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Epatiti pediatriche in Lombardia, Mammì (M5S): «Regione renda noto il proprio impegno, per evitare allarmismi»

Epatiti pediatriche in Lombardia, Mammì (M5S): «Regione renda noto il proprio impegno, per evitare allarmismi». Durante il Consiglio regionale di martedì 3 maggio, il Consigliere regionale Gregorio Mammì (M5S) interrogherà la Giunta, per conoscerne gli intendimenti a seguito dell’emersione di casi di epatite grave tra bambini. Gregorio Mammì (M5S): «È evidente che l’obiettivo delle Istituzioni, in questo momento, deve essere quello di evitare inutili allarmismi. Il Movimento Cinque Stelle ritiene che la maniera migliore per scongiurarli sia attraverso la conoscenza. A tale scopo è importante che la Giunta regionale, con particolare riferimento all’Assessore al Welfare, renda noto l’impegno di Regione Lombardia nell’approfondire i possibili risvolti, e i relativi approfondimenti, rispetto ai casi finora segnalati sul territorio regionale. Con particolare riferimento in merito a quali iniziative intendano sollecitamente assumere, in particolare per garantire l’unicità e univocità del protocollo destinato al trattamento di eventuali casi di epatite acuta tra bambini e l’approfondimento epidemiologico e di laboratorio sui casi sospetti identificati. Il ministero della Salute ha sollecitato alle Regioni la: “segnalazione di ogni eventuale caso di epatite acuta che risponda alla definizione di caso attualmente adottata e raccomanda altresì di prevedere in ogni caso la conservazione dei campioni biologici per consentire ogni altro eventuale accertamento ritenuto necessario” e la massima diffusione di tutte le informazioni, al fine di metterle a disposizione di pediatri e medici di famiglia. Chiederò a Regione Lombardia se sia già pronta a rispondere a queste esigenze. L’impreparazione e l’inadeguatezza in ambito di programmazione sanitaria sono una costante di questo centrodestra, per questo, ribadendo che al momento la situazione non deve generare allarmismi di sorta, riteniamo importante che Regione Lombardia si adoperi da subito, per quanto in suo potere, al fine di non farsi cogliere nuovamente impreparata» conclude Mammì.

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Protesta dei ricercatori IRCCS a Palazzo Pirelli, Mammì (M5S): “La ricerca non può essere precaria”

Protesta dei ricercatori IRCCS a Palazzo Pirelli, Mammì (M5S): “La ricerca non può essere precaria”. «Negli scorsi mesi abbiamo visto approvare una non riforma sanitaria, in cui si è parlato anche degli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS), e di recente abbiamo sentito Attilio Fontana vantarsi di questi istituti pubblici definendoli un’eccellenza nelle prestazioni ad alta specialità, nella ricerca clinica, nella terapia e nella riabilitazione. Peccato che poi, quando si tratta di passare ai fatti, il centrodestra a trazione leghista si dimostra del tutto indifferente a chi ha contribuito, giorno per giorno, alla creazione di quelle eccellenze di cui tutti possiamo essere fieri. Oggi, infatti, abbiamo incontrato i ricercatori in piazza Duca d’Aosta perché Regione Lombardia non ha ancora fatto la propria parte, per garantire contratti dignitosi a professionisti sanitari condannati da decenni alla precarietà. Per come stanno le cose oggi, qualora lo Stato stanziasse i fondi per le assunzioni a tempo indeterminato, senza le piante organiche che sono di competenza di Regione Lombardia, comunque i ricercatori rimarrebbero precari. Dunque, oltre ad esprimere la massima solidarietà ai nostri ricercatori, desidero assicurare loro il massimo sostegno all’interno delle istituzioni. Dove il Movimento Cinque Stelle continuerà a dare la sveglia a un centrodestra che parla di eccellenze solo per convenienza, ma poi dimentica il rispetto per chi le crea e le sostiene tutti i giorni con un lavoro precario e mal pagato» così Gregorio Mammì a margine della manifestazione che ha visto scendere in piazza, davanti al Pirellone, i rappresentanti dei ricercatori IRCCS.

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Consultorio via Monreale, Mammì (M5S): «I servizi costretti a far spazio a una scatola vuota, per la campagna elettorale del centrodestra»

