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Fratelli d’Italia candida Giorgio Squinzi per la Medaglia d’oro alla memoria

Fratelli d’Italia al Comune di Milano candida Giorgio Squinzi, imprenditore patron della Mapei ed ex presidente di Confindustria scomparso ieri, alla Medaglia d’oro alla Memoria, una delle massime onorificenze dell’amministrazione che viene consegnata il 7 dicembre nel corso della cerimonia degli Ambrogini d’oro. La proposta arriva dal consigliere del partito Andrea Mascaretti, che ha proposto la candidatura al presidente del Consiglio comunale Lamberto Bertolè. “Ho candidato Giorgio Squinzi alla Grande Medaglia d’oro alla memoria per tutto quello che ha fatto per Milano e perché era un milanese che ha dato grande lustro alla città – ha commentato-. Giorgio Squinzi era un amico, un grande imprenditore italiano, un mecenate generoso, uno sportivo vero, un uomo di saldi principi e grandi valori, un gigante. Una perdita enorme per il nostro Paese“.    

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Fratelli d’Italia vuole modificare il testo della “dichiarazione antifascista”

Con un l’intervento in articolo 21 svolto nel corso della seduta del Consiglio Comunale di lunedì, il Consigliere di Fratelli d’Italia Andre Mascaretti, ha implicitamente confermato l’intenzione del suo partito di tentare di modificare il testo della cosidetta “dichiarazione antifascista“, che tutti i cittadini sono costretti a sottoscrivere per avere rapporti con la Pubblica Amministrazione, facendosi forte dell’invito fatto a tutti gli stati membri dell’UE dal Parlamento Europeo di “formulare una valutazione chiara e fondata su principi riguardo ai crimini e agli atti di aggressione perpetrati dai regimi totalitari comunisti”. Mascaretti, ha esordito proprio richiamandosi a questa, per poi elencare tutte le vittime, italiane e non, di regimi e persecuzioni comuniste, ricordando quando, nel 2007, come Assessore del Comune di Milano fu presente alla posa una lapide per ricordare le vittime italiane del totalitarismo, nel Cimitero Memoriale di Levashovo, nei pressi di S. Pietroburgo, sorto sul luogo dove furono fucilati e sepolti in fosse comuni migliaia di innocenti perseguitati negli anni delle grandi purghe di Stalin. Mascaretti, secondo cui è dovere del Consiglio Comunale “rendere giustizia a quelle vittime“, ha concluso auspicando che nessuno faccia dei distinguo per giustificare la gravità dei crimini commessi da quelle dittature. Un’auspicio caduto nel vuoto quello dell’esponente del partito della Meloni. Infatti, il primo a prendere la parola per ribattere alle sue dichiarazioni è stato Carlo Monguzzi Consigliere del PD, che ha ironizzato dicendo che “questo argomento non interessi assolutamente a nessuno“e che sono cinquant’anni che sente gente di destra sostenere tesi simili per poi sparire. Basiglio Rizzo, Consigliere di Rifondazione Comunista, gli ha invece risposto con un classico: “I conti con i fascisti l’Italia li ha fatti il 25 aprile del 1945” aggiungendo che è grazie ai comunisti se lui può raccontare in aula una storia diversa da quella che c’è stata nel nostro paese”. Paolo Limonta, Consigliere Comunale di Milano Progressista, lo ha invece liquidato dicendo: “E’ difficile potere accettare lezioni da chi ha aderito a un partito che non ha mai rinnegato il fascismo“. Nonostante i distinguo che sono comunque venuti da parte della maggioranza, a quanto è dato sapere, non è intenzione di Mascaretti ne’ del suo partito di recedere dai loro propositi.  

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Forza Italia e Fratelli d’Italia contro il blocco dei diesel Euro 4

