mercati scoperti

Avvia le procedure per il rinnovo delle concessioni nei mercati scoperti

Mercati più moderni e operatori sempre più qualificati e in regola con i canoni di occupazione. Sono state approvate dalla Giunta le linee di indirizzo per procedere al rinnovo delle concessioni per l’esercizio delle attività di commercio su aree pubbliche presso i mercati settimanali scoperti, i posteggi extra-mercato e le edicole. “Grazie all’avvio di questa azione complessiva di rinnovo, verifica e monitoraggio – spiega l’assessora alle Attività produttive e Commercio Cristina Tajani – riusciamo contemporaneamente a raggiungere tre importanti obbiettivi per l’Amministrazione: avere operatori sempre più qualificati e in possesso di tutti i requisiti morali e professionali per operare sui 94 mercati cittadini, recuperare le morosità Cosap accumulate in questi anni, avviare una radicale riorganizzazione e ottimizzazione delle aree mercatali per conciliare le esigenze degli operatori e dei residenti, garantendo ai milanesi mercati più moderni, efficienti e in sintonia con lo sviluppo sociale ed economico dei singoli quartieri”. Il procedimento di verifica e rinnovo delle attuali concessioni da parte dell’Amministrazione si inserisce in continuità con le linee guida emanate dal Ministero dello Sviluppo economico nel novembre 2020 e delle successive disposizioni attuative predisposte dalla Regione Lombardia. Sono interessate dalle procedure di rinnovo circa 3mila imprese attualmente concessionarie di posteggi in città. Posteggi che sono così suddivisi: 8.600 presso i 94 mercati settimanali scoperti (3.558 posteggi alimentari e 5.042 non alimentari), 549 postazioni extra-mercato suddivise tra chioschi, trespoli e posteggi isolati, 250 postazioni per rivendita di quotidiani e periodici. Per garantire un veloce processo di raccolta delle informazioni, che tuteli la salute degli operatori evitando inutili assembramenti presso gli uffici preposti, l’Amministrazione ha predisposto un procedimento totalmente digitale sul portale www.impresainungiorno.gov.it dove è possibile trovare le informazioni e la modulistica necessaria per chiedere il rinnovo. Le dichiarazioni dovranno essere trasmesse a partire dal 12 gennaio 2021 e fino al 31 marzo 2021. L’Amministrazione ha espressamente vincolato il rinnovo delle concessioni all’assenza di debiti nei confronti del Comune di Milano, in particolare dei pagamenti dei canoni Cosap dal 2013 al 2019, al fine di recuperare gli insoluti da parte degli operatori morosi. Morosità che ammontano complessivamente a circa 3 milioni di euro. Nel corso del procedimento di rinnovo sarà data facoltà alle imprese di regolarizzare le proprie posizioni debitorie nelle modalità previste dai regolamenti comunali. Inoltre per edicole, chioschi e trespoli l’Amministrazione condizionerà il rilascio delle nuove concessioni anche all’esito favorevole di opportune verifiche e controlli sulle condizioni strutturali dei manufatti che ospitano tali attività così da garantire anche il decoro urbano. Il rinnovo delle concessioni e la raccolta di tutti i dati degli operatori consentirà, nel caso di una eventuale eliminazione di concessioni e relativi posteggi, di procedere anche a una complessiva riorganizzazione e ottimizzazione delle aree mercatali, rendendole più fruibili e riducendone l’ingombro complessivo anche attraverso l’accorpamento o il trasferimento di eventuali mercati interessati. Un’azione utile a conciliare le esigenze degli operatori con quelle dei cittadini e dei residenti grazie a mercati scoperti sempre più fruibili e in linea con i moderni stili di vita e lo sviluppo economico e sociale dei quartieri della città. Da giovedì 31 dicembre è consultabile, sulle pagine del portale comunale, l’avviso pubblico per l’avvio del rinnovo delle concessioni degli operatori al link web.comune.milano.it

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Aperti gli operatori alimentari dei 94 mercati scoperti

