Israele

De Chirico (FI): via i manifesti “Save Gaza” dalla città

“Un cittadino israeliano residente a Milano mi ha mandato inorridito la foto di un camion vela pubblicitario con la scritta “Stop al genocidio – #SaveGaza” in piazzale Brescia“. Lo scrive in una nota Alessandro De Chirico, Capogruppo di Forza Italia in Consiglio Comunale. “Sarà un caso che si sia scelto un punto sulla circonvallazione così strategico perché all’ingresso di un quartiere dove la comunità islamica è così radicata? – si chiede il forzista – C’è dietro un fine maldestro di aizzare il sentimento antisionista? Se non ricordo male esiste un regolamento sulla pubblicità che vieta messaggi di questo tipo. Credo che sia lo stesso regolamento a cui si appellano le femministe contro la mercificazione del corpo della donna. Ritengo doveroso che il Comune verifichi immediatamente chi abbia pagato questa campagna comunicativa e provveda alla copertura dei manifesti, non vorrei che ce ne siano già parecchi in giro per la città“. “Stessa cosa – continua – dovrebbe essere fatta per gli adesivi posizionati sopra ai cartelli di divieto di accesso dove campeggia la scritta insanguinata di Gaza. La soluzione della crisi mediorientale non si risolve con la partecipazione di qualche amministratore locale in cerca di visibilità a convegni che vogliono negare il genocidio ebraico o di questi stratagemmi di guerriglla marketing (sob) buoni solo a far crescere l’odio all’indomani della giornata della memoria. Solo la diplomazia può fermare le bombe dopo l’aggresione del 7 ottobre da parte dei terroristi di Hamas”. Conclude De Chirico.

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Palazzo Marino: varata la mozione per Israele ma il centrosinistra è diviso

Buona la terza. Il consiglio comunale di Milano, lunedì pomeriggio, ha detto sì alla mozione sugli ostaggi rapiti da Hamas in Israele con il raid del 7 ottobre, anche se nel frattempo, con la controffensiva israeliana, l’attualità è cambiata e anche il testo si è adeguato. Era la terza volta che il consiglio comunale tentava di approvare la mozione, con spaccature nette sia tra maggioranza e opposizione sia nella stessa maggioranza. Alla fine i voti favorevoli sono stati 22, compreso quello del sindaco Beppe Sala, mentre il centrodestra ha deciso di non partecipare al voto. Che non vi sarebbe stato voto unanime era praticamente certo. Lo aveva ammesso, nel pomeriggio, Daniele Nahum, esponente del Pd e della comunità ebraica milanese, promotore della mozione, spiegando che “tiene dentro tutto, la solidarietà agli ostaggi e l’appello affinché la Croce rossa possa visitarli, e anche un’attenzione a tutte le vittime civili, anche palestinesi”, e ribadendo che, nel testo, c’è, e c’è sempre stata, una netta condanna degli slogan antisemiti ascoltati in alcune manifestazioni pro Palestina a Milano. Slogan per i quali lo stesso Nahum, insieme all’ex deputato del Pd Emanuele Fiano, aveva presentato una denuncia in questura. Tra i più netti, nel centrosinistra, a schierarsi contro la mozione, Carlo Monguzzi, capogruppo di Europa Verde, da sempre contrario al testo perché non considera le responsabilità del governo di Netanyahu sia prima del 7 ottobre (“700mila coloni che portano via le terre ai palestinesi, Gaza ridotta a prigione a cielo aperto”) sia dopo (“5mila bambini uccisi sotto i bombardamenti”), e perché nel testo non si chiede il cessate il fuoco duraturo ma una tregua umanitaria che (sottolinea l’esponente ecologista) “non è altro che chiedere di smettere un attimo e poi continuare il massacro”. In maggioranza, voto contrario anche da parte di Enrico Fedrighini della Lista Sala, mentre quattro consiglieri non erano presenti in aula e altri quattro si sono astenuti, tra cui Gianmaria Radice dei Riformisti (Italia Viva), che pure era tra i firmatari del testo originale, ma ha chiesto di ritirare la sua firma a causa dei cambiamenti successivi. Per il capogruppo del Pd Filippo Barberis la mozione “è chiarissima nel condannare Hamas, chiedere la liberazione degli ostaggi, l’applicazione del diritto internazionale e l’attuazione di un’immediata tregua umanitaria”. Barberis ha sottolineato che “il Pd ha votato all’unanimità” a favore della mozione.

