giuseppe lardieri

Parole pesanti in Municipio 9: il consigliere pubblica l’audio

Parole pesanti in Municipio 9: il consigliere pubblica l’audio. Un gesto insolito per parole pesanti volate tra eletti del Municipio 9, tanto da convincere Stefano Indovino, consigliere municipale del Pd, a pubblicarle su Facebook come una vera e propria denuncia del clima che si respira in via Guerzoni 38. “Stai attento a quello che dici Indovino perchè guarda che stai iniziando a passare un brutto guaio te”. Ho aspettato a pubblicare questo video – che riporta alcune parti di un intervento in aula – perché speravo arrivassero delle scuse e delle prese di posizione. Dopo cinque giorni (e un Consiglio di Municipio di mezzo) mi pare evidente che non ci sia questa volontà da parte dei partiti di destra. Lunedì scorso in Commissione il Consigliere di Forza Italia La Loggia per ben due volte ha minacciato prima tutti i Consiglieri di opposizione e poi direttamente me quando sono intervenuto per sottolineare la gravità della situazione. Frasi gravi dette in un’aula istituzionale, seppur convocata in seduta virtuale, mentre il Presidente della Lega minimizzava dicendo che erano solo frasi “colorite” e gli altri colleghi sono rimasti zitti. In queste settimane in cui ci sarebbe bisogno di buona politica abbiamo sentito bestemmie e offese, mancavano le minacce. Noi nel frattempo aspettiamo sempre la convocazione delle Commissioni Educazione e Politiche Sociali bloccate da lotte politiche all’interno della maggioranza che neppure di fronte al Covid ha saputo metterle da parte per far lavorare il Consiglio. Concludo auspicando che il Consigliere che ha pronunciato quelle minacce prenda atto della gravità di quanto da lui affermato e si dimetta. Non c’è spazio per questi metodi intimidatori nelle istituzioni democratiche. PS Se condividete il post ci aiutate a far sapere in che mani è caduto il #Municipio9. Manca ormai un anno alle elezioni ed è bene che si sappia che oltre a non governare i nostri quartieri sono gestiti da chi ha modelli non compatibili con la nostra amata Milano.

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Fallimento del Comune sulla spesa di quartiere a domicilio

Fallimento del Comune sulla spesa di quartiere a domicilio. Le buone intenzioni c’erano pure, ma l’assessore Tajani non è stata in grado di concludere. L’idea era venuta anche a noi dell’Osservatore e ad alcuni Municipi: per sostenere sia i cittadini che le attività del territorio si compilava una lista dei negozi di quartiere aperti e disponibili a consegnare a casa la merce. I piccoli negozi potrebbero così recuperare parte dei clienti abituali, i cittadini non sarebbero costretti a file chilometriche al supermercato, insomma ne guadagnerebbero tutte le parti. Compresa la collettività, parola che surrealmente è diventata sinonimo di fascismo in questi tempi, visto che meno ci si muove, meno c’è il rischio che aumentino i morti. Per una volta insomma molti consiglieri municipali avevano un’ottima occasione per dimostrare di conoscere il territorio e di volersene occupare come fatto dai Municipi 2, 4 e 9. E il Comune alla fine della scorsa settimana ha chiamato a raccolta i presidenti di Municipio per annunciare l’intenzione di creare un sito internet comunale proprio per promuovere la spesa di quartiere a domicilio. Un portale che grazie alla geolocalizzazione poteva dare le indicazioni rapidamente e con efficacia. Ma Cristina Tajani, assessore comunale alle Attività produttive, e la sua macchina sono lente. Troppo lente. E queste lentezze sanciscono il fallimento del Comune sulla spesa di quartiere a domicilio. I presidenti si sono ritrovati con un “prima o poi arriviamo” giudicato inaccettabile. “Questa è una cosa che va fatta subito, non tra uno o due mesi” ha spiegato Paolo Guido Bassi, presidente del Municipio 4, e anche Samuele Piscina (2) e Giuseppe Lardieri (9) hanno deciso che aspettare sarebbe stato controproducente. Quindi si sono mossi in autonomia come per altro già fatto da alcune social street su Facebook: le liste stanno circolando e continueranno ad aumentare, nonostante il fallimento del Comune sulla spesa di quartiere a domicilio.

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Coronavirus: la bella reazione del Municipio 9 alla crisi

