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Fratelli d’Italia: nei CPR criminali vere vittime le Forze dell’Ordine

A seguito di un sopralluogo eseguito questa mattina presso il CPR di via Corelli, gli esponenti di Fratelli d’Italia, Chiara Valcepina (Consigliere regionale), Francesco Rocca (Consigliere comunale) e Davide Rocca (Consigliere del Municipio 4), dichiarano: “Attorno al CPR c’è una pericolosa propaganda della sinistra che non tiene conto del difficile e quotidiano lavoro svolto dalle Forze dell’Ordine, dalle operatrici e dagli operatori del CPR a cui va la nostra solidarietà e vicinanza perché hanno a che fare con situazioni delicate e con individui che si sono macchiati di gravi reati compiuti sul territorio nazionale”. “Le battaglie ideologiche che si riassumono con le passerelle strumentali e lo slogan “No Cpr” sono dannose perché non generano concrete alternative. Chiudere i Cpr per lasciare a spasso pregiudicati liberi di compiere altri reati? È questa la soluzione della sinistra? Le procedure di espulsione hanno avuto un’accelerazione anche grazie agli accordi siglati dal Governo con alcuni paesi del nord Africa; potenziare le strutture dei CPR per favorire i rimpatri di coloro che sono in Italia illegalmente e hanno compiuto gravi reati è la ricetta giusta” concludono i tre meloniani.

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Verdi: Comune sia parte civile in un eventuale processo sul CPR di via Corelli

“Abbiamo presentato un Ordine del Giorno  il cui chiediamo che il Comune si costituisca parte civile nell’eventuale processo sul CPR di via Corelli” lo scrive in una nota Carlo Monguzzi, Consigliere Comunale dei Verdi, precisando. “L’ordine del giorno è firmato da Monguzzi, Giungi, Gorini, Cucchiara, e Fedrighini”. “Ritenendo essenziale agire in difesa dei diritti delle persone migranti e garantire il rispetto della dignità e della legalità – continua Monguzzi – auspichiamo quanto prima che il consiglio comunali approvi l’odg per la costituzione di parte civile del consiglio comunale di Milano durante il processo. Sollecitiamo con forza che la maggioranza si esprima per la chiusura del CPR di via Corelli. Questa richiesta si fonda sulle evidenze delle gravi irregolarità e violazioni che hanno caratterizzato il funzionamento di tale struttura come emerge dalla rete no cpr- mai più lager e dai numerosi rapporti pubblicati a riguardo. La recente decisione del Tribunale del Riesame di Milano di confermare il sequestro del ramo d’azienda della società responsabile della gestione del centro, conferma la serietà della situazione e l’importanza di una pronta e decisa azione legale del comune di Milano”. Francesco Fortinguerra, esponente di Europa Verde aggiunge  “Tutti i CPR vanno chiusi perché sono dei buchi neri del diritto é rappresentano un’incarnazione della sospensione dei principi fondamentali che mettono a rischio i diritti e le libertà di tutte le persone coinvolte. Essi sono la massima espressione di un razzismo istituzionale e di una necropolitica che si accanisce sulle persone straniere razzializzate, infliggendo loro violenza, marginalizzazione e privazione di dignità per la sola colpa di non avere il passaporto giusto. Fortinguerra conclude “Si tratta di un sistema di violenza razziale inaccettabile, che va oltre la mera gestione inefficace e richiama la responsabilità politica, sociale e storica dell’intera comunità. Ci impegniamo a denunciare questa realtà e a promuovere un cambiamento radicale nella gestione delle politiche migratorie, orientato verso il rispetto dei diritti umani e della dignità di ogni individuo. Di fronte a tale contesto invitiamo il Sindaco e la Giunta a prendere una posizione chiara e decisa, considerando la possibilità di costituirsi parte civile nel processo relativo al CPR di via Corelli, qualora si giunga all’udienza preliminare. Questo atto non solo dimostrerebbe un impegno tangibile per la giustizia sociale e la difesa dei più vulnerabili nella nostra comunità, ma sarebbe anche un segnale forte della sensibilità della città di Milano alle questioni di integrazione e diritti umani”. “Invitiamo dunque il Sindaco e la Giunta a cogliere questa opportunità per dimostrare il loro impegno per una Milano che si fonda sui principi di giustizia, solidarietà e rispetto dei diritti fondamentali di ogni individuo” concludono.

