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Disabili respinti: Trenitalia unica responsabile. Toti ritiri la concessione regionale

Disabili respinti: Trenitalia unica responsabile. Toti ritiri la concessione regionale. La sostituzione all’ultimo momento del treno della linea Savona-Genova-Milano con un convoglio con un numero inferiore di posti non giustifica affatto quanto avvenuto il pomeriggio di Pasquetta alla stazione di Genova. I 27 disabili che non hanno potuto usufruire dei loro posti a sedere, benchè prenotati e pagati, perchè occupati abusivamente da altri viaggiatori, ora possono essere indennizzati in solo modo: con il ritiro della concessione del trasporto ferroviario regionale a Trenitalia, ottenuta attraverso un affidamento diretto “monstre” di 14 anni da parte della regione Liguria, deciso nel 2018. Se lo stesso episodio fosse accaduto su un treno regionale straniero gestito da Trenitalia (in Germania con “Netinera” o in Gran Bretagna con “Next”), l’azienda si sarebbe vista immediatamente ritirare la concessione (avuta tramite gara) dal Laender o dalla London Transport Autority. È quanto dovrebbe fare il presidente Giovanni Toti nei confronti di un’azienda che gestisce in regime di monopolio le linee interregionali liguri. Oltre all’atto di inciviltà dei 27 passeggeri abusivi, infatti, la responsabilità è da attribuire tutta a Trenitalia. E’ stato vergognoso non riuscire a evitare l’occupazione abusiva dei posti regolarmente prenotati dal gruppo disabili da parte di altrettanti passeggeri che non ne avevano diritto. Trenitalia avrebbe dovuto minacciare di sopprimere il treno regionale e, se necessario, sopprimerlo, visto che questa è una prerogativa del gestore del servizio. Averlo fatto partire senza prima aver liberato i posti riservati è stato un colpevole errore, che dimostra quanto siamo lontani dall’efficienza dei servizi europei e dal rispetto nei confronti dei disabili. Sull’autobus sostitutivo andavano fatti “accomodare” dalla Polfer i passeggeri abusivi non i disabili. Si attendono inoltre le dimissioni del direttore regionale ligure di Trenitalia. Il ritiro della concessione è privisto agli Art. 27 (Risoluzione del Contratto per inadempimento) e l’ Art. 28 (Recesso) contenuti nel contatto di servizio del 2018.

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Prorogati i pass sosta, disabili e accesso area B e C

L’ Amministrazione comunale ha prorogato fino al prossimo 29 giugno (ovvero novanta giorni dopo la cessazione dello stato di emergenza) i permessi di accesso e circolazione in deroga ad Area B e C – ad esclusione dei permessi giornalieri o temporanei -, i titoli autorizzativi alla sosta libera sia residenziale sia non residenziale, oltre che all’accesso in Corsie Preferenziali, in Zone a Traffico Limitato e Aree Pedonali, nonché i contrassegni di parcheggio per disabili. La decisione è stata presa in ottemperanza alle misure eccezionali volte a contrastare la diffusione del contagio da COVID-19 e gli uffici procederanno al rinnovo dei titoli scaduti e a tutti i nuovi rilasci in forma digitale, ad esclusione dei contrassegni di parcheggio per disabili che continueranno ad essere rilasciati in formato cartaceo. “La scelta di prorogare i pass in scadenza – spiega l’assessora alla Mobilità Arianna Censi – è in linea con la necessità di limitare gli spostamenti e gli affollamenti agli sportelli per prevenire e contenere l’epidemia. Ma facilitare l’accesso alle procedure per la richiesta di documenti è un impegno che l’Amministrazione ha preso nel corso degli ultimi anni attraverso la digitalizzazione. Sono numerose infatti le possibilità di presentare domande e acquisire permessi attraverso il fascicolo del cittadino”. Per quanto riguarda la mobilità, le domande per i permessi di Area B si presentano on line, per Area C è previsto l’invio della modulistica anche via mail, oltre ovviamente il pagamento attraverso il sito web. Da maggio inoltre è possibile presentare la domanda per i pass disabili anche on line e poi scegliere se farsi recapitare il permesso a casa o nell’ufficio proposto.

