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Commercio: in Lombardia il fatturato cala del 7 per cento

Commercio: in Lombardia il fatturato cala del 7 per cento. Le Srl del Centro registrano il calo maggiore (-10,9%) rispetto alle altre aree. Contrazioni del fatturato molto elevate nel Lazio (-12,2%) e in Toscana (-10,2%), mentre la Puglia (+0,3%) è l’unica regione a presentare un incremento. Sul fronte dei singoli comparti, i più colpiti sono quello del carburante per autotrazione in esercizi specializzati (-24%) e quello del commercio all’ingrosso specializzato (-14,6%), mentre l’unico in crescita è il commercio al dettaglio in esercizi non specializzati (+6,2%). Una flessione del fatturato pari al -6,7% nell’anno pandemico rispetto all’anno precedente, con un incremento degli addetti del +2%. Questo il perimetro del settore del commercio delineato dall’Osservatorio sui bilanci 2020 delle Srl del Consiglio e della Fondazione Nazionale dei Commercialisti. Il comparto, il cui campione analizzato riguarda 96.800 società, ha avuto un calo di ricavi più contenuto delle srl in generale (-8,5%). Il valore della produzione, invece, si è ridotto del 6,6% ed il valore aggiunto del -8,4%, in linea con quanto fatto registrare in media da tutte le srl. Da un esame del fatturato a livello geografico, emerge come le Srl del Centro registrano il calo maggiore (-10,9%) rispetto alle altre aree. In particolare, il Sud (-2,3%) presenta il decremento più contenuto, seguito dal Nord Est (-6,1%) e dal Nord Ovest (-6,9%). Focalizzandoci in ambito regionale, si rilevano contrazioni del fatturato molto elevate nel Lazio (-12,2%) e in Toscana (-10,2%), mentre la Puglia (+0,3%) è l’unica regione a presentare un incremento del fatturato. Nel Sud, le Isole fanno registrare riduzioni più basse rispetto alla media nazionale, in particolare la Sicilia (-2,5%) fa meglio della Sardegna (-3,2%). Tra le regioni meridionali, la Basilicata (-2%) segna il risultato migliore, mentre l’Abruzzo (-8,9%) presenta il calo più ampio del fatturato. Anche la Campania evidenzia una diminuzione relativamente bassa (-2,7%) seguita dal Molise (-4%) e dalla Calabria (-4,2%). Nel Nord Ovest, la Lombardia (-7,2%) mostra un calo maggiore rispetto al Piemonte (-6,8%) e, soprattutto, rispetto alla Liguria (-0,2%) che presenta un calo quasi nullo, mentre la Valle d’Aosta (-8%) presenta il calo maggiore del fatturato. Nel Nord Est, il Veneto (-5,6%) fa registrare il calo minore del fatturato, seguito dal Trentino-Alto Adige (-6,1%), dal Friuli-Venezia Giulia (-6,7%) e dall’Emilia-Romagna (-6,8%). Nel Centro, a parte il risultato molto negativo del Lazio e della Toscana, l’Umbria (-4,5%) e le Marche (-6%) presentano un calo del fatturato più contenuto. Sul fronte dei singoli comparti, i più colpiti sono quello del carburante per autotrazione in esercizi specializzati (-24%) e quello del commercio all’ingrosso specializzato (-14,6%), mentre l’unico in crescita è il commercio al dettaglio in esercizi non specializzati (+6,2%). In generale, il commercio all’ingrosso ha subito un calo del fatturato pari al 6,3%, mentre quello del commercio al dettaglio una riduzione del 6,1%. Performance negativa anche per il comparto della riparazione di autoveicoli (-10,4%). Tra i segmenti che più incidono sul fatturato dell’intero settore, segnaliamo il calo più contenuto del commercio all’ingrosso di beni di consumo finali (-2,9%) e quello leggermente più elevato ma comunque inferiore alla media di settore del commercio all’ingrosso di prodotti alimentari e bevande (-4,2%). L’osservatorio online sul sito della Fondazione Nazionale dei Commercialisti ( www.fondazionenazionalecommercialisti.it) .

