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Forza Nuova Lombardia lascia Forza Nuova

Forza Nuova lombardia lascia Forza Nuova. La comunità militante forzanovista lombarda e tutti i suoi responsabili lasciano Forza Nuova. Dopo anni di militanza tra le fila di Forza Nuova, siamo costretti a prendere atto che sono venuti meno i presupposti per continuare la lotta inquadrati nella struttura guidata da Roberto Fiore. Coerentemente con la promessa solenne che tutti gli anni, il 29 settembre, rinnoviamo, in linea con la formazione militante che abbiamo fatto nostra e in piena coscienza, abbiamo preso questa dolorosa decisione nel momento in cui le scelte del segretario nazionale e di alcuni alti dirigenti, nei fatti, non possono più considerarsi coerenti con i valori fondanti di FN. Giudichiamo l’attuale Forza Nuova uno strumento non più adatto al perseguimento di quegli obiettivi per cui era stata fondata e, per questo motivo, aderiamo alla “Rete delle comunità forzanoviste” all’interno della quale condivideremo le scelte che giudicheremo più adatte per continuare a dare il nostro contributo per la Ricostruzione Nazionale. Sottoscritto e firmato da tutte le sezioni: FN Bergamo, FN Brescia, FN Como, FN Cremona, FN Groane, FN Lecco, FN Lodi, FN Lumezzane, FN Mantova, FN Martesana, FN Milano, FN Milano sud, FN Monza e Brianza, FN Pavia, FN Varese, FN Varese sud. Forza Nuova lombardia lascia Forza Nuova, ma non è la sola comunità di attivisti che abbandona Roberto Fiore. Anche altre comunità, come riportato dall’Ansa, hanno compiuto la stessa mossa. Gli attivisti romagnoli di Forza Nuova abbandonano “la struttura politica guidata da Roberto Fiore“. Lo annunciano gli stessi attivisti del movimento di destra, in una nota firmata da Forza Nuova Romagna e dalle sezioni di Ravenna, Faenza, Forlì, Cesena, Rimini, Valmarecchia e Valconca poichè, scrivono, “l’attuale Forza Nuova non ha più gli attributi necessari a condurre il popolo verso una vera lotta di opposizione al sistema“. A giudizio degli esponenti forzanovisti romagnoli, “per oltre 20 anni siamo stati protagonisti sulla scena politica locale” ma “oggi, con la presente, siamo a comunicare la decisione unanime di abbandonare la struttura politica guidata da Roberto Fiore“. E questo perché, registrano, vi è una “incoerenza e inaffidabilità della segreteria nazionale” anche sulla “linea generale divenuta oramai antitetica allo stile ordinato e disciplinato che ci ha sempre contraddistinto“.  

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Se sei nero ti tirano le multe

Se sei rosso invece no. O almeno così sembrerebbe, visto che non è giunta notizia di sanzioni comminate ai militanti di sinistra che il 25 aprile, in via Torricelli e nei pressi di viale Padova, si sono  radunati per ricordare i loro caduti. Verificheremo. Diversa sorte è invece toccata ai tre rappresentanti di CasaPound, Forza Nuova e Lealtà Azione che ieri, rispettando tutte le prescrizioni di sicurezza richieste dall’emergenza coronavirus, si sono recati in via Paladini per deporre una corona sotto il murales dedicato alla Memoria di Sergio Ramelli. Ad attenderli c’erano alcuni funzionari de la DIGOS che li hanno denunciati, multandoli di 400 euro a testa (280 se pagati subito) per per aver contravvenuto alle disposizioni per il contenimento del contagio del covid19. Multato anche il fotografo che li aveva accompagnati per fare qualche scatto della cerimonia. Unanime la condanna di quanto avvenuto da parte di tutte le forze del centrodestra milanese. L’europarlamentare di Fdi, Carlo Fidanza, ha infatti definito l’azione, “Un’applicazione ottusa delle normative anti-Covid che evidentemente valgono a senso unico, poiché non ci risulta che lo stesso zelo sia stato applicato a chi ha celebrato il 25 aprile, in qualche caso con violenza”. Alessandro De Chirico, consigliere Comunale di Forza Italia, ha invece sottolineato, “Le prescrizioni governative vanno rispettate sempre: il 25, come il 29 o il primo maggio. Mi auguro che da domani ci siano rigidi controlli anche nelle vie di quartieri dimenticati dalle Istituzioni dove quotidianamente ci sono scorribande di gruppi rom e di varie etnie, per non parlare di spaccio e di assembramenti incontrollati. Questo per dire che ci sono cose ben più gravi della deposizione di una corona in memoria di un ragazzo barbaramente massacrato“. Per la Lega si è invece espresso il Consigliere Comunale e Regionale Max Bastoni, dichiarando, “Se tre persone che portano una corona di fiori alla lapide di Sergio Ramelli vengono sanzionati dalla Digos, appostata dietro l’angolo, vuol dire che Milano ha raggiunto livelli persecutori inimmaginabili verso la memoria di questo ragazzo che a distanza di decenni fa ancora paura“. Anche Casa Pound Milano, Forza Nuova Milano e Lealtà Azione Milano hanno in seguito emesso una nota dichiarando: “Nonostante i nostri militanti abbiano rispettato a pieno le indicazioni per il contenimento dell’epidemia da coronavirus, con distanziamento sociale e mascherina, i 3 delegati e il fotografo sono stati multati per violazione delle prescrizioni atte al contenimento del rischio epidemiologico. Il giusto rispetto per le tante vittime del virus in Lombardia e in tutta Italia non può far passare sotto silenzio che, ancora una volta, in Italia esistono morti di serie A, per i quali è lecito svolgere cortei in tutta Italia in spregio a qualsiasi normativa, e morti di serie B, per i quali non è consentita nemmeno la posa di una corona“. Le tre formazioni politiche hanno quindi annunciato che presenteranno ricorso contro le sanzioni elevate ai loro militanti.  

