lombardia

Emessa ordinanza che impone l’obbligo della mascherina all’aperto

“Da domenica 5, e fino al prossimo 13 aprile, restano in vigore le misure restrittive già stabilite per l’intero territorio lombardo lo scorso 21 marzo con ordinanza regionale“. Lo comunica con una nota Regione Lombardia. “In particolare – prosegue la Nota – il documento regionale conferma la chiusura degli alberghi (con le eccezioni già in vigore), degli studi professionali, dei mercati e tutte le attività non essenziali. Inoltre, sarà possibile acquistare articoli di cartoleria all’interno degli esercizi commerciali che vendono alimentari o beni di prima necessità, già aperti. Sarà anche possibile la vendita di fiori e piante solo con la consegna a domicilio“. “L’ordinanza del presidente della Regione – spiega la Nota – introduce anche l’obbligo, per chi esce dalla propria abitazione, di proteggere se stessi e gli altri coprendosi naso e bocca con mascherine o anche attraverso semplici foulard e sciarpe. Gli esercizi commerciali al dettaglio già autorizzati (di alimentari e di prima necessità) hanno l’obbligo di fornire i propri clienti di guanti monouso e soluzioni idroalcoliche per l’igiene delle mani”. “Infine, ai sensi del decreto legge del 25 marzo scorso, che vieta alla Regione di intervenire sulle attività produttive – conclude la Nota – è stato chiesto al Governo di confermare, con un Dpcm specifico, la chiusura dei cantieri edili e di permettere, invece, le attività legate alla filiera silvopastorale (come, ad esempio, il taglio della legna)”.  

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Com’è cambiata la spesa dei lombardi ai tempi del Covid19

