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De Chirico (FI): proponiamo superiori in aula dalle 11 alle 18

“La didattica in presenza deve essere una priorità per tutte le Istituzioni” lo sostene in una nota il Consigliere Comunale di Forza Italia Alessandro De Chirico.  “Bene che la regione stia vaccinando il personale scolastico – continua l’azzurro – Il ritorno a scuola dovrà avvenire in totale sicurezza anche per gli studenti riducendo al minimo i rischi. Purtroppo, nell’ultimo anno, l’azione del Comune di Milano per contenere i contagi è stata pressoché nulla. Mezzi strapieni e scuole focolaio a causa di classi pollaio sono problemi da risolvere. Per il trasporto pubblico basterebbe semplicemente intensificare i controlli sia sui mezzi di superficie che nelle metropolitane”. “Dobbiamo invece lavorare ancora molto sulla scuola – aggiunge – In una situazione di grande emergenza sono da tener in considerazione soluzioni eccezionali. Domani arriverà nell’aula virtuale di Palazzo Marino un documento di cui sono primo firmatario, “Ritorno alla normalità”, che propone di rivedere l’orario delle lezioni delle scuole secondarie di secondo grado. La mia proposta è dalle 11 alle 18, con un’ora di pausa pranzo. Il presupposto è che si torni al normale orario di apertura dei negozi e d’ingresso negli uffici, diluendo l’affluenza sui mezzi pubblici. Inoltre, vanno trovati accordi con i proprietari di cinema, teatri, etc non operativi dove poter far svolgere le lezioni in presenza. Il Governo, nel prossimo decreto, dovrà prevedere maggiori indennizzi a chi mette a disposizione i propri spazi per la collettività”. “La campanella delle lezioni in parrocchia proposte dall’assessore Galimberti non è mai suonata e dei container promessi da Limonta se ne sono visti pochissimi. È ora – conclude De Chirico – che la giunta guidata da Sala inizi ad ascoltare le proposte che arrivano dalla minoranza oppure a settembre saremo ancora qui a cercare una soluzione”.

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Bagarre in aula in Regione Lombardia

“Cercherò di mantenere la mia consueta pacatezza anche se dovrò fare molto fatica per mantenerla, credo che la misura alla quale questo Consiglio regionale è giunta credo sia ormai colma” e la “mancanza di rispetto nei confronti dei lombardi è andata oltre i limiti”: lo ha detto il presidente della Regione Attilio Fontana iniziando il suo intervento nell’aula del Consiglio regionale per riferire sulla rettifica dei dati e il cambio di zona di rischio per la Lombardia. Fontana ha ribadito che la Lombardia “invia i dati in modo corretto come attestato anche dall’Istituto superiore della Sanità”.   “Nessuna rettifica è stata fatta”, ha precisato Fontana “ma un’integrazione di dati chiesta dall’Iss e i flussi sono stati inviati sempre correttamente”. “I nostri tecnici non hanno mai inserito in modo artificioso i dati”, ha proseguito ancora Fontana e “la mancata registrazione dei guariti è una falsa notizia”. “Non è corretto – ha proseguito ancora il governatore – che il destino di una Regione possa essere legato ad un indicatore esile come l’Rt sintomo” ed “è impensabile che la compilazioni di campi indicati come facoltativi determini la collocazione in una zona rossa. Per questo avevamo chiesto la sospensione per 48 ore e non ci è rimasto che ricorrere al Tar, senza questo ricorso adesso saremmo ancora in zona rossa”.  “Non accetto, però, che la Lombardia venga calunniata con mistificazioni della realtà. Non per me. Non per la mia Giunta. Ma per i lombardi” ha concluso Fontana. Subito dopo il discorso del governatore lombardo sono avvenuti i primi disordini. Al termine del suo intervento, il consigliere Michele Usuelli di +Europa, si è polemicamente inginocchiato davanti a lui chiedendo che i dati disaggregati sulla pandemia fossero resi pubblici. “Dato che non so più come chiederlo, ve lo chiedo in ginocchio” ha detto. I consiglieri di Movimento 5 Stelle e Pd hanno esposto cartelli (“Verità per i lombardi”, “Basta bugie”, “La zona rossa è colpa vostra”) chiedendo le dimissioni della giunta. Il presidente Fontana, la vice Moratti e parte della giunta hanno quindi lasciato l’Aula. A quel punto il presidente del Consiglio Regionale, Alessandro Fermi, dopo aver formalmente censurato Usuelli ha sospeso la seduta, ripresa dopo circa mezz’ora in seguito all’allontanamento del Consigliere da parte de la DIGOS:. “È da giugno che la Lombardia dava all’Iss dati sbagliati per compilare l’Rt, l’ho segnalato già allora in un’interrogazione scritta – ha detto Usuelli, che è stato espulso -. Tutte le regioni compilano i campi in modo giusto, tranne la Regione Lombardia”. Sono quindi ripresi i lavori, ma la tranquillità è durata pochi minuti, perché le opposizioni hanno abbandonato l’Aula del Pirellone (tutte tranne la consigliera di Iv Patrizia Baffi), dopo nuove proteste a suon di fischi e cartelli e con cinque consiglieri di minoranza (Bussolati del Pd e i 5 Stelle, Violi, Verni, Di Marco e De Rosa) censurati e poi espulsi dal presidente Alessandro Fermi. “Devono essere immediatamente disponibili i dati altrimenti quest’Aula non può andare avanti. Devono essere messi a disposizione oggi, non si può lavorare, non c’è nulla di più importante che sapere la verità su un tema come il Covid-19. Se Fontana è nel suo ufficio a recuperarli bene, sennò noi chiediamo la sospensione della seduta” aveva chiesto poco prima il consigliere dei 5 Stelle Dino Alberti. “Constatiamo l’oggettiva impossibilità di continuare i lavori di questa seduta perché continuiamo ad essere privati della possibilità di conoscere i dati che tutti i cittadini”, aveva aggiunto il capogruppo del Pd Fabio Pizzul. La seduta è quindi ripresa alla presenza dei soli consiglieri di maggioranza e della consigliera Baffi, con la trattazione del progetto di legge sui genitori separati.

