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Il Comitato per l’Ordine e la Sicurezza: il punto sulla sicurezza di via Bolla

Il Comitato per l’Ordine e la Sicurezza: il punto sulla sicurezza di via Bolla. Ecco quanto comunicato dalla Prefettura dopo l’ultima seduta del comitato: “Nella seduta del 19 gennaio 2022 del Comitato concordemente – con Regione, Comune e ALER – si è ritenuta prioritaria una soluzione “di sistema” del contesto di degrado, di marginalità e di illegalità registrati in via Bolla, mentre procede tutti i giorni l’attività delle forze dell’ordine per impedire nuove occupazioni e per sgomberi singoli programmati nell’intero patrimonio ERP in Milano. Nella seduta del 30 marzo 2022 ALER ha illustrato il piano di risanamento e riqualificazione con urgenti interventi già finanziati. A corredo delle decisioni assunte, sempre in piena sintonia tra le istituzioni, si sono tenute numerose riunioni operative e preparatorie che hanno consentito, nella seduta di oggi, di raccogliere gli esiti dell’ultimo censimento degli abitanti, effettuato da ALER, che sarà affinato da approfondimenti della Guardia di Finanza, sotto il profilo reddituale e patrimoniale, e dei servizi sociali del Comune, per individuare e affrontare le fragilità familiari presenti prima di procedere alla liberazione degli immobili destinati ad interventi di radicale ristrutturazione. ALER ha già realizzato la mobilità di 71 famiglie assegnatarie e nelle prossime settimane si passerà alla fase operativa. Il percorso stabilito è condiviso da Regione e Comune. Il Prefetto – alla luce dei gravi fatti recenti – ha disposto inoltre un monitoraggio continuativo del quartiere a cura delle forze dell’ordine e della polizia locale”.

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Dalla Regione telecamere e vigilantes per le case ALER

La Regione Lombardia ha stanziato 200.000 euro per la videosorveglianza e la vigilanza privata all’esterno dei caseggiati popolari dell’Aler in tre quartieri di Milano: Lorenteggio, Mazzini e San Siro. Lo ha annunciato l’assessore regionale alla Sicurezza Riccardo De Corato in una conferenza stampa congiunta con l’assessore regionale alla Casa Alessandro Mattinzoli. Nell’area metropolitana, gli interventi sono previsti a Cernusco sul Naviglio, Cinisello Balsamo e Garbagnate Milanese. Fondi (poco più di 4 mila euro) anche all’Aler Pavia-Lodi, per la videosorveglianza di via Polli a Sant’Angelo Lodigiano. “Vogliamo rendere i quartieri sicuri. Questi primi interventi avranno carattere sperimentale. L’obiettivo è quello di identificare i responsabili di atti di inciviltà e di eventuali reati e possono costituire prove per le indagini giudiziarie”, ha spiegato De Corato. I vigilantes, novità del provvedimento, serviranno come “sentinelle” delle possibili situazioni di illegalità. L’assessore infatti ha tenuto a precisare che “compito della vigilanza privata è quello di supporto e ausilio alle Forze dell’ordine. Spetta poi alla Polizia o Carabinieri procedere, eventualmente, all’arresto”. In particolare, “telecamere e vigilanza servono in particolare per segnale all’autorità di pubblica sicurezza le occupazioni abusive entro le 48 ore così da intervenire in flagranza di reato senza provvedimento dell’autorità giudiziaria e procedere allo sgombero”. Telecamere e sorveglianza privata “sono necessari per garantire più sicurezza negli edifici Aler dei quartieri più difficili di Milano e provincia” ma da soli “non bastano”, ha evidenziato Mattinzoli. “Regione Lombardia e Comune di Milano devono lavorare insieme per dare un messaggio di legalità. Tolleranza, rassegnazione comprensione dell’illegalità non possono più essere le caratteristiche di una città che vuole essere attrattiva, moderna ed efficiente. Per questo è necessario avviare, anche col Prefetto, un piano sgomberi degli abusivi”, ha aggiunto l’assessore, favorevole anche all’impiego dell’Esercito per presidiare i quartieri più a rischio. ANSA

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Ma quale cogestione, la soluzione al problema case popolari è Aler