Consultorio via Monreale, Mammì (M5S): «I servizi costretti a far spazio a una scatola vuota, per la campagna elettorale del centrodestra». Gregorio Mammì (M5S): «In via Monreale i cittadini manifestano contro l’emblema di ciò che non funziona nel modello attraverso il quale Moratti e Fontana stanno massacrando la sanità lombarda. La (non)riforma sanitaria, oggi più che mai, somiglia più a un’operazione immobiliare, piuttosto che a un miglioramento dei servizi legato a un reale ascolto delle esigenze del territorio. In via Monreale lavorava un Consultorio diventato nel tempo punto di riferimento per i cittadini, ma che Regione Lombardia ha deciso di spostare all’interno dell’ospedale San Carlo, per permetterne la riconversione degli spazi in Casa della Comunità e aver così modo di inaugurare l’ennesima scatola vuota. Grazie ai fondi del PNRR, ottenuti dal Governo Conte, Regione Lombardia aveva la possibilità di ripensare la medicina territoriale prevedendo la costituzione di Case della comunità secondo le esigenze sanitarie dei diversi territori, invece, è stata portata avanti un’operazione immobiliare che svuota i servizi esistenti e funzionanti per permetter l’inaugurazione di scatole vuote, riempite temporaneamente di personale ospedaliero, a uso e consumo del giorno stabilito per la passerella elettorale del centrodestra. Seppur la direzione generale dell’Asst ha formalmente dichiarato che gli spostamenti saranno temporanei, e che tutto il personale tornerà a lavorare all’interno dello spazio di Via Monreale, è necessario un chiarimento formale da parte di Regione Lombardia. Motivo per cui presenterò un’interrogazione affinché siano definiti sia i progetti legati al futuro della struttura di via Monreale, sia quelli riguardanti l’Asst Santi Paolo e Carlo. Negli ultimi anni si è di fatto passati dall’ospedale unico, che doveva riunire le due strutture, allo spostamento dei servizi universitari e l’unione delle specialità, fino allo svuotamento dei servizi territoriali per costituire le Case della comunità. L’Asst Santi Paolo e Carlo è il punto di riferimento per Milano e l’hinterland sud milanese. Questa mancanza di programmazione a lungo termine ha il solo risultato di allontanare i cittadini da una struttura pubblica, considerata d’eccellenza in molte delle sue prestazioni specialistiche, favorendo in questo modo l’ospedalità privata la quale, almeno su carta, pare poter contare su di una più solida continuità progettuale e sanitaria. Il dubbio sia proprio questo uno degli obiettivi della riforma Fontana-Moratti, diventa ogni giorno più concreto» così Gregorio Mammì, Consigliere Regionale del Movimento Cinque Stelle, al termine del presidio di protesta in via Monreale.  

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Servizi abitativi, Mammì (M5S): “Le politiche leghiste hanno pesato sulle famiglie più fragili”

Servizi abitativi, Mammì (M5S): “Le politiche leghiste hanno pesato sulle famiglie più fragili”. «La relazione sui servizi abitativi di Regione Lombardia, presentata oggi dal Comitato Paritetico di Controllo e Valutazione, descrive come siano stati gestiti i servizi abitativi in Lombardia negli anni 2019-2020. Le criticità evidenziate rappresentano qualcosa di più di uno scenario aggravato dalla pandemia – spiega Gregorio Mammì, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle e relatore del report presentato oggi – perché fin dalle prime pagine è chiaro come ci sia da affrontare un tema amministrativo molto ampio. Da una parte ci sono le politiche leghiste, che una volta di più hanno dimostrato l’inadeguatezza della classe dirigente salviniana, dall’altra un sistema per il quale sembra necessario affrontare un processo di revisione. Infatti, il nuovo regolamento per le assegnazioni degli alloggi ha rallentato una macchina burocratica che era già storicamente in ritardo. Non solo, dopo lunghe vicende legali, l’Amministrazione regionale ha dovuto rimangiarsi diverse restrizioni che aveva imposto per la selezione degli idonei, in quanto ritenute discriminatorie dal Tar della Lombardia. Quindi non solo le novità sono state bocciate, ma hanno rallentato ulteriormente la macchina amministrativa, causando ulteriori sofferenze, proprio alle fasce più deboli della popolazione. Dunque, ancora una volta, le politiche leghiste hanno pesato sulle famiglie più fragili. Dall’altro lato, dobbiamo rilevare una serie di problemi come le assegnazioni a nuclei indigenti assistite dal Contributo di Solidarietà che sono passate da 400 a 87 in un anno, il rapporto tra risorse assegnate ai Comuni e il loro utilizzo, che è del 50 per cento, e le risorse stanziate per la “Misura Unica” che sono state usate per il 76 per cento. Esiste dunque un tema amministrativo più ampio da affrontare, perché le risorse ci sono ma non si riesce a usarle. Ci auguriamo dunque di poter avviare un serio lavoro di revisione per rimediare agli errori dei leghisti, ma soprattutto per migliorare la nostra macchina burocratica e tutelare così al meglio chi sta in fondo alla scala sociale. L’unica nota positiva – conclude Mammì – sarà il risparmio dovuto all’efficientamento energetico degli edifici ottenuto grazie al Superbonus che, con investimenti per circa 30 milioni di euro, garantirà un risparmio dei costi per i servizi energetici che potrebbero rendere più sostenibili i canoni di locazione».