Coronavirus: la bella reazione del Municipio 9 alla crisi. Ci illudiamo di aver partecipato alla nascita di questa idea che giunta e Consiglio di Municipio hanno reso pubblica oggi: un elenco di attività e negozi di quartiere che portano la spesa a casa. Sull’Osservatore avevamo auspicato proprio una reazione simile all’emergenza Coronavirus, un piccolo ma importante lavoro per sostenere la cittadinanza e l’economia del territorio. La giunta Giuseppe Lardieri, con l’appoggio dell’opposizione guidata da Stefano Indovino del Pd, ha iniziato a condividere sui social un indirizzo internet e una pagina Facebook dove indirizzare i cittadini alla ricerca di luoghi dove rifornirsi: “La spesa a casa” permette innumerevoli vantaggi: primo tendere una mano ai piccoli esercizi. Come Consiglieri di Municipio ci siamo messi a disposizione per fare l’elenco dei negozi che consegnano a domicilio. Qui di seguito il volantino. È stata anche creata la pagina La spesa a casa – municipio 9 e una mail alla quale altri commercianti possono aderire. Al link indicato nel volantino trovate l’elenco dei negozi. Un bellissimo esempio di collaborazione politica in un momento di grande crisi politica, sanitaria e sociale come l’attuale. Destra, sinistra, nessuno ha guardato per una volta alle bandiere singole, ma a quella comune sotto cui tutti gli italiani si riuniscono. L’importante in questo momento è riscoprire i propri ruoli sociali, vedere di nuovo nei nemici al massimo avversari, scoprire amicizia negli occhi di chi come noi vive questa crisi. Per quanto siano piccoli gesti, le iniziative come La spesa a casa del Municipio 9 sono un faro di speranza per tutti gli italiani. E il Municipio 9 si presenta come un esempio da seguire per tutta la comunità meneghina.

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Lardieri non c’entra

Lardieri non c’entra, dicono nei corridoi. La crisi politica in cui si dibatte il Municipio 9 non sarebbe colpa di chi governa, no: sarebbe colpa di Vincenzo Femminino, capogruppo di Forza Italia. Femminino (che abbiamo provato a contattare, ma senza esito) avrebbe iniziato una guerra senza esclusione di colpi con la sua maggioranza per ottenere il posto di assessore. Questa almeno la vulgata che passa nei corridoi. Anzi, Forza Italia si sarebbe divisa in due, scardinando di fatto la maggioranza, proprio perché i quattro confluiti nel gruppo misto sarebbero proprio quelli fedeli al partito. Femminino invece guiderebbe una pattuglia di ribelli. Quindi, per quanto sembri surreale, la Forza Italia fuori dalla maggioranza è quella “vera”, quella dentro è “falsa”. Uno scenario isterico, ma, dicono i suoi, Lardieri non c’entra. Quindi il “cambio di passo” dopo il “tagliando” chiesto dal ribelle Femminino non sarebbe contro Lardieri. Lardieri non c’entra. In fondo lui è solo Presidente e di Forza Italia, ma non c’entra. Saper governare i gruppi, magari anche il proprio, sembra una pretesa eccessiva. Lardieri non c’entra anche se i quattro fuoriusciti di Forza Italia pare siano fuoriusciti proprio per sostenere Lardieri. Però Lardieri non c’entra. Noi dell’Osservatore però siamo gente vecchio stile: da un presidente ci aspettiamo che sappia governare, anche i gruppi della sua maggioranza. Una pretesa, appunto. Quindi capiamo che per l’ex ferroviere forse sia troppo. Davvero dunque Lardieri non c’entra: non c’entra come presidente, nel senso che il posto per lui sembra troppo impegnativo. Probabilmente la sua dimensione sarebbe qualche incarico meno impegnativo, magari la presidenza di qualche biblioteca (anzi, meglio una piccola libreria). Non c’è niente di male a riscoprire la propria dimensione. I cittadini del Municipio 9 sperano che lo capisca anche il partito e sollevi le spalle di quel poveruomo dell’ex ferroviere: Lardieri, lì, non c’entra.  

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La delusione del Municipio 9

Come amano ripetere alcuni della giunta municipale, il Municipio 9 per dimensioni è “la terza città della Lombardia”. Un ente numericamente molto rilevante, ma che sembra allo sbando. L’assessore alla Sicurezza, ruolo di assoluta rilevanza visto che proprio sul tema è stato sconfitto il centrosinistra dopo una vita, è stato prima silurato e poi non sostituito. Ma è solo un esempio. Il presidente Giuseppe Lardieri, con sorpresa di moltissimi, era riuscito a condurre una campagna che ha strappato alle sinistre una delle loro roccaforti, ma poi sembra non essere all’altezza del compito di governare: da mesi ormai la sua maggioranza si dibatte in una crisi che fa saltare commissioni, partire eventi in ritardo o che fa andare deserti i bandi. Un primo colpevole era stato individuato in Andrea Pellegrini, tornato a essere semplice consigliere dopo un’esperienza come assessore alla Sicurezza, ma anche la sua (mancata) sostituzione non ha risolto i problemi. Tra i pochi che cercano di mandare avanti la baracca, ovvero governare, c’è l’assessora Debora Giovanati, record woman di preferenze e a quanto pare l’unica davvero attrezzata dell’attuale giunta per governare: crea e fa partire bandi, gestisce le sue deleghe, insomma fa quello per cui viene pagata. Ma sopra di lei c’è un uomo che sembra ottimo come candidato, ma pessimo come presidente. Secondo molte voci, persino interne alla sua stessa maggioranza, Lardieri ha parlato tanto e concluso molto poco. Sarebbe una vera delusione per i sostenitori del centrodestra che erano entusiasti di una vittoria inaspettata. Ma se in campagna elettorale spegnere, allungare tempi e modi del dibattito, può funzionare, non altrettanto si può dire del post elezioni. Governare non è semplice, soprattutto macchine complesse come quelle pubbliche. Lardieri però non sembra attrezzato, rischia seriamente di passare alla storia come una triste delusione per gli elettori e per i suoi padrini politici.  

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