Iniziamo con una buona notizia: Sala sta iniziando a capire. Non è la fine della guerra, ma uno spiraglio nel buio degli ultimi anni. Milano, da sola, non sa gestire il proprio patrimonio immobiliare pubblico adibito a case popolari. Il Sindaco lo ha dimostrato firmando il patto per la riqualificazione di San Siro, in cui si mette a disposizione della Regione per fare la propria parte. Come creare presidi di polizia e attività che coinvolgano i giovani. Ma non è questo il punto, come ci spiega Franco Vassallo che a San Siro è sempre stato presente da Consigliere di Municipio: “Iniziamo subito con un plauso: bene che le istituzioni collaborino! Finalmente il Comune mette il bene dei cittadini davanti alle ragioni politiche. Bene anche che Maran e Angelo Sala si parlino. Non si può continuare, dopo dieci anni di insuccessi, a fingere che vada tutto bene madama la marchesa. Con affitti disuguali, servizi diversissimi e un mondo, quello comunale, dove gli sgomberi degli abusivi sono possibili ed uno, quello Aler, dove non lo sono, di fatto. Ora, però, come dice il Sindaco si deve trovare una soluzione che si possa mettere in campo in sei mesi. E l’unica soluzione con queste tempistiche, come abbiamo sempre detto noi, è far tornare le case popolari tutte sotto il medesimo gestore: Aler. Qualsiasi altra, suggestiva, ipotesi è irrealizzabile nei tempi, nella complessità dei rapporti e degli intrecci. E, soprattutto, non ha alcuna utilità per gli inquilini o per la città nel suo complesso. Questo Sala lo sa. Lo sa il sindaco e lo sa il presidente di Aler. Lo sanno tutti, insomma. Però bisogna far finta che vincano tutti e non sia una resa. E quindi possiamo perdere altro tempo. Tempo che gli inquilini con le perdite in casa, i cortili aperti e gli ascensori bloccati non hanno e non hanno. E allora, caro Beppe, dopo aver stravinto e con cinque anni davanti, anche se una battaglia la perdi non sarà la fine del mondo. Metti davanti gli interessi dei cittadini e fai l’unica cosa che serva davvero: torniamo a casa. Torniamo in Aler”.

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Alloggi per le famiglie sgomberate: intesa tra Comune e ALER

Consentire l’attuazione dei progetti di rigenerazione urbanistica e sociale già in atto, a partire da quello, molto articolato, che riguarda il quartiere Giambellino-Lorenteggio, e contestualmente provvedere alla collocazione dei nuclei familiari particolarmente fragili che hanno bisogno di sostegno. Questo lo spirito del Protocollo operativo per l’individuazione di strutture alloggiative per famiglie in stato di necessità, con presenza di minori o persone con disabilità, occupanti di case popolari senza averne titolo e sottoposte a procedure di sgombero, predisposto dal Comune di Milano d’intesa con Aler Milano, Regione Lombardia e ministero dell’Interno, tramite la Prefettura, di cui la Giunta ha appena approvato in delibera le linee guida. Sia il Comune sia Aler, quindi, dovranno individuare alcuni alloggi (10 per ogni ente proprietario), ciascuno idoneo alla coabitazione da parte di due famiglie e già parte del patrimonio destinato all’emergenza abitativa. Da parte dell’Amministrazione verrà data precedenza ad unità immobiliari di dimensioni e tipologia tali da poter costituire piccoli hub di comunità con servizi – igienici e cucina – in comune e stanze da letto riservate a ciascun nucleo, sul modello degli alloggi di viale Ortles. Alla base del Protocollo, la richiesta al ministero dell’Interno di uno specifico sostegno finanziario adeguato a supportare il progetto, che è stato accordato nella misura di 980mila euro. Oltre a scegliere gli alloggi per l’accoglienza temporanea (fino ad un periodo massimo di 5 anni) delle famiglie sgomberate, il Comune procederà anche all’individuazione, tramite avviso pubblico, di un soggetto del terzo settore che accompagni i nuclei familiari in questione verso il superamento della loro condizione iniziale attraverso una serie di iniziative di sostegno, valorizzazione di competenze e orientamento ad una rete sociale allargata. Un’attività socio-educativa, quindi, che affiancherà quella gestionale e manutentiva. Ciascuna famiglia sarà chiamata a contribuire alle spese di locazione, in base alle proprie effettive possibilità. “Il protocollo seguito dalla Prefettura e le risorse ministeriali ci aiutano a procedere su una linea già sperimentata con successo in questi anni che ha visto la collaborazione tra Comune, Aler, Forze dell’Ordine e che ci ha permesso di accompagnare le situazioni di maggiore difficoltà sociale e di tutelarle – commenta l’assessore alle Politiche sociali e abitative Gabriele Rabaiotti -. Un approccio diverso, che richiede la disponibilità al confronto preventivo, l’attenzione alle fragilità e la preparazione concordata delle vie di uscita, e che ci ha permesso di liberare case ed edifici senza esasperazioni e riducendo il potenziale conflitto”. In via prioritaria, ma non esclusiva, i destinatari del progetto verranno identificati tra gli occupanti senza titolo degli alloggi di proprietà Aler nel quartiere Lorenteggio, oggetto degli interventi previsti nell’Accordo di programma stipulato tra Regione Lombardia, Comune e Aler Milano, ma, se necessario, potranno essere intercettate famiglie che abitano in altri quartieri popolari per i quali siano in programma interventi di ristrutturazione che prevedono la mobilità. Dopo Lorenteggio 181 e Manzano 4, edifici per i quali il Comune ha già contribuito a ricollocare una decina di occupanti abusivi in stato di necessità (come stabilito nel Protocollo d’Intesa tra le parti e i sindacati inquilini del quartiere Lorenteggio sottoscritto in Prefettura nel 2016), devono ancora essere liberati i caseggiati delle vie Lorenteggio 179, Odazio 8, Giambellino 150 e Segneri 3.