Com’è cambiata la spesa dei lombardi ai tempi del Covid19. I dati sono stati elaborati da Stocard, innovativa azienda che ha l’accesso ai dati delle tessere punti dei supermercati. Qui il report Stocard Coronavirus Analysis – GDO_W13vsW07 – ok – Copia. Di seguito il comunicato dall’azienda: non sono mai andati così spesso a fare la spesa dopo pranzo, o alla mattina presto, come in questi giorni: gli italiani in quarantena hanno radicalmente modificato le proprie abitudini di acquisto, come rilevato dalla nuova indagine condotta dall’Osservatorio di Stocard, il portafoglio digitale che consente di digitalizzare tutte le carte fedeltà nel proprio smartphone. Stocard ha fotografato le spese dei cittadini in super e ipermercati tra il 23 e il 29 marzo, confrontandole con la settimana del 10-16 febbraio, prima dell’emergenza sanitaria. Lo studio ha analizzato l’andamento degli acquisti nella GDO oltre che la base nazionale, anche a livello regionale, dividendo il Paese in tre macro aree[1] a seconda delle diverse disposizioni sugli orari di apertura decisi dalle ordinanze delle Regioni. “Gli italiani hanno radicalmente cambiato le proprie abitudini di acquisto alimentare – spiega Valeria Santoro, country manager Stocard Italia – Fino a un mese fa sarebbe stato impensabile andare al supermercato dopo pranzo, ma nella settimana analizzata, dal 23 al 29 marzo, registriamo picchi giornalieri di acquisto che, tra le 13 e le 16, superano anche del 78% gli acquisti della settimana pre Covid-19. A questa evidenza se ne aggiunge un’altra: gli italiani continuano a rifornirsi al mattino, soprattutto la domenica, nelle Regioni in cui la GDO è aperta. La spesa del mattino domenicale resta quindi un’abitudine che non è stata persa in questi giorni di quarantena, ma che addirittura si è intensificata, con un picco di acquisto del +480% negli orari di apertura dei supermercati”.   EVIDENZE REGIONALI Nella settimana studiata, rispetto a quella pre Covid-19, l’Osservatorio di Stocard rivela differenti comportamenti durante i giorni feriali e nel fine settimana. Nei giorni feriali si registrano tre principali evidenze, comuni a tutte le Regioni: i picchi di acquisto della mattina (tra le 9 e le 10), post pranzo (tra le 13 e le 16) e una sostanziale omogeneità negli orari di spesa, dal lunedì al sabato. L’unico dato particolare riguarda il Lazio, in cui le chiusure serali alle 19:00 fanno si che i livelli di acquisto in quasi tutti gli orari delle giornate siano in media più alti rispetto a quelli degli altri gruppi di regioni. Differente lo scenario per la domenica, influenzato dalle diverse ordinanze regionali che regolano gli orari della GDO. Complice la chiusura di iper e supermercati alle 15, nel Lazio il picco di acquisti è tra le 8 e le 12, molto superiore rispetto alla settimana del 10-16 febbraio; In Lombardia e nelle altre Regioni senza limitazioni di orari il picco di spesa è tra le 8 e le 10, con la curva di spesa che tende progressivamente ad appiattirsi nel corso della giornata; In Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Sicilia, Campania, Calabria la GDO è chiusa. EVIDENZE NAZIONALI A livello nazionale, anche nella settimana 23-29 marzo, come nelle due precedenti già analizzate, si riscontra una maggiore omogeneità di acquisto durante i giorni feriali. L’indagine evidenzia alcune specificità rispetto alla settimana pre-Covid tra il 10 e il 16 febbraio: Da lunedì a venerdì c’è un notevole incremento di acquisti nelle ore successive al pranzo: tra le 13 e le 16, infatti, i picchi di spesa raggiungono una media giornaliera pari al +70% rispetto a febbraio; Nel weekend si assiste a un vero e proprio boom di spesa negli orari immediatamente successivi all’apertura dei supermercati: +95% il sabato alle 8 del mattino, addirittura +480% la domenica allo stesso orario, rispetto al mese precedente. All’ora di pranzo l’indagine rivela i soliti picchi: +73% il sabato e un +67% la domenica, dati molto più alti rispetto alla settimana 10-16 febbraio. Nota metodologica Anche per questa indagine Stocard ha condotto un’analisi qualitativa del comportamento dei consumatori: fatto 100 il numero di acquisti, nel settore GDO, nella settimana pre Coronavirus e nelle due di quarantena, la valutazione dei comportamenti permette di analizzare i momenti di spesa dei cittadini nei periodi considerati[2]. *** Stocard è l’applicazione che consente di memorizzare tutte le carte fedeltà nel proprio smartphone. Con oltre 45 milioni di utenti al mondo, Stocard è il mobile wallet (portafoglio digitale) leader di mercato che combina tecnologia avanzata con il massimo della fruibilità. Una semplice funzione di scansione consente agli utenti di scannerizzare ogni carta fedeltà ed aggiungerla all’app in formato digitale. Nel corso del 2020 verrà aggiunto all’app il mobile payment così da avere, a tutti gli effetti, un portafoglio digitale in grado di sostituire completamente quello fisico. [1]             Gruppo 1: Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Sicilia, Campania, Calabria: chiusura domenica e giorni festivi; Gruppo 2: Lazio: 8:30-19 dal lunedì al sabato, 8:30-15:00 domenica;  Gruppo 3: Lombardia e tutte le altre regioni: nessuna limitazione degli orari [2]             L’analisi di Stocard ipotizza la medesima quantità di acquisti nella settimana del 10-16 febbraio e 23-29 marzo al fine di annullare l’eccezionalità delle settimane di emergenza sanitaria che, giocoforza, limita i cittadini nelle possibilità di spesa. L’indagine pertanto non considera i volumi di vendite, non paragonabili vista la straordinarietà del periodo, ma i comportamenti di acquisto, più significativi per comprendere come sono cambiate le abitudini dei consumatori

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Crescono i tamponi, crescono i contagi

Crescono i tamponi, crescono i contagi. I dati non mentono, più aumentano i controlli, più si amplia la forbice tra contagiati e morti e più scende la mortalità del Covid-19. Potrebbe essere normale, ma in questo momento di isteria generale è difficile trovare la normalità. Lo stesso governatore lombardo Attilio Fontana ormai appare come un pugile suonato da un avversario troppo duro e si dice “preoccupato” ma senza specificare perché ai giornalisti già in paranoia e preda del riflesso di pubblicare notizie false (sì lo ha fatto anche il Corriere). Ora forse proprio quelli come Fontana, a cui va riconosciuto l’impegno, devono prendersi una pausa. Dormire qualche giorno e lasciare ad altri guidare la barca. Non è il momento di dare informazioni confuse o di agitare ancora le acque mentre crescono i tamponi e crescono i contagi. Negli ospedali lombardi si sta combattendo duramente, e stanno partendo studi amplissimi per capire quali farmaci possano davvero contrastare al meglio il virus in attesa di un vaccino che sembra ad oggi un miraggio. La lotta è dura e l’Italia, al netto dei soliti traditori e voltagabbana, sta reagendo con una forza umana impensabile fino a pochissimo tempo fa. Legioni di volontari e personale sanitario si sono unite sotto una bandiera che è quasi un nuovo Tricolore. Curano tutti, anche chi oggettivamente meriterebbe di essere messo in fondo alla lista. Non guardano il colore, il credo religioso o politico. Nulla se non i dati e tentano di salvare la vita a tutti. Intanto cambiano tutti i giorni i dati e le regole per muoversi, sia in Italia per altro che all’estero. Ma la sfida non è fare dei dati la nuova religione: un errore qualunque di interpretazione può causare moltissimi danni. Allora prendiamo atto dei vari passaggi di questa crisi, passo passo ne usciremo. Non tutti, perché in tanti moriranno ancora, ma in tanti.

