indagini

De Chirico (FI): Tancredi risponda al Consiglio non ai giornalisti

“Apprendiamo dalle agenzia di stampa che l’Assessore Tancredi, dal palco del convegno ‘La Milano del futuro: un dialogo costruttivo’ organizzato da Assimpredil ANCE, ha dichiarato che la Procura della Repubblica ha acquisito qualche decina di fascicoli in merito a progetti di riqualificazione urbana analoghi a quelli già sotto inchiesta” lo scrive in una nota Alessandro De Chirico, Capogruppo di Forza Italia in Consiglio Comunale in merito a quanto dichiarato dall’Assessore al’Urbanistica del Comune di Milano: “Abbiamo 5 procedimenti che interessano 15 funzionari. Abbiamo la percezione che da 5 salgano ulteriormente, abbiamo qualche decina di fascicoli acquisiti dalla Procura della Repubblica”. “Un mese fa presentai un’interrogazione – spiega il forzista –  cui lo stesso assessore mi aveva risposto in maniera elusiva e in un certo qual modo svilente dato il ruolo che ricopriamo all’interno dell’amministrazione comunale, lui di amministrazione trasparente e io di attento controllo. Lunedì ho ripresentato identica interrogazione per sapere quali sono i 150 progetti sotto la lente d’ingrandimento che il sindaco continua a ripetere come un mantra. Inoltre, ho chiesto di sapere tutti i progetti aventi il medesimo iter autorizzativo ora oggetto di revisione da parte degli uffici comunali e lo stato di avanzamento di ciascuno di questo tipo di iniziativa edilizia”. “Il luogo per dare certe risposte– sottolinea l’azzurro –  è il Consiglio comunale che rappresenta tutti i milanesi, comprese quelle famiglie che hanno investito sul loro futuro e sono preoccupati per la situazione che rischia di diventare drammatica. Anziché bacchettare– conclude De Chirico – gli altri su cosa sia giusto o non giusto fare con il moralismo ipocrita tipico della sinistra salottiera, Tancredi dia il buon esempio e venga a riferire in aula.

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Enrico Marcora: urbanistica schizofrenica per un Sindaco inadeguato