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Dopo la Sanità , Majorino sogna di commissariare Aler

A Majorino va riconosciuto che, se di politica magari non capisce moltissimo, di certo porta fortuna. Basta che chieda il commissariamento di qualcosa e tac, quel qualcosa rinasce. Ve la ricordate la campagna contro la sanità lombarda? È finita con la Lombardia in testa nella campagna vaccinale e 5 ospedali nella lista dei 250 migliori al mondo. Non pago delle sue doti di oracolo, le ha volute rimettere in gioco: “Ma credo che si debba fare proprio in questi campi -sociale, casa, diritti delle persone più fragili, sostegno al terzo settore – molto ma molto di più. Prendete il tema delle case popolari di proprietà ALER: la Regione le gestisce in modo vergognoso. Se fossi il Sindaco di Milano proverei a prenderle in mano, per ribaltarle, e i soldi ci possono essere: sono perfino quelli del Recovery”. Il nostro paladino della lotta al ridicolo non ci va piano, ma gli risponde il Consigliere di Municipio Franco Vassallo, dalla sua posizione unica di Consigliere delegato alla Casa, che quel mondo lo conosce bene: “Majorino da Sindaco proverebbe a togliere le case ad Aler. Aldilà delle nostalgie degli espropri proletari è evidente che il compagno non ha ben presente la situazione attuale. E nelle case popolari ci passa solo in campagna elettorale. Se ci fosse più spesso saprebbe che il disastro Aler lo ha visto solo lui. Quello che non ha visto è il disastro, certamente peggiore, di MM. Dico certamente peggiore perché, pure con più fondi e maggiore facilità di sfratto, la situazione è quella che tante volte ho descritto: edifici fatiscenti, società assente, inquilini ignorati e degrado onnipresente. La differenza principale è che Aler ci mette la faccia, MM ci mette un centralino. Impersonale, lontano e fondamentalmente inutile. C’è, inoltre, il tema costi: gli inquilini MM pagano ogni anno di più, per servizi sempre più scarsi. E, lo ripeto, non è questione di soldi. È che la giunta non sa spendere nemmeno quelli che ha. Figuratevi quelli che deve andare a prendere. Tant’è vero che, di casa in casa, gli inquilini MM chiedono di tornare a casa, di tornare ad Aler. I problemi sarebbero gli stessi, ma almeno avrebbero a che fare con dei tecnici e non con delle gentili, ma inefficaci, voci telefoniche. Quindi, caro Pierfrancesco, no, il Comune non deve fregare le case ad Aler. Deve smetterla di fregare i cittadini dicendo loro che sa fare l’amministratore di condominio e ridare le proprie alla Regione. Dieci anni di fallimenti sono sufficienti. Si abbia la decenza di cessare questo esperimento sociale sulla pelle dei più deboli e si restituisca dignità alle periferie. In definitiva, più che togliere le case ad Aler andrebbe tolto il fiasco a Majorino”.

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In via Quarti un piccolo passo avanti, grazie ad Aler

Mentre MM fatica a star dietro alle manutenzioni o si dà a faraoinici piani di ristrutturazione (vedi via Saint Bon) dovuti all’incuria di cui sopra, Aler in via Quarti ha fatto un piccolo gesto, ma concreto. Un ascensore nuovo per permettere a tutti di entrare e uscire liberamente da casa. Un gesto piccolo? Forse. Risolve i problemi di una zona fortemente problematica? No. Ma è qualcosa. E qualcosa è quello che ti aspetti da chi amministra le case popolari. Ce ne parla il Consigliere del Municipio 7, Franco Vassallo, che ha la delega alla casa e che questa zona la conosce molto bene: “Grazie ai cittadini che non si arrendono e ad Aler, in via Quarti qualcosa si muove. L’ascensore nuovo, tanto per cominciare. E speriamo che non venga vandalizzato subito. È una buona notizia, cosa rara da queste parti. Ma questo non ci distrae dalle richieste, anche pressanti di intervento. Nelle stesse ore è stato occupato un altro appartamento. E, come in precedenza, questo non avrò conseguenze. Per gli sfratti ci vuole una volontà politica che il Comune riserva per le sole case MM. E queste persone, sapendolo, prendono di mira le case Aler, sperando in una impunità garantita anche dai centri sociali. Che manchino case a Milano è un fatto. Che non si debbano premiare i furbi è un dovere morale. E la cosa peggiore è la famiglia, con minori, che dorme in macchina nel parcheggio. Che guardano in alto, cercando di capire quale sarà la loro casa. Questa è una strategia ormai, una comunità che sta cacciando i nostri anziani dalle case che hanno contribuito a costruire. Non è questione di guerra tra poveri. È questione di precedenza, di giustizia e di vicinanza al territorio. Ci aspettiamo, sarò anche più duro, pretendiamo che la sorte dei minori disagiati sia divisa da chi li sfrutta per avere il diritto di ignorare la legge. Questa situazione non è ulteriormente tollerabile. Innanzitutto per il bene dei bambini. E poi degli anziani, che hanno il magone ogni volta che chiudono la parta. Sapendo che potrebbero non essere più in grado di riaprirla”.

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