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Appartamenti a canone sociale destinati ai disabili

Gli appartamenti realizzati in seguito a convenzioni urbanistiche e destinati alla locazione a canone sociale verranno assegnati a persone con disabilità, nuclei familiari numerosi e anziani che hanno fatto domanda di casa popolare, senza ottenerla. “Stiamo lavorando – commenta l’assessore alle Politiche sociali e abitative Gabriele Rabaiotti – per cercare in tutti i modi di aumentare il numero degli alloggi disponibili e incrementare così le possibilità di accesso alla casa per rispondere al bisogno abitativo soprattutto dei nuclei più fragili, già riconosciuti idonei ad accedere ai servizi pubblici. Semplifichiamo e velocizziamo le procedure d’assegnazione e, nel contempo, cerchiamo di superare i limiti storici del patrimonio pubblico esistente che, per le sue caratteristiche strutturali, fatica ad incontrare e soddisfare le necessità delle famiglie in cui sono presenti persone con disabilità o tanti figli e che hanno i requisiti per avere una casa popolare”. In sostanza, il Comune scorrerà la graduatoria dell’ultimo bando utile per cui siano state esaurite le procedure di assegnazione ordinaria e in cui vi siano nuclei già verificati e idonei. In via prioritaria le assegnazioni andranno nell’ordine a nuclei con persone con disabilità, a famiglie numerose (cinque o più componenti) o in cui è presente almeno un anziano ultraottantenne. Questa procedura, appena approvata con delibera di Giunta, sostituisce fin d’ora quella usata in precedenza, che prevedeva la pubblicazione di appositi avvisi da parte della proprietà dell’immobile o dell’ente gestore. Per le convenzioni già in essere la nuova procedura verrà applicata agli appartamenti residui, ovvero quelli che, nonostante l’avviso promosso dall’operatore, non risultano ancora assegnati. È il caso, ad esempio, dei 62 alloggi ancora liberi nei complessi residenziali sull’area di via Rizzoli e tra le vie Sordello e Cascina Merezzate, frutto di un’operazione immobiliare partita nel 2008: allora il Comune di Milano approvò la concessione in diritto di superficie novantennale di alcune aree di sua proprietà nell’ambito della programmazione per lo sviluppo di edilizia residenziale a canone sociale, moderato e convenzionato. La convenzione urbanistica stipulata con REDO SGR Società Benefit, subentrata nel frattempo ai precedenti operatori, prevedeva di destinare un totale di 87 alloggi a canone sociale nell’ambito dei due progetti: di questi, 62 sono gli alloggi residui che ora verranno assegnati, come prima applicazione delle nuove regole, a chi – con disabilità, in un nucleo numeroso o over 80 – ha già presentato domanda di casa popolare e attende in graduatoria.

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Quanto costa ammalarsi di covid per i disabili a Milano?

La città col cuore in mano ha più a cuore le piste ciclabili del benessere degli ultimi? È una domanda ricorrente che riprende forza ascoltando questo caso. I protagonisti hanno chiesto di restare anonimi. Ma resta una testimonianza forte di quanto poco i poveri vengano considerati. Una precisazione: chi scrive non ha idea di quante agevolazioni di svariati enti esistano in tema di trasporto disabili in tempo di Covid. Ma non ce l’ha nemmeno la coppia di cui parliamo. Ed è questo il punto, dopotutto. Un aiuto difficile da trovare è un aiuto negato. “Sabato scorso è stato un giorno tra i più brutti della nostra vita. Il medico ci ha comunicato che abbiamo il covid. Mio marito è confinato su una poltrona 24 ore su 24. Io sono anziana. Abbiamo una piccola pensione. Arriviamo a prendere 600 euro al mese. Dobbiamo recarci in ospedale per controlli continui, altrimenti rischiamo di peggiorare. E questa malattia non lascia scampo. Così i nostri figli ci hanno cercato una ambulanza per poter andare in ospedale. E ci è caduto il mondo addosso. Sono 84 euro all’andata e altrettanti al ritorno. A testa. Per fortuna ci siamo riusciti ad accordare ed io, come accompagnatrice, non ho pagato. Ma anche così, nei primi due controlli se n’è andata mezza pensione. A breve ne avremo un terzo. Poi, solo Dio sa. E quando sarà finita la pensione, come faremo? Io non ne ho idea. Non possiamo gravare sui nostri figli. E la domanda è sempre la stessa: possibile che non ci sia un modo per aiutarci?” Commenta l’episodio, avvenuto nel Municipio 7, il consigliere di Municipio Franco Vassallo, che si sta impegnando per risolvere la vicenda: “La povertà oggi non è solo questione di mancanza materiale, ma di isolamento sociale. Perché alcuni tipi di aiuti, tipo quelli riservati ai richiedenti asilo sono così facili da ricevere, e talvolta abbondanti, e quelli agli anziani sono così difficili da scovare? E perché il Comune, quando parla di inclusione, traduce gli opuscoli in arabo e non in un Italiano semplificato e facile da comprendere per gli anziani? Perché scrive in Cinese e non in caratteri più grandi? Perché cerca, trova ed accudisce gli stranieri e non si preoccupa della povertà della porta accanto, chiusa dietro a porte di silenzio e muri di dignità? C’è davvero un tema, purtroppo, di una povertà meno glamour, fatta di amarezza, esclusione e un isolamento sociale nato e radicatosi ben prima del virus che Sala non ha mai affrontato. La narrazione è che essere Italiani risolva ogni problema (vedi Ius Soli) e che una volta diventati tali si possa essere serenamente abbandonati. Questa idea porta all’abbandono delle periferie. Esistenziali, prima che geografiche. Ed è il momento di invertire la tendenza. Il Covid ce lo sta mostrando con cruda spietatezza”.

