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Pedemontana, Pizzighini (M5S): “Accostare Pedemontana a sostenibilità e crescita è una contraddizione”

“Sentire parlare di Pedemontana accanto al concetto di crescita, quando in quasi trent’anni il centrodestra non è riuscito ad ultimarla, parrebbe una contraddizione in termini. Contraddizione che diventa ancor più marcata nel momento in cui al progetto dell’autostrada più costosa d’Italia viene associata la parola sostenibile. Solamente lo scorso maggio abbiamo audito dalla stessa società che nell’anno 2022 gli oneri finanziari correlati alle tratte in esercizio superano i 10 milioni di euro, stessa cifra per le tratte ancora da costruire. Per non parlare dei costi, che hanno messo in fuga tutti gli investitori privati e hanno costretto Regione Lombardia, quindi noi cittadini, a pagare il conto. Solo con l’ultimo assestamento di bilancio vengono stanziati altri 600 milioni a favore di Pedemontana che sommati ai 900 milioni di prestito, con rientro a partire dal 2045, che Regione Lombardia aveva stanziato la scorsa estate, arriviamo alla cifra di un miliardo e mezzo di soldi pubblici destinati all’eterna incompiuta, in poco più di un anno. Un costo che le generazioni future dovranno pagare non solamente in termini economici, ma anche di impatto ambientale”. Così la Consigliera regionale del Movimento Cinque Stelle, Paola Pizzighini, in merito al parere favorevole, da parte della Giunta lombarda, alla delibera proposta dall’assessore Claudia Maria Terzi (Infrastrutture e Opere pubbliche), di concerto con i colleghi Gianluca Comazzi (Territorio e Sistemi verdi) e Giorgio Maione (Ambiente e Clima), sul progetto definitivo della variante alla Tratta D dell’autostrada Pedemontana lombarda.

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Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate, approvata la semestrale 2023

Crescita in solidità e sostegno del territorio, con un aumento del credito e della raccolta. La Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate chiude il primo semestre 2023 con tutti i principali indicatori in aumento, confermandosi “un punto di riferimento per i territori dell’Altomilanese e del Varesotto”, sottolinea il presidente dell’istituto di credito Roberto Scazzosi. “Nonostante un contesto macro economico complesso, la nostra Bcc ha proseguito lungo il proprio percorso di sviluppo e aumentando notevolmente il proprio sostegno a favore delle comunità locali e del terzo settore. Nei primi sei mesi del 2023, infatti, tra sponsorizzazioni, contributi e liberalità abbiamo erogato oltre 229mila euro, con un netto incremento del 61,99% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il solido andamento economico e patrimoniale di questi primi sei mesi dell’anno, che ha generato un utile importante e di tutto rispetto, ovvero 6 milioni e 767mila euro, si traduce in una significativa creazione di valore per i nostri stakeholder e rimarca la nostra chiara volontà di proseguire con gli interventi a supporto del rilancio economico del territorio e della crescita socio culturale delle comunità. E questo perché siamo fortemente decisi a svolgere fino in fondo il nostro ruolo di banca di prossimità, sostenendo l’economia dei territori e restando un solido e sicuro punto di riferimento per famiglie e imprese, secondo i valori e i principi distintivi del credito cooperativo”. La Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate si è presentata al giro di boa del 2023 ancora più solida rispetto all’anno scorso. “Il rafforzamento del patrimonio è lo strumento fondamentale per assicurare una stabilità di lungo periodo e per garantire vantaggi ai soci e alle nostre comunità locali dell’Altomilanese e del Varesotto”, spiega il direttore generale Roberto Solbiati. “Assume un valore di grande rilievo il fatto che nel primo semestre dell’anno il nostro patrimonio di vigilanza si attesta a oltre 123,5 milioni di euro, in crescita del 5,5% rispetto allo stesso dato del 2022. Anche i due principali coefficienti di riferimento per la solidità dell’istituto sono in decisa crescita: il Cet1, che indica il grado di patrimonializzazione delle banche, si attesta al 20,69%, con un incremento del + 5,08% rispetto al già importante 19,69% di giugno 2022. E il TCR, ovvero il Total Capital Ratio, che valuta quanto la banca è sicura nel restituire il denaro ai propri clienti considerando la possibilità che i crediti che ha concesso possano non essere restituiti, arriva al 21,5%, dimostrandosi in crescita del 4,88% rispetto al giugno 2022″. Cresce anche la raccolta: il dato complessivo (diretta e indiretta), che al primo semestre si attesta sopra i 2 miliardi e 191 milioni di euro, supera di mezzo punto percentuale il dato dello scorso anno. Crescono anche gli impieghi. “Sul fronte dei crediti – prosegue il direttore generale Solbiati – al 30 giugno di quest’anno il totale è di 860 milioni e 617mila, in crescita di oltre due punti in percentuale rispetto al primo semestre dello scorso anno. In un momento in cui si assiste a una generalizzata riduzione dei prestiti verso famiglie e imprese, questo dato dimostra la propensione al credito della nostra Bcc, che non ha fatto mancare il proprio sostegno a famiglie e imprese. Nella raccolta, da segnalare è la crescita di quella indiretta: +15,2%”. Infine, segnali positivi arrivano dal valore delle commissioni nette, che “sfiora gli 8 milioni di euro, con un incremento del 5,23%, portando così la Bcc a una quota del 98% di copertura del costo del personale”, continua. “E dal margine di intermediazione, che si attesta sopra i 24 milioni, con una crescita dello 0,48% rispetto al primo semestre 2022”. Conclude il presidente Scazzosi: “La nostra Bcc si presenta così proiettata verso il futuro con una grande attenzione, come del resto tutto il Gruppo Iccrea, ai temi della sostenibilità e dei cosiddetti principi ESG. È un impegno che riteniamo di fondamentale importanza per lanciare la banca in un domani fatto di qualità, in termini ambientali, sociali ed etici”.