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La piattaforma “Elio”: la nuova prospettiva di business nel segmento del lusso

La piattaforma “Elio”: la nuova prospettiva di business nel segmento del lusso. Vendita a distanza. ELIO permette ai clienti in tutto il mondo di poter visionare da remoto prodotti di alta qualità tramite gli smartglasses indossati dai commessi dei migliori negozi italiani. Lanciata a Milano meno di un anno fa durante la serata organizzata da Vogue Italia (Vogue for Milano 2019), la piattaforma ELIO si sta affermando sempre più in Italia e nel resto del mondo grazie alla sua grande flessibilità e facilità d’uso. Perfino la proposta economica è assolutamente a favore del punto vendita: si paga una piccola commissione a ELIO solo in caso di vendita dei prodotti offerti, se no non c’è alcun costo per effettuare i collegamenti con i clienti. Questa nuova tecnologia soddisfa le esigenze dei privati e degli esercizi commerciali, ma può anche ottimizzare gli sforzi degli enti pubblici per la promozione e la tutela delle eccellenze Made in Italy. Non si tratta di una piattaforma e-commerce, ma di un ecosistema tecnologico volto a rivoluzionare l’acquisto a distanza, consentendo all’acquirente di decidere dove e come fare shopping in un’esperienza quasi identica a quella in store. Non solo: il sistema di pagamento si attiva contestualmente all’ordine online, nel modo più semplice e sicuro. La logica di Elio è quindi quella di non sostituire il negozio fisico tradizionale, ma anzi di collaborare con esso e dargli un nuovo ruolo all’interno dello shopping online. Il progetto ha da subito ricevuto adesioni sia da boutique di moda, sia da agenzie di personal shoppers. Ma il potenziale di ELIO è molto più ampio, e la piattaforma si sta già dirigendo verso molti altri importanti mercati, come quello immobiliare, alberghiero, food & wine, ecc. L’innovazione portata da Elio nel mondo del commercio è stata oggetto anche di studi universitari nel corso di questo primo anno. Intervista a Filippo Finotti Ci ha colpito favorevolmente l’approfondimento realizzato da Filippo Finotti, neolaureato della IULM, che ha fatto della piattaforma ELIO l’oggetto della sua tesi di laurea. A lui poniamo qualche domanda. Caro Filippo, che cosa ti ha colpito di più nell’innovazione apportata al commercio dalla piattaforma ELIO? L’elemento distintivo di questo servizio è che i commessi o i personal shoppers dispongono di smartglasses grazie ai quali è possibile avere una diretta streaming dell’evento e rendere l’esperienza d’acquisto simile alla realtà. Elio realmente fa da intermediario fra le aziende, i personal shoppers e i consumatori finali. Mi dicevi che, nonostante i progressi che il mondo della vendita online ha effettuato in questi anni, rimanevano ancora delle criticità. Quali? Prima dell’avvento di ELIO i consumatori lamentavano scarsa empatia durante l’acquisto: si trovavano a vivere un’esperienza meno emozionale rispetto a quella con il personale di vendita, non potendo per di più chiarire immediatamente dubbi e incertezze sul prodotto che stavano acquistando. Tutto questo finisce con il creare scarsa soddisfazione nel cliente finale. Da qui è partito il progetto Elio che ha dovuto trovare delle soluzioni innovative, avendo come target il settore del lusso online nel quale questi punti di debolezza diventano cruciali poiché il prezzo dei prodotti e quindi il rischio percepito è molto alto. Su quali studi di mercato si era basato ELIO prima di lanciare la sua piattaforma? Il più importante è certamente lo studio condotto da ALTAGAMMA, che al termine del 2018 aveva delineato alcuni macrotrend nel mercato del lusso: 1) cresce il peso degli acquisti da parte dei consumatori cinesi. Del resto la Cina, al di là dei problemi contingenti di coronavirus, da qui a qualche anno sarà in grado di annoverare le famiglie più ricche al mondo (32% della quota di mercato dei cinesi nell’acquisto di beni di lusso nel 2018 -> 45% nel 2025); 2) si stima che nel 2025 il 25% del valore di mercato sarà rappresentato dall’online (oggi 10%) e che quindi il negozio fisico dovrà rivedere il suo ruolo; 3) vengono individuati due segmenti emergenti: quello dei Millennials e quello della generazione Z che costituiranno da soli il 55% del mercato; 4) all’inverso però anche le culture e le subculture (modest-accepted fashion) avranno un ruolo centrale. Il lusso online dovrà quindi mutare verso nuovi confini e le aziende dovranno essere più agili per rispondere al cambiamento. Quali sono stati i punti salienti della tua tesi? Durante l’analisi di questo particolare caso aziendale mi sono concentrato inizialmente sulla nascita dell’e-commerce e sullo studio delle sue caratteristiche per comprendere quali potenzialità avesse effettivamente il progetto in questione. Inoltre ho approfondito aspetti fondamentali come gli accordi di ELIO con importanti brands internazionali: gli smartglasses utilizzati inizialmente sono i Moverio della EPSON, ma logicamente la piattaforma è aperta a qualsiasi device di qualità. Inoltre per gli altri aspetti tecnologici ELIO ha scelto partner come Ariadne e Bandyer che hanno sviluppato l’intera app e lo streaming basandosi sui servizi offerti da Amazon Web Service, grazie ai quali è possibile ottenere una applicazione serverless, cioè senza il bisogno di acquistare o gestire un server. Questo servizio offre inoltre scalabilità, flessibilità e disponibilità di risorse elevata. Per farvi capire, se improvvisamente l’app dovesse avere un incremento drastico degli utenti sulla piattaforma, Amazon riuscirebbe a fornire tempestivamente più risorse impedendo eventuali crash. Passiamo ora all’essenza del progetto in sé. Cos’è Elio in sintesi, secondo te? Elio è un servizio che supporta la vendita online e che fa da intermediario fra le aziende, i personal shoppers e i consumatori finali. Nello specifico si tratta di una piattaforma grazie alla quale gli utenti che desiderano fare shopping nelle migliori boutique di Milano possono prenotare un appuntamento con il personale del punto vendita e possono anche prenotare l’uso di un personal shopper tra quelli disponibili. L’elemento distintivo di questo servizio è che i commessi o i personal shoppers dispongono di smartglasses grazie ai quali è possibile avere una diretta streaming dell’evento e rendere l’esperienza d’acquisto simile alla realtà. Effettuando un’analisi proprio della piattaforma si può affermare che Elio è costruito come una serverless web app dinamica. L’applicazione funziona attraverso una connessione dati e si collega ad un sistema di back-end che contiene i dati essenziali per il funzionamento