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Manifestazione della Lega a Milano pro Israele

“Come si fa a difendere la causa Lgbtq se poi difendi la causa terrorista di Hamas”. Sembra un messaggio alla sinistra e alle manifestazioni per la pace quello del vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini che chiama a raccolta la Lega in piazza a Milano in “difesa dell’Occidente” e per garantire a Israele “il diritto di esistere”. “A qualche centinaio di metri da qui – aggiunge Salvini – c’è la manifestazione di antirazzisti che stanno attaccando Israele. Gli ultimi fascisti rimasti sono quelli che stanno sfilando per Milano a odiare Israele, nostalgici dell’odio e della paura’”, dice il leader leghista dal palco di Largo Cairoli: un migliaio di persone presenti, nonostante i pronostici che ne annunciavano più di tremila. “È bello vedere una piazza libera, aperta, non militante, con tante bandiere di Israele – aggiunge Salvini – un Paese che ha diritto di esistere senza se e senza ma”. “I silenzi e l’indifferenza che stiamo vivendo in questi giorni rispetto al massacro di civili voluto dai terroristi di Hamas in Israele è inaccettabile”, ha detto il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga. In avvio di manifestazione è intervenuto anche Alon Bar, ambasciatore di Israele in Italia: “Voglio ringraziare il vicepremier Salvini e tutto il governo italiano per la forte solidarietà espressa nei confronti di Israele in queste settimane. Questa solidarietà ci ha profondamente commosso e vi chiediamo di continuare a sostenerci con forza”, ha affermato l’ambasciatore. “Grazie soprattutto per i tentativi di costringere Hamas a liberare incondizionatamente gli oltre 245 israeliani tenuti in ostaggio nella striscia di Gaza, tra cui un neonato di pochi mesi e anziani sopravvissuti alla Shoah”. “La cultura del rispetto verso la vita, la libertà, la dignità e la sicurezza di ogni essere umano deve partire dalla scuola. Non ci può essere spazio nelle nostre scuole per prediche o pratiche di violenza, discriminazione e odio”, dice il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara. “La nostra civiltà è universalista, nel senso che offre al genere umano i suoi valori”, aggiunge il ministro. “E tuttavia – prosegue- la nostra civiltà difende le frontiere, perché se esistesse un diritto umano a immigrare sarebbe travolta la libertà stessa dei cittadini e la democrazia e lo Stato non servirebbe a proteggere i suoi cittadini”. “Hamas è un’organizzazione terroristica”, ripetono gli oratori che intervengono dal palco. “La guerra è scatenata da un attacco terroristico, Hamas è un gruppo di terroristi che da troppo tempo usa la fede islamica per giustificare i propri crimini. Chi cattura bambini e donne ad oggi è un terrorista e non ha nulla a che vedere con la fede islamica. L’Islam non è questo. Nessuna fede ha chiesto di commettere atti di terrorismo”, dice Ayoub Ouassif, operaio musulmano, originario di Sassuolo (Modena) dal palco leghista. “Da noi oggi l’imam dice ‘non siamo interessati a integrarci, vogliamo sostituirvi”, aggiunge il sindaco di Monfalcone Annamaria Cisint parlando della “situazione drammatica di un processo di islamizzazione” da fermare: “È intollerabile quanto successo a Monfalcone la scorsa settimana quando dietro al duomo il Pci con le bandiere e gli integralisti hanno iniziato a gridare ‘Allah akbar, morte a Israele». «Il buonismo – ha aggiunto – ci porterà alla sostituzione”. E proprio dalle parole della sindaca sembrano essere ispirati molti partecipanti alla manifestazione. Diverse persone, di età e provenienze diverse, sembrano non avere ben compreso il tema dell’appuntamento leghista: una protesta anti immigrazione. “Basta immigrati. Mi danno fastidio”, dice una signora sulla settantina scesa in piazza, “leghista da sempre”, venuta in treno da Varese. “Non ne posso più di vedere 20enni forti e robusti che vivono meglio di me con i soldi che gli diamo noi. Altro che rifugiati”, aggiunge. “Sono venuta a questa manifestazione dal Friuli perché voglio che non ci sia più il pericolo dell’islamizzazione in Italia”, dice una donna in fondo alla piazza. “Io mi sento minacciata da questi islamici e abbiamo visto che sono pericolosi. Lo abbiamo visto nelle manifestazioni pro Palestina”. Sul palco quasi tutto lo stato maggiore del Carroccio: da Luca Zaia ad Attilio Fontana, dal ministro Giancarlo Giorgetti a Roberto Calderoli.