“Questa mattina, parlando del blocco ai diesel Euro 4 a partire da ottobre imposto con Area B, il sindaco Sala ha affermato serafico che ‘quella è la via’ intrapresa dalla sua amministrazione. In questo modo la giunta milanese mette in difficoltà centinaia di migliaia di automobilisti che non hanno avuto tempo a sufficienza per sostituire il proprio veicolo“. Commenta Gianluca Comazzi, capogruppo di Forza Italia in Regione Lombardia, in merito a quanto dichiarato dal Sindaco Sala su Area B, la grande Ztl che circonderà interamente Milano e che, dal 1° ottobre vieterà l’accesso in città anche ai diesel Euro 4. Comazzi ha qundi sottolineato quanto fatto da Regione Lombardia con Move-In, “una politica lungimirante e di buonsenso, contro un approccio ideologico e approssimativo del Comune. Con Move-In, la Regione consentirà ai cittadini che percorrono meno di 9mila chilometri all’anno di ottenere una deroga alle limitazioni previste nell’Accordo di Bacino Padano con l’installazione di una scatola nera“. Sul tema, il capogruppo azzurro in Comune, Fabrizio De Pasquale, ha sottolineato come “a Milano, questa Ztl non abbia prodotto alcun abbattimento delle polveri, come testimoniano i dati Arpa, rispetto a fuori di Area B. Eppure il Comune si ostina a ad applicarla e a spendere per le telecamere, mentre regna la massima confusione sulle deroghe e sugli ingressi consentiti, poiché Milano applica regole diverse dalla Regione e non consente l’uso delle scatole nere“. De Pasquale conclude chiedendo “una deroga di un anno in considerazione della crisi economica in arrivo che non consentirà a famiglie e imprese di spendere per mezzi nuovi“. Andrea Mascaretti, Consigliere Comunale di Fratelli d’Italia si è rivolto ai milanesi con un post su Facebook iannunciando: “è in arrivo un nuovo REGALO della Giunta Sala: dal 1° ottobre non possono più circolare in AreaB i veicoli: Euro 4 diesel senza Fap, Euro 3-4 diesel con Fap di serie e campo V.5 maggiore di 00045 g/Km, Euro 4 diesel con Fap di serie e campo V.5 senza valore“. “Se le case automobilistiche producono auto inquinanti è colpa loro e dei governi che lo hanno consentito – prosegue – non dei cittadini che, fidandosi le hanno acquistate! Non possono ricadere sui milanesi tutti i costi, bisogna risarcirli per questo danno economico!” “Chi è ricco ha sempre l’auto nuova, chi ha un’auto vecchia è perchè non può permettersi di cambiarla – concludendo – le pubbliche amministrazioni devono fare la loro parte: non consentire di produrre mezzi inquinanti (in tutto il ciclo di vita) e dare incentivi ai cittadini affinchè aquistino mezzi di trasporto a basso impatto ambientale“. In merito alla questione si è espresso anche il Presidente dell’Automobile Club di Milano, Geronimo La Russa: “Si introduca subito la ‘scatola nera’ che possa consentire un limitato chilometraggio, e non il blocco totale, a chi utilizza poco la propria auto considerata inquinante” ha detto, sottolinenado, “Assicurare la mobilita’ a chi percorre limitate distanze nel corso dell’anno evita di penalizzare fasce di popolazione pesantemente colpite da questo provvedimento. E’ un modo per tutelare chi non ha le risorse per provvedere al cambio dell’auto“.  

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Sala in periferia, De Chirico: una passarella

Sala in periferia, De Chirico: una passerella. E Gioventù Nazionale ha colto l’occasione per ricordare al primo cittadino l’immobile degradato progettato da Renzo Piano. Le uscite in periferia nei municipi di centro destra continuano dunque: una strategia ben chiara e che unisce lo storytelling del sindaco ossessionato dalle periferie a un’attività di propaganda politica nei municipi persi dalla sinistra alle ultime elezioni. Insomma, una classica mossa alla Sala: pratica e furba allo stesso tempo. Il centrodestra critica come può l’iniziativa, cercando cioè di evidenziarne i limiti: “Questa mattina il sindaco Sala si è recato in via del Turchino e in zona Ponte Lambro, senza che gli esponenti istituzionali del Municipio 4 fossero invitati – forse per dimostrare, se ce ne fosse ancora bisogno, quanto poco vengono considerati se amministrati dal centrodestra -, per incontrare i comitati vicini al centrosinistra e con al seguito alcuni colleghi del PD. Questi ultimi, presidenti delle Commissioni Casa – Simonetta D’Amico – e Urbanistica – Bruno Ceccarelli -, avrebbero potuto invitare il sindaco al sopralluogo organizzato poco prima a Cascina Merezzate – ha contestato Alessandro De Chirico, consigliere comunale di Forza Italia – Un Primo cittadino con l’ossessione per le periferie dovrebbe recarsi nei quartieri non solo con al seguito la claque, ma anche quando a invitarlo sono quei milanesi che quotidianamente denunciano lo stato di degrado e di abbandono di via Bonfadini, via Zama, via Medici del Vascello, via Pestagalli. Cittadini che si sentono di serie B, dimenticati da un sindaco molto bravo a farsi fotografare nel bello, ma mai mentre interviene dove ci sono problemi“. Anche Gioventù Nazionale, vivaio di Fratelli d’Italia, è intervenuta: “A Ponte Lambro (quartiere del Municipio 4 di #Milano) esiste un immobile comunale, incompiuto e progettato dall’Archistar e Senatore a vita Renzo Piano. L’edificio è utilizzato come discarica abusiva e trovano rifugio spacciatori e clandestini. La situazione è insostenibile per i residenti e per lo stesso quartiere, riqualificato pochi anni fa. Questo immobile doveva essere il simbolo della rinascita di Ponte Lambro. Oggi, abbiamo ricordato al Sindaco Beppe Sala, in visita al quartiere per una delle sue campagne marketing, che c’è un problema e deve essere risolto, senza girarci attorno con le passeggiate“. Riuscirà lo stesso la propaganda di Sala?  