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Commercio impazzito: pesche a 7.90 al chilo

Commercio impazzito: pesche a 7.90 al chilo. E non è l’unico caso di persone che hanno riaperto le attività aumentando i costi in maniera spropositata. Anche in Cadorna c’è un un barbiere che due mesi fa vendeva un taglio di capelli a 22 euro, oggi chiede 30 euro. Ora si possono capire tutte le ragioni di chi vive di piccolo commercio, e noi sull’Osservatore abbiamo sostenuto il settore, ma non la reazione che stanno avendo alcuni commercianti. Questo non è commercio, ma capitalismo di rapina: si pensa cioè di poter recuperare subito gli introiti dei mesi scorsi aumentando i prezzi, invece l’unico risultato sarà quello di perdere subito la fiducia di chi è uscito a spendere. Se parliamo di capitalismo di rapina è perché un chilo di pesche a 8 euro è un insulto, non è un prezzo visto che altri piccoli commercianti le vendono alla metà. Ed è un insulto aumentare di un terzo il costo di un taglio di capelli, soprattutto quando si parla di un’attività decennale e dunque difficilmente si può credere che non abbia le risorse per reggere due mesi di stop. Invece pare che tutti stessero sul filo del rasoio, ma non si hanno notizie di commercianti che si sono impegnati la casa al mare o anche solo l’auto da 30mila euro per mantenere in piedi la propria attività. A quello a quanto pare ci devono pensare le finanze pubbliche, cioè i soldi di tutti i cittadini, se no la minaccia dei commercianti e piccoli “imprenditori” (le virgolette sono d’obbligo perché fare gli imprenditori coi soldi dello Stato non è essere imprenditori) è che chiudono le attività. Il nostro invito è chiudete pure e mettete in affitto i muri o le licenze a migliaia di euro al centimetro così nessuno ve li pagherà mai, alla fine sarete costretti a chiudere e magari avremo sul mercato solo persone oneste, imprenditori veri, che sanno rischiare in proprio per ottenere giusti guadagni. Non gente che mette le pesche a 8 euro al chilo o ti chiede un terzo in più per lo stesso servizio di due mesi fa.