Da domani, venerdì 6 novembre, e per i prossimi 15 giorni, tutti i mercati scoperti cittadini si svolgeranno solo nella loro componente alimentare, mantenendo però invariati i giorni e gli orari di esercizio. La scelta di limitare l’accesso ai mercati scoperti ai soli operatori alimentari deriva dal recepimento da parte dell’Amministrazione delle indicazioni espresse dall’ultimo provvedimento emesso dal Governo per il contenimento e il contrasto alla diffusione dei contagi da Covid. “Grazie all’importante lavoro svolto nel corso della scorsa primavera – dichiara l’assessora alle Politiche per il lavoro, Attività produttive e Commercio, Cristina Tajani – siamo già pronti a dare una risposta immediata ai cittadini per garantire un servizio particolarmente sentito, come i mercati scoperti. Nei giorni scorsi, al fine di tutelare maggiormente la salute dei cittadini e degli stessi operatori che operano sui mercati, la Polizia locale ha intensificato i controlli e in collaborazione con le associazioni di categoria abbiamo dato avvio a un servizio di steward privati che, percorrendo i mercati, invitano gli avventori al corretto utilizzo della mascherina, al rispetto delle distanze e a evitare assembramenti”. Nei 94 mercati scoperti settimanali attivi sul territorio cittadino saranno presenti solo i 3.336 operatori alimentari, pari al 32,5% su totale 10.278 posteggi che normalmente costituisco l’organico delle sedi mercatali. Ovviamente ogni operatore commerciale è chiamato a osservare comportamenti utili a limitare la diffusione dei contagi come usare mascherina e igienizzare frequentemente le mani. I banchi di vendita saranno posizionati su fila unica mantenendo una distanza sufficiente tra un operatore e l’altro per evitare assembramenti. In questa fase saranno sospese le operazioni di spunta, ovvero le assegnazioni giornaliere sui posteggi temporaneamente liberi e i venditori di prodotti usati. Anche nelle 23 strutture dei mercati comunali coperti varranno le stesse indicazioni vigenti per i mercati scoperti, pertanto saranno aperti solo gli stalli alimentari e le merceologie indicate dal DPCM.

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Da giovedì riapertura dei mercati scoperti