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Israele-Hamas, Maimone: “Il messaggio cristiano di Papa Francesco con la Casa della Famiglia Abramitica sia veicolo di Pace”

Guerra Israele-Hamas, Maimone (Ass. Bambino Gesù del Cairo): “Il messaggio cristiano diffuso da Papa Francesco mediante la Casa della Famiglia Abramitica sia veicolo di Pace”. Grazie a Papa Francesco a Abu Dhabi è sorta la Casa della Famiglia Abramitica, che racchiude in un unico sito una Moschea, una Chiesa e una Sinagoga,  edificate per vivere accanto, nel rispetto reciproco delle proprie differenze religiose, e che pertanto rappresenta un simbolo di Pace. “Nessuno può uccidere indisturbato, qualsiasi motivo lo animi. Niente giustifica l’odio fratricida. Non vi sono ideali che possono giustificare il massacro di esseri umani, seppur rivolti a fini sublimi. La vita è un dono di Dio. E’ una verità che non può essere compresa dai terroristi, perché offuscati dalla ‘non verità’ rigida, schematica e perentoria, mai pronta al confronto. Assistiamo nuovamente allo sterminio di vite innocenti nei luoghi in cui è nato e vissuto Gesù, in cui Egli ha predicato l’Amore. Una nuova strage di vite innocenti. La storia si ripete? No, è l’odio fratricida che si rinnova e semina morte. Il pianto di Dio accompagna il pianto di coloro che vedono morire i propri affetti per il folle egoismo legato alla sete di  affermazione politica e, pertanto, per il potere che ne scaturisce. Il fondamentalismo dimostra che è vivo, che vuole governare la vita del popolo islamico.  Non accetta confronti con altre concezioni della vita e della religione, non ascolta la voce di nessuno. L’Islam aspira fortemente a dimostrare di non essere fondamentalista ed  afferma vigorosamente di essere aperto al dialogo” ha dichiarato Biagio Maimone, Corrispondente dall’Italia per il quotidiano America Oggi e Direttore della Comunicazione dell’Associazione Bambino Gesù del Cairo Onlus, il cui Presidente è Monsignor Gaid Yoannis Lahzi, già Segretario di personale di Sua Santità Papa Francesco, il quale ha aggiunto: “Una parte dell’islam rimarca di voler  essere fondamentalista, non aperto al confronto con altre religioni, con altre filosfie della vita, con chi vuole un mondo governato dall’amore e non dalla viòlenza, con chi vuole un mondo goverrnato dallo stato di diritto e non dalla legge che nega la libertà di pensiero, che nega il valore della persona e i suoi diritti fondamentali. Scende la notte sulle terre afflitte e spaventate di Israele e della Palestina,ritorna la barbarie. Non c’è pace sotto gli ulivi. In qualità di membro dell’Associazione Bambino Gesù del Cairo ho avuto modo di seguire, sotto il profilo giornalistico, l’impegno del Documento ‘Sulla Fratellanza Umana per la Pace  Mondiale e la Convivenza Comune’ e la realizzazione della Casa della Famiglia Abramitica a cui esso ha dato vita, che mi ha consentito di verificare come realmente e fattivamente Papa Francesco sia il ‘Papa della Pace’. Il Documento sulla ‘Fratellanza Umana per la Pace Mondiale e la Convivenza Comune’, sottoscritto da Sua Santità Papa Francesco e dal Grande Imam di Al-Azhar Ahmad Al-Tayyeb , il 4 febbraio 2019, ad Abu Dhabi, ha sancito un’alleanza tra tre religioni il cui Dio è unico, che sono la religione islamica sunnita, la religione ebraica e la religione cattolica. E’ sorta la Casa della Famiglia Abramitica in seguito a tale sottoscrizione, che può dirsi un suo frutto prezioso, che racchiude in un unico sito una Moschea, una Chiesa e una Sinagoga, edificate per vivere accanto, nel rispetto reciproco delle proprie differenze religiose.  