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De Corato (FdI): 50.000 stranieri molesti imperversano per la città

Fra i vari episodi di criminalità legati alla presenza di stranieri irregolari in città, il Senatore di Fratelli d’Italia Riccardo De Corato, ne stigmatizza un paio avvenuti negli ultimi giorni: l’aggressione da parte di un palestinese ad un addetto alle vendite del ristorante McDonald’s di via Farini e la rapina messa a segno da due nordafricani a spese di un ragazzo di vent’anni. “Per l’ennesima volta, uno straniero irregolare e con precedenti ha aggredito un povero lavoratore, senza alcun motivo. – commenta De Corato – La città, purtroppo, è piena di questi stranieri molesti che addirittura inveiscono e reagiscono anche a poliziotti e carabinieri che non riescono più a fermarli tutti, visto e considerato il notevole numero. Fino a qualche anno fa si parlava di circa 50.000 clandestini, ora saranno quantomeno raddoppiati! Tutti questi stranieri irregolari che delinquono rappresentano una minaccia alla sicurezza dei milanesi e vanno spediti al Cpr. – sentenzia il Senatore –  Questi centri, che li trattengono prima della loro espulsione e rimpatrio nei propri Paesi, sono fondamentali ma, nonostante tutto, questi malviventi hanno anche il coraggio di protestare e creare disordini nei suddetti Centri”. “Lo scorso 6 Febbraio uno studente di 20 anni è stato picchiato e derubato da alcuni nordafricani intorno alle 20 – aggiunge De Corato, sottolineando –  Tutti i mezzi pubblici, in particolare i metrò, ogni giorno vengono presi da malviventi, delinquenti, spacciatori e bosniache che commettono una serie infinita di attività illegali. La security di Atm, che non può ne fermare ne arrestare, è inutile in questi contesti. Nelle linee metropolitane, in particolare nei lunghi corridoi di interscambio tra le varie linee, nei mezzanini e, soprattutto, sulle lunghe scalinate, vanno installate subito le telecamere che devono essere costantemente controllate nelle apposite sale. Visto che il Comune non decide di far presidiare anche i mezzi pubblici dai nuclei di vigili, che c’erano con il Centrodestra alla guida di Palazzo Marino, quantomeno sorvegli i punti più pericolosi al fine di contrastare questi continui e sempre più frequenti fenomeni di criminalità. Comune e Atm intervengano al più presto” conclude quindi De Corato.

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Un positivo al CPR di via Corelli

Per un caso di un uomo trovato positivo al Covid due giorni fa, al Cpr di via Corelli sono stati bloccati i colloqui con gli avvocati, con grave conseguenze sul diritto di difesa. Così scrive il Naga, l’organizzazione di volontariato che presta assistenza socio sanitaria e si occupa dei diritti dei cittadini stranieri in una lettera inviata al Garante Nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale. Lettera in cui si denuncia pure una serie di carenze nella struttura, a partire dalla “mancanza di servizi di pulizia e tanto più di igienizzazione degli ambienti”, sottolineando che dopo i casi di positività riscontrati in passato “non sarebbe stata neppure effettuata una sanificazione”. Nella missiva, che riporta in primo piano la situazione nel Centro di permanenza per il rimpatrio, riaperto ad ottobre ma di cui da mesi da più parti vuole la chiusura, si chiede al garante e ad Ats di intervenire. Nella mail il Naga aggiunge anche di aver “ricevuto diverse segnalazioni riguardanti il mancato utilizzo da parte delle forze dell’ordine dei dispositivi di sicurezza per la prevenzione del contagio, nonché la scarsità di personale del presidio medico, che spesso sarebbe risultato totalmente scoperto. ANSA

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Via Corelli. Osnato (FdI): struttura inadeguata allo scopo cui è destinata

