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Polemica tra Comune e Regione sulla sicurezza

L’assessore regionale Stefano Bolognini, che è anche il coordinatore cittadino della Lega a Milano, ha chiesto oggi le dimissioni dell’assessore alla Sicurezza di Milano Marco Granelli per la questione sicurezza. La replica del sindaco Giuseppe Sala non si è fatta attendere: Mi sembra sgradevole – ha detto Sala – questo accanimento nei confronti dell’assessore Granelli. La collaborazione con Regione Lombardia non esisterà nella misura in cui un assessore di Regione Lombardia si permette di chiedere le dimissioni di un assessore del Comune di Milano. Se questo è il tema e se questo è il tono, vadano avanti per la loro strada ma credo che non ci siano proprio i presupposti per collaborare. Voglio dirlo in maniera molto precisa: sono disgustato”. “Sono sorpreso – ha controreplicato Bolognini – dai toni del sindaco Sala, in risposta alle considerazioni sulla mancanza di sicurezza nella città di Milano espresse come Commissario cittadino della Lega. Nei mesi scorsi, l’assessore Maran ha chiesto le dimissioni di Fontana e nessuno a Palazzo Marino si è scandalizzato”. Il presidente della Regione Attilio Fontana ha cerca di gettare acqua sul fuoco. “Mi spiace – ha detto il governatore – che l’episodio cui fa riferimento il sindaco gli abbia creato tanto nervosismo. Quando l’assessore Maran chiese pubblicamente le mie dimissioni mi sono limitato a prenderne atto, convinto che la politica preveda anche schermaglie di questo genere”. ANSA

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Sardone: Comune incapace di garantire la sicurezza intorno alla Bocconi

“Parco Ravizza è diventato negli ultimi anni l’ennesimo fortino d’illegalità, un’area verde requisita da extracomunitari e balordi così come tante altre in città”. Lo ha scritto in una nota Silvia Sardone, europarlamentare e consigliere comunale della Lega a Milano, dopo che ieri il gruppo studentesco della Bocconi B.Lab-Unilab Network ha riferito che l’ateneo di via Sarfatti, su sua richiesta, ha deciso di attivare un servizio di accompagnamento per chi attraversa lo stesso Parco Ravizza diretto alle residenze universitarie Spadolini, Dubini e Isonzo e viceversa. Un servizio, attivo dal lunedì al sabato dalle 18 alle 00:30 con partenze ogni trenta minuti, attivato per fare fronte ai problemi di insicurezza all’interno dell’area verde. “La denuncia degli universitari della Bocconi sull’insicurezza del Parco Ravizza è significativa dell’incapacità del Comune di Milano nel trovare soluzioni concrete a problemi reali. Solo a Milano, capitale del crimine in ogni classifica sui reati, un’università può essere costretta a scortare a casa gli studenti. Siamo veramente a un punto di non ritorno. I fallimenti della sinistra buonista e accogliente solo a parole sono più evidenti che mai” ha osservato Sardone. “Gli studenti avevano più volte segnalato aggressioni e criticità, ma da Palazzo Marino nessuna risposta. Dopo questo servizio di scorta della Bocconi, l’assessore Granelli ha un motivo in più per dimettersi dopo le note e vergognose vicende di Capodanno” ha concluso l’esponente della Lega.

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Sala: Comune parte civile contro molestatori

“Il Comune di Milano si costituirà parte civile”. Lo ha detto il sindaco Giuseppe Sala commentando al Tg1 gli sviluppi dell’inchiesta sul branco che ha molestato diverse ragazze la notte di Capodanno. Il sindaco ha inoltre chiesto scusa a nome suo e della città. “Non ho parlato fino ad oggi – ha spiegato il sindaco – perché sapevo dell’indagine in corso che seguivo con il questore di Milano”. “Hanno fatto una grande opera perché sono stati individuati in breve” i responsabili, ha aggiunto. “Gran parte del branco arriva da fuori Milano, però queste cose non posso accadere. Sono vicino alle ragazze. Mi scuso a nome mio e della città, e il Comune si costituirà parte civile nel processo, e spero in pene severe”. Quanto alla sicurezza, secondo Sala sono necessari più uomini e donne in campo e maggiore tecnologia. “Porterò in Giunta nei prossimi giorni una delibera per assumere 500 vigili, lo avevo promesso in campagna elettorale. E spero che lo stesso faccia la polizia di Stato. Serve più gente sul territorio”. Quanto alla tecnologia, “già quella che c’è aiuta, e infatti sono stati individuati rapidamente i colpevoli, ma serve qualcosa – ha concluso il sindaco – che al momento, non retroattivamente, faccia in modo che certi episodi non avvengano più”. ANSA