Oggi, sui principali quotidiani milanesi, il tema oggetto di discussioni tecniche e politiche sono le indagini della Procura di Milano su alcuni progetti urbanistici della città. Come chiarimento politico, pur avendo fatto richieste di Commissioni consiliari ad hoc per conoscere le tematiche in modo puntuale, nulla è stato fatto. Mettiamo allora, alcuni capisaldi tecnici: appena si è disvelata sulla stampa l’inchiesta della Procura della Repubblica milanese sugli interventi edilizi di via Crescenzago e Piazza Aspromonte gli Uffici Comunali si sono messi al lavoro ed hanno elaborato la “Circolare – N. 1.2023 Interventi edilizi con edifici di altezza superiore a 25 metri”. Questo documento, recante la data del 21 luglio 2023, affronta una delle contestazioni dei P.M., ossia quella secondo cui l’edificazione eccedente quell’altezza sconta necessariamente la preventiva approvazione di un piano attuativo e, pertanto, non può essere autorizzata con la c.d. modalità diretta, ovverosia mediante permesso a costruire o segnalazione certifica d’inizio d’attività (S.C.I.A). Senza qui dilungarsi nei tecnicismi giuridici, gli Uffici Comunali hanno riconosciuto nella circolare che è pur vero che l’articolo 41 quinquies della Legge Urbanistica n. 1150/1942 e il collegato decreto Ministeriale del 1968 impongono il piano attuativo, cioè un iter lungo e concordato con gli uffici che valutano l’impatto della nuova costruzione sul territorio, dando una serie di prescrizioni al nuovo intervento urbanistico. Ma, con l’entrata in vigore della riforma costituzionale del 2001 le Regioni e, in particolare la Lombardia, avrebbero disapplicato legittimamente quella disposizione nazionale ormai risalente nelle loro leggi regionali di governo del territorio e qui si apre un primo quesito giuridico. Quindi il P.G.T. di Milano, informandosi alle nuove disposizioni regionali, avrebbe recepito questo nuovo assetto legislativo, dettando una disciplina degli interventi per la quale il piano attuativo non è generalmente richiesto per l’edificazione nel tessuto consolidato urbano della città, salvo particolari eccezioni. Dal che il corollario che, al contrario di quanto sostenuto dalla Procura della Repubblica, le autorizzazioni edilizie rilasciate in regime di permesso a costruire o S.C.I.A. sarebbero legittime. Recitano infatti le conclusioni della circolare: “…Si conferma pertanto che, secondo le disposizioni normative regionali vigenti e in base agli strumenti di pianificazione territoriale comunale, la sola altezza degli edifici non è elemento discriminante per la scelta della modalità di attuazione, soprattutto in ambiti consolidati che non presentano criticità tali da imporre una significativa revisione del disegno urbanistico. Ne consegue che, in questi casi, l’intervento edilizio potrà avvenire con modalità diretta sia non convenzionata che convenzionata a seconda della categoria individuata nel P.G.T. e senza obbligo di ricorso a pianificazione attuativa… “. Se non che il Giudice per le indagini preliminari di Milano (G.I.P.), nel pronunciare il rigetto dell’istanza di sequestro di uno degli interventi interessati dalle indagini, il successivo 22 gennaio 2024 ha ribadito la consistenza del fumus commissi delicti (ossia la fondatezza delle accuse ad esame sommario) e, tra gli altri argomenti, ha motivato la persistenza nell’ordinamento dell’obbligo di piano attuativo per gli edifici eccedenti i 25 metri di altezza. Leggendo l’ordinanza emerge chiaramente che il G.I.P. ha interamente sposato l’impianto accusatorio dei P.M. e la sola ragione per la quale ha negato il sequestro risiede nella sproporzione per eccesso fra questa misura cautelare e gli interessi pubblici da tutelare, potendo quella tutela esser assicurata da provvedimenti meno invasivi e, almeno in parte, attivabili anche dall’amministrazione comunale. Non è passato neppure un mese e il Comune di Milano, evidentemente preoccupato dalla situazione, è già intervenuto con un nuovo provvedimento amministrativo: la delibera di Giunta Comunale n. 256/2024, intitolata “Linee di indirizzo per lo sviluppo delle attivita’ amministrative in materia urbanistico-edilizia”, nella quale sono completamente smentite le conclusioni contenute nella precedente circolare dirigenziale n. 1/2023. Enuncia infatti la Giunta Comunale le premesse secondo cui: “ ● a tutt’oggi, tuttavia, le tesi desumibili dagli atti di indagine e dal citato provvedimento del GIP non sono state recepite in sentenze passate in giudicato riguardanti le singole fattispecieconcrete; • nelle more della conclusione di tali procedimenti penali, o di un diverso e definitivo chiarimento interpretativo, si pone comunque la necessità di proseguire i procedimenti amministrativi già avviati riguardanti gli interventi oggetto di indagini e quelli aventi caratteristiche analoghe. Ritenuto, pertanto, opportuno se non addirittura necessario, nell’interesse pubblico generale, anche in considerazione delle potenziali gravi ricadute sul sistema economico e sociale della città, adoperarsi per quanto possibile al fine di prevenire o limitare tali evenienze nelle more di un chiarimento interpretativo definitivo, che potrà venire dalla giurisprudenza o dallo stesso legislatore, e comunque nel rigoroso rispetto delle prerogative e delle decisioni della magistratura.” E, di conseguenza, “valuta opportuno avviare un percorso di lavoro, avvalendosi delle professionalità presenti all’interno dell’Amministrazione Comunale ed eventualmente anche di esperti esterni di riconosciuta qualificazione ed autorevolezza, finalizzato a: • individuare le pratiche edilizie riguardanti lavori in corso o già ultimati, per le quali l’Amministrazione ha evidenza di indagini penali aperte, ovvero della presentazione di esposti o della richiesta di verifica pervenuta da parte dell’operatore economico interessato allo specifico intervento edilizio; • esaminare le possibili ricadute delle interpretazioni normative desumibili dal decreto del GIP di Milano sopracitato; • individuare possibili determinazioni da assumere in relazione ai sopracitati interventi nelle more del chiarimento suddetto;” E fin qui forse nessun problema, si tratta in fondo di dichiarazioni di principio dettate da prudenza. Ma aggiunge la delibera che: “…in relazione agli interventi relativi a fattispecie analoghe a quelle oggetto dei procedimenti penali sopra citati, per i quali non è ancora stato rilasciato o comunque non si è formato il titolo edilizio, orientare temporaneamente l’attività amministrativa tenendo conto delle indicazioni desumibili dal decreto del GIP di Milano sopracitato, sino a nuove indicazioni operative e interpretative desumibili da fonti legislative, giurisprudenziali, o comunque istituzionali… “. Ed è un ordine precettivo, in quanto la delibera aggiunge di “dare mandato al Direttore della Direzione Rigenerazione Urbana di attuare gli indirizzi sopraindicati avvalendosi delle professionalità presenti all’interno dell’Amministrazione Comunale ed eventualmente anche di esperti esterni di riconosciuta qualificazione ed autorevolezza. La Direzione Generale sovrintende a tali attività, dando informazione alla Segreteria Generale.” Quindi: gli Uffici comunali hanno difeso