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Fratelli D’Italia manifesta contro la moschea in via Esterle

Fratelli D’Italia, nel corso di un gazebo svolto ieri in via Padova, ha presentato ai residenti le 18 osservazioni contenenti le tesi contrarie alla moschea in via Esterle, prevista nel Piano di Governo del Territorio.  Nonostante lo scarso preavviso dato e il bel tempo che consigliava altre attività, numerosi cittadini si sono presentati ad ascoltare le spiegazioni date dagli esponenti del partito di Giorgia Meloni e per firmare  a sostegno dell’iniziativa che, potrebbe portare allo stralcio dei ex Bagni Pubblici di via Esterle dal piano moschee voluto dalla Giunta Sala per il Comune di Milano. Presenti l’On.Marco Osnato e il Presidente della Commissione Sicurezza del Municipio 2 Riccardo Truppo che hanno spiegato, “Faremo di tutto per evitare che via Padova si trasformi in un ghetto Dopo il deposito delle osservazioni, abbiamo in programma una grande manifestazione per informare i residenti sullo stato della procedura e passare la palla alla Regione che dovrà colmare un vuoto normativo sulle distanze minime tra luoghi di culto e non solo“. “Siamo contrari al progetto ghetto targato Sala” ha ribadito Truppo, concludendo, “il Sindaco vuole la Moschea? La metta sotto casa sua!“.  

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La battaglia social di Fratelli d’Italia contro Corvetto Odia

La battaglia social di Fratelli d’Italia contro Corvetto Odia. Francesco Rocca, FdI, ha intrapreso una battaglia social contro la pagina Corvetto Odia, un ritrovo di anarchici dediti ad appelli a favore della scarcerazione di personaggi pericolosi. Come di video decisamente poco moderati come quello dal titolo “fuoco ai CPR“. Una pagina che rispetta il suo nome, nei post infatti si sparge odio in ogni modo e su diverse tematiche. Il rappresentate di Fratelli d’Italia aveva chiesto ai suoi contatti su Facebook di segnalare la pagina al social network, diversi utenti però hanno ricevuto una risposta sorprendente: “La pagina non viola gli standard della comunità”. Al massimo è chi si è sentito offeso che può smettere di seguire Corvetto Odia. Ma la battaglia social di Fratelli d’Italia contro Corvetto Odia non si è fermata lì. Rocca ha continuato a segnalare contenuti sgradevoli ed è riuscito ad ottenere intanto una piccola soddisfazione: la rimozione di una foto particolarmente offensiva anche per gli standard di Facebook. Un piccolo passo, ma almeno è un passo in direzione di una vita digitale meno astiosa. Per chiarire quanto questa pagina sia un punto di riferimento per la galassia degli anarchici pericolosi (perché attivi non solo con comunicati, scritti e idee) basta leggere il resoconto di una delle loro ultime attività. Nel dettaglio si parla di una visita ai loro compagni in carcere: “Sono accusati di attentato con finalità di terrorismo per l’invio di 3 pacchi esplosivi a Roberto Maria Sparagna e Antonio Rinaudo, pubblici ministeri torinesi da anni dediti alla persecuzione di anarchici, e Santi Consolo, ex direttore del Dipartimento Amministrazione Penitenziaria (Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria). Due di loro, Robert e Giuseppe, sono stati rinchiusi a Opera, confermando una recente tendenza: portare in carceri con sezioni di 41bis compagni non classificabili per quel regime, ma ai quali evidentemente vogliono farlo avvertire”.

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