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Gallera: bene il Decreto, il sistema regge ancora, ma dovete ridurre le attività sociali

Anche oggi l’assessore al Welfare di Regione Lombardia, Giulio Gallera, era da solo a dare gli aggiornamenti sull’emergenza coronavirus e ha iniziato commentando brevemente il decreto con cui il Governo ha “chiuso” la Lombardia. Prima di tutto l’Assessore ha voluto tranquillizzare tutti i milanesi e lombardi, che si trovano fuori dalla regione, sottolineando che il decreto “consente e prevede di il rientro presso il proprio domicilio” oggi, domani, ma “anche fra una settimana“, precisando però che una volta nella nostra regione gli spostamenti saranno consentiti, solo se “necessari per comprovate necessità lavorative” perché il Governo “per ora” ha inteso “preservare le attività produttive“, compresi “i trasporti” per consentire l’approvvigionamento di merci e derrate alimentari, non c’è quindi “nessuna necessità di correre a fare la spesa per paura si esauriscono le merci“. Gallera, ha anche apprezzato la volontà di fare “ridurre in maniera drastica qualsiasi tipo di attività sociale“, che in questo momento “è l’unica arma contro la diffusione del coronavirus” – concetto sottolineato più volte anche in seguito – poiché, “non disponendo di medicinali specifici per curarlo” e mancando molti mesi prima di potere “disporre di un vaccino” solo se “riusciamo a soffocare il contagio vinciamo questa battaglia” (come accaduto a Lodi dove da tre giorni i casi sono in calo). Gallera ha giudicato positiva anche la chiusura di “tutte le attività che animano la vita sociale“, con i “bar e ristoranti aperte fino alle 18 a supporto delle attività lavorative” mentre i negozi alimentari rimarranno regolarmente aperti pur contingentando gli ingressi per evitare la calca al loro interno. Prima di passare all’aggiornamento dei numeri, Gallera ha detto che si tratta di “una battaglia sempre più difficile che noi stiamo combattendo e il sistema per ora ancora regge“, poi ha elencato “ad oggi sono 4189 i positivi, 2217 i ricoverati, 399 dei quali in terapia intensiva, 756 in isolamento domiciliare, mentre 550 persone sono  guarite e 257 decedute“, rimarcando che, anche se questi ultimi sono tutti anziani o persone afflitte da altre patologie, il 35% dei ricoverati ha meno di 65 anni e, nel momento in cui il sistema sanitario non sarà più in grado di supportarli con cure adeguate, anche i decessi fra i giovani aumenteranno. La buona notizia è che i posti in terapia intensiva, a riprova del grande lavoro dalla macchina organizzativa e dal personale medico/infermieristico, sono saliti dai 360 di ieri a 447 disponibili oggi (399 dei quali occupati). Gallera ha inoltre spiegato che questa mattina è si è svolta una riunione di giunta straordinaria in cui è stato deliberato il modello che permetterà di aumentare ancora di più l’efficienza e i posti disponibili, destinando alcuni ospedali (Niguarda e Humanitas a Milano) all’assistenza di chi è vittima di infarti, ictus e traumi maggiori, mentre tutti gli altri saranno dedicati a pazienti covid. Le prestazioni ambulatoriali per ora sono sospese, salvo per quanto riguarda quelle indifferibili (come i trattamenti chemioterapici), mentre dentisti, fisioterapisti e professionisti che non possono entrare nel sistema covid continueranno le loro attività, come lo faranno i punti nascita. Riprenderanno anche le vaccinazioni ai bambini perché non possono più essere rimandate oltre. Gallera ha fornito anche il dato relativo alla città di Milano che conta per ora 171 casi e ha concluso ribadendo alcuni concetti fondamentali: “Questa battaglia che oggi sta impattando in maniera molto forte, mettendo a rischio la solidità dei sistemi sanitari e la loro capacità di reazione, che in Lombardia grazie alla qualità degli uomini e delle donne  oggi sta trovando ancora il sistema sanitario vittorioso sulla diffusione dell’infezione, ma l’unico modo in cui possiamo vincere, è quello di rimanere in casa, di realizzare un distanziamento sociale, di evitare di venire contagiati e di contagiare a nostra volta. Quindi oggi più che mai è solo nella responsabilità individuale di ognuno di noi la capacità e la forza di chiudere al più presto questa pagina e di ritornare a vivere la nostra vita nel modo migliore e di vincere la sfida #fermiamoloinsieme!“.   

