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Rilanciare Milano, il ruolo delle donne tra economia e cultura

Rilanciare Milano, il ruolo delle donne tra economia e cultura. La ripartenza di Milano dopo la pandemia: quale ruolo potranno giocare le donne tra cultura, economia e innovazione per essere sempre più protagoniste? Se ne parlerà lunedì 7 marzo 2022, ore 11 all’incontro “La ripartenza di Milano, il ruolo delle donne tra economia e cultura”, organizzato dal Comitato Imprenditoria Femminile della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi. L’evento sarà streaming online con iscrizioni al seguente link Apertura – saluti istituzionali Carlo Sangalli, Presidente Camera di commercio Milano Monza Brianza Lodi Diana Bracco, Presidente Fondazione Bracco e Parcam – Camera di commercio Milano Monza Brianza Lodi Introduce e modera Marzia Maiorano, Presidente Comitato Imprenditoria femminile Camera di commercio Milano Monza Brianza Lodi Interventi Flaminio Squazzoni, docente di Sociologia Università Statale di Milano Silvia Torchio, PhD Medicina Molecolare Università Vita e Salute San Raffaele Silvia Colasanti, Compositrice Sinfonica

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Polizia Locale: nel 2021 trattati 450 casi a tutela di donne e minori

Sono circa 450 i fascicoli trattati nel 2021 dal Nucleo Tutela donne e minori della Polizia locale che si occupa dei reati verso le “vittime vulnerabili”. Gli ultimi casi hanno portato a tre arresti in flagranza di reato per i reati di maltrattamento in famiglia, violenza sessuale e sequestro di persona e 10 misure cautelari. Sul totale degli episodi trattati, circa il 20% è scaturito da attività d’iniziativa, ovvero presenza e intervento sul territorio, mentre gli altri casi sono partiti da denunce, querele o segnalazioni provenienti da altri enti o istituzioni quali scuole, ospedali, centri antiviolenza, anche del Comune, e Servizi sociali. La collaborazione è importantissima per portare alla luce i casi di maltrattamenti, stalking, abusi sessuali che prevalentemente hanno luogo nell’ambito familiare o delle relazioni della vittima, revenge porn, pedofilia e pedopornografia on line. “Si tratta di reati orribili da trattare con molta sensibilità perché coinvolgono il tessuto familiare, la rete di relazioni delle vittime, la loro quotidianità — dichiara Marco Granelli assessore alla Sicurezza — Il Nucleo Tutela donne e minori della Polizia locale ha raggiunto un’alta specializzazione e ha costruito una rete di collaborazioni a vantaggio delle vittime, per proteggerle, aiutarle in tutte le fasi di un procedimento che dalla segnalazione o dalla denuncia fino alla condanna dell’autore può essere lungo e difficile. È importante che le donne sappiano che in caso di violenza subita ci sono persone che le aiuteranno e che questo incoraggi a denunciare”. Nel 2020 erano stati trattati circa 700 fascicoli e nel 2019 erano stati 400, dei quali 250 hanno avuto quali vittime le donne e 150 i minori. Si tratta sempre di crimini particolarmente odiosi ma con la pandemia e i lockdown sono aumentati in numero e gravità. Il Nucleo della Polizia locale è composto da un ufficiale e 22 agenti, dei quali la maggior parte sono donne, e opera con la Procura della Repubblica presso il Tribunale ordinario e presso il Tribunale per i minorenni. Oltre alle attività di indagine vengono svolte anche attività importanti di prevenzione, con incontri di formazione nelle scuole e negli altri centri di aggregazione, presenze nelle università, allo scopo di coinvolgere le diverse fasce di età. Il Nucleo lavora a stretto contatto con Servizi sociali, Centri antiviolenza, Case rifugio, Servizi antiviolenza presso i pronto soccorso degli ospedali sul territorio per promuovere linee guida univoche da applicare negli interventi a favore delle donne e dei minori vittime di reati.