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Sala e Tancredi corrono ai ripari. Monguzzi soddisfatto

In seguito alle inchieste avviate dalla Procura di Milano relative ad alcune operazioni immobiliari, il Comune ha deciso di cautelarsi approvando una delibera le linee di indirizzo per lo sviluppo delle attività amministrative in materia urbanistico-edilizia che, in attesa di chiarimenti normativi, si adegua a quanto stabilito dai giudici. Nella nota emessa, l’Amministrazione ribadisce “di avere sempre agito nella convinzione della regolarità e correttezza del proprio operato. Non potendosi però escludere ulteriori future indagini su fattispecie analoghe, il suo orientamento, con natura di mero indirizzo, muove dalla considerazione dell’interesse pubblico generale. L’obiettivo è quindi evitare effetti negativi di rilevanza pubblica sull’attività degli uffici amministrativi, delle imprese di costruzione, nonché sul mercato immobiliare della città e sulla stessa vita delle persone che contano sulla possibilità di utilizzare gli immobili come luoghi di vita, residenza e occupazione”. In particolare, “viene avviato – una volta individuate le pratiche relative a interventi in corso o già ultimati per le quali l’Amministrazione ha evidenza di indagini aperte o per le quali gli operatori coinvolti chiedano verifiche – un percorso di lavoro finalizzato ad esaminare le possibili ricadute delle interpretazioni normative desumibili dal decreto del Giudice per le Indagini Preliminari di Milano dello scorso gennaio relativo all’intervento di via Crescenzago 105, e ad individuare eventuali atti da assumere. Quanto agli interventi per i quali non sia ancora stato rilasciato il titolo edilizio e che presentano fattispecie analoghe a quelle oggetto di procedimenti penali, l’attività amministrativa verrà temporaneamente orientata tenendo conto delle indicazioni desumibili dallo stesso decreto del GIP”. Da parte sua, l’Assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi sottolinea che “i profili di illegittimità prospettati sono frutto di interpretazioni normative controverse e che le prassi operative degli uffici sono state applicate in modo generalizzato agli interventi con analoghe caratteristiche, nella motivata convinzione della loro correttezza” sollecitando  “un chiarimento definitivo, che non lasci margini di incertezza rispetto alle linee da seguire” aggiungendo “il nostro obiettivo dev’essere innanzitutto la tutela dei dipendenti comunali” morivo per il quale il Comune si è impegnato a non costituirsi parte civile nei confronti dei tecnici indagati. Soddisfatto per il cambio di rotta Carlo Monguzzi, Presidente Commissione Mobilità Ambiente, che precisando “Al di là della questione giudiziaria per me è soprattutto un formidabile problema urbanistico e ambientale” aggiunge “Non possono essere considerate come ristrutturazioni enormi costruzioni fatte dove prima c’erano piccoli manufatti e autorizzate con una semplice segnalazione di inizio attività e senza un piano attuativo che tenga conto dell’aumentato impatto sul territorio che può causare l’insediamento di tanti nuovi cittadini” per poi concludere “Quindi bene lo stop temporaneo del comune a queste pratiche semplificate ma ora serve una normativa chiara e inequivoca”.