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Intesa Plenitude e Dellorto accordo sul fotovoltaico in Lombardia

Plenitude (Eni) e Dellorto, azienda specializzata nella costruzione di carburatori, sistemi di iniezione elettronica, corpi farfallati e centraline elettroniche, hanno firmato un accordo di Energy Performance Contract per la realizzazione a Cabiate (CO) di un impianto fotovoltaico da 1,35 MWp. L’energia solare contribuirà ad alimentare lo stabilimento Dellorto e a migliorare l’efficienza energetica nell’ottica di una maggiore sostenibilità, consentendo di evitare emissioni di CO2 per un ammontare atteso di circa 603 tonnellate annue. Grazie alla formula contrattuale dell’accordo, gli interventi verranno realizzati, finanziati e garantiti da Plenitude mentre Dellorto pagherà un corrispettivo fisso per 10 anni, relativo alla fornitura dell’energia elettrica prodotta dall’impianto, che gli permetterà di avere una maggiore certezza della spesa migliorando al contempo la propria efficienza energetica. Finito tale periodo Dellorto acquisirà la titolarità dell’impianto. “Questo accordo – ha dichiarati Pasquale Cuzzola, direttore Retail Italian Market di Plenitude -, che si inserisce in un più ampio progetto di collaborazione congiunta di Eni Sustainable B2B e Dellorto, è in linea con la nostra strategia di creare valore attraverso la transizione energetica e di azzerare, entro il 2040, le emissioni nette di CO2 Scope1, 2 e 3. Siamo quindi lieti di mettere a disposizione della sede italiana di DELLORTO le nostre soluzioni energetiche per l’autoproduzione e impianti tecnologicamente avanzati che consentiranno un uso più efficiente e sostenibile dell’energia e di ridurre anche i relativi costi”. “Anche per le aziende del nostro settore – ha aggiunto Luca Dell’Orto, amministratore delegato di Dell’Orto Spa – i requisiti di sostenibilità stanno diventando cogenti, all’interno di questi la transizione energetica è un pilastro imprescindibile. In quest’ottica si inserisce l’accordo con Plenitude, un progetto importante che ci consente un notevole passo avanti verso l’utilizzo di energia pulita, garantendoci allo stesso tempo un efficientamento energetico ed un miglioramento di immagine verso i clienti”.

