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Commissione comunale a San Siro. Bestetti: lo stadio gode di buona salute

Si è svolta ieri la Commissione consiliare del Comune di Milano, tenutasi presso lo Stadio Meazza per valutare le presunte criticità del terzo anello e dell’intera struttura, cui ha partecipato anche il Presidente del Municipio 7 Marco Bestetti che ha commentato così il sopralluogo: “I tecnici intervenuti hanno chiarito che lo stadio di San Siro gode di sana e robusta costituzione. In particolare, le approfondite rilevazioni scientifiche condotte dal Politecnico di Milano dimostrano, numeri alla mano, che lo stadio è assolutamente sicuro e la struttura si conferma idonea ad ospitare i tifosi al massimo della sua capienza. Le oscillazioni riscontrate al terzo anello durante la partita Inter/Atalanta – prosegue Bestetti – non solo sono assolutamente fisiologiche, ma dimostrano proprio la capacità dello stadio di assorbire correttamente la pressione di un grande afflusso di persone“. “Ringrazio i Presidenti Ceccarelli e Fumagalli per aver consentito di sgombrare il campo da qualsiasi dubbio sulla stabilità dello stadio. Chi pensava di spaventare la città con inesistenti rischi per la sicurezza delle persone, magari per sostenere la proposta di abbattere San Siro – conclude Bestetti – dovrà cambiare i suoi piani. San Siro esiste, resiste e scoppia di salute”. Nel merito i tecnici hanno desico di chiudere sei settori sugli spalti del terzo anello, per circa 2.350 posti a sedere in meno rispetto alla capienza massima del Meazza. Nella prossima stagione sarà impossibile comprare biglietti nei settori 349, 351 e 352 del terzo anello verde e nei settori 307, 309 e 310 del terzo anello blu. La decisione, spiega Palazzo Marino, serve a contenere l’eventuale panico dei tifosi perché quelle sono le zone dello stadio in cui le normali vibrazioni dell’impianto sono più avvertibili. Per il comune di Milano non si tratta quindi di una misura di sicurezza, ma appunto di una scelta “anti-panico” che riguarderà solo le zone più centrali del terzo anello. “Non esiste un problema di sicurezza – fanno sapere da da Palazzo Marino – il fatto che San Siro vibri è fisiologico. Una soluzione ipotizzabile c’è: potrebbero essere sistemati dei cubi di acciaio all’esterno del terzo anello che facciano da contrappeso e che siano in grado di annullare l’effetto vibrazione“.

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Inter e Milan presentano progetto nuovo stadio di San Siro, ma Bestetti non è d’accordo

Inter e Milan hanno presentato al Comune il masterplan per la realizzazione del nuovo stadio di San Siro. Si tratta di un progetto da 1,2 miliardi di investimenti privati per una nuova e moderna area sportiva nel quartiere. Il nuovo stadio di Milano potrebbe vedere la luce già nel 2023. Si è trattato del primo passo ufficiale dei due club per ”avviare un percorso condiviso verso la costruzione, nell’area di San Siro, di un distretto urbano, moderno, sostenibile e accessibile, che ruoti intorno a un impianto sportivo innovativo dai più elevati standard internazionali”, si legge nel comunicato congiunto di Inter e Milan. All’interno sorgerebbero un nuovo impianto ”da circa 60mila posti a sedere, nell’area contigua a quella dell’attuale stadio” e ”un distretto multifunzionale nell’area del Meazza dedicato allo sport, all’intrattenimento, allo shopping e al divertimento”, uno spazio che dovrebbe rappresentare ”un luogo di aggregazione in grado di accogliere cittadini, tifosi e turisti 365 giorni all’anno, dando occupazione a oltre 3.500 persone’‘. La realizzazione di questo progetto è ritenuta ”essenziale” dai due club ”per riportare il calcio di Milano tra l’élite del calcio europeo e mondiale”. Gli investimenti per 1.2 miliardi di euro saranno sostenuti dalle due società ”a fronte della concessione di un diritto di superficie a 90 anni, da assegnarsi tramite gara pubblica, per la quale i due club, in qualità di proponenti, avranno un diritto di prelazione”. Per niente d’accordo con la proposta Marco Bestetti, Presidente del Municipio 7 . “Lo stadio di San Siro è un monumento nazionale, un simbolo di Milano e dell’Italia nel mondo che non può essere cancellato con un colpo di ruspa” commenta Bestetti, aggiungendo, “Il futuro dello stadio, che è di proprietà dei milanesi, – prosegue Bestetti – lo devono decidere i milanesi. Da settembre, con il Comitato No demolizione di San Siro, presentato lo scorso marzo a Palazzo Marino, promuoveremo una grande mobilitazione popolare in  difesa dello stadio per raccogliere le firme previste per l’indizione di un referendum cittadino su San Siro. Milan e Inter investano nell’ammodernamento di San Siro senza distruggere la Scala del calcio. La Milano calcistica – conclude l’azzurro – è sempre stata ai massimi livelli mondiali giocando a San Siro. Prima di costruire uno stadio, forse è bene che comincino a costruire una squadra“.  