Da giovedì 7 maggio Milano ritrova i suoi mercati scoperti. Saranno infatti 26 quelli che torneranno operativi in via sperimentale per i soli operatori generi alimentari, su 94 che normalmente hanno luogo in città.  Il programma di riapertura elaborato dall’Assessorato alle Attività produttive e Commercio in collaborazione con la Polizia locale e con le associazioni di categoria per il Commercio su Aree pubbliche prevede una graduale ripresa in più fasi dei mercati scoperti, in sintonia con i provvedimenti emessi dal Governo e dalla Regione Lombardia per il contenimento del virus durante la Fase 2 dell’emergenza CoViD. “Abbiamo predisposto un piano di 26 aperture improntato alla gradualità, alla prudenza e alla copertura di quartieri sia centrali sia periferici, capace di rispondere in maniera efficace e puntale alle esigenze dei cittadini, soprattutto anziani che numerosi frequentano i mercati scoperti – spiega l’assessora alle Politiche per il lavoro, Attività produttive e Commercio Cristina Tajani –. Importante è stato il confronto con gli ambulanti e le loro associazioni: l’obiettivo comune è la tutela della salute di cittadini e lavoratori, senza dimenticare la grave sofferenza economica di una categoria che ha sofferto in questi mesi una grave perdita di reddito”. La prima fase prevede la riapertura di 26 mercati settimanali (4 mercati al giorno dal lunedì al venerdì e 6 mercati il sabato) con una capacità complessiva di 1.124 posteggi, esclusivamente alimentari (il 34% dei 3.336 titolari alimentari totali).  Per questa fase sono stati preferiti quei mercati che insistono su parterre centrali, parcheggi, piazze aperte e strade che non presentano promiscuità con accessi residenziali o edifici pubblici e privati. Inoltre verrà condotta una sperimentazione in un mercato collocato in una via residenziale, il mercato di via Fauchè del sabato, dove è stato effettuato un sopralluogo preventivo alla presenza della Protezione civile. Le sedi mercatali, a tutela della salute dei cittadini e degli operatori, saranno delimitate e recintate e presenteranno varchi obbligatori di accesso e uscita, che limiteranno al massimo l’incrocio ravvicinato tra le persone. I varchi saranno presidiati da personale dedicato che, oltre a regolare l’afflusso,  potrà rilevare  la temperatura corporea dei cittadini prima dell’ingresso. Per limitare al massimo la concentrazione sarà definita la capienza massima, riferito al numero di persone contemporaneamente presenti all’interno delle aree di mercato, che comunque non potrà essere superiore al doppio del numero dei posteggi. L’ingresso sarà consentito a un solo membro per famiglia, fatta eccezione per coloro che hanno la necessità di recare con sé minori di anni 14, persone con disabilità o anziani. Ciascun operatore commerciale dovrà obbligatoriamente usare mascherina e guanti. I banchi di vendita saranno posizionati in forma alternata nella modalità a scacchiera oppure su fila unica mantenendo una distanza minima di 2,5 metri tra un operatore e l’altro. Ogni banco vedrà al massimo la presenza di due addetti alla vendita e in questa fase saranno sospese le operazioni di spunta, ovvero le assegnazioni giornaliere sui posteggi temporaneamente liberi. Nei prossimi giorni l’Amministrazione comunale sottoscriverà appositi accordi con le associazioni di categoria e con gli operatori commerciali per lo svolgimento delle attività di presidio e sorveglianza dei varchi d’accesso e delle aree mercatali. Le associazioni, come previsto dall’Ordinanza regionale, metteranno inoltre a disposizione in ogni mercato un “CoViD manager”, con il compito di coordinare sul posto il personale, ai fini dell’assistenza a clienti e operatori del mercato nonché supervisionare l’attuazione delle misure di prevenzione e sicurezza. La seconda fase – che prenderà il via dopo la prima settimana sperimentale – prevede l’attivazione graduale di ulteriori mercati, in modo da consentire la ricollocazione di tutti gli operatori alimentari titolari di posteggio nei mercati milanesi. La vendita di prodotti non alimentari rimane inibita almeno fino al 18 maggio. Quando i decreti del Governo e le ordinanze regionali lo consentiranno, potrà iniziare la terza fase con il reinserimento definitivo di tutti i generi merceologici e la riapertura delle attività per tutti i circa 10mila operatori presenti nei mercati cittadini. Il programma di riapertura  previsto dall’Amministrazione sarà modulare e flessibile  in ragione della necessità di rispettare  eventuali  nuove  regole di contingentamento imposte da Governo e Regione Lombardia durante la fase 2 dell’emergenza. Solo nel caso in cui permangano anche in futuro stringenti regole di distanziamento tali da comportare la drastica riduzione di spazi disponibili nei mercati, sarà necessario adottare un sistema di rotazione tra gli operatori, imponendo la frequenza alternata. Giovedì 7 maggio alle ore 11 presso il mercato di via San Marco l’assessora Cristina Tajani illustrerà il nuovo assetto dei mercati.

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Mercati scoperti, Milano dice ancora no