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Forza Nuova: partigiani sui balconi a cantare, noi negli ospedali ad aiutare

“Il 25 aprile non canteremo Bella Ciao e certamente non staremo a casa” lo sottolinea in una nota Forza Nuova, aggiungendo, “Il ridicolo appello dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia di celebrare il 25 aprile intonando una canzone divisiva e che richiama a una delle pagine più buie della storia italiana, quella tra l’8 settembre e la fine della guerra, suona assurdo, offensivo e completamente fuori da una realtà che vede 60 milioni di italiani reclusi in casa da oltre 2 mesi, in balia di una classe dirigente che ha fallito su tutta la linea”. “Non hanno tenuto il virus fuori dall’Italia chiudendo i confini – continua il movimento di destra – hanno operato tagli lineari alla sanità riducendo posti letto, chiudendo i piccoli ospedali e diminuendo il numero di medici in attività, causando, ad oggi, più di 25mila morti; hanno gettato il nostro paese nella più profonda crisi economica dal dopoguerra con un folle lockdown imposto dalle direttive di sinistri personaggi come Walter Ricciardi e di task force di tecnici inadeguati che hanno detto tutto e il contrario di tutto dall’inizio dell’emergenza”. “Non canteremo Bella Ciao, come sempre”, ribadiscono, aggiungendo, “non celebreremo il 25 aprile, come sempre; e non staremo sui balconi ma ovunque, nelle strade, negli ospedali, nei centri di volontariato, nella prima linea dell’emergenza sanitaria ed economica che affligge il nostro paese, come abbiamo sempre fatto sin dall’inizio della pandemia. Siamo medici e operatori sanitari, lavoratori del commercio e autotrasportatori, studenti e disoccupati, volontari inseriti in associazioni di aiuto alle famiglie italiane dimenticate dallo Stato”. “Soprattutto militanti di una realtà che da sempre si batte al fianco del popolo italiano – conclude la nota – E che anche questo 25 aprile sarà al fianco di chi è stato umiliato e tradito, anche dai suoi sedicenti eroi: non temete”.

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Iniziata la distribuzione di pacchi alimentari per Pasqua

Iniziata la distribuzione di pacchi alimentari per questa drammatica Pasqua. Un’iniziativa periodica di Solidarietà Nazionale che torna anche in questo momento di grave crisi sociale ed economica oltre che sanitaria: Da lunedì 6 a sabato 11 aprile, Solidarietà Nazionale consegnerà a domicilio i consueti pacchi alimentari per le famiglie italiane in difficoltà. Il rispetto delle prescrizioni sanitarie legate all’emergenza coronavirus non può infatti in alcun modo far passare in secondo piano la crisi sociale ed economica che in diverse parti del nostro paese è già una tragica realtà. È un momento difficile per tutti, ma soprattutto per quelle migliaia di famiglie che i volontari di Solidarietà Nazionale aiutano con i pacchi alimentari ogni mese. Il nostro impegno è indirizzato ad alleggerire le difficoltà e donare un po di serenità, in questa Santa Pasqua, alle famiglie italiane più bisognose. Un impegno che SN svolge ininterrottamente da diversi anni e che è volto a ridare dignità e forza agli italiani discriminati da scelte politiche ed economiche scellerate e antinazionali.

