educazione

L’Istituto “Vittorio Veneto – Salvemini” di Latina e le Paludi Pontine

L’Istituto “Vittorio Veneto – Salvemini” di Latina e le Paludi Pontine. Un connubio che ha creato il primo progetto video creato da un gruppo di studenti per riscoprire una storia d’eccellenza italiana con fondamenta nell’800. Ne abbiamo parlato con Marina Rossi, dirigente dell’istituto. Professoressa Rossi il suo Liceo ha vinto un importante bando ministeriale per riscoprire la storia delle Paludi Pontine, come mai avete deciso di partecipare? “Prima di tutto vorrei precisare che non abbiamo partecipato come singolo istituto scolastico, ma come capofila di quattro istituti di Latina. Insieme a noi hanno lavorato l’IC Tasso, l’IC Giuliano e il Liceo Manzoni. Abbiamo deciso di partecipare a questo bando per permettere ai ragazzi di riscoprire la scuola del territorio attraverso un percorso in cui potranno apprendere nozioni e abilità legate al presente. Inoltre questo territorio è particolare perché nasce dalla confluenza di diversi gruppi provenienti da diverse parti di Italia, accomunati dalla comune impresa del lavoro di bonifica. Nel libro Dalle paludi a Littoria , il medico Vincenzo Rossetti scrive alle figlie che il suo scritto serve “ perché possano ricordare e possano dire ai loro figli di quanto noi e tutti siamo debitori a coloro che della Palude malfamata fecero un giardino fiorito…perché possiate conoscere i duri sacrifici sopportati dai vostri nonni che volontariamente si trasferirono in una zona, ove regnavano desolazione e morte, per aiutare a vivere coloro che preparavano a questa nostra Terra il radioso presente che oggi viviamo”. Ma una vera identità di questo gruppo di persone, il site-lieu della Cauquelin , inizia a venire modellato solo con Pennacchi e la sua narrazione. Un percorso che va ora interiorizzato. Può fornirci qualche esempio? “Ad esempio, i 32 ragazzi che partecipano al progetto, 8 per ogni scuola, seguiranno degli incontri con esperti che spiegheranno come si svolge una ricerca storica, come si gira e monta un video e approfondiranno concetti come la differenza tra descrivere, analizzare e interiorizzare la propria storia ” Perché avete scelto il formato video per il progetto? “Perché è un progetto che guarda alla storia passata del territorio, ma deve essere elaborato con gli strumenti del presente” Nel progetto avete dunque coinvolto diverse personalità del territorio “Sì, tra tutte spicca il nome di Antonio Pennacchi, ma ci sono altri che hanno prestato le loro professionalità per aiutare i ragazzi nel loro percorso. Come prescrive il bando riportiamo anche le opere strutturali e artistiche di Gino Clerici, Valentino Cencelli e Oriolo Frezzotti” Quest’anno avete anche avuto il riconoscimento di essere il miglior istituto tecnico commerciale della Provincia di Latina per come preparate al mondo del lavoro i giovani “Sì secondo l’indagine Eduscopio della Fondazione Agnelli, in ambito economico abbiamo l’indice di occupazione più alto, è il 61% con un’attesa per un contratto significativo, di 219 giorni. Il nostro progetto sulle Paludi Pontine riprende proprio quest’attitudine ad avviare al mondo del lavoro perché i ragazzi coinvolti apprendono sia nozioni teoriche che abilità pratiche” Quando pensate che sarà concluso il progetto? “Covid permettendo, abbiamo in programma una prima presentazione a fine febbraio, mentre per l’evento finale saremmo pronti a fine primavera”

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Educazione, cura degli animali e percorsi finalizzati all’adozione

Attività di educazione cinofila e cura dei cani, custodia e cura dei gatti, pulizia delle strutture e percorsi finalizzati all’adozione degli animali. Sono tra le principali richieste contenute nelle linee di indirizzo approvate dall’Amministrazione in preparazione della gara a evidenza pubblica per la gestione del Parco Rifugio Canile-Gattile del Comune di Milano per i prossimi tre anni. Nello specifico il documento, redatto in vista della scadenza del contratto in corso (31 dicembre 2020), prevede che i candidati alla gestione della struttura di via Aquila si occupino dell’attività di custodia e cura del benessere della popolazione canina ospitata, la realizzazione di attività di inserimento dei nuovi ingressi e di recupero e riabilitazione comportamentale dei cani finalizzate a una loro adozione, il trasporto degli animali da e verso le cliniche veterinarie, la custodia e la pulizia delle strutture e delle aree comuni. Per il padiglione riservato ai gatti, i gestori dovranno occuparsi di tutte le attività di custodia e di cura della popolazione ospitata, dell’inserimento dei nuovi ingressi e della loro adozione, della custodia e pulizia delle strutture e dell’acquisto di cibo e lettiera per gli animali presenti. Infine verrà assegnata in gestione la Direzione sanitaria della struttura e tutti i servizi veterinari finalizzati al benessere sanitario e psicologico dei cani e dei gatti, ceduti dal proprietario per gravi motivi, sequestrati o rinvenuti vaganti (in seguito al periodo di osservazione da parte dell’ATS), in attesa dell’adozione. Per l’affidamento dei servizi, per un costo complessivo stimato in oltre due milioni di euro (1.350.000 euro per il canile, 432.000 euro per il gattile e 342.000 euro per i servizi sanitari), si procederà tramite gara ad evidenza pubblica sopra soglia in ambito UE, mediante procedura aperta, con il criterio di aggiudicazione a favore dell’offerta economicamente più vantaggiosa sulla base del miglior rapporto qualità prezzo, attribuendo fino a un massimo di 70 punti per l’elemento qualitativo e fino a un massimo di 30 punti per l’elemento prezzo. Canile e gattile potranno essere aggiudicati anche a un unico soggetto, mentre la Direzione Sanitaria dovrà essere affidata a un gestore terzo. Sulla base dell’esperienza maturata dall’inaugurazione della struttura a oggi, viene confermata la necessità di prevedere nella gestione della struttura una stretta interconnessione tra l’attività di educazione cinofila e la cura dei cani ospiti del Parco-Canile, con un incremento delle ore dedicate ai percorsi finalizzati all’adozione, finalità primaria del servizio.

