzione del consiglio regionale. Lei seguirà personalmente il tutto. È già impegnata anche su Whirpool e Mercatone uno”. Un altro piccolo passo verso quella che si spera sia la soluzione di questa triste vicenda: non si parla infatti di migliaia di posti di lavoro, ma di 72 famiglie. Numeri che difficilmente rovineranno il bilancio di Fastweb.  

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Aggredita perché legge “Mafia nigeriana”

L’episodio è stato denunciato dalla leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni. Un’aggressione a una donna colpevole di avere in mano la copia di un libro scritto dalla stessa Meloni: “Botte, insulti, minacce: così un nigeriano ha pestato una donna italiana in metropolitana a Roma perché “colpevole” di leggere “Mafia Nigeriana”. Assurdo che il delinquente sia stato subito rilasciato. Solidarietà e auguri di pronta guarigione alla signora aggredita. Finora la mafia nigeriana ha potuto contare sull’omertà e sul silenzio dei media e della politica ma ora grazie a Fratelli d’Italia non è più così. Non daremo scampo a questi criminali e continueremo a batterci in ogni sede per fermare ogni mafia in Italia, compresa quella nigeriana che tanto imbarazza i buonisti”. Il tema, cuore di molti interventi della destra, è stato spesso ignorato o minimizzato da politici e media mainstream. Eppure è un fatto che le mafie africane abbiano avuto un ruolo fondamentale nel rialimentare il traffico di eroina e della prostituzione in Italia. Oltre che siano tra i principali attori della tratta dei migranti che sfruttano in molti casi.  

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