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Sae: “Le donne non partecipano all’industria musicale”

Sae: “Le donne non partecipano all’industria musicale”. L’industria musicale anche nel 2020 è cresciuta segnando un aumento dell’1,4% in Italia e del 7,4% nel mondo (Dati FIMI). Nelle industrie dell’intrattenimento questo comparto, nonostante sia poco strutturato, scarsamente regolamentato, per certi versi chiuso e poco riconosciuto come ambito lavorativo professionale, offre in realtà le maggiori possibilità di impiego. Solo per gli uomini però. Le donne ovunque, l’Italia non fa eccezione, rappresentano appena il 27% tra gli artisti, il 12,5% tra i compositori di testi e musica e il 2,6% nella produzione (dati IMAE). Se guardiamo alle incisioni complessive, abbiamo 91,85% di brani maschili contro l’8,15% di brani femminili (dati IMAIE 2020). Per andare al cuore di questa disparità, l’Accademia dei creative media SAE Institute di Milano ha realizzato uno studio qualitativo, il primo del genere, coinvolgendo più di 40 professionisti del settore. A partire dalla cornice dell’industria musicale nel suo complesso, attraverso uno sguardo sia psicologico che sociale, culturale ed economico, la ricerca ha cercato le risposte a tre quesiti di fondo: come viene vissuta la disparità da chi è parte dell’industria? Come si può superare? I dati dicono che le cose stanno cambiando: a che punto è il processo? Le interviste sono state rivolte a donne con carriera consolidata nei diversi ambiti dell’industria musicale e a figure junior, poi anche a uomini professionisti, esperti, perfomer. Ne è emerso uno quadro a 360 gradi del mercato di riferimento, in bilico tra arte/cultura (quindi non connesso a un contesto di business) e professionalità: il settore viene descritto come italianocentrico, in ritardo sull’adeguamento tecnologico, frammentato e legato al concetto di musica come passione della vita e non come mestiere. Fattore che discrimina le donne in quanto esse possono nella maggior parte dei casi, al massimo, dividersi tra famiglia e lavoro, dove lavoro sta per occupazione regolamentata e non fagocitante le 24 ore. L’accesso e il successo sembrano condizionati all’adesione ad uno stereotipo di ‘donna artista’, che interpreta le canzoni e mette la propria immagine al servizio della musica. In seno all’industria discografica, le donne sono presenti soprattutto nella promozione e nella comunicazione; ad oggi altri ruoli sia artistici sia professionali fanno fatica ad affermarsi. SAE Institute Italia, che fa parte del network globale Navitas (Australia), presente in 26 Stati con oltre 50 campus, nel 2021, per i 25 anni di attività nel nostro Paese, dedica al Rispetto della diversità un ricco programma di iniziative tra le quali appunto questa indagine sul gender balance in ambito musicale. I lavori sono stati coordinati dalla profssa Alessandra Micalizzi, psicologa, PhD in comunicazione e nuove tecnologie e in SAE module leader per il corso Information Communication and Professional Practice del Bachelor of Arts in music business. Hanno fatto parte del teamwork, quali Junior researcher, Carolina Bollani e Giulia Franceschini, membri dello staff del campus, e gli studenti Ludovico Rebecchi e Stefano Sestani; inoltre, per sample recruitement & supervision, Anna Zò, project manager in Music Innovation Hub (MIH) e Docente SAE per i corsi Industry Overview e Information Communication and Professional Practice nel Bachelor of Arts in Music Business. I risultati saranno resi noti venerdì 4 Giugno con l’evento on line aperto a tutti, dal titolo “Women in music, progetti e riflessioni sull’industria musicale italiana”, ore 10-12,30. Per partecipare: https://www.sae.edu/ita/it/womeninmusic. Output dello studio: la profssa Micalizzi firma la pubblicazione scientifica “Women in music. Analisi socio-culturale del gender gap nell’industria musicale”, volume edito da Franco Angeli, e ha curato il libro per bambini ‘Viola fa la musica’, edito da Homeless Books, scrivendone anche i testi; le illustrazioni sono di Eveline Bentivegna e la prefazione di Laura Gramuglia, speaker radiofonica per Radio Capital. Commenta Alessandra Micalizzi; “Come docente nei percorsi di produzione audio e music business al SAE Institute, sono testimone di una disparità di genere in termini numerici per lo meno tra i miei studenti, dove prevalgono in modo preponderante i ragazzi. SAE quale realtà inserita in un contesto internazionale, è impegnata ad applicare policy di gender equality anche all’interno del suo staff. Insomma, è un tema che ci sta molto a cuore ed per questo che la ricerca ha goduto di un ampio sostegno interno.” Dichiara il Campus Manager Francesco De Giorgio “Da sempre sosteniamo la stretta connessione tra società e industria culturale e creativa ed educhiamo i nostri studenti all’attivismo per i diritti sociali e al rispetto, uno dei sei valori fondamentali di SAE Institute e Navitas insieme a resilienza, avventura, genuinità, convinzione e rigore.” SAE Institute Milano – Profilo SAE Institute è un network globale, parte di Navitas Pty Limited, leader nella formazione dei creative media con oltre 50 campus in 26 Paesi. SAE Italia s.r.l. International Technology College ha sede a Milano, in via Domenico Trentacoste 14. Inaugurata nel 1996 con un solo corso di Produzione Audio, ha consolidato negli anni la propria esperienza e le relazioni con i partner dell’industria. Il successo dei propri percorsi formativi ha consentito di estendere l’offerta all’ambito cinetelevisivo, all’animazione 2D/3D, al mondo games e al music business. (https://www.sae.edu/ita/it/chi-siamo). Dal 2017 SAE Italia rilascia titoli di diploma accademico di primo livello dei corsi in Produzione Audio e Produzione Video.    