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Coronavirus: la Lombardia chiede aiuto all’Esercito

Coronavirus: la Lombardia chiede aiuto all’Esercito. La situazione infatti è ancora gestibile, ma gli ospedali sono già al collasso organizzativo. Le rianimazioni sono piene, tanto che si stanno allargando chiudendo altri reparti. Letti non ce ne sono più e visto che la curva dei malati continua a salire, mentre nel frattempo non si sono fermate le altre malattie, l’unica soluzione è iniziare a organizzare ospedali da campo. Per questo Regione ha chiesto all’Esercito le tende e le attrezzature per impiantare ospedali da campo fuori dagli ospedali. Questo gesto non deve spingere al panico la popolazione, ma a prendere molto sul serio il momento che stiamo vivendo. Non è una lotta tra allarmisti e razionali o tra destra e sinistra: il sistema lombardo avrà tante pecche, ma resta il migliore d’Italia, se in meno di un mese è andato oltre la soglia di stress non vogliamo immaginare l’impatto nelle altre regioni. A quanto dicono le autorità presto sarà istituita una zona rossa anche tra Bergamo e Brescia perché a Bergamo la situazione sanitaria è completamente degenerata: è esploso un focolaio che ha fatto collassare le strutture sanitarie. Presto dunque un altro pezzo del Paese sarà messo in quarantena. Lo ripetiamo: non è il momento di farsi prendere dal panico, ma di usare la testa, convincendosi a cambiare abitudini per il tempo che sarà necessario. Non saranno giorni e nemmeno settimane a meno che per un colpo di fortuna da lotteria qualcuno non trovi una cura. Bisogna mettersi nell’ottica che è meglio passare anche un anno con un diverso stile di vita invece che non rinunciarvi per poi morire o contagiare qualche anziano della famiglia. Tra l’altro il virus sta riportando i limiti entro i quali si può definire qualcuno anziano fregandosene del politicamente corretto che domina: l’età dei contagiati sta crollando, siamo arrivati ai cinquantenni in due settimane, e si sta anche abbassando quella per avere la priorità delle cure. Se per il Coronavirus la Lombardia chiede aiuto all’Esercito, non dobbiamo prendere sottogamba la situazione. Per una volta è necessario reagire come una legione, compatti e decisi verso una battaglia contro il nemico invisibile che ci sta colpendo.

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Allerta pericolo valanghe in Lombardia

Allerta pericolo valanghe in Lombardia. A lanciarlo l’Arpa, l’agenzia regionale che si occupa dell’ambiente in vari modi: “L’intensa perturbazione che ha interessato la nostra regione si sta lentamente spostando verso est. Sulle montagne lombarde le condizioni meteorologiche sono in progressivo miglioramento. Depositata su superfici dure e levigate dal vento forte, ora in attenuazione, la neve caduta nelle scorse ore (50-70 cm su Orobie e Retiche, 30-40 cm su Adamello e Prealpi) è caratterizzata da una stabilità precaria e, su tutti i pendii a qualsiasi esposizione, si sono formati nuovi lastroni di grandi dimensioni. Attenzione, quindi, al PERICOLO VALANGHE che, secondo il “Bollettino Neve e Valanghe” emesso oggi dal Centro Nivometeorologico di Arpa Lombardia, è di grado 4 FORTE su Retiche, Orobie e Adamello e di 3 MARCATO sugli altri settori. Per la giornata di domani, 4 marzo, bel tempo e temperature stazionarie favoriranno il progressivo assestamento e consolidamento del manto nevoso: pericolo valanghe 4 FORTE in diminuzione su Retiche centrali, occidentali e Orobie centrali, 3 marcato altrove. Sin dalla mattinata di giovedì 5 marzo, il cielo tornerà ad essere generalmente coperto su tutti i settori, con nuvolosità in aumento durante la giornata e deboli precipitazioni diffuse a carattere nevoso al di sopra dei 700-800 m. Si attendono mediamente 5-10 cm di neve fresca a 2000 m di quota. La nuova neve, ridistribuita dai forti venti meridionali, formerà ulteriori lastroni che si sovrapporranno a un manto nevoso in fase di consolidamento, ma ancora caratterizzato da una stabilità precaria: previsto pericolo valanghe 3 MARCATO su tutti i settori. L’invito è quello di dotarsi sempre di tutti di dispositivi di autosoccorso obbligatori per legge per le attività sportive in montagna (apparato ARTVA, pala e sonda) e di consultare quotidianamente il bollettino Neve e Valanghe e i video informativi caricati periodicamente sul canale Youtube dell’Agenzia.

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