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Sala preoccupato per l’urbanistica, ma guarda al futuro

Si è svolto ieri il congresso metropolitano di Sinistra Italiana cui ha partecipato anche il Sindaco Sala che, al termine, si è fermato per rilasciare qualche dichiarazione ai giornalisti. Il Primo Cittadino, si detto totalmente d’accordo con il Procuratore Viola sulla necessità di giudicare una questione tecnica, trattandola come tale, ma non altrettanto sul rimanere sereno vista la  preoccupazione che gli suscitano le questioni giudiziarie che hanno coinvolto il settore urbanistico. Sala sottolineando che dal punto di vista del Comune non è una questione politica ha auspicato “mi auguro, e penso, anche dal punto di vista della Procura“, incalzando poi Viola chiedendosi “quanto si sentirebbe sereno se 140 magistrati dicessero cambiami lavoro” e aggiungendo“Non avrei mai immaginato di arrivare a una situazione in cui 140 funzionari e dirigenti del Comune mi scrivono e mi dicono cambiami lavoro” per questo  “non sono per niente sereno, sono preoccupatissimo”. Sala ha quindi spiegato che sono circa 150 le procedure urbanistiche in lavorazione che potrebbero finire sotto la lente della Procura con la quale si sta confrontando per evitare ulteriori problemi, proprio per questo “ho chiesto al direttore generale Malangone e all’assessore Tancredi di incontrare i nostri dipendenti per assicurarli che, rispetto a problematiche di natura legale, il Comune non scompare: abbiamo la nostra lista di avvocati, anticipiamo noi le spese”. Misure che il Sindaco ha detto non essere sicuro siano sufficienti, per poi concludere sul tema annunciando “Poi incontreremo anche i sindacati”. Nonostante le turbolenze che interessano la sua amministrazione Sala non ha però rinunciato a guardare avanti, segnatamente verso le prossime elezioni amministrative milanesi lanciando un messaggio a tutte le componenti del centrosinistra: “lavoriamo insieme“, accettando anche le reciproche differenze perché “in politica non voglio partecipare ma vincere e governare”. “Da quando faccio politica ho sempre cercato di fare lo sforzo di tenere insieme tutte le anime del centrosinistra” ha aggiunto, senza nascondere le difficoltà incontrate nel perseguire questo proposito, rivendicando “Alla fine a Milano abbiamo dimostrato che si può fare”. Pur avendo l’impressione che fra i milanesi di destra e sinistra non vi sia molta differenza, ha tenuto a sottolineare “la differenza c’è eccome” suggerendo di alla sinistra di concentrarsi meno sulle persone e più sulle idee promuovendo “una piattaforma di idee che possano essere condivise“. Sala ha poi mosso qualche critica al suo schieramento “manca oggi è un po’ il confronto” e ancora “a sinistra facciamo prima a trovare le differenze che non la sintesi”. Davanti alla possibilità che alle prossime amministrative possa vincere il centrodestra sala ha detto che è ancora presto, ma “dobbiamo cercare di chiudere bene e di lavorare bene per una prossima candidatura” perché “ce la dobbiamo giocare” con la consapevolezza che “con tutte le difficoltà, Milano è stata mantenuta in un ambito democratico, aperto e internazionale. E così deve essere” ha concluso il Sindaco.