Essa dimostra come tre religioni diverse, pur mantenendo il loro credo religioso e, pertanto, la propria identità, possano vivere su un unico spazio, ossia su un unico territorio, facendo del dialogo il fulcro della loro coesistenza pacifica. La Casa della Famiglia Abramitica rappresenta un simbolo di pace, con cui Papa Francesco ha voluto dimostrare al mondo intero la coesistenza pacifica delle differenze, le quali hanno la possibilità di interagire, in modo costruttivo, attraverso il dialogo. La Casa della Famiglia Abramitica insegna, altresì, che i territori le cui differenze saranno valorizzate e valorizzabili mediante il dialogo incessante, aprono orizzonti  insospettabili per il miglioramento della condizione umana, sociale e politica dei popoli, in quanto pervasi dalla pace e dal l’armonia. Lo strazio del popolo di Isreale e del popolo palestinese, colpiti dal fondamentalismo di Hamas, non impedirà al Documento ‘Sulla Fratellanza Umana per la Pace Mondiale e la Convivenza Comune’ di diffondere il suo messaggio per le strade del mondo. Non si lascerà certo scoraggiare da chi non sa amare. Odiano il dialogo coloro che hanno fatto del fondamentalismo religioso la ragione della propria affermazione politica. Ma soprattutto essi non hanno compreso cosa significa la parola ‘essere umano’. Nel cuore della persona pulsa un’anima che lo fa essere una creatura divina. In nome di Dio non si può uccidere la sua creatura. I fondamentalisti dimostrano di  rinnegare la più sublime verità divina. Essi dimostrano di credere unicamente  solo nel potere fine a se stesso. Il Cattolicesimo e il Cristianesimo insegnano che il dialogo costruisce accordi che non moriranno mai perché condivisi pienamente in quanto guidati dal principio dell’amore fraterno. L’idea di sottomettere attraverso la violenza è radicata nelle menti di coloro che sono accecati dall’odio fratricida, dal desiderio di sopraffazione. Il fine non giustifica il mezzo. La logica della violenza ha dominato la storia umana e continua a dominarla. Fino a quando? E’ noto che i dittatori sono soggetti al tribunale della storia. La storia è foriera di verità e giustizia. Siamo di nuovo di fronte a molteplici conflitti che non creeranno certo ordine, ma solo disordine, in quanto sorretti dalla menzogna e dall’istinto di morte. Dare attuazione concreta all’anelito alla libertà non può significare in alcun modo uccidere la libertà degli altri, ma significa far ricorso agli strumenti del dialogo che le menti veramente evolute sono in grado di realizzare. La libertà è figlia della verità e non della crudeltà che il cieco fondamentalismo fa vivere, chiuso nel buio del pregiudizio. Gli insegnamenti del Cristianesimo e del pacifismo costituiscono il vero  cammino da percorrere per ridare dignità ai popoli ai quali essa non è riconosciuta. Nella terra in cui è nato Gesù deve rinascere la pace attraverso l’instaurazione di una relazione fondata sulla fratellanza umana, come chiede, con

