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Accoltellò amico del figlio perché erano in ritardo, arrestato

Non è stata un’aggressione tra sconosciuti nella notte della movida dei Navigli, quella del 16enne accoltellato tra il 28 e il 29 settembre scorso che è stato invece colpito dal padre di un suo amico che li aveva rimproverati per aver fatto tardi. E’ stato grazie alle riprese della telecamera di un impianto privato che i Carabinieri hanno scoperto cosa era successo a partire dal fatto che i ragazzi conoscevano l’aggressore, papà di uno di loro, pregiudicato, che era uscito per cercare il figlio. Intorno alle 3 ha sorpreso i ragazzi che si facevano a turno foto all’interno di una Enjoy che avevano scassinato. Ha schiaffeggiato due di loro, il 16enne ha tentato di difendere gli amici sferrandogli un pugno, andato a vuoto. A quel punto il pregiudicato ha estratto il coltello a serramanico e lo ha ferito al fianco con due fendenti poco profondi (è stato dimesso il giorno dopo). Poi prima di allontanarsi, ha schiaffeggiato pure suo figlio 16enne. L’uomo è stato fermato con l’accusa di tentato omicidio. ANSA

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Rapine in farmacia, preso ultrà dell’Inter amico di Piscitelli

In rapporti con la curva dell’Inter e con quella gemellata della Lazio, tanto da essere invitato al matrimonio della figlia di ‘Diabolik’, alias Fabrizio Piscitelli, leader degli Irriducibili laziali, ucciso con un colpo di pistola il 7 agosto scorso a Roma, mentre correva al parco. Questo il profilo di Alfio Marino, 47 anni, nome conosciuto nell’ambito delle tifoserie sportive, di cui era organico, in base a quanto hanno ricostruito gli agenti del commissariato Comasina, di Milano, che lo hanno arrestato per quattro rapine avventure tra luglio e agosto. La prima attività di Marino – originario di Catania – era proprio la rapina, tanto che si era tatuato sull’addome una scritta vistosa alta 10 centimetri: “Articolo 628 Codice Penale“, ovvero il corrispondente articolo di legge per questo reato. Perchè il tatuaggio? “Perche’ questa è la mia vita” ha risposto agli agenti che glielo hanno chiesto quando lo hanno preso, all’indomani dell’ennesimo episodio. I poliziotti, guidati da Antonio D’Urso, lo hanno pedinato a lungo, aiutati dai colleghi della squadra mobile, arrivando, in due episodi, molto vicini alla flagranza. Quattro le rapine dell’ammontare di massimo 500 euro, avvenute tra una farmacia di via Angeloni 20, e un negozio di articoli per bambini in via Astesani: il 12 e il 19 luglio, e il 19 e 23 agosto. Il primo colpo era stato messo a segno il giorno prima di recarsi a Roma, per il matrimonio della figlia dell’ex capo ultrà della Lazio, che sarebbe stato assassinato meno di un mese dopo. L’indagine contro Marino ha costretto la polizia a visionare lungamente le immagini delle telecamere di sorveglianza della zona, riscontrando abiti e oggetti che poi avrebbero ritrovato nell’auto di lui, una Mercedes Classe B, che usava di fatto come abitazione, visto che all’interno c’erano anche uno spazzolino e degli asciugamani. Il pregiudicato – una sfilza di precedenti per rapina, truffa e spaccio – usava come appoggio la casa dei genitori, che lo volevano però allontanare, e quella di un amico, cocainomane come lui, in piazza Bruzzano. Aveva preso di mira così tante volte la farmacia di via Angeloni, che nel caso del 19 luglio era entrato dal retro e con la minaccia di un coltello da 20 centimetri si era fatto consegnare direttamente dalla cassaforte 500 euro in contanti; lo stesso coltello poi ritrovato dagli investigatori nella sua auto. Confermata la versione da parte anche dell’amico che gli offriva appoggio, l’uomo è stato arrestato e portato in carcere, dopo la convalida del fermo ottenuta ieri. AGI  

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