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Piscina (Lega): indagini e dipendenti in rivolta, l’edilizia milanese è in stallo

“Siamo fortemente preoccupati per la situazione di stallo sull’edilizia che si sta delineando a Milano a causa di indagini, mancanza di tutele per i funzionari comunali, regole imprecise e Piani di Governo del Territorio troppo restrittivi”, scrive in una nota Samuele Piscina, Segretario milanese della Lega e Consigliere Comunale. “Le 2 lettere inviate in questi giorni da 130 dipendenti del settore urbanistica del Comune di Milano, che chiedono il trasferimento ad altri settori, – spiega Piscina –manifestano una mancanza di tutele importante che mette in difficoltà chi ogni giorno deve firmare provvedimenti senza avere certezza delle regole e rischiando di finire a processo nonché l’intero settore dell’edilizia. Di casi simili che hanno coinvolto il Comune di Milano ne abbiamo già visti parecchi, purtroppo, ma nessuno di questa portata. Il caso del Direttore Zinna, ad esempio, prosciolto poi da ogni accusa, ma lasciato solo dal Comune di Milano, è quello più significativo che mette in luce come l’Amministrazione non tuteli adeguatamente i suoi dipendenti”. “Dopo le inchieste della Procura sugli edifici, per le quali possiamo nutrire qualche perplessità, ma la magistratura farà il suo corso, è dovere del Sindaco e dell’Assessore competente ascoltare le preoccupazioni, dare adeguate direttive e assicurare ai propri dipendenti le giuste tutele sul lavoro. Allo stesso modo, non possiamo assolutamente permetterci di avere una situazione di stallo nell’edilizia milanese. Gli imprenditori, a causa delle ultime indagini,ma soprattutto in prospettiva del nuovo PGT considerato a oggi insostenibile sulla base delle informazioni a disposizione delle categorie di costruttori, stanno già fuggendo da Milano, investendo in altre località come Roma. Ciò porterà, purtroppo, a un ulteriore calo di offerta e a un conseguente nuovo innalzamento dei prezzi delle case. Quella che si prevede è una situazione catastrofica per il mercato delle case nella nostra città”. “È assolutamente necessario – conclude il leghista – che il Sindaco venga a riferire in aula, tuteli i suoi dipendenti e riprenda una trattativa costruttiva con gli imprenditori del settore edile, oggi bloccata dalle assurde proposte comunali, al fine di salvare l’edilizia milanese. Per questo presento una richiesta di convocazione urgente sul tema”.

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Indagini sulla banda dei falsi testamenti

Sono almeno altri cinque i casi di persone morte senza parenti su cui una presunta banda di truffatori potrebbe aver agito con la tecnica di falsi testamenti creati ad hoc, riferibili ad un finto notaio americano e utilizzati per provare ad intascare le eredità dei deceduti. Su questi sta indagando ora la Procura di Milano che già nei giorni scorsi è riuscita a sequestrare d’urgenza i beni, circa un milione di euro in totale, che il gruppo, di cui farebbe parte l’avvocato calabrese Giuseppe Marra, aveva cercato di sottrarre all’asse ereditario di un 70enne milanese, trovato morto in casa nel novembre 2018, sei mesi circa dopo la sua morte in solitudine. Come emerge dagli atti dell’inchiesta, coordinata dall’aggiunto Eugenio Fusco e dal pm Maura Ripamonti e che ha portato al sequestro di cui ha dato conto nei giorni scorsi ‘il Corriere della Sera’, la presunta banda, composta da almeno 5 persone, è già indagata per almeno altri due episodi simili, uno nel Mantovano e un altro in provincia di Vicenza. E nelle recenti perquisizioni effettuate dagli investigatori sono stati rintracciati documenti, come articoli di cronaca su persone trovate morte in casa dopo tanto tempo, che fanno suppore che potrebbero essere state commesse altre truffe, anche tentate, dello stesso genere. I casi, in particolare, a quanto si è saputo, si concentrano a Venaria Reale (Torino), in provincia di Genova, a Nogara (Verona), a Castelfranco Veneto (Treviso) e a Aviano (Poredenone). Dopo la nomina del curatore dell’eredità, si legge negli atti in relazione al caso milanese, “si materializzava improvvisamente l’avv. Marra di Reggio Calabria, il quale riferiva di rappresentare” un “procuratore dell’erede designato”. Finto erede residente negli Usa che “sarebbe stato nominato” con un testamento del ’99 “redatto a New York dal notary public Carmine J. Guadagno”. ANSA

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