beppe sala

#sindacodiMilano2021: che ne pensate di Beppe Sala?

#sindacodiMilano2021: che ne pensate di Beppe Sala? Non è una provocazione, ma una suggestione dei tempi moderni in cui il premier è passato agilmente da una coalizione a trazione di destra riformista a una di sinistra conservatrice. Se l’ha fatto Conte che, senza offesa al divin Beppe, è più importante del sindaco di Milano, perché non il primo cittadino meneghino a fattori invertiti? Nel 1994 diventa direttore del controllo di gestione e della pianificazione strategica del settore pneumatici di Pirelli e nel 1998 è nominato amministratore delegato della Pirelli Tyre. Nel 2001 è vicepresidente senior, responsabile delle strutture industriali e logistiche del settore pneumatici. Nel 2002 lascia il settore pneumatici per le telecomunicazioni e assume la carica di chief financial officer (CFO) di TIM, mentre dal 2003 al 2006 è direttore generale di Telecom Italia Wireline infine della TIM, nata dalla fusione tra TIM e Telecom Italia. Nel 2007 e 2008 è consulente senior per Nomura Bank e presidente di Medhelan Management & Finance. Nel 2009, su chiamata del sindaco di Milano Letizia Moratti, Sala passa all’amministrazione pubblica, assumendo l’incarico di direttore generale del comune di Milano, che detiene per un anno e mezzo, fino a giugno 2010. Da febbraio a maggio 2012 ricopre poi la carica di presidente di A2A, l’azienda pubblica lombarda di energia e servizi. Sala al Padiglione USA di Expo 2015 all’apertura del Milano Pride 2015. È stato rappresentante del comune di Milano nel consiglio di amministrazione di Expo 2015 S.p.A., l’azienda italiana di totale proprietà pubblica incaricata della realizzazione, organizzazione e gestione dell’Esposizione Universale di Milano del 2015, società della quale Sala è stato amministratore delegato da giugno 2010 fino alle sue dimissioni in dicembre 2015. Il 6 maggio 2013 il presidente del Consiglio Enrico Letta lo ha nominato commissario unico delegato del governo per l’Expo. Da ottobre 2015 a giugno 2016 è stato consigliere di amministrazione di Cassa Depositi e Prestiti. Questa è la sua carriera amministrativa prima del mandato da sindaco, poi come si sa ha preso una condanna per aver truccato le carte del suo più grande successo, Expo 2015, quindi ha tutte le carte in regola per essere un candidato di centro destra in Italia. E in fondo sono più i distinguo dal Pd che le volte in cui si è dichiarato vicino al partito in via di liquefazione. Quindi per il #sindacodiMilano2021: che ne pensate di Beppe Sala? Precedenti: #sindacodiMilano2021: che ne pensate di Bonomi? #sindacodiMilano2021: che ne pensate di Rota? #sindacodiMilano2021 che ne pensate di Messa? #sindacodiMilano2021 che ne pensate di de Milato? #sindacodiMilano2021 che ne pensate di Tronca? #sindacodiMilano2021 che ne pensate di Fidanza? #sindacodiMilano2021 che ne pensate di Senna? #sindacodiMilano2021 che ne pensate di Del Debbio? #sindacodiMilano2021 che ne pensate di Maroni? #sindacodiMilano2021 che ne pensate di Morelli? #sindacodiMilano2021 che ne pensate di De Corato? #sindacodiMilano2021 che ne pensate della Sardone? #sindacodiMilano2021 che ne pensate di Gallera? #sindacodiMilano2021 che ne pensate di Giachetti?

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#sindacodiMilano2021: che ne pensate di Bonomi?