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Il Comune sospende il dopo scuola negli asili

In una comunicazione inviata quest’oggi alle famiglie delle bambine e dei bambini frequentanti il servizio 0-6 di post scuola, l’Assessorato all’Istruzione ha annunciato la sospensione a partire dal prossimo 10 gennaio del servizio post scuola dalle 16:30 alle 18:30 per nidi e scuole dell’infanzia. Il provvedimento si è reso necessario alla luce delle nuove disposizioni normative sull’obbligo vaccinale e sulla classificazione da oggi di Regione Lombardia in zona gialla (Decreto legge 26 novembre 2021, n. 172 e Ordinanza 31 dicembre 2021 del Ministero della Salute) e per il significativo aumento del numero dei contagi, con la conseguente temporanea contrazione del numero di educatori ed educatrici che possano garantire il servizio. “Dopo attenta analisi, si è proceduto con l’obiettivo di assicurare il più possibile il servizio ordinario – spiega la Vicesindaco e assessora all’Istruzione Anna Scavuzzo -, che a oggi coinvolge circa 30.000 bambine e bambini in tutta la città”. “L’obbligo vaccinale e l’aumento dei contagi – continua la Vicesindaco – ha comportato molte assenze e il rischio di una ulteriore contrazione del servizio ordinario è ancora concreto. A ciò si aggiunge l’ingresso della Regione Lombardia in zona gialla, che rende impossibile la pratica della cosiddetta “sovrapposizione” tra bolle per comporre i gruppi di post scuola di nidi e infanzie. La sospensione del servizio di post scuola è pertanto inevitabile”. Ad oggi sono circa 5.000 le bambine e bambini che frequentano il post scuola dei circa 30.000 iscritti nei servizi comunali. “Impiegheremo tutto il personale a disposizione per garantire un servizio ordinario (fino alle 16:30) quanto più continuativo e completo possibile”. Su tutto il territorio sono 103 i nidi a cui se ne aggiungono 35 in appalto, mentre sono 170 le scuole dell’infanzia oltre 37 sezioni primavera. La dotazione organica conta circa 3200 tra educatori ed educatrici su entrambi i servizi oltre agli educatori dedicati per i bambini disabili. “In queste ore mi stanno giungendo diverse lettere da parte di famiglie preoccupate per la sospensione del post scuola e più in generale per la tenuta dei servizi 0-6 anni: comprendo tali reazioni e voglio confermare che stiamo lavorando per trovare soluzioni che permettano al meglio lo svolgimento del servizio ordinario – sottolinea la vicesindaco Scavuzzo – la situazione è complessa e questo aumento così importante del numero dei contagi non ha affatto aiutato. Nell’intero Paese ci sono settori che stanno facendo i conti con una importante flessione del numero di lavoratori in servizio a causa di questa quarta ondata, e i nostri servizi educativi non ne sono purtroppo esenti”.

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Comune 126mila euro di contributi per via Antonini