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Gregorio Mammì (M5S): “La decisione di Humanitas di non seguire più i malati cronici fa già fallire la riforma sanitaria Lombarda”

Gregorio Mammì (M5S): “La decisione di Humanitas di non seguire più i malati cronici fa già fallire la riforma sanitaria Lombarda”. “Abbiamo appreso da una comunicazione ufficiale di Humanitas che dal 2022 l’azienda ospedaliera non ha più intenzione di seguire i malati cronici in Lombardia – afferma Gregorio Mammì, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle e membro dell’Ufficio di presidenza della commissione sanità – è una decisione molto grave perché lascia migliaia di pazienti senza un punto di riferimento importante per il Sud Milano come l’ospedale Humanitas, ma soprattutto perché mette in dubbio i principi stessi su cui si fonda la riforma sanitaria lombarda: se il pubblico e il privato hanno gli stessi diritti e doveri come mai un’azienda privata può decidere di non effettuare più un servizio per i pazienti cronici che in Lombardia sono 3,5 milioni? Domani i privati potranno scegliere quali cure offrire ai cittadini senza un controllo pubblico? Per avere chiarimenti dalla giunta – conclude il consigliere – ho depositato immediatamente una interrogazione per chiedere se la Regione fosse informata di questa decisione di Humanitas e quali iniziative intende avviare per garantire ai malati cronici il rispetto del proprio diritto alla salute. Ciò che è appena avvenuto è la prova tangibile dei limiti di una riforma sanitaria che equipara i diritti tra chi ha come mission la salute pubblica e chi invece pensa solo al ritorno economico delle prestazioni sanitarie, Moratti e Fontana sono ancora in tempo a ripensarci, noi faremo di tutto per farglielo capire”.

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Riforma socio sanitaria: giornata di audizioni e confronto con le associazioni dei pazienti

Riforma socio sanitaria: giornata di audizioni e confronto con le associazioni dei pazienti. Numerose le adesioni, con oltre trenta associazioni intervenute in presenza con i loro rappresentanti. Un’intera giornata dedicata al confronto sulla riforma socio sanitaria con le associazioni dei pazienti e le associazioni che operano in ambito sanitario. E’ quella che si è tenuta oggi nell’Aula del Consiglio regionale promossa dalla Commissione Sanità. Numerose le associazioni che hanno aderito alla giornata, oltre una trentina delle quali intervenute in presenza: nell’Aula del Consiglio regionale hanno preso parte ai lavori i rappresentanti di AISTOM, FINCOPP, ABRCAdaBRA Onlus, AGUAF, AISF, AISLA, ALOMAR, ANED, ANF Neurofibromatosi, Associazione Malati di CFS Onlus, C.A.O.S., Associazione pazienti Sindrome di Churg Strauss, CFU Italia, Codice Viola, ERIKA, Europa Donna, F.A.V.O., Federazione Cure Palliative Onlus, FELCEAF, Fondazione per l’Infanzia Ronald McDonald, Il Ponte del Sorriso, Fondazione ONDA, LILT Milano, Nutrimente Onlus, Respiriamo Insieme, Salute Donna, Associazione Sindrome di DRAVET, Sostegno 70, UIC Lombardia, URASAM e VIDAS. La giornata è stata suddivisa in due sessioni. Quella mattutina ha visto i rappresentanti delle associazioni confrontarsi all’interno di un workshop tematico sulle priorità e sui punti cardine che dovrebbero essere affrontati e contenuti nella riforma: la sessione pomeridiana, alla quale è intervenuta e ha partecipato da remoto anche l’Assessore regionale al Welfare Letizia Moratti, è stata incentrata sul confronto con le istituzioni e ha visto intervenire nell’Aula consiliare, oltre al Presidente Monti, anche il Vice Presidente del Consiglio regionale Carlo Borghetti (PD), la Vice Presidente della Commissione Simona Tironi (Forza Italia) e il Consigliere Segretario Gregorio Mammì (M5Stelle). “Oggi abbiamo potuto confrontarci su un tema importante e trasversale come la prevenzione sanitaria con le associazioni del territorio che hanno un patrimonio di esperienze e competenze pluridecennale sviluppato sul campo -ha evidenziato infine Gregorio Mammì-. Dal tavolo di lavoro sono emersi alcuni suggerimenti e indicazioni su come impostare nella pratica il principio one health che è uno dei cardini delle linee guida della nuova legge sanitaria: in particolare è stata sottolineata la centralità del ruolo delle associazioni nella stesura del Piano Regionale di Prevenzione (PRP) e il ripensamento del ruolo dei medici di medicina generale nell’ambito delle cure primarie. È infatti necessaria una rivoluzione culturale nell’approccio alle cure che sia ampio, multidisciplinare e basato su una collaborazione attiva e costante in ambito sanitario in grado di sviluppare un’intensa opera di formazione e informazione prima, durante e dopo il percorso di cura”

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