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Autonomi occupano aula alla Statale perché manca un microonde

“Oggi, i centri sociali, evidentemente incapaci di comprendere la lezione ricevuta con lo sgombero di questa estate, hanno nuovamente occupato illegalmente un’aula nella sede universitaria di Via Conservatorio”. lo denuncia Andrea Fornelli Coordinatore di Azione Universitaria Milano. “L’aula in questione – spiega – è stata Occupata con la scusa della mancanza di un forno microonde all’interno del dipartimento, senza tenere conto che l’università ha già provveduto alla fornitura. Azioni del genere all’interno di un’università non sono tollerabili e ci siamo già attivati perché il Rettore prenda i dovuti provvedimenti”. “Ci auguriamo che le autorità provvedano al più presto a ripristinare la legalità nell’ateneo – conclude Fornelli – cosa che agli occupanti evidentemente non preme, viste le citazioni riprese da Gomorra inserite nel volantino che hanno distribuito”. Sull’episodio è intervenuto anche l’Assessore alla Sicurezza di Regione Lombardia, Riccardo De Corato: “L’ennesima occupazione all’Università Statale non rimarrà senza conseguenze“, promette l’esponente di Fratelli d’Italia, annunciando “Sto già predisponendo un esposto alla Procura e alla Corte dei Conti nel quale chiederò di valutare i danni erariali causati all’aula di via Conservatorio, nella facoltà di Scienze politiche”. De Corato ricorda che si tratta del secondo episodio del genere in poche settimane dopo “l’occupazione della sede di Festa del Perdono per la festa di Halloween”, concludendo, “farò tutto il possibile perché siano finalmente presi provvedimenti nei confronti dei responsabili”.  

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Il caso Macao spezza i rapporti fra maggioranza e opposizione, sfiorata la rissa in aula

Dopo ore di discussione degli emendamenti presentati dall’opposizione alla delibera che prolungava la durata del fondo immobiliare “Comune di Milano II”, in cui erano state inserite e poi tolte le palazzine liberty di viale Molise occupate dal centro sociale Macao, i due gruppi avevano trovato una mediazione che consentisse all’opposizione di ritirare gli emendamenti rimanenti e votare la delibera in cambio dell’approvazione di un Ordine del Giorno che impegnava il Sindaco a ripristinare la legalità nelle palazzine occupate da Macao. Una volta raggiunto l’accordo è stato ratificato dalle firme dei consiglieri Tatarella (FI), Barberis (PD), Forte (Milano Popolare), con conseguente ritiro degli emendamenti da parte dell’opposizione che subito dopo ha votato la delibera e anche l’immediata eseguibilità. Quando però è arrivato il momento della maggioranza di rispettare i patti votando l’ordine del giorno concordato con l’opposizione ne è sbucato un’altro presentato dalla consigliera Pirovano di Milano Progressista che invita il sindaco a dialogare con Macao per non disperdere il buon lavoro svolto. Un documento che se approvato avrebbe annullato gli effetti di quello concordato con l’opposizione, con l’aggravante di essere stato firmato da Barberis che era stato fra i promotori del patto. Apriti cielo, Pietro Tatarella considerando l’accordo politico tradito, prende la parola e comincia a snocciolare accuse, chiudendo le porte ad ogni accordo futuro e minaccciando di trasformare ogni delibera che passerà in aula in un campo di battaglia, Matteo Forte, di Milano Popolare accusa invece la sinistra di avere rotto la fiducia con le opposizioni che sono state prese in giro smentendo l’accordo preso.  Le cose non avvengono però in modo sereno, ma fra urla insulti e continue sospensioni della seduta con anche un accenno di rissa fra Tatarella e Gentili prontamente sedato dai commessi. Proprio su Gentili si è concentrata la rabbia di Forte nell’intervento che ha sancito la definitiva sospensione della seduta. Il popolare lo ha accusato di non meritare di ricoprire la carica di presidente della Commissione Antimafia militando in un partito che difende l’illegalià, ricevendo in cambio insulti che sarebbe meglio non sentire in un’aula delle istituzioni. Nonostante Gentili si sia poi scusato Tatarella sembra deciso a chiederne le dimissioni contando anche sull’appoggio dei componenti della lista Sala che non avrebbero gradito essere stati coinvolti in questo “tradimento” da Milano Progressista.

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