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Le Iene rilanciano il caso Barbato

Le Iene rilanciano il caso Barbato. Ieri sera un servizio giornalistico di Fabio Agnello ha riportato in prima pagina il caso di Antonio Barbato, l’ex comandante della Polizia locale di Milano, defenestrato e sostituito da Marco Ciacci. Il servizio mette in relazione il fatto che prima di assumere l’incarico Ciacci era un investigatore della Procura di Milano, la stessa che stava indagando sul sindaco Giuseppe Sala. Anzi, sempre stando al servizio delle Iene, sembra che il cambio sia avvenuto perché Sala non poteva dire di no alla Procura proprio in virtù della sua delicata situazione giudiziaria. Agnello e il suo team hanno sentito tanto Barbato, quanto l’ex magistrato Gherardo Colombo che però non pare intenzionato a rilasciare dichiarazioni in merito. Anche Sala ha risposto semplicemente che la procedura è stata corretta, dunque non c’è altro da dire. Eppure secondo il servizio delle Iene, Sala avrebbe ignorato la disponibilità e le competenze di altri membri della Polizia locale per nominare il comandante. Praticamente una storia di poteri forti, come piacerebbe definirli a qualche complottista, che si aiutano a vicenda. Tanto è vero che nella manovra, secondo il servizio di Mediaset, sarebbe coinvolti anche membri della stampa. Perché su Barbato furono scritte paginate e paginate su Repubblica, eppure non risulta che sia mai stato imputato di nulla in merito alle vicende di ‘ndragheta, solo sentito come testimone in merito a un colloquio avvenuto con un uomo poi finito in manette. Ora che le Iene rilanciano il caso Barbato potrebbero esserci molte reazioni nella comunità politica meneghina, ma non dal candidato del centro destra perché ancora non esiste.

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Il servizio delle Iene distrugge il mito della sanità lombarda

Il servizio delle Iene distrugge il mito della sanità lombarda. I lavori per potenziare i reparti negli ospedali sono fermi al palo per colpa della burocrazia. Gli operatori sanitari non vengono né supportati né controllati a meno che non siano stati nominati primari. Ma se il servizio delle Iene distrugge il mito della sanità lombarda non è per colpa dei giornalisti. Semmai della burocrazia che impedisce dopo sette mesi di completare i lavori all’ospedale San Carlo. E proprio il primario di quel nosocomio ha confessato che lui viene sottoposto a tampone una volta a settimana, mentre i suoi sottoposti sono stati controllati solo due volte dalla primavera a oggi. E il peggio di tutto ciò è che i finanziamenti ci sarebbero pure: per una volta il governo aveva messo i soldi sui conti correnti per qualcosa di utile, ma non siamo capaci di spenderli. Perché bisogna seguire i dettami della burocrazia, la vera casta dominante d’Italia e la burocrazia se ne fotte della pandemia. Tanto chi lavora nei Ministeri o nei posti pubblici pensa di essere al sicuro e conosce i modi per non assumersi nessuna responsabilità. Per imporre agli altri i proprio ordini invece sono bravissimi. Intanto è ricominciata la conta dei morti, ma vuoi mettere con l’importanza del rispettare le normative sugli appalti pubblici? Un fiume di carta che non serve a nulla se non a migliaia di persone per giustificare la propria esistenza lavorativa. A dimostrarlo ci sono le migliaia di appalti pubblici finiti comunque in mano alla mafia o a semplici truffatori. Mentre le nostre famiglie piangono i morti, loro impongono bolli e bollini. Tanto il primario si salva. E lui è più importante di chi in effetti svolge il lavoro.

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Vigili spacciatori: la Procura apre un’inchiesta

Vigili spacciatori: la Procura apre un’inchiesta. Secondo quanto ricostruito da un clamoroso servizio de “Le Iene” andato in onda nei giorni scorsi, alcuni vigili erano in combutta con gli spacciatori. Hanno cioè tentato di convincere un pusher, già condannato a 6 anni di carcere, per spartirsi con lui droga e soldi sequestrati al altri spacciatori. Il fascicolo di indagine è stato affidato a un magistrato del dipartimento anticorruzione e reati contro la pubblica amministrazione diretto dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli. L’aspetto più da telefilm anni ’80/’90 è che si tratta di vigili appartenenti al nucleo antidroga. Secondo la ricostruzione del programma di Mediaset, un ex spacciatore avrebbe rivelato di essere stato contattato all’uscita dal carcere da due ‘ghisa’ del nucleo antidroga della Polizia Locale che gli avrebbero proposto di segnalargli qualcuno che spacciava grandi quantità di stupefacenti per arrestarlo e intascare così parte della droga e dei soldi da porre sotto sequestro. Come contropartita il pusher “complice” degli agenti avrebbe ottenuto una ricompensa in denaro. Così è scattata la “trappola” delle “Iene” che avrebbero organizzato una finta consegna di droga e incastrare i ghisa infedeli. Se le indagini che saranno condotte dai vigili e dalla squadra Mobile della Questura confermeranno le accuse, forse il caso troverà spazio e sarà d’impulso per capire quale sia la vera situazione della polizia locale di Milano sotto questo comandante, già coinvolto in maniera poco chiara in un incidente occorso alla figlia di due notissimi magistrati e costato la vita a una persona. Sarebbe un altro caso imbarazzante, anche se più in stile da Miami Vice che Law and Order. Palazzo Marino intanto scarica preventivamentei vigili coinvolti: ”L’Amministrazione, alla luce di quanto accaduto alcuni giorni fa e riportato dal servizio de Le Iene “Milano, accordi economici degli agenti con i complici sulla droga?”, sta attuando i primi provvedimenti di trasferimento per gli agenti che sarebbero coinvolti nei fatti raccontati nel servizio. Eventuali ulteriori misure saranno valutate all’esito delle indagini, per le quali l’Amministrazione e il Comando della Polizia locale di Milano sono già a disposizione dell’Autorità giudiziaria che sta effettuando gli accertamenti sui fatti e le responsabilità”.

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