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Le comunicazioni ufficiali del Comune rispetteranno la parità di genere

Tajani e Lipparini: “Dagli avvisi ai cittadini alle delibere un linguaggio più idoneo a un miglior equilibrio di genere, utile al superamento di ogni tipo di discriminazione” Non uno stravolgimento della lingua italiana, come garantisce l’Accademia della Crusca nelle sue scrupolose indicazioni, ma un adeguamento al genere femminile del linguaggio usato dalla Pubblica Amministrazione. Dai termini più comuni come direttore e direttrice, ai più inusuali quali revisore e revisora, passando da quelli oggi più discrezionali come assessore e assessora, sino ad arrivare un giorno addirittura a sindaco o sindaca.  Queste sono alcune delle nuove parole, insieme a molte altre, che entreranno a far parte del lessico e degli atti dell’Amministrazione comunale. Sono state, infatti, approvate oggi dalla Giunta Comunale le linee guida per l’adozione della parità di genere nei testi amministrativi e nella comunicazione istituzionale del Comune di Milano. “Ogni volta che nel dibattito politico si introduce il tema del linguaggio, si corre il rischio di una levata di scudi e di inutili irrisioni – così l’assessora alle Politiche per il Lavoro, Attività produttive e Risorse Umane del Comune di Milano Cristina Tajani, che prosegue: “Questione non prioritaria, si dice, forzatura di formule neutre, mentre non ci si rende conto quanta violenza ci sia nel voler declinare al maschile ruoli e funzioni svolti da donne e per cui la grammatica non ha dubbi di sorta. L’alibi delle priorità è poi sempre usato in ottica conservatrice. Rassicurando quindi che per concepire questa delibera, che recepisce una giusta e a lungo ignorata legge nazionale, nessuna importante ed urgente questione è stata trascurata – conclude l’assessora Tajani – diamo la giusta visibilità alle donne dell’ente che, essendo la maggioranza, tanta parte hanno nella buona reputazione del Comune di Milano e nella sua innovatività. Scrivere la realtà per quella che è, è un tema di giustizia, nulla di più”. “Occuparsi di linguaggio – spiega l’assessore alla Partecipazione, Cittadinanza attiva e Open Data, Lorenzo Lipparini – è un’azione molto concreta perché non c’è cambiamento che non passi da un utilizzo consapevole di termini e parole. Questa delibera affronta il tema della discriminazione, a partire dagli aspetti linguistici, rende visibile e valorizza il ruolo delle donne che lavorano e si relazionano al Comune. La delibera fa seguito a una mozione adottata dal Consiglio Comunale su iniziativa della consigliera Diana De Marchi, che ringrazio.  Lavoreremo con lei e con la delegata del Sindaco per le Pari Opportunità, Daria Colombo e con gli uffici per la formazione e la creazione di atti, moduli e comunicazioni seguendo le indicazioni date sulla materia dell’Accademia della Crusca“. Linee guida che si inseriscono nella più ampia azione condotta, in questi anni, dall’Amministrazione comunale al fine di garantire il miglior equilibrio di genere nonché il superamento di ogni tipo di discriminazione, anche nel linguaggio sia scritto che parlato. Linguaggio che spesso, ad oggi nella modulistica, negli atti, nei testi e nella comunicazione della Pubblica Ammirazione non rispecchia la progressiva affermazione delle donne nelle professioni, nei ruoli e nelle istituzioni tradizionalmente ad esclusivo appannaggio del genere maschile. Nello specifico, il provvedimento prevede l’istituzione di un tavolo permanente inter-direzionale coordinato dai vertici dell’Amministrazione con il compito di diffondere nella compagine comunale, a tutti i livelli, una maggiore consapevolezza del divario di genere e una cultura linguistica appropriata. Tra gli obbiettivi perseguiti dal tavolo, la realizzazione di un programma di formazione per le risorse umane dell’ente, a tenore culturale e linguistico, per il superamento del divario di genere nel linguaggio del Comune. La pianificazione della revisione di tutti i testi amministrativi in vigore e della modulistica diretta alle utenti e agli utenti dei servizi comunali. Oltre a promuovere l’adozione della parità di genere nella comunicazione istituzionale e amministrativa delle società partecipate, enti e aziende.  

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Forza Italia, cittadini ignari del blocco, serve un’app per informarli

“In occasione degli ultimi blocchi della circolazione dei diesel Euro 4 sono stati numerosi i cittadini che hanno appreso del provvedimento solo dopo essersi già messi in auto, o, ancora peggio, che hanno circolato tranquillamente fino alla sospensione, senza rendersi conto di commettere un illecito. Per questo ho preparato una mozione, che sarà presentata dal nostro capogruppo in consiglio Comunale, Fabrizio De Pasquale, volta a impegnare il comune di Milano a dotarsi di uno strumento tecnologico (come ne hanno comuni più piccolo del nostro) con cui inviare un messaggio a tutte le persone interessate dal provvedimento“. Lo ha dichiarato ieri Otello Ruggeri, coordinatore di Forza Italia nel Municipio 2. Fabrizio De Pasquale ha quindi aggiunto: “Nonostante le vanterie della Giunta Sala per avere reso Milano una smart-city, ad oggi la Pubblica amministrazione non dispone ancora di uno strumento che le consenta di conversare direttamente con i cittadini. I blocchi del traffico sono spesso decisi nel tardo pomeriggio e resi noti attraverso comunicati stampa accessibili a pochi e non sempre ripresi dai Tg della sera ed in ogni caso limitati alle edizioni locali, mentre la stampa, visto il ripetersi di questi eventi, li mette sempre meno in evidenza (e non tutti leggono i giornali). Sono quindi sempre di più i cittadini che circolano ignari dell’entrata in vigore del provvedimento esponendosi a sanzioni amministrative a causa dell’incapacità del Comune di comunicare in modo adeguato“. “Sosterrò quindi con convinzione la mozione in Consiglio Comunale. – continua De Pasquale – Gli automobilisti, che sono la maggioranza dei Milanesi, non possono essere continuamente discriminati, magari sperando che incappino in qualche multa perché non informati che non possono circolare. Un’applicazione per avvisarli è sicuramente la soluzione migliore, sia in questa situazione, sia in molte altre in cui potrebbe essere utile inviare comunicazioni ai Milanesi. Possibilmente – conclude De Pasquale – facendola finanziare da uno sponsor, senza aggiungere altri soldi alle spese faraoniche di Area B che costa 13 milioni di cui 500.000 euro di comunicazione”.

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