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Perché le camere non si adoperano per creare un grande intergruppo parlamentare sull’educazione?

Perché le camere non si adoperano per creare un grande intergruppo parlamentare sull’educazione? Un momento di unità nazionale nel quale, tuttavia, i toni critici sono inevitabili. Soprattutto quando si tratta di ricostruire e curare un Paese ferito nella salute non solo fisica: vedremo nei mesi e anni a venire quali saranno gli strascichi di questo periodo, soprattutto nelle menti dei nostri bambini. Un periodo apparentemente immenso soprattutto per i più piccoli, per i quali anche pochi mesi rappresentano un tempo dilatato. Quella che purtroppo continua a mancare è la coscienza dell’esigenza di accettare un margine di rischio. Nell’attesa del rischio zero stiamo tenendo sospesi 8 milioni di studenti, cui serviva dall’inizio un’unica risposta: in un modo o nell’altro, della scuola come luogo fisico di crescita non farete a meno. Nel mondo in cui non si accetta più l’imprevisto, non c’è nemmeno spazio per abbattere steccati e ampliare orizzonti. L’Italia oggi ha bisogno delle 40 Mila scuole statali e delle 12 mila scuole paritarie per permettere agli 8 milioni di studenti di rientrare in classe a settembre. Gli spazi delle 12 mila scuole paritarie servirebbero a soddisfare le esigenze di buona parte degli studenti italiani. Perché il Governo non chiama questo patrimonio a raccolta, nella coscienza che se è a disposizione di tutti, la scuola può ripartire? L’idea dello stato paternalista è, purtroppo, talmente forte da mettere da parte l’esigenza educativa che si sta trasformando in un vero e proprio trauma generazionale. Andiamo al ristorante, ma i bambini mangeranno al banco con una lunch box. Le relazioni dei grandi non si toccano, quelle dei bambini possono aspettare. Come ricorda Maurizio Lupi, 850 mila studenti da sei mesi non hanno preso in mano un libro e a pagare la chiusura delle scuole sono stati i ragazzi più deboli. Nell’educazione è fondamentale il rapporto che si crea tra docente e alunno. Ma pare che l’unico pensiero sia per la didattica a distanza e il distanziamento sociale. Manca completamente il desiderio di considerare la tematica educativa nella sua interezza. Oramai la coscienza del problema, da parte dei cittadini, è completamente bipartisan. Perché le camere non si adoperano per creare un grande intergruppo parlamentare sull’educazione? Continuano ad essere giorni ed ore delicate, questi, come ci ricorda Suor Anna Moia Alfieri. “A quaranta giorni dalla riapertura della scuola è evidente che, se questa riparte, sarà a doppia velocità, per alcuni allievi sì e per altri no, in alcune regioni sì ed in altre no. L’Italia non può aspettare che il Movimento 5 stelle cambi nuovamente idea o perda i pezzi … Mossa intelligente sarebbe farsi da parte e consentire agli alleati e alle opposizioni di far ripartire la scuola”. Quali soluzioni? Secondo l’esperta di politiche scolastiche il Ministro potrebbe emanare una circolare affinché i vari Direttori generali dei singoli Uffici scolastici abbiano chiaro, entro fine luglio, il fabbisogno di aule e docenti per l’anno scolastico. Lo scopo è chiedere alle scuole paritarie che ne hanno la possibilità di siglare patti educativi che prevedano una collaborazione fra paritarie e statali nella quale vengano condivisi spazi e risorse, in modo tale da soddisfare le esigenze di tutti gli studenti, stabilizzando infine i docenti precari che sono in classe da più di cinque anni. Questo, ad esempio, sarebbe un modo agile e non ideologico per ripartire a settembre con una scuola efficiente, in sicurezza e a servizio di bambini e ragazzi. “Il Covid ci costringe ad un’astuzia della ragione – conclude Suor Anna Monia Alfieri – che pone l’Italia di fronte ad un bivio: dare autonomia alle statali, libertà alle paritarie e rendere finalmente il nostro un sistema scolastico integrato. Solo così la scuola riparte per tutti gli 8 milioni di studenti, altrimenti non solo non riparte per tutti, ma riparte a doppia velocità”. Attualmente, lo scenario di settembre è il presente: parte la paritaria per chi può pagare la libertà, perché godendo di autonomia può fare programmazione; partono le statali nelle aree geografiche più avvantaggiate; per gli altri il sistema scolastico non riparte. “Quindi da un sistema scolastico iniquo si passa ad un sistema scolastico ove il diritto all’istruzione è solo per qualcuno”.   Alessandro Pavanati

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