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Segre sotto scorta. Forza Nuova: mai inteso attaccarla, quereleremo calunniatori

Durante il Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza che si è tenuto martedì il prefetto Renato Saccone ha deciso di assegnare una scorta alla senatrice a vita Liliana Segre, che, da ieri, ha due carabinieri che la accompagnano in ogni spostamento. La decisone è stata presa in seguito alle minacce ricevute via web dall’ex deportata ad Auschwitz (per le quali la Procura di Milano ha aperto un’inchiesta contro ignoti affidata al Dipartimento antiterrorismo) e per lo lo striscione di Forza nuova esposto nel corso di un appuntamento pubblico a cui partecipava nel Municipio 6. Un’episodio che, per voce la segretaria metropolitana Silvia Roggiani il PD milanese ha definito  una “provocazione inaccettabile e intollerabile. L’oltraggio dei neofascisti di Forza Nuova è indegno, perchè offende tutti noi e la memoria antifascista di Milano, citta’ medaglia d’Oro alla Resistenza“. Dalla segreteria di Forza Nuova Milano è però arrivata una secca smentita al fatto che vi fosse un collegamento fra lo striscione esposto e la presenza della Senatrice Segre, “Non è mai stata nostra consuetudine prendercela con le donne soprattutto se anziane e non era certo rivolto a lei lo striscione che abbiamo affisso davanti al municipio 6” scrivono, aggiungendo “E’ piuttosto il PD e, più in generale la sinistra, ad avere l’abitudine di sfruttare donne anziani e bambini per fare politica, così come ha fatto nel municipio 6 invitando la signora Segre per deviare l’attenzione dalle proprie malefatte politiche“. Dal partito di destra precisano che il loro intento era “richiamare l’attenzione sui recenti fatti di cronaca, relativi al racket occupazioni organizzato in zona da parte di esponenti dei centri sociali” e concludono ribadendo “il concetto espresso sullo striscione esposto ieri mattina davanti al Municipio: Sala ordina, l’antifa agisce, il popolo subisce“. Il leader del Partito, Roberto Fiore, ha invece definito quanto accaduto: “Idiozia e calunnia soprattutto se fosse vero che a causa dello striscione il comitato per l’ordine pubblico ha dato alla Segre una scorta“, annunciando conseguenze legali per “tutti coloro che hanno accostato lo striscione a Segre creando un allarme sociale e diffamandoci“.

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L’Associazione Evita Peron ricorda Norma Cossetto

Nella notte fra venerdì e sabato le militanti dell’associazione Evita Peron, il dipartimento femminile di Forza Nuova, con una breve ma sentita cerimonia, hanno reso omaggio alla memoria Norma Cossetto nei giardinetti che le sono stati dedicati nei pressi di viale Umbria. Data scelta perché fu proprio nella notte del 5 ottobre del ’43 che venne rinvenuto il corpo della giovane martire,  universitaria istriana, figlia di gerarca fascista, la cui unica colpa fu quella di amare la propria Patria e di non aver mai rinnegato conscia del fatto che sarebbe stata uccisa. E così fu, venne prelevata dai partigiani titini per sottoporla ad interrogatorio; il giorno successivo venne prelevata di nuovo senza fare più ritorno a casa: venne seviziata e violentata ripetutamente per giorni fino a quando, assieme ad altri civili, fu gettata viva in una foiba. Per decenni la sua storia, come quella di tutti gli esuli friulani, fu tenuta nascosta come i ‘vincitori’ volevano; l’otto febbraio del 2005 l’allora Presidente della Repubblica insignì Norma Cossetto della Medaglia d’oro al merito civile. Ancora oggi la sua storia viene spesso volutamente dimenticata per insabbiare gli orrori perpetrati dai partigiani titini nei confronti degli italiani di Istria Fiume e Dalmazia, ancora oggi rinnegano gli orrori dell’epoca, ancora oggi gli studenti pongono la domanda “Prof, a che pagina le foibe?“.  

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