#sindacodiMilano2021: che ne pensate di Bonomi? Carlo Bonomi è uno dei nomi che potrebbero avere il profilo per affrontare Beppe Sala alle prossime elezioni: è un tecnico impegnato da tempo anche nell’associazionismo sia di settore che nel mondo delle onlus. E ha un ricchissimo curriculum: Nato a Crema (CR) il 2 agosto 1966, è un imprenditore del settore biomedicale. Carlo Bonomi presiede il Consiglio di Amministrazione della Synopo S.p.A., società che opera nel settore della strumentazione e dei consumabili per neurologia, e delle aziende manifatturiere da essa controllate: Sidam S.r.l. leader nella produzione di consumabili nella diagnostica per liquidi di contrasto, e BTC Medical Europe S.r.l. nella produzione di consumabili utilizzati in oncologia ed emorecupero post operatorio. Nonché Presidente del Consiglio di Amministrazione di Ocean S.r.l. e Marsupium S.r.l. ed anche Consigliere indipendente di Springrowth S.G.R. S.p.A. Dal novembre 2019 fa parte del Consiglio di Amministrazione di Dulevo International S.p.A. L’interesse per la ricerca e il lavoro nelle imprese a elevato contenuto d’innovazione hanno connotato il suo percorso professionale, iniziato in una multinazionale della diagnostica in vitro e proseguito ricoprendo incarichi in società di ricerca pubbliche e private. Dal giugno 2017 è Presidente di Assolombarda. E negli anni ha ricoperto diversi ruoli in ambito associativo. E’ stato infatti, Vicepresidente di Assolombarda con delega a Credito e Finanza, Fisco, Organizzazione e Sviluppo. Nel 2016 il Consiglio di Presidenza di Confindustria l’ha nominato Presidente del Gruppo Tecnico per il Fisco. È membro del Consiglio Generale di Confindustria e del Consiglio di Presidenza di Confindustria Lombardia. Dal luglio 2019 è Presidente della Fondazione Assolombarda. Nel sistema di rappresentanza ha svolto anche i seguenti incarichi: Consigliere Incaricato per Ricerca, Innovazione e Agenda Digitale di Assolombarda; Presidente Gruppo Merceologico Terziario Innovativo di Assolombarda; Vice Presidente Gruppo Giovani Imprenditori di Assolombarda; Vice Presidente Regionale Gruppo Giovani Imprenditori Confindustria Lombardia. Dal giugno 2017 é membro del Consiglio Generale di Aspen Institute Italia, del Consiglio di Amministrazione di ISPI (Istituto per gli studi di politica internazionale) e, dal novembre 2018, del Consiglio di Amministrazione dell’Università Bocconi. Dal luglio 2018, ricopre la carica di Past President di Cancro Primo Aiuto, Onlus con sede in Monza, che assiste gli ammalati e le loro famiglie. Forse l’unico punto debole di Bonomi sarebbe proprio la sua esperienza nel mondo industriale, perché potrebbe attirarsi l’etichetta di uomo del sistema che sarebbe in contrasto con la narrazione sovranista. Però potrebbe essere anche il suo punto di forza visto che è nel biomedicale. Precedenti: #sindacodiMilano2021: che ne pensate di Rota? #sindacodiMilano2021 che ne pensate di Messa? #sindacodiMilano2021 che ne pensate di de Milato? #sindacodiMilano2021 che ne pensate di Tronca? #sindacodiMilano2021 che ne pensate di Fidanza? #sindacodiMilano2021 che ne pensate di Senna? #sindacodiMilano2021 che ne pensate di Del Debbio? #sindacodiMilano2021 che ne pensate di Maroni? #sindacodiMilano2021 che ne pensate di Morelli? #sindacodiMilano2021 che ne pensate di De Corato? #sindacodiMilano2021 che ne pensate della Sardone? #sindacodiMilano2021 che ne pensate di Gallera? #sindacodiMilano2021 che ne pensate di Giachetti?  

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Va in fumo il marketing di Sala

Va in fumo il marketing di Sala. Essendo ormai la città alla canna del gas sotto diversi aspetti, il sindaco di Milano Beppe Sala e il suo staff hanno inventato la boutade della città senza sigarette. Ottima idea per altro e lo scriviamo pur essendo solo quasi ex fumatori (è dura smettere), ma l’annuncio dice che succederà nel 2030. Siamo agli annunci con dieci anni di anticipo. Fosse qualcun altro sarebbe stato sbertucciato alla morte, ma si sa che a Sala tutto è permesso. Persino truccare le carte e sentirsi comunque a posto, anzi contestare chi prova a alzare un dito vista la martellante campagna di Cinque Stelle e, soprattutto, della sinistra su chiunque con anche solo un avviso di garanzia. Invece niente. Tutto bene. Surreale questa fase della politica e della vita nella polis milanese. Succede un po’ di tutto, spesso brutto, ma certi personaggi restano inamovibili. Noi crediamo che parte del problema sia il servilismo insito nella mentalità italiana: finché il principe gode del favore dei principi, nessuno lo tocca. E che Sala sappia di essere un IO come il Marchese del Grillo è ormai chiaro anche dalle risposte che dà tanto ai magistrati quanto ai suoi alleati. Eppure ci aspettavamo che qualcuno reagisse o che almeno non si facesse strumentalizzare dall’ennesimo colpo di marketing, ma si sa che i giornali non vivono d’aria. E le partecipate di Palazzo Marino comprano milioni di pubblicità che aiutano le esauste casse della stampa meneghina. E così il marketing di Sala va in fumo, non deve neanche sforzarsi di inventarsi un vero tema: basta buttarne nel mucchio uno di quelli che tanto piacciono ai salotti dove ormai fumare è cosa volgare. Come la carbonara e le grigliate. (Per non parlare dei fuochi d’artificio, roba da poveracci che spaventa i cuccioli. Pardon, i pet di famiglia. Che poi vanno portati dallo psicologo in via Mercato se no come si riprendono dallo shock?) E così l’ultima sparata di Sala, roba che Di Maio veniva crocefisso per settimane, invece guadagna tutti i titoli di apertura. Forse si tratta di ipnosi di massa, difficilmente troviamo un altro motivo di quello che pare più un delirio collettivo che il lavoro della stampa. Eppure questa è la città dove ci è voluto Libero per sapere che la figlia di un altro mostro sacro, Ilda Bocassini, ha preso una condanna a nove mesi per aver ammazzato una persona che aveva la sola colpa di attraversare la strada…ah prima che qualche penna si offenda: prima di titolare “Milano senza fumo”, avete in mano uno straccio di documento ufficiale in cui è scritto qualcosa della città senza fumo o il solito comunicato col timbro di Palazzo Marino?  