“Lunedì pomeriggio, primo – così mi è stato riferito – parlamentare a farlo, ho svolto un sopralluogo nel Centro Permanente per i Rimpatri di via Corelli, per verificare le condizioni in cui vi operano le Forze dell’Ordine, lo stato della struttura, il trattamento riservato agli ospiti e il rispetto della convenzione da parte dell’ente gestore”. Lo rende noto l’Onorevole Marco Osnato di Fratelli d’Italia, in merito alla visita svolta al CPR di via Corelli su segnalazione del Sindacato Autonomo di Polizia, presente sul posto con il Segretario Provinciale Massimiliano Pirola e l’rls Davide Ferrari Bardile. “Li ho verificato che decine fra Agenti di Polizia e Carabinieri sono sottratti ad altri compiti, per vigilare su una struttura evidentemente inadatta alla scopo cui è destinata. – racconta Osnato – Infatti, mentre parte del contingente è costretto ad attendere in strada, i restanti effettivi rimangono all’interno, schierati in corridoi scomodi in cui è impossibile mantenere il distanziamento fisico. Un’esigenza dovuta alle molte rivolte che vi si verificano nei giorni precedenti ai rimpatri, spesso fomentate da facinorosi appartenenti a diversi settori che non sono isolati uno dall’altro. Rivolte che non possono essere certo sedate dagli operatori dell’ente gestore – sottolinea Osnato – presenti in un numero mai superiore a due e rese più pericolose dalla presenza di materiali che possono essere facilmente incendiati o trasformati in corpi contundenti”. “Per quanto riguarda gli ospiti – aggiunge Osnato – le carenze più evidenti riguardano la questione sanitaria: manca un presidio medico fisso e non è presente una sezione dedicata a isolare eventuali positivi, con il rischio si sviluppino focolai di covid. Non esiste inoltre nessuna valvola di sfogo per distrarre quanti rimangono più a lungo prima del rimpatrio, se non delle svegliette appese nelle camerate per consentire ai fedeli di sapere quando pregare. Decisamente troppo poco. “In definitiva – conclude Osnato – la situazione è completamente da rivedere, sia in funzione di ridurre le risorse impiegate, prevedendo un’indennità per le FFOO che vi saranno impegnate, sia per rendere più sicura e agevole la condizione degli ospiti e di quanti li sorvegliano. Va adeguata la struttura adottando coperte e materassi inifughi, vetri infrangibili, porte antisfondamento e barriere acustiche fra i reparti. Va istituito un presidio medico/infermieristico fisso che comprenda un area per isolare eventuali positivi, infine, ma non ultimo, una volta sistemata la struttura andrà affidata a un ente gestore in grado di vigilarla in modo adeguato, non perché l’attuale non stia rispettando la convenzione, bensì perché evidentemente chi l’ha scritta insieme al bando non aveva chiaro cosa stesse facendo”.

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Penalisti: nel CPR situazione esplosiva

Ricordando la giornata mondiale dei diritti umani la Camera Penale di Milano intende “denunciare ancora una volta la situazione di assoluta inadeguatezza dei Centri per il Rimpatrio dislocati su tutto il territorio nazionale ed in particolare quello di via Corelli a Milano”. Ed è per questo che i penalisti milanesi chiedono che “il signor Prefetto di Milano, attraverso gli uffici competenti, intervenga con la massima urgenza per garantire l’adempimento e l’adeguatezza dei servizi di assistenza medica e assicurare i fondamentali diritti delle persone” nel centro.  “Si rincorrono da giorni notizie allarmanti – scrivono gli avvocati -. Destano preoccupazione anche le condizioni igienico sanitarie e la difficoltà di esercizio del diritto di difesa, fortemente compromesso anche dalle limitazioni legate alla pandemia. In relazione alla situazione pandemica attuale, sono state da più parti evidenziate criticità legate alla struttura che non consentono adeguate misure di isolamento in caso di positività: è notizia della scorsa settimana la messa in quarantena dell’intero Centro a causa dell’impossibilità di trattare con l’isolamento i casi positivi rilevati. Detta chiusura totale comporta una grave compromissione del diritto di difesa dei “ristretti”. “L’inadeguatezza della struttura di Milano è stata evidenziata anche dai diversi operatori che svolgono la propria attività all’interno del Centro, che hanno segnalato la situazione esplosiva che sono costretti a gestire quotidianamente”, conclude la Camera Penale. ANSA

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