Mercati scoperti, Milano dice ancora no. Mentre Regione Lombardia ha deciso di dare la possibilità di ricominciare a organizzare gli appuntamenti con gli ambulanti secondo nuove regole, da Palazzo Marino si tentenna. Al momento sono in corso “valutazioni” secondo l’Amministrazione comunale per capire se e come aprire. L’unica certezza che trapela è che in ogni caso saranno concessi permessi solo a bancarelle che vendono generi alimentari. Però non si sa quando, un dato comune a molti settori della società: la sinistra al governo nazionale e milanese non sta dando informazioni precise e certe a tantissimi italiani. Si viaggia nell’incertezza mentre i soldi sui conti correnti continuano a scendere anche a causa dei tributi locali e non, come delle spese normali per non morire di fame. Nicola Zarrella aveva provato con diversi appelli a convincere prima Attilio Fontana e poi Giuseppe Sala. Insieme a lui anche Andrea Pellegrini, consigliere e ex assessore leghista in Municipio 9, aveva proposto diverse soluzioni che avrebbero garantito la sicurezza degli utenti. Alla fine il governatore leghista ha prestato orecchio alle richieste di chi chiedeva di applicare il buon senso per permettere anche di alleggerire la pressione sulla grande distribuzione organizzata. Alcuni comuni si sono subito adattati alle nuove disposizioni di Palazzo Lombardia, mentre Milano ancora tentenna. Stanno valutando se e come farlo. E quando. Una scelta che molti ambulanti non comprendono visto che il resto della Lombardia non vive una situazione molto diversa dal capoluogo.  Ma per ora sui mercati scoperti, Milano dice ancora no.

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La lettera dei commercianti contro Fontana

La lettera dei commercianti contro Fontana. In questi momenti chi forse è più al centro del ciclone in Lombardia è proprio Attilio Fontana, governatore lombardo che appare sempre più in difficoltà. Liti col governo, la ribellione dei sindaci di sinistra e ora anche la lettera dei commercianti contro Fontana: “Chi paga sono sempre i piccoli. L’ultima ordinanza di Regione Lombardia sospende tutti i mercati coperti e scoperti lasciando fermi migliaia di Commercianti – ma chiaramente lascia operare senza limitazioni tutti i supermercati della Grande distribuzione. Senza considerare che il decreto del Governo permette agli ambulanti di generi di prima necessità di operare alla pari della G.D.O,” dichiara il Responsabile Commercio Euroimprese Nicola Zarrella. “Tutte le regioni del Nord compreso il Veneto e L’Emilia-Romagna Romagna non sospendono le attività di commercio su strada, alcune ordinanze ne dispongono la loro sicurezza attraverso l’osservanza di protocolli che dovranno rendere più agibili e sicuri i mercati. Solo Regione Lombardia non contempla nel testo dell’ordinanza delle condizioni per le quali i soli ambulanti di generi alimentari, in presenza di condizioni di sicurezza possano operare con controllo di accessi e con obbligo di mascherine e guanti come proposto da Euroimprese.” Continua Zarrella. “Sembra strano ma é così una regione governata dalla Lega e dal centro destra paladina dei diritti delle piccole imprese, non é riuscita, come il Veneto e il Piemonte a promuovere e garantire la vendita su piazza, anche per limitare il monopolio della G.D.O e vendita on-line che non paga le tasse in Lombardia che da anni hanno distrutto parte del piccolo tessuto commerciale. Regione Lombardia come Roma centralizza tutto a Milano e senza entrare nel merito delle diversità territoriali, dimensioni e collocazione, sospende tout court tutte le attività danneggiando la vita non solo dei commercianti ma dei cittadini che senza mercato non avrebbero altro luogo dove poter acquistare. Una decisione quella della Regione Lombardia cieca e irrazionale che vede nella disputa con il Governo e il Comune di Milano la sua massima azione politica, dimenticandosi dei cittadini lombardi, delle proprie necessità ed esigenze.Continua Zarrella Il Protagonismo ha vinto sulla razionalità e il buon senso. La decisioni più saggia era quella di delegare i Sindaci ( amministratori che gestiscono i mercati ) alla decisione affinché ognuno per il proprio territorio potesse trovare soluzione migliore, vuoi con le associazioni, con i commercianti e con l’ausilio della propria Polizia Locale e la Protezione civile per organizzare al meglio i propri mercati. Questa era la decisione più saggia e ragionevole che il Governatore Fontana doveva prendere. Poi si va nei mercati a fare campagna elettorale, con che spirito i Commercianti possono accogliere chi non ha dato loro la medesima possibilita di lavorare, conclude Zarrella. Responsabile settore Commercio Associazione Nazionale Euroimprese Nicola Zarrella

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