L’Amministrazione comunale ha approvato un ulteriore stanziamento di fondi per andare incontro alle esigenze degli abitanti della Torre dei Moro di via Antonini, i cui appartamenti sono stati resi inagibili dall’incendio divampato lo scorso 29 agosto. A seguito di un confronto con le parti interessate e dell’identificazione più puntuale dei bisogni, la Giunta ha approvato una delibera che integra lo stanziamento di 400.000 euro già deciso lo scorso 17 settembre con ulteriori 126.000 euro. I nuovi contributi straordinari, destinati ai nuclei familiari che abitavano al civico 32 di via Antonini e i cui appartamenti sono stati dichiarati inagibili, serviranno per erogare un sostegno economico una tantum fino a un massimo di 1.500 euro a famiglia per le spese sostenute in conseguenza dell’incendio e per fronteggiare bisogni di natura personale, abitativa, sanitaria, scolastica o professionale. Le istanze, corredate dalla documentazione giustificativa, potranno essere integrate fino al 31 marzo 2022 con eventuali ulteriori spese sostenute entro quella data. I contributi si andranno ad aggiungere a quelli già previsti dalla delibera dello scorso settembre: fino a 1.500 euro per sostenere le spese di alloggi in albergo o altre strutture temporanee per il primo mese e altri 500 euro utili per l’acquisto di effetti personali e generi di prima necessità andati persi nell’incendio o comunque al momento non recuperabili. L’erogazione di questi primi contributi avverrà entro le prossime tre settimane, al termine dell’iter necessario. Viene inoltre confermato il contributo mensile (fino a 5 mesi) per il periodo successivo ai primi 30 giorni, variabile a seconda della composizione del nucleo familiare (500 euro al mese per famiglie di uno o due componenti, 700 se i componenti sono tre o quattro, 900 in caso siano di più). Questo secondo contributo verrà riconosciuto ai proprietari residenti, per i quali l’abitazione di via Antonini 32 rappresenta la prima casa o l’unica abitazione possibile in ambito città metropolitana, e sarà soggetto ad un criterio di proporzionalità basato sugli ultimi redditi dichiarati (si avrà il 100% con redditi fino a 40mila euro, soglia oltre la quale verrà rimodulato anche a seconda del numero di componenti della famiglia, fino al limite massimo di 96mila euro). Il Comune si è infine attivato, fin dai primi giorni dopo l’incendio, per trovare soluzioni abitative più a lungo termine per gli inquilini il cui appartamento non è più agibile e già venti nuclei familiari hanno individuato una sistemazione adatta alle loro esigenze tra gli alloggi proposti. La soluzione preferita dalla maggior parte di queste famiglie è quella degli appartamenti di via Antegnati che si trovano nella zona sud della città, in prossimità di via Antonini.

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Il Comune aggiunge 200 posti per accoglienza rifugiati

Il Comune di Milano è pronto ad ampliare la rete di accoglienza diffusa per i rifugiati titolari di protezione internazionale e per far fronte all’esigenza di integrazione dei profughi afghani arrivati nel nostro Paese dopo il ritorno al potere dei talebani. Con una delibera approvata dalla Giunta, l’Amministrazione ha aderito alla procedura di ampliamento dei posti nel Sistema di Accoglienza e Integrazione (Sai) avviata dal Ministero dell’Interno il 12 ottobre. Se l’iter andrà a buon fine, il Comune potrà rafforzare la rete di accoglienza diffusa di secondo livello con 200 posti in più che andranno ad aggiungersi ai 757 posti attualmente finanziati. In caso di conclusione positiva dell’iter della domanda, l’Amministrazione, attraverso una procedura ad evidenza pubblica, selezionerà i soggetti da incaricare. Sono circa 160 i cittadini afghani attualmente presenti sul territorio metropolitano, ospiti di strutture di prima accoglienza del Comune di Milano o convenzionate con la Prefettura. Tutti hanno già svolto il colloquio di audizione presso la Commissione Territoriale per il Riconoscimento dello Status di Rifugiato di Milano con esito positivo e stanno ritirando i relativi permessi di soggiorno. A seguito dell’ottenimento dello status di rifugiato dovranno essere inseriti nelle strutture di seconda accoglienza per proseguire il loro percorso di inclusione socio-economica che prevede, tra le altre cose, la frequenza di corsi di italiano, l’inserimento scolastico dei minori, l’avviamento alla formazione e al lavoro. I posti messi a disposizione verranno quindi utilizzati per proseguire questo percorso e, inoltre, per far fronte alle crescenti richieste di accoglienza di rifugiati di altre nazionalità. “Milano – ha commentato in una nota l’assessore al Welfare e Salute Lamberto Bertolè – ha una grande tradizione di solidarietà, una caratteristica di cui i milanesi sono orgogliosi e che l’ha resa la città aperta e attrattiva che è oggi. Vogliamo proseguire su questa strada – a partire dalla garanzia di un aiuto concreto ai cittadini afghani in fuga dal loro Paese e attualmente ospitati nei centri per l’ospitalità d’emergenza – andando a rafforzare la rete di accoglienza di secondo livello, quella destinata, in particolare, a chi sceglie di rimanere nel nostro Paese. L’obiettivo è fornire a queste donne e a questi uomini gli strumenti per un’inclusione reale e concreta e la possibilità di diventare cittadini consapevoli e capaci di contribuire allo sviluppo del Paese e della città che li ha accolti”. Akanews

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