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Sette arresti per maltrattamenti a disabili

Sette persone sono state sottoposte a misura cautelare con l’accusa di maltrattamenti e violenze ai danni di nove disabili psichici gravi all’interno di una comunità di accoglienza nel milanese dal 2017 ad oggi, emessa dal gip di Milano al termine di un’indagine dei Carabinieri del Comando provinciale di Varese. Si tratta dei due titolari della comunità, ai domiciliari, e di cinque operatori dipendenti, due sottoposti ad obbligo di dimora nel comune di residenza e tre alla sospensione dell’attività per sei mesi. Secondo quanto emerso dalle indagini del pm Rosaria Stagnaro, gli ospiti del centro sarebbero stati sottoposti a punizioni corporali e vessazioni costanti. ANSA

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Per ricordare i disabili secondo il PD di Segrate basta un depliant

Pare che a Segrate la sinistra abbia una strana idea di cosa significhi dedicare una giornata alla disabilità. Tanto per cominciare, pensa che a Segrate non serva. La Segrate Felix non ne ha davvero bisogno. Possono accontentarsi di un depliant per tutte le famiglie, Ferrante (PD) dixit. Un passo indietro, in settimana la Lega ha proposto che, anche a Segrate, fosse istituita la Giornata della Disabilità. Il PD, ha dissentito. La minoranza, compatta, si è indignata. Raccogliamo la testimonianza del consigliere Mauro Gocilli (FI): Durante l’ultimo Consiglio Comunale di Segrate è stata presentata una mozione dai consiglieri della Lega dal titolo “3 dicembre, Giornata Internazionale delle persone con disabilità”. La Giornata internazionale delle persone con disabilità è stata proclamata nel 1981 con lo scopo di promuovere i diritti e il benessere dei disabili. Con questa mozione si voleva promuovere all’interno del territorio segratese l’importanza dei diritti e del benessere delle persone con disabilità, ribadendo il principio di uguaglianza e la necessità di garantire loro la piena ed effettiva partecipazione alla sfera politica, sociale, economica e culturale della società. “Diverse sono le realtà No Profit di Segrate che lavorano costantemente sul nostro territorio per/con i nostri cittadini, anche nell’ambito della disabilità. Queste realtà sono un patrimonio importantissimo per il nostro tessuto sociale che, attraverso il volontariato, danno un servizio alla nostra popolazione. Probabilmente questa mozione ha toccato dei temi più profondi che ideologicamente non sono condivisibili da parte della maggioranza ma che, per il bene dei nostri cittadini, devono essere assolutamente superati. Riporto un piccolo stralcio di un’intervista di Giorgio Vittadini del 29.1.2019 su “Il Sussidiario”: “L’interesse pubblico non è solo quello assicurato dallo Stato o, nel nostro Comune, dalla Pubblica Amministrazione. È quello relativo a un bene collettivo, a prescindere da chi lo promuove. In particolare, il non profit e l’impresa sociale dovrebbero essere valorizzati sempre di più perché nascono dallo spirito di iniziativa e responsabilità dei cittadini…La crisi economica e i tagli ai servizi di welfare statale, cui si assiste in questi anni, stanno penalizzando soprattutto le fasce più povere. È per questo che il privato sociale è una risorsa, perché agisce nelle aree in cui il privato puro non ha alcun interesse a intervenire e lo Stato non ha le risorse per farlo”. Purtroppo la maggioranza che oggi amministra il nostro Comune di Segrate ha votato contro questa mozione presentata dalla Lega, mentre la minoranza, con il voto convinto di Forza Italia, in modo compatto ha votato favorevolmente. Per la Disabilità non si farà mai abbastanza: infatti, più si promuove un’attività di sensibilizzazione dell’opinione pubblica sul mondo della Disabilità e delle Associazioni che vi ruotano attorno, più si supporta questo processo finalizzato a eliminare le disparità e a potenziare i servizi educativi, sanitari e assistenziali che incentivano l’inclusione sociale dei disabili. E’ stata sicuramente sprecata una bella occasione, che intendeva dare visibilità alle nostre realtà No Profit del territorio di Segrate e dimostrare un’unità d’intenti tra le varie realtà politiche del nostro Comune, con un unico obiettivo: il bene dei nostri cittadini disabili. Confido comunque che la maggioranza non si sottrarrà ai suoi obblighi morali e politici, supportando concretamente le nostre associazioni. Spero anche che in occasione delle prossime mozioni non ci sia un pregiudizio legato allo schieramento politico, ma si parta da un riconoscimento del bene reale per i segratesi.” Insomma, pare che, almeno per qualcuno, per i disabili un depliant non sia abbastanza.

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