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Furti e manomissioni ai distributori della Metropolitana

La denuncia viene dalla pagina Facebook: “Tramvieri di Milano“. “E ci risiamo!” – esordisce l’autore – “Qualche furbetto, probabilmente i soliti ‘etnici’, hanno ripreso negli ultimi giorni a manomettere tantissimi distributori di bevande e snack al fine di bloccare le monete inserite dai passeggeri e recuperarle nei loro continui giri“. “Ora utilizzano il sistema della monetina piegata fatta scorrere nell’interno. – spiegano – Questa si blocca nella canaletta, le monete infilate dai passeggeri di accodano senza essere incassate, dopodiché arriva il furbetto o furbetta ad incalzare la restituzione premendo il pulsante ed assestando decisi colpi sotto la gettoniera, ed ecco sbucare i 5 centesimi piegati ed una serie di monete da due euro un euro e 50 centesimi“. “In attesa che la società dei distributori s’inventa un altro ennesimo sistema di sicurezza – concludono – ora sapete cosa fare se la macchinetta si mangia le vostre monete. In alternativa usate una carta NB credito o bancomat con tecnologia NFC / contact less seguendo le istruzioni e scoprirete che in questo modo i prodotti sono scontati“. Come c’era d’aspettarsi nei commenti si è anche scatenata la bagarre fra favorevoli e contrari all’uso del termine “etnici“.  

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Metropolitana: Milano sta per cedere

Metropolitana: Milano sta per cedere. L’immagine che vi proponiamo oggi è la sintesi di quanto ripetiamo da tempo: la locomotiva dell’Ottocento non può correre come un Frecciarossa, perché si rischia lo schianto. Prima scricchiola tutto, poi si contano morti e feriti. Partiamo dalla metropolitana Lilla: oggi, primo giorno di lavoro dopo le ferie natalizie, nella nodale stazione di Garibaldi funzionava solo una scala mobile per risalire. Ovviamente si è creato l’ormai consueto ingorgo di aspiranti lavoratori. Migliaia di persone che ancora prima di andare al lavoro si sono trovate con la prima grana da risolvere: hanno pagato un servizio intero, ma glielo hanno erogato a metà. E non era l’unica situazione, visto che in realtà la foto che vi proponiamo viene da una stazione secondaria: qui il problema però era lo stesso, una persona in stampelle costretta a usare le scale normali perché quelle mobili erano fuori servizio. Capitando spesso in quella zona, possiamo testimoniare che non è la prima volta nemmeno per la stazione secondaria. Anche lì le scale spesso non funzionano. Fino a quando l’azienda reggerà con questo livello di servizio? Tecnicamente si può considerare fallita, visto che senza i soldi di Salini difficilmente avrà un futuro. E i milioni di milanesi e city users che la usavano? Area C e Area B vanno bene se in cambio ci sono mezzi alternativi per spostarsi, ma se si continua così l’unica soluzione sarà chiudere la metropolitana trasformando il rutilante Beppe Sala in una Raggi di periferia. Potrebbe sopportarlo mai uno degli uomini più potenti d’Italia? Le conoscenze in ambito bancario nemmeno gli mancano, quindi potrebbe occuparsene chiedendo in famiglia se qualcuno può aprirgli le porte del credito e risanare la situazione. Milano non può fare a meno delle metropolitane, senza è come un gigante senza piedi. Dovrà strisciare, perdendo l’occasione di diventare ancora più bella e luccicante visto che potrebbe essere l’unica città globale con l’aeroporto a pochi minuti dal centro e con un costo del biglietto ferroviario iper competitivo a livello globale. Pensate però se chi arriva per lavorare, e magari vivere a Milano si ritrovasse con le metro che lo sbattano a terra per i freni che non funzionano o, peggio, senza metro dopo aver pagato il biglietto. L’unica fortuna per ora è che i milanesi vogliono davvero lavorare, ma ci sarebbero gli estremi per situazioni al limite: se per sbaglio si verificassero tutti i disservizi nello stesso momento cosa facciamo: estraiamo i cittadini dalla metro con le carrucole? Milano ora che ha pure la prospettiva 2026 per essere serena sul futuro ha bisogno di tirare il fiato, o un bagno di realtà. Insomma dobbiamo un attimo stringerci intorno a un tavolo e rassettare. Correre ancora ci farà schiantare così male che sarà difficile riprendersi. Bisogna tornare a occuparsi di tutti e per farlo l’attenzione alle basi, come le infrastrutture, è essenziale.