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Il blocco del traffico e il fallimento di Sala sull’ambiente

Il blocco del traffico e il fallimento di Sala sull’ambiente. Sono due notizie che vanno di pari passo. Oggi scattano i limiti alla circolazione di livello 2, cioè anche le auto a benzina relativamente recenti non potranno circolare dalle 8.30 alle 18.30. Un fallimento nei fatti delle politiche ambientali del centrosinistra: dopo due mandati “verdi”, perché la sinistra di Pisapia e Sala si dichiara ambientalista, l’aria di Milano è irrespirabile. Il cemento aumenta in altezza e volumi a ritmi serrati, mentre i boschi vengono tagliati persino dalle università. Paradossale ma non troppo visto che gli atenei ormai sono molto dediti agli affari, specialmente il Politecnico di Ferruccio Resta, probabile prossimo politico. Dove sono le politiche ambientali? Nei parchi lineari? I parchi lineari per chi non lo sapesse sono delle lunghissime aiuole a cui è stata conferita la dicitura “parco” così da poter far costruire a Feltrinelli oltre i limiti imposti dalla legge. Tecnicamente così c’è tutto il verde previsto dalle norme in Baiamonti, solo che è una striscia di un metro circa che gira intorno alla nuova “porta” di Milano. Ma le caldaie degli edifici pubblici sono state cambiate tutte con quelle meno inquinanti? Sui mezzi pubblici sono stati annunciati alcuni investimenti in questo senso, ma le caldaie di via Larga o Palazzo Marino sono a emissioni basse o vanno a carbone? Perché non sembra giusto imporre alle persone di non utilizzare i propri automezzi perché inquinanti e poi intossicare i milanesi appiedati. Eppure è questo che appare: il blocco del traffico e il fallimento di Sala sull’ambiente. Lui maltratta gli alleati Verdi ricordandogli che lui è lui e loro non sono niente, ma poi cosa ha portato a casa a parte un’altra ondata di costruzioni grazie alle prossime Olimpiadi invernali 2026? A noi non risulta nulla a parte gli annunci. Intanto i milanesi e city users stanno subendo un’ondata di malanni polmonari favoriti pure dall’inquinamento costante della città. Speriamo solo che non ci tocchi pure vedere un qualche sindaco dell’hinterland che propone una causa contro Milano per i danni causati ai propri pendolari.  

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Su Atm non è colpa solo di Sala

Su Atm non è colpa solo di Sala. Come abbiamo più volte sottolineato sull’Osservatore, Sala ha molte colpe, ma chi gli sta intorno altrettante. Opposizioni comprese. Un sindaco di centro destra condannato non lo avrebbe accettato nessuno, tanto per dirne una. Ma sulle partecipate, come Atm è difficile dargli tutte le colpe: come ha sottolineato pubblicamente Otello Ruggeri, FdI, a controllare la commissione deputata a occuparsi delle partecipate c’è un membro dell’opposizione. “Mentre parte dell’opposizione chiede le dimissioni del Direttore di ATM e altra parte si interroga sul perché delle inspiegabili brusche frenate della Metropolitana rossa, che hanno causato numerosi feriti, se fossi un vero giornalista – e non lo sono – mi chiederei: mentre accade tutto questo cosa fa la Commissione di Controllo sulle Partecipate? C’è stato un giudice a Berlino, ci sarà pure almeno un vero giornalista a Milano” ha scritto Ruggeri. Una domanda legittima, visto che in teoria è il motivo per cui i politici guadagnano soldi pubblici: dovrebbero cioè curarsi della cosa pubblica, ma nel senso di manutenerla e migliorarla. E la commissione lo sta facendo? Sicuramente qualcosa le è sfuggito: le metropolitane sono messe molto male, non attraversavano un momento come questo da parecchio tempo. E le altre partecipate non sono messe benissimo, impegnate come sono nella corsa impazzita verso un futuro sempre più cool della città. La locomotiva scricchiola, come abbiamo evidenziato in altri articoli, ma non è colpa solo di Sala. Lui è il primo della linea, ma dietro ci sono tanti altri. A partire da chi ha voluto ruoli di responsabilità, ma non pare avere le capacità per rivestire le stesse cariche.  