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Demolizione stadio, Bestetti: la parola ai milanesi

“Lo stadio di San Siro è un monumento nazionale, un simbolo di Milano e dell’Italia nel mondo che non può essere cancellato con un colpo di ruspa“. Così Marco Bestetti, Presidente del Municipio 7 di Milano, commentando le dichiarazioni da Losanna del Presidente del Milan Paolo Scaroni sul futuro dello stadio. “Da milanese e da milanista, – continua Bestetti – spiace molto che non ci si renda conto di cosa rappresenti lo stadio di San Siro per milioni di tifosi e di cittadini. Se qualcuno pensa di cancellare con cinica disinvoltura il monumento più iconico della storia calcistica italiana, troverà la nostra ferma opposizione. Lo scorso marzo, insieme a Consiglieri comunali di diversi schieramenti politici e calcistici, abbiamo presentato alla città il Comitato ‘No demolizione di San Siro’, al quale chiediamo a tutti i cittadini di aderire, per promuovere una grande mobilitazione pubblica a difesa dello stadio. Siamo pronti ad avviare la raccolta firme prevista per l’indizione di un referendum cittadino su San Siro. Il futuro dello stadio, – conclude Bestetti – che è di proprietà dei milanesi, lo devono decidere i milanesi“.  

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Bonisoli a gamba tesa sulla Piazza d’Armi

Piazza d’Armi, in zona Forze Armate, avrà un vincolo paesaggistico. Lo ha deciso il Ministero dei Beni Culturali Alberto Bonisoli del Movimento 5 Stelle, annunciando di avere avviato la procedura per la dichiarazione di “interesse culturale“. Una decisione che non ha completamente soddisfatto i politici milanesi interessati alla questione: “La Piazza d’Armi di Baggio rappresenta una straordinaria opportunità per valorizzare la naturale vocazione a verde e sport di questo importante ambito di Milano – ha commenta Marco Bestetti, Presidente del Municipio 7 di Milano – Sono dunque favorevole alla tutela del verde, che ho sempre posto come condizione imprescindibile per qualsiasi progetto su Piazza d’Armi, ma sono molto preoccupato per il rischio che un vincolo stroppo stringente possa concretamente impedire la necessaria riqualificazione dell’intera area. Infatti, “l’ex Istituto Marchiondi di Baggio – spiega Bestetti –  poco distante da Piazza d’Armi, è il drammatico esempio di come certi vincoli paesaggistici e architettonici non tutelino affatto le aree e gli edifici che si vogliono preservare, ma costituiscano paradossalmente la prima causa del loro degrado. “Mi auguro vivamente che il MIBAC agisca con massima cautela – conclude il forzista –  e non metta una pietra tombale sul percorso di restituzione di Piazza d’Armi ai cittadini del Municipio 7 e di Milano“. Nemmeno il Sindaco Sala ha gradito la decisione, “Avendo un buon rapporto con il ministro Bonisoli e collaborando con lui su tanti temi veramente trovo pazzesco che un vincolo così importante venga messo senza nemmeno consultarci” ha dichiarato appena appresa la notizia, proseguendo “Lo trovo pazzesco, anche perché poi mi pare di capire che nemmeno la sovrintendente di Milano ne fosse al corrente, sono addirittura sbalordito . Non possiamo che essere molto irritati di una cosa del genere, tutto si può fare ma almeno discutiamone“. Se il tema “è che da Roma si decidono delle cose allora anche noi sappiamo che la collaborazione arriva solo fino ad un certo livello – ha concluso Sala -. Questo prescinde un po’ dal ministro perché lo conosco e con lui ho un buon rapporto, ma cose del genere creano distanze al posto che creare partnership“.  

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Ex Marchiondi, Sala e Bestetti sulla stessa linea

“Il vincolo monumentale sul Qt8 è un errore madornale, una decisione disgraziata. Ne parlerò col ministro dei Beni Culturali, Alberto Bonisoli, in settimana”. Lo ha dichiarato il Sindaco Giuseppe Sala aggiungendo “è chiaro che bisogna esaminare queste aree anche dal punto di vista della sicurezza. Se un vincolo eccessivamente rigido porta al fatto che quelle aree non verranno mai recuperate, diventano un problema, sono soggette a occupazioni abusive“. “Ho chiesto al Prefetto – prosegue Sala – di riflettere se esistono misure per chiedere indirizzi della Soprintendenza che favoriscano la rioccupazione virtuosa. Saccone ha detto che ci sta lavorando e che ci convocherà insieme alla soprintendente, che è persona di buon senso. – concludendo – L’esempio del Marchiondi è il più significativo: se manteniamo gli attuali vincoli, posso garantire che rimarrà così per altri vent’anni“. Sulla stessa linea il Presidente del Municipio 7 Marco Bestetti, “Con il passare degli anni, lo stretto vincolo imposto dalla Soprintendenza sull’ex Istituto Marchiondi, invece di tutelare l’edificio, ne sta tutelando solo il crescente degrado“. “Nei diversi sopralluoghi che ho effettuato – prosegue – ho verificato di persona come la situazione sia ormai irrecuperabile. Dell’originale gioiello architettonico non è rimasto più nulla, solo un rudere senz’anima che non rende onore alla sua storia e al progetto di Vittoriano Viganò“. “Per evitare il rischio di altre occupazioni, – spiega Bestetti – ho già sollecitato il Comune di intervenire con urgenza per chiudere i grossi varchi nel muro perimetrale. Ma è evidente che serva un passo in più. La Soprintendenza ha due possibilità: o mette a disposizione le ingenti risorse necessarie per il suo recupero o rimuove il vincolo e consente finalmente la riqualificazione dell’area, che il quartiere aspetta da troppo tempo”.

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Sbarre anti nomadi al Parco delle Cave

Intervento all’ingresso del parco delle Cave, nel municipio 7, per evitare la sosta di carovane di nomadi. Come spiega il presidente del municipio, Marco Bestetti, sono state chiuse ieri “le nuove sbarre laterali installate all’ingresso di Via Cancano. Le auto dei cittadini potranno continuare ad accedere liberamente dal varco centrale, presidiato dal portale anti-camper. Una misura necessaria per contrastare il degrado causato dalla presenza di carovane di nomadi. E restituire ai cittadini il loro Parco“, ha spiegato Bestetti su Facebook.

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