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MM: reggetevi bene, ma agli stranieri non si spiega il perché

Da alcuni giorni nelle stazioni della Metropolitana sono comparsi dei cartelli che invitano i passeggeri a reggersi bene durante, la corsa per evitare di cadere e farsi del male in caso di brusche frenate. La campagna si è resa necessaria dopo lo stillicidio di episodi del genere, con conseguenti feriti, che si sono verificati in particolare sulla linea rossa. Una bilingue nelle raccomandazioni ma non nelle spiegazioni e, poiché è improbabile che la Pubblica amministrazione milanese abbia sposato l’adagio “prima gli italiani“, non resta che supporre si tratti di un certo imbarazzo, se non vergogna, nel rivelare ai turisti stranieri le pecche della città più internazionale d’Italia.

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Approvato il sistema che mitigherà le brusche frenate della Metropolitana

E’ arrivato dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti il via libera al nuovo sistema frenante che Atm, l’azienda che gestisce il trasporto pubblico a Milano, ha proposto per mitigare gli effetti delle frenate brusche in metropolitana che si sono susseguite in particolare sulla linea 1. Da oggi è già in esercizio sulla linea 1 il primo treno modificato, come ha spiegato il direttore generale di Atm, Arrigo Giana. Entro il 31 gennaio 2020 saranno completati i lavoro di modifica su tutti i 26 treni modello Leonardo della linea 1 e parallelamente Atm procederà con le fasi di test necessarie per ottenere il nulla osta tecnico per la sicurezza sulle modifiche del sistema di frenata della linea 2. La modifica del sistema di frenata “non incide sulla sicurezza“, ha precisato Giana, ma mitiga gli effetti nei casi di frenata brusca. ANSA  

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Furti ai turisti in metropolitana, arrestati 8 bosniaci

Gli agenti della Squadra Mobile hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 8 cittadini di origini bosniache, per il reato di associazione a finalizzata alla commissione di reati contro il patrimonio, in particolare furti con destrezza a danno di turisti all’interno delle metropolitane. L’indagine trae origine da una denuncia per estorsione presentata da una giovane di origini bosniache, costretta a delinquere da suoi connazionali che chiedevano denaro in cambio dell’autorizzazione a vivere e rubare nella città di Milano. Le intercettazioni dei poliziotti hanno permesso di ricostruire posizioni apicali e ruoli secondari dei componenti l’associazione; le loro azioni criminose si erano estese anche nei centri urbani di Venezia e Genova.  

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Atm, trema il modello Milano

Atm, trema il modello Milano. L’ultimo incidente sulla metropolitana rossa è costato 17 feriti, tra cui una bambina. Un incidente però si può davvero definire tale se resta un episodio isolato, invece non è così. Di incidenti ormai ne sono capitati molti sulla linea Rossa. La prima e più importante di Milano. Sulla metro 5, o Lilla, stendiamo un velo pietoso: le scale mobili, e per adesso citiamo solo quelle, sono in perenne manutenzione. Eppure dovrebbero essere quelle più nuove di tutte, invece sembrano installate a inizio Novecento. Le metropolitane però a Milano sono qualcosa di più di un mezzo di trasporto: sono uno dei simboli della Milano efficiente e moderna che corre veloce verso altri successi. Una versione moderna delle locomotive che nell’Ottocento hanno reso sempre più piccolo il mondo. E adesso non funzionano più perfettamente, tutt’altro. I disservizi si accumulano, ma ancora peggio: si accumulano i feriti: con l’ultimo incidente siamo a decine e decine di feriti. Per carità, non è certo la guerra, ma è oggettivo che decine di persone sono rimaste contuse o ferite dagli incidenti della metropolitana. Il problema con i miti basati su piedi d’argilla è proprio questo: ai primi scossoni crolla tutto. E qualcuno si fa male. A volte pure molto male. Però siamo ancora in tempo: per adesso il modello scricchiola, ma regge. Facciamo ancora in tempo a ripensare le basi e mettere a punto le infrastrutture. Non evitiamo di guardare il problema, lo diciamo per Beppe l’onesto: affrontare con pragmatismo la realtà non mette in discussione la solidità di un sistema, anzi. La vera solidità del modello Milano non sono le rotaie (sulla M5 hanno sbagliato pure sulla curva a Garibaldi), ma nella serietà e nell’umiltà dei milanesi e di chi li governa. L’umiltà. Parola sconosciuta a Palazzo Marino con le ultime due giunte, ma che potrebbe essere la chiave del rilancio della città.    

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