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Inaugurato monumento per le donne protagoniste della Resistenza

“Una serie di grandi campane tubolari, sollecitate dal soffio del vento, si muovono e fanno riecheggiare la memoria delle donne di cui portano inciso il nome di battaglia”. Si chiama Fischia il vento ed è l’opera artistica inaugurata oggi in piazzale delle Donne partigiane e a loro dedicata. Allo svelamento, che anticipa le iniziative per il 25 aprile, Anniversario della Liberazione, hanno preso parte Santo Minniti, Presidente Municipio 6, Luca Gibillini, Milano è memoria, Didi Gnocchi, Direttore editoriale associazione Chiamale storie, Daniela Volpi, architetto, Roberto Cenati, Presidente ANPI provinciale Milano e Ada Gigli Marchetti, Presidente Istituto lombardo di Storia contemporanea. Con le testimonianze di Lydia Franceschi, Ebe Bavestrelli e Luara Wronowski. L’installazione degli architetti Angelo M. Gulino e Claudio Ravazza è la vincitrice del concorso promosso a fine 2019 dall’associazione Chiamale storie, in collaborazione con la piattaforma del Comune Milano è memoria, l’Ordine degli architetti, P.P.C. di Milano, Sky Arte, ANPI provinciale di Milano e Istituto lombardo di Storia contemporanea, con l’intento di dare alla piazza della Barona un monumento in memoria delle partigiane. Una iniziativa nata con il progetto Partigiane 2.0, ideato e promosso dall’associazione Chiamale storie nell’ambito di MemoMI, con l’obiettivo di rafforzare la memoria storica legata alle vicende delle donne milanesi nella Resistenza. L’opera Fischia il vento è stata scelta dalla giuria del concorso presieduta da Francesca Gori (ass. Chiamale storie) e composta da Daniel Libeskind (architetto), Francesco Bonami (storico dell’arte e curatore), Enrico David (artista), Liliana Moro (artista) e dai rappresentanti degli enti partner, che ha selezionato tre progetti vincitori. Primo classificato Arch. Angelo M. Gulino, Claudio Ravazza Una serie di grandi campane tubolari, sollecitate dal soffio del vento, si muovono e fanno riecheggiare la memoria delle donne di cui portano inciso il nome di battaglia. Il fischio del vento riporta così alla mente le voci delle donne, il loro spontaneo aggregarsi per lottare contro il nemico, ma pure un anelito di libertà, suggerito anche dallo slancio della struttura verticale, racchiusa tra due cubi riportanti le date convenzionali di inizio e fine della Resistenza. La musica oggi come ieri fa il resto: unisce donne e uomini attorno a ideali comuni. Secondo classificato  Arch. Valentina Spataro, Maria B. Pisciotta, Renée Soleti, Margherita Valente In un loro scambio epistolare, Natalia Ginzburg e Alba De Céspedes usano l’immagine di un pozzo per indicare quella “cattiva abitudine” delle donne di cascare in uno stato di soggezione, schiavitù e paure. Il progetto parte da questa idea: ciò che a prima vista sembra solo un grande ombrello vegetale, avvicinandosi a uno specchio collocato intorno al pilastro centrale, si rivela un pozzo inverso, brulicante di forza e di passione. Come il pozzo attraversa con forza la terra, la donna partigiana può riscoprire il valore della propria forza interiore. Terzo classificato Arch. Paolo Aina Una rappresentazione semplice e immediata, comprensibile davvero a tutti: il girotondo. Partendo da una fotografia d’epoca che ritrae le donne partigiane strette in un abbraccio, il progetto veicola i valori di forza, coesione, amicizia in uno dei simboli universali di aggregazione e pace. La sagoma femminile replicata sette volte, come il numero di colori dell’arcobaleno, richiama il vecchio gioco del ritagliare da un foglio di carta l’immagine di donne che si tengono per mano. Pensata per essere completato da rose rampicanti, l’installazione ricorda i colori della bandiera italiana, un ulteriore invito a una Resistenza da rinnovare sempre.