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Fratelli d’Italia: “Commercio e mobilità per la FaseDue, Sala inefficace”

Fratelli d’Italia: “Commercio e mobilità per la FaseDue, Sala inefficace”. Per il coordinamento cittadino di Fdi una soluzione c’è alla crisi della ripresa economica. Ed è quella che passa dal sostegno ai negozi di vicinato – #iocompronelmioquartiere -. “Una serranda abbassata o una vetrina spenta – sostiene Enrico Turato presidente della commissione Commercio del municipio 9 – crea immediata desolazione e le basi per fare degradare un territorio. Innanzitutto si parta dalla sanificazione degli ambienti che deve essere a carico del Comune con un servizio standard per tutti gli esercizi. Poi si pensi all’abbattimento della COSAP la tassa per l’occupazione di suolo pubblico, per permettere ai locali di utilizzare i marciapiedi per servire ai tavoli i clienti, oltre che a favorire l’e-commerce e lo sviluppo di APP che consentano di gestire a distanza le code fuori dagli esercizi. alcuni commercianti hanno lanciato un hustag che approvo: io compro nel mio quartiere. #iocompronelmioquartiere. “Il Sindaco ha dei poteri che non usa o dimentica di avere. – rincara Riccardo Truppo presidente della commissione Commercio e Mobilità del municipio 2 – Si lamenta dei milanesi che non seguono le regole del distanziamento ma promuove controlli a singhiozzo,  con contingenti limitati di polizia locale sul territorio multando le ambulanze sulle preferenziali – ancora accade in periodo di emergenza sanitaria – e i ristoratori che protestano per essere stati dimenticati. Non si può pensare, poi, che Milano riparta con una mobilità azzoppata. In questi giorni sono in corso audizioni con l’assessore Granelli e il nostro Municipio al fine di comprendere la portata dei progetti di riduzione corsie e carreggiate in assi portanti della città come viale Monza, corso Buenos Aires e Corso Venezia, per far spazio a piste ciclabili disegnate a terra senza protezione, a detta dei cittadini pericolose e inappropriate alle esigenze di spostamento. Lo spostamento in auto va protetto non ostacolato, soprattutto ora che i mezzi pubblici dovranno operare con funzionalità limitate”. “I municipi – assicurano Turato e Truppo – faranno la loro parte, tentando di avviare progetti utili a sostegno del commercio locale e delle realtà delicate e di prossimità come centri anziani e bocciofile, tentando di intavolare un dialogo costruttivo con gli assessorati di competenza. Speriamo solo di non trovarci nuovamente davanti a metodi bulgari, dove il dialogo è solo sulla carta e non nei fatti”. L’On. Marco Osnato afferma poi “Noi pensiamo si debba aprire il prima possibile ogni attività con prescrizioni chiare e praticabili. Finora sono mancate, come sono mancati incentivi, finanziamenti a fondo perduto, cassa integrazioni e deducibilità su interventi di santificazione!!! E su tutto aleggia il mostro della burocrazia che in questa fase costerà ancora più caro”.

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Continua impunemente il commercio abusivo in piazzale Cuoco

I blitz e i maggiori controlli svolti quest’estate ai mercati di viale Puglie e vie limitrofe sono un lontano e sbiadito ricordo. Questa mattina il marciapiede di piazzale Cuoco e viale Puglie era completamente occupato dai venditori abusivi. Nel mese di maggio i comitati di quartiere hanno raccolto 1566 firme depositandole in Prefettura, Questura e Comune di Milano chiedendo la chiusura del mercato domenicale del rubato-usato delle pulci e maggiori controlli per contrastare abusivismo e illegalità. Lo segnala Francesco Rocca, Presidente della Commissione Sicurezza e Verde del Municipio 4 (FdI), che poi dichiara, “Diverse sono state le azioni di denuncia e segnalazioni mirate da parte del Municipio 4 che grida e chiede a gran voce insieme ai residenti più sicurezza nell’area”. “Immagini come queste non fanno onore a Milano – conclude Rocca –  ed evidenziano le gravi lacune dell’amministrazione Sala in merito al controllo del Territorio”.  