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Studio AstraRicerche-Heineken: cosa si chiede all’azienda “ideale”

Il lavoro fonte di stress? Tutt’altro! Per 6 italiani su 10 è indice di felicità, soprattutto per i giovani. E’ quanto emerge dallo studio “Italiani e Lavoro: Cosa cerchiamo da un’azienda? Molto più di un semplice lavoro”, realizzata da AstraRicerche per Heineken Italia su un campione di oltre 1.000 lavoratori di età compresa tra i 18 e i 65 anni. La ricerca fa emergere un approccio nuovo da parte da parte degli italiani riguardo al mondo del lavoro – una tendenza maturata soprattutto negli ultimi 3 anni, dopo la pandemia – e consente di individuare le aspettative dei lavoratori verso “l’azienda ideale”, quella che appunto possa garantire “lo stare bene” sia nell’ambiente lavorativo, sia nella vita privata. All’azienda ideale, si legge nello studio AstraRicerche-Heineken, si chiedono condizioni economiche eque, certo, ma insieme a un ambiente di lavoro positivo (una priorità per quasi 5 lavoratori su 10), un buon work-life balance (citato dal 44% degli intervistati), oltre alla stabilità contrattuale (37%) e alla buona reputazione dell’azienda (31%) data principalmente dall’impegno nella sostenibilità (39%) e dall’attenzione alle tematiche legate alla Diversity, Equity and Inclusion (37%). Insomma, lo stipendio alto è importante, ma oggi da solo non basta più. “Heineken Italia ha da sempre a cuore il benessere delle persone, con cui condivide il piacere di stare insieme, la passione e la determinazione di guidare la crescita del mercato in maniera sostenibile. Un rapporto che si traduce in formazione, sviluppo della leadership diffusa a tutti i livelli dell’organizzazione, ma anche nella ricerca del benessere, per far crescere e valorizzare le risorse, dare loro stabilità e prospettive – dice Teresa Ferro, People Director di Heineken Italia – Per questo abbiamo voluto indagare come sono evolute le esigenze delle persone negli ultimi anni, per capire quali fossero le aspettative dei lavoratori e i risultati ci confermano che siamo sicuramente sulla strada giusta e ci rendono orgogliosi dei grandi passi avanti fatti sinora”. Secondo lo studio AstraRicerche- Heineken Italia oggi la maggior parte degli italiani (3 su 4) apprezza il proprio luogo di lavoro soprattutto per motivazioni legate principalmente al “benessere”: il 50% apprezza soprattutto l’ambiente, mentre il 46.3% il work-life balance. Il welfare è ormai così importante per i lavoratori da spingerne più di 1 su 2 a dirsi pronto a rinunciare a una parte dello stipendio per ottenere maggiori vantaggi nella sfera personale – dato particolarmente rilevante tra i 18-44enni – soprattutto riguardo la flessibilità di orario 44.6%, la flessibilità sui permessi e sui cambi di orario 40.7% e per la possibilità di lavorare per obiettivi senza vincoli di orari 33.0%. “I risultati della ricerca ci confermano che il nostro impegno nel mettere al centro il benessere delle persone è in linea con ciò che si aspettano i lavoratori – aggiunge Teresa Ferro – Credo fermamente che la vera forza delle aziende siano le persone e, oggi, più che mai, un’azienda per vincere sul mercato ha bisogno di team ingaggiati e motivati, che possono esistere solo in un ambiente di lavoro equo ed inclusivo. In Heineken stiamo lavorando per promuovere, da un lato, una maggior autonomia nella gestione della propria giornata, sia professionale che personale, incentivando una cultura aziendale che è sempre più indirizzata ai valori della responsabilità e della fiducia; dall’altro, per favorire il lavoro di squadra, lo scambio e la condivisione, e i momenti di incontro e celebrazione dei successi, fondamentali per crescere e arricchirsi”. Oltre alla tutela dell’ambiente e alla diffusione di comportamenti positivi, al centro del modo di fare impresa di Heineken Italia vi è sempre di più il benessere delle proprie persone. Un impegno che si vede concretizzato nel recente accordo integrativo di secondo livello, stipulato a giugno, che prevede più bonus economici e più welfare, a partire dallo smart-working reso a tempo indeterminato nella sede di Sesto San Giovanni fino all’aumento dei permessi a supporto della genitorialità e delle esigenze personali di tutti i dipendenti. Non mancano i progetti dedicati all’inclusione. Ad esempio, la collaborazione con Fondazione Libellula, per l’impegno nella parità di genere e contro ogni forma di violenza e discriminazione, con cui è in corso il “Programma Genitori”, una serie di incontri che si terranno da settembre a dicembre 2023, con l’obiettivo di promuovere la genitorialità condivisa e ogni tipo di famiglia. Ma anche la partnership con “Parks-Liberi e Uguali”, per rendere sempre più concreta l’inclusione delle persone LGBTQIA+ sul posto di lavoro; l’Inclusion Council e la Community di Ambasciatori e Ambasciatrici di Diversità, Equità e Inclusione del Gruppo. Vi sono inoltre le “Sessioni di Ascolto e Dialogo” strutturate, ossia dei momenti in cui i dipendenti raccontano le loro esperienze relative all’inclusione e alle varie dimensioni della diversità; è stato creato “Mix & Match” per favorire la conoscenza, la condivisione e il dialogo tra persone di generazioni diverse ed è stata completata dal 50% della popolazione interessata la formazione sulla Leadership Inclusiva per i People Manager, con l’obiettivo di arrivare al 100% entro fine del 2023.