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Lega: “Mozione a favore di Israele votata in aula nonostante qualche mal di pancia della sinistra”

“Durante la giornata di oggi abbiamo lavorato per presentare una mozione unitaria di condanna degli atti terroristici di Hamas e di vicinanza e sostegno ad Israele. Dopo numerose trattative abbiamo raggiunto un accordo unitario con i gruppi di centrodestra e la maggioranza. Il testo su cui è stato raggiunto un accordo cita le parole di condanna del Governo e del Presidente Mattarella e impegna la Giunta a mobilitarsi in favore dello Stato di Israele dimostrando un pieno supporto e vicinanza in questo momento drammatico, a organizzare un incontro tra la comunità ebraica milanese e il comune, a illuminare il comune con i colori di Israele o esporre la bandiera israeliana e farsi promotrice di iniziative per la Pace in Medio Oriente e per il rispetto dei diritti umani”. “È per noi importantissimo dimostrare, con orgoglio e piena convinzione, di essere dalla parte di Israele e dimostrare piena vicinanza e sostegno a un popolo attaccato, a uno Stato che ha il diritto di esistere e il dovere di difendersi.  La sinistra ha voluto aggiungere la richiesta di mettere anche la bandiera della pace, scelta accettata per far passare la mozione ma poco comprensibile dopo i massacri di Hamas. Qualcuno vuole forse dialogare con un’organizzazione terroristica? Inoltre in aula abbiamo sentito interventi di chi ha accusato Israele per quanto successo e di chi non voleva la bandiera israeliana sul Comune. Insomma a sinistra, come spesso succede, non c’è mai una linea unitaria, nemmeno dopo fatti così gravi”. Cosi in una nota il gruppo consiliare della Lega, dopo l’approvazione di una mozione unitaria a favore di Israele a prima firma di Silvia Sardone.

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A Milano c’è preoccupazione dopo l’attacco di Hamas in Israele

La guerra in Israele, scoppiata dopo un attacco a sorpresa di Hamas, ha conseguenze dirette anche sulla comunità ebraica sparsa per il mondo. E anche a Milano, dove nelle ultime ore sono state alzate al massimo livello le misure di sicurezza relative a tutti i possibili obiettivi ebraici in città e provincia e su tutti gli eventi della comunità o a cui partecipano loro esponenti. La scelta arriva su indicazione del ministero dell’Interno e sabato a Milano si è svolta una riunione in prefettura presieduta dal prefetto Renato Saccone, con il questore Giuseppe Petronzi, i comandanti provinciali di carabinieri e guardia di finanza, la comunità ebraica e un rappresentante del contingente di Strade sicure, per decidere di rafforzare i presidi di sicurezza in città e provincia. Una misura precauzionale che interessa potenziali obiettivi come ad esempio la Sinagoga, il Memoriale della Shoah, la scuola ebraica. È stata alzata la vigilanza su tutto il territorio nazionale a tutela degli obiettivi ritenuti sensibili, con particolare riguardo a quelli religiosi, culturali e commerciali degli ebrei in Italia. Il punto sulla situazione è stato fatto sabato a Palazzo Chigi. La premier Giorgia Meloni ha convocato i ministri e i vertici dell’intelligence per fare il punto della situazione. Erano presenti i ministri di Esteri, Interno e Difesa, Antonio Tajani, Matteo Piantedosi e Guido Crosetto, l’Autorità nazionale per la sicurezza della Repubblica, il sottosegretario Alfredo Mantovano, il consigliere diplomatico della premier, l’ambasciatore Francesco Maria Talò, i direttori dei servizi, Elisabetta Belloni (Dis), Giovanni Caravelli (Aise) e Mario Parente (Aisi). “Il governo – si legge in una nota di Palazzo Chigi – segue con preoccupazione l’evolversi della situazione, in stretto collegamento con le istituzioni europee e con gli alleati. Particolare attenzione viene rivolta alla sicurezza della comunità ebraica presente sul territorio nazionale”.

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