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Dal Comune 1,6 milioni per il commercio e i servizi di vicinato nei quartieri

Animare e vivacizzare i quartieri grazie all’apertura di imprese di prossimità o negozi di vicinato che abbiano almeno una vetrina su strada, al fine di migliorare la qualità della vita nelle zone decentrate della città. Questo l’obiettivo di “Prossima Impresa”, il provvedimento che mette a disposizione 1,6 milioni di euro a favore di aspiranti imprenditori che scelgono di far nascere e crescere le loro attività nelle aree meno centrali di Milano: dal quartiere Adriano a Gratosoglio,  da Quarto Oggiaro a Lambrate, passando per la Barona e la Bovisa sino al Lorenteggio e al Vigentino. “Grazie a questi provvedimenti e all’azione portata avanti dall’Amministrazione, vogliamo contribuire a creare un tessuto commerciale e artigianale capace di animare e rendere più attrattive le zone decentrate della città. Un modo per avvicinare il commercio di prossimità alle esigenze dei tanti cittadini che popolano questi quartieri, contribuendo così a migliorare la socialità, la sicurezza e la vitalità commerciale delle zone dove andranno a insediarsi“. Così l’assessore alle Politiche per il Lavoro Attività produttive e Commercio Cristina Tajani, che prosegue: “Incentivare l’apertura su strada di imprese, negozi, laboratori artigiani capaci di essere un punto di riferimento per gli abitanti del quartiere significa tornare ad investire sull’importanza di essere parte integrante di una comunità e sul suo patrimonio di relazioni sociali, due elementi essenziali per lo sviluppo della città”. Nei primi 7 mesi dell’anno, secondo dati raccolti dalla Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi, sono 9.221 le imprese iscritte a Milano città, di cui 4.564 nelle periferie, che pesano la metà. Tra imprese attive e unità locali i cap periferici pesano la metà sul totale milanese, con 103mila attività su 210mila. Il bando “Prossima Impresa”, realizzato insieme a Camera di Commercio di Milano Monza Brianza Lodi, si pone in sintonia con le azioni condotte in questi anni dall’Amministrazione volte a creare sul territorio cittadino un ecosistema favorevole all’insediamento, alla crescita e allo sviluppo di imprese nei vari campi della manifattura e del nuovo artigianato sino alle moderne attività ibride che coniugano attività di vendita e di somministrazione ad attività esperienziali legate al territorio. In quest’ottica saranno valutati positivamente i progetti d’impresa che contribuiscono alla riqualificazione urbana dei quartieri attraverso il recupero di spazi abbandonati, il presidio di vie poco popolate da attività commerciali oltre alla creazione di opportunità di lavoro e di coesione sociale per gli abitanti della zona. Previste inoltre delle premialità aggiuntive per i progetti proposti da aspiranti donne imprenditrici al fine di favorire l’imprenditoria femminile. I progetti imprenditoriali potranno riguardare qualsiasi tipologia di impresa dall’artigianato al commercio, passando dai servizi alla persona e alla comunità. Le risorse messe a disposizione per la realizzazione del bando “Prossima Impresa” derivano da fondi ministeriali erogati grazie alla legge 266/97, che sostengono le imprese collocate in ambiti urbani caratterizzati da particolare degrado socio-economico. Nello specifico dei circa 1,6 milioni di euro, oltre un milione sarà destinato a finanziare nuove imprese e 500mila andrà a quelle già costituite, ovvero imprese che abbiano almeno una vetrina su strada. Per entrambe le tipologie è previsto un contributo a fondo perduto sino al 25% della spesa complessiva oltre a un finanziamento a tasso agevolato, per l’altro 25% per un ammontare complessivo non superiore a 50 mila euro per ogni singolo progetto. Le nuove idee imprenditoriali e le imprese già esistenti, verranno giudicate da un’apposita commissione sulla sostenibilità economica e sulla base di come queste idee incidano e si integrino con la vita del quartiere di insediamento prescelto. In coerenza con le finalità economico-sociali perseguite dall’Amministrazione restano esclusi dal bando i progetti d’impresa che includono sale giochi o scommesse, vendita di alcolici e superalcolici in orari notturni (realtà diverse da bar o pub che svolgono anche funzioni aggregative per anziani o giovani dei quartieri in oggetto) nonché money transfer, centri massaggi o servizi per adulti a sfondo erotico cosi come armerie e rivendite di fuochi d’artificio. Nei prossimi giorni sul portale www.comune.milano.it verranno pubblicati i contenuti del bando “Prossima Impresa”, mentre da metà settembre sarà disponibile tutta la modulistica per accedere ai finanziamenti. Vista l’uscita estiva del bando le domande di partecipazione potranno essere presentate sino al prossimo 19 novembre.  

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