mascherine

Le precisazioni di Aria spa sulla vicenda mascherine

Le precisazioni di Aria spa sulla vicenda mascherine. In merito alla vicenda relativa alle mascherine mai arrivate, Aria Spa precisa quanto segue. Successivamente a quanto formalizzato con nota protocollo del 27/02/2020 (nella quale erano riportati gli elementi contrattuali essenziali, compresi i termini della consegna), non avendo ricevuto i beni in oggetto nei tempi previsti, non avendo certezze sui futuri tempi di consegna, visto il pagamento anticipato e la conseguente condizione di rischio per le risorse pubbliche che si stava creando, Aria Spa ha ritenuto doveroso, in data 29/02/2020, segnalare la situazione alla Procura della Repubblica di Milano per le valutazioni di competenza. La Procura, vista la documentazione presentata, ha sequestrato l’importo versato sul conto corrente dell’operatore economico. Si precisa inoltre che la condizione di anticipo dell’intero importo della fornitura era stata richiesta dall’operatore economico per bloccare la merce, altrimenti destinata ad altri clienti. L’anticipo dell’importo era reso possibile all’epoca dei fatti in deroga al codice dei contratti, per effetto degli specifici provvedimenti del Dipartimento di Protezione Civile nazionale. Prendiamo atto oggi che il giudice si è pronunciato per l’assoluzione dell’operatore economico sul versante penale.   Ci preme sottolineare infine, che in un momento particolarmente difficile e caotico per il paese, Aria Spa ha sempre agito con il fine di acquisire velocemente i beni necessari alla gestione dell’emergenza, tutelando nel contempo le risorse pubbliche, scopo che, nello specifico caso, è stato raggiunto.

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Sala: se servisse mascherine in tutta la città

“Vediamo come va, se servisse lo possiamo fare. Sono in contatto con la Moratti e con Fontana sempre, faremo quello che ci diranno e lo faremo come sempre senza aspettare troppo e senza cullarci in troppi dubbi e pensieri”. Così il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha risposto ai giornalisti che gli hanno chiesto, a margine del brindisi di Natale, se l’obbligo di mascherine all’aperto potrà essere esteso a tutta la città e non solo in centro. “Consiglio a tutti di stare attenti a convegni, cene e festeggiamenti perché la mascherina la si toglie in questi casi e questo fa la differenza”, ha aggiunto Sala. ANSA

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Prefetto: sindaci impongano l’uso delle mascherine all’aperto

Il prefetto di Milano, Renato Saccone, ha inviato a tutti i sindaci della provincia di Milano una lettera con cui li invita a emettere ordinanze per far indossare le mascherine all’aperto in luoghi particolarmente affollati. L’invito che vale già dal prossimo fine settimana, 27 e 28 novembre, arriva alla vigilia delle festività natalizie e delle iniziative come i mercatini dove è facile si creino assembramenti. La lettera è stata inviata al termine del Comitato ordine e sicurezza che si è tenuto questo pomeriggio a Palazzo Diotti.  

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Via mascherine, De Rosa (M5S): “Bene lo stop all’aperto, ma mai abbassare la guardia Covid virus canaglia”.

Via mascherine, De Rosa (M5S): “Bene lo stop all’aperto, ma mai abbassare la guardia Covid virus canaglia”. “Togliere le mascherine è un importante passo avanti nell’ottica di riappropriarci della normalità ed è un obiettivo al quale il M5S ha lavorato con grande impegno. Sono quindi molto positivi i toni ottimistici di oggi ma va assolutamente ricordato a Fontana e alla regione Lombardia che non è il momento di abbassare la guardia. Il Covid è un virus canaglia e i controlli devono continuare allo stesso ritmo degli ultimi mesi per non vanificare il grande sforzo fatto dai lombardi. Il tracciamento e la genotipizzazione delle varianti vanno rafforzati, in caso di cambio dei dati bisogna agire immediatamente e non fare gli stessi errori di fine agosto dell’anno scorso. In vista dell’estate poi l’attenzione deve restare alta anche sugli accessi e sui rientri in regione. Quanto alle nuove aperture il prossimo passo deve per forza essere quello di consentire le visite ai ricoverati negli ospedali e nelle RSA. Chi soffre merita la vicinanza e l’affetto dei propri cari”, così Massimo De Rosa, capogruppo del M5S Lombardia, commenta le parole del Presidente della Lombardia Fontana sullo stop alle mascherine all’aperto.

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Basta mascherine quando si è seduti al banco

Basta mascherine quando si è seduti al banco. Forse perché ho tre figli alle elementari mi è sorto un atroce dubbio e non vorrei che ci fossimo dimenticati di alcuni aspetti tra le varie riflessioni sulle “riaperture”. Oggi stiamo vivendo un momento di ripresa, viene riconquistata una certa socialità, anche grazie alla campagna vaccinale in corso. Tuttavia, i nostri studenti vivono ancora un disagio. Con il Dpcm del 3 novembre 2020 venne introdotta la regola dell’obbligatorietà a scuola della mascherina quando si è seduti al banco, anche se c’è il metro di distanza tra le famose “rime buccali” degli alunni. Fanno eccezione i bambini al di sotto dei sei anni o con patologie incompatibili con l’uso della mascherina. Nel febbraio 2021 il T.A.R. del Lazio accolse il ricorso di 943 genitori contro l’obbligo di indossare mascherine quando è possibile mantenere la distanza di un metro. Difatti, non vi è alcuna evidenza scientifica che porti a ritenere che la mascherina debba essere indossata quando vengono mantenute le dovute distanze ed è garantita una buona areazione della stanza. Lo vediamo anche nelle conferenze degli adulti, dove i relatori seduti distanziati tolgono il dispositivo di protezione individuale. Quindi, approfittiamo del bel tempo, le classi della scuola hanno tutte le finestre aperte. Facciamo in modo che i nostri ragazzi e ragazze possano rivedersi in faccia, rivedere il volto della maestra – pensiamo ai più piccoli della scuola della primaria – e ripartire anche dai loro sorrisi. Sarebbe un bel segnale di ripartenza. Facciamo questo regalo per la fine della scuola, augurando un nuovo inizio anche per il prossimo anno scolastico.  

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Sequestrate 5 milioni di mascherine

Il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Gdf di Milano ha sequestrato 5 milioni di mascherine e 2 milioni di dispositivi medici, tra saturimetri e termometri, stoccati in un deposito nei pressi della stazione Centrale. I locali erano nella disponibilità di una cinese indagata per frode in commercio e ricettazione. La donna nei giorni scorsi non è stata in grado di mostrare la documentazione che comprovava la legittima provenienza della merce, oltre che i certificati di conformità agli standard di sicurezza dei dpi. L’indagine è coordinata dal procuratore aggiunto di Milano Eugenio Fusco e dal pm Michela Bordieri.

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