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L’ex ministro Castelli lascia la Lega

La politica della Lega Salvini premier “è sempre più centralista con venature meridionaliste. Il segretario e ministro dei Trasporti Salvini sembra abbia in mente solo il ponte sullo Stretto”: l’ex ministro della Giustizia Roberto Castelli, presidente dell’associazione Autonomia e Libertà è partito da questo per spiegare la decisione di lasciare il Carroccio dopo oltre quarant’anni di militanza. “Questo partito non lo riconosco più negli ideali per cui è nata la Lega” mentre “noi vogliamo dare voce alla questione settentrionale”. Da qui il suo appello “agli autonomisti che soffrono di frazionismo: se ci uniamo forse potremo far sentire la nostra voce, far sentire la voce del Nord”. “Io non voglio più candidarmi” ha premesso in una conferenza stampa alla fondazione Stelline di Milano, ma “se l’associazione continua a crescere sarà inevitabile un impegno elettorale ad ogni livello”. Della sua decisione, Castelli non ha parlato con il fondatore della Lega Nord Umberto Bossi, “ma credo che lo sappia. Mi hanno chiamato in tantissimi”.

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A Lodi il primo caso di virus dengue

A Lodi il primo caso di virus dengue. La Direzione Generale Welfare di Regione Lombardia comunica che è stato identificato, in provincia di Lodi, un caso di Dengue, virus trasmesso da zanzare Aedes. Il paziente, di oltre 70 anni, sta bene e si trova ricoverato all’ospedale di Crema. I Dipartimenti di Prevenzione di Ats Milano e Ats Valpadana hanno definito le azioni di disinfestazione straordinaria nelle strette vicinanze dei luoghi frequentati dal paziente. Le Ats di Milano e Valpadana stanno inoltre predisponendo una nota di allerta ai medici di base e agli ospedali con Pronto Soccorso dell’Asst di Lodi e Crema, per riconoscere i sintomi e attivare specifici percorsi diagnostici. Il rilevamento del primo caso in Lombardia di Dengue è stato segnalato da Regione Lombardia a Iss e Ministero della Salute. Per i cittadini – ricorda la Dg Welfare – è necessario proteggersi dalle punture di zanzare (in particolare le persone più anziane o più a rischio per gli effetti della patologia). Possono essere utilizzati repellenti quando si soggiorna all’aperto; insetticidi e zanzariere per gli ambienti chiusi. Inoltre, per limitare la diffusione delle zanzare è utile: – In orti e giardini: coprire con coperchi ermetici, teli di plastica o zanzariere ben tese, tutti i contenitori utilizzati per la raccolta dell’acqua piovana da irrigazione (cisterne, secchi, annaffiatoi, bidoni e bacinelle). – In cortili e condomini: pulire un paio di volte all’anno tombini e pozzetti; applicare una zanzariera a maglia fine sopra il tombino per impedire alle zanzare di deporvi le uova; durante la stagione umida, trattare ogni 15 giorni circa i tombini e le zone di scolo e ristagno con prodotti larvicidi. – Nelle grondaie: verificare che siano pulite e non ostruite. – Nei cimiteri: introdurre il prodotto larvicida nei vasi di fiori freschi o sostituirli con fiori secchi o di plastica. Nei sottovasi: non far ristagnare acqua al loro interno e, se possibile, eliminarli. – Negli abbeveratoi di animali: cambiare quotidianamente l’acqua e lavarli con cura. (LNews)

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