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A Milano le scuole cadono a pezzi

A Milano le scuole cadono a pezzi. Sono sei gli edifici scolastici messi fuori gioco dalla pioggia. La pioggia di ottobre non pare una novità, ma la città sembra impreparata. Laura Galimberti, assessore all’Educazione e Istruzione del Comune, ha parlato di indagini sulle singole situazioni. Alessandro De Chirico, FI, dall’opposizione ha bollato l’intervento come “frasi di circostanza”. Ma i fatti sono quelli: le scuole comunali versano in condizioni poco dignitose. Da tempo raccontiamo la situazione dell’asilo di via Guicciardi: la scuola alla fine è stata chiusa dopo la promessa di interventi rapidi battuta da Repubblica. I bambini spostati. E i genitori felici di Sala come delle code in tangenziale del lunedì. Pian piano il conteggio si è allargato, nel quasi totale silenzio della politica locale. Eppure la famiglia è al centro delle narrazioni di tutti i partiti ormai. Però forse sono altre famiglie di altre città o nazioni. Se dovessimo suggerire una strada, più di una contestazione all’evidente criticità su cui è incagliata l’Amministrazione, forse servirebbe un politico che sappia proporre come risolvere la situazione. La soluzione sarebbe la dimostrazione dell’incapacità di Sala come sindaco, ma con una nota pratica e positiva che i milanesi non potrebbero dimenticare. Succederà? Bisogna vedere se ci sarà qualcuno di così coraggioso da puntare più sulla memoria dei milanesi o sul marketing. Intanto a Milano le scuole cascano a pezzi, ecco la lista: la scuola di infanzia Adriano (4 sezioni) e la scuola di infanzia Fortis, dove le infiltrazioni provocate dalla pioggia avrebbero causato il cedimento dei pannelli (5 sezioni) nel Municipio 2, la scuola di infanzia Cesari (7 sezioni) e nel Municipio 9, la scuola di infanzia Meleri (5 sezioni) nel Municipio 4 e la scuola di infanzia Parenzo (5 sezioni) nel Municipio 6. Chiuse due sezioni su cinque anche nella Scuola dell’Infanzia Anemoni nel Municipio 6. E le piogge torneranno, perché siamo a Milano in autunno. Quindi il problema potrebbe allargarsi. Quanti bambini dovranno restare a casa o in scuole allagate prima che qualcuno a Palazzo Marino si muova? Centro, destra, sinistra. Ne basta uno, ma qualcuno si deve muovere.   Sui giornaloni non contiamo. Dal Comune intanto potrebbero sospendere la pubblicazione di post sponsorizzati su Facebook. Non ci staranno spendendo milioni, ma pare una presa in giro per chi deve inventarsi pezze giornaliere all’organizzazione della giornata perché Sala e Galimberti hanno gestito oggettivamente male le scuole dell’infanzia. I politici sono spesso immortalati con i bambini, una triste abitudine più sopportabile per le persone se poi i loro figli potessero frequentare la scuola per la quale pagano l’iscrizione. Che ne dite Sala e Galimberti: meno foto e più fatti? Potrebbe essere un claim per la vostra prossima sfida elettorale. Milano si vanta di essere la città dove si distingue l’utile dall’inutile. Ecco: le scuole servono. Su a cosa servano potremmo discutere a lungo, come su cosa appendere ai muri. Ma prima ci devono essere muri, banchi, insegnanti e bambini. Se no di che parliamo? A Milano le scuole cadono a pezzi, non è un modo di dire: pannelloni carichi d’acqua piombano dove dovrebbero sedersi i bambini. Assicuratevi che ci siano, così potete fare anche le foto. E ai politici di centro destra diciamo: vi ricordate quando parlavamo di numeri che non avete? Che ne dite di centinaia di bambini? Solo tra via Guicciardi e viale Zara parliamo di duecento bambini. Se aggiungiamo le altre arriviamo a parlare di migliaia di persone messe in difficoltà dall’Amministrazione che non sa gestire la pioggia. A Milano. In ottobre.  

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