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Accoltellamento in Maciacchini. Mascaretti (FdI): città insicura soprattutto per le donne

“Sabato sera in Piazzale Maciachini, un 41enne rumeno, senza fissa dimora, ha accoltellato un connazionale causandogli gravi lesioni” commenta Andrea Mascaretti, capogruppo di FdI a Palazzo Marino, in merito al ferimento di un uomo intervenuto in difesa di una donna con la quale l’aggressore voleva avere un rapporto sessuale con al forza, aggiungendo “oggi è stato arrestato un 25enne del Gambia per le aggressioni ai danni due donne in piazza San Fedele. Questi sono solo alcuni degli episodi di violenza avvenuti ultimamente a Milano”. L’accoltellatore è stato immediatamente arrestato da dei poliziotti che passando nella piazza sono stati richiamati da un gruppo di senzatetto rumeni. A terra nascosto tra le auto parcheggiate hanno visto l’uomo ferito poco prima e hanno chiamato i soccorsi, arrestando poi il 41 enne che ha tentato di fuggire e disfarsi del coltello. “Il degrado è continuamente aumentato negli ultimi anni – continua Mscaretti – tanto nelle periferie quanto in centro. Basta recarsi nelle vicinanze della Stazione Centrale, come ho fatto personalmente, per rendersene conto. Condomini belli ma strade pericolose” , sottolineando “si avvicina la festa della donna e spero che l’amministrazione non organizzi i soliti convegni inutili e costosi, ma faccia qualcosa di concreto per le donne della nostra Città: aumentare le telecamere e la presenza delle pattuglie per rendere più sicuri i mezzi di trasporto e le vie, sia di giorno che di notte, affinché le donne di tutte le età possano uscire in totale sicurezza senza il rischio di essere aggredite”.  

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Fermato gambiano per aggressioni a donne in piazza san Fedele

Alle 4:20 di questa mattina, gli agenti del Nucleo Duomo del Comando Decentrato Uno e dal Nucleo Tutela Donne e Minori della Polizia Locale di Milano hanno bloccato in piazzetta Pattari, angolo via Marino, un 25enne del Gambia, presunto autore delle aggressioni ai danni di due donne avvenute nei giorni scorsi nei pressi di piazza San Fedele. Dopo il riconoscimento da parte delle vittime, una cittadina cubana e una albanese, la Procura della Repubblica ha disposto il fermo del 25enne ipotizzando i reati di lesioni e rapina. Quando gli agenti lo hanno individuato, al termine del servizio di osservazione e controllo della scorsa notte, l’uomo indossava lo stesso giubbotto dell’ultima aggressione, avvenuta in via Marino il 15 febbraio (la prima è del 6 febbraio). In quell’occasione, dopo averla percossa l’aggressore aveva rapinato la vittima del suo cellulare; ieri, quando è stato raggiunto e bloccato, il presunto aggressore aveva indosso sei telefoni cellulari dei quali si sta cercando di capire la provenienza. “L’impegno e la professionalità dei nostri agenti hanno permesso di fermare il presunto responsabile di due aggressioni a due donne – dichiarano la Vicesindaco di Milano Anna Scavuzzo e il Comandante della Polizia Locale Marco Ciacci -. Atti violenti ai danni di donne fragili, al contrasto dei quali la Polizia Locale lavora con determinazione e impegno. I nostri agenti sono intervenuti con grande professionalità per prestare soccorso alle vittime e nei giorni seguenti con indagini approfondite, con l’obiettivo di assicurare alla giustizia quanti sono responsabili di reato e per evitare che le violenze possano ripetersi”.

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