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La lettera ai milanesi indisciplinati dall’associazione Naviglio Grande

La lettera ai milanesi indisciplinati dall’associazione Naviglio Grande. L’ente ha avvertito la necessità di scrivere una missiva ai milanesi indisciplinati che hanno affollato i Navigli appena ne hanno avuto l’occasione: Apprendiamo oggi dai maggiori organi di stampa che nel pomeriggio di ieri, 7 maggio, si è registrata un’incosciente presenza di cittadini sulle sponde del Naviglio Grande, che non rispettavano le distanze di sicurezza, né indossavano le protezioni obbligatorie. Noi dell”Associazione del Naviglio Grande stigmatizziamo categoricamente queste presenze indisciplinate, che contravvengono alle indicazioni del Comune di Milano e del Governo nazionale e sono contrarie ad ogni buon senso, nuocendo al Naviglio e ai suoi operatori economici, che in maniera disciplinata si attengono alle regole, nella speranza di contribuire al contenimento del virus e di conseguenza auspicando una rapida possibilità di riapertura in totale sicurezza. Infatti, per rispetto delle norme sanitarie dettate dall’attuale emergenza, le nostre manifestazioni (Mercatone dell’Antiquariato, Fiori e Sapori, Arte sul Naviglio Grande) sono state annullate dal mese di Marzo fino a data da destinarsi, creando un grave danno economico ai nostri espositori e all’Associazione stessa, ma nella speranza che un comune senso di disciplina contribuisse ad accelerare l’uscita da questa grave situazione. Consideriamo assolutamente prioritario per chiunque continuare sulla strada della responsabilità collettiva, che purtroppo notiamo venir meno da parte di  alcuni cittadini indisciplinati, i cui comportamenti rischiano seriamente di aggravare ulteriormente una situazione di per sè già molto critica. Noi, che amiamo il Naviglio Grande, continueremo a dedicare i nostri sforzi al fine di rivederlo presto nuovamente vivace e in piena sicurezza, ma abbiamo bisogno della collaborazione di tutti. Chiediamo quindi al Comune di Milano, a nome nostro e delle attività nostre associate, una maggiore e inflessibile severità nel far osservare norme e disposizioni, in modo che si possa uscire dal tunnel dell’incertezza al più presto, contribuendo a ripristinare quella normalità che ci permetterà di tornare ad offrire alla Città i nostri eventi tanto apprezzati e amati dai milanesi tutti. E chiediamo a tutti i cittadini di essere parte di questo grande sforzo collettivo ogni giorno, evitando qualsiasi rischioso e inutile cedimento. Solamente insieme possiamo davvero farcela. L’Associazione del Naviglio Grande

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Il Sindaco Sala fa un meritato cazziatone ai milanesi

“Quando c’è da ringraziare i milanesi per il loro comportamento virtuoso io sono sempre il primo a farlo e mi piace anche. Però ci sono dei momenti in cui c’è da incazzarsi e questo è uno di quelli: le immagini di ieri lungo i Navigli sono vergognose“. Così il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha commentato nel video che ogni giorno posta sulle sue pagine social, le troppe persone che ieri si sono riversate sui Navigli all’ora dell’aperitivo. Ai cittadini, Sala ha lanciato un ultimatum: “Io non sono un politico da metafore, sono un politico da atti. O le cose cambiano oggi, non domani, è un ultimatum, o io domani come al solito sarò qui a Palazzo Marino e prenderò provvedimenti, chiudo i Navigli e chiudo l’asporto“. “Poi lo spiegate voi ai baristi perché il sindaco non gli permette di vendere. Io mi prendo le mie responsabilità e stasera ci metto più vigili ma ve lo ripeto, non è un guardie e ladri, non è un gioco – ha aggiunto Sala – Non possiamo permettercelo in una città da 1,4 milioni di abitanti e 1700 chilometri di strade. Usiamo la testa tutti anche perché senza testa c’è l’1% dei milanesi e io non permetterò che questo 1% metta in difficoltà il 99%“  

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I milanesi della task force Colao

I milanesi della task force Colao. Sono due e sono professori universitari, uno della Statale e l’altro della Bicocca. Elisabetta Camussi e Marino Regini, rispettivamente esperti di Psicologia e Sociologia, sono parte delle teste pensanti che il governo ha voluto per ripensare il futuro d.C. (dopo Covid). Un comitato di saggi che deve riorganizzare, almeno in teoria, lo Stato e la società italiana. Un compito immane che ha il forte rischio di cadere nell’ennesimo documento pieno di belle teorie inapplicabili. Un rischio ancora peggiore del possibile errore. Lei, classe 1968, è una luminare della psicologia con simpatie a sinistra: collabora infatti con Concita De Gregorio nella sua rubrica “Invece Concita…”. Da uno degli ultimi suoi interventi potrebbe darsi che il numero chiuso diventi presto un ricordo. Poco tempo fa su un portale dedicato ai docenti scriveva: «A parte una generica declaratoria dove si dice che bisogna fare orientamento, non c’è un mandato ministeriale su questo, un modello di riflessione. Lo dimostra l’incongruenza assoluta tra l’aumentare del numero chiuso, legato alle risorse dell’università, e il fatto che ci chiedano di crescere come numero di laureati». Regini invece sembra avere un’anima più di destra perché pure essendosi occupato di sociologia economica in un’università pubblica, non manifesta ostilità per l’imprenditoria in quanto tale. Né sembra convinto che il denaro sia sterco del diavolo come tanti di sinistra. Una posizione tra il Partito Democratico e Forza Italia se dovessimo affibbiargli una bandiera politica. Indubbiamente una buona notizia che ci sia un certo equilibrio perché il compito a cui sono chiamati i componenti della task force è da far tremare i polsi. I milanesi della task force Colao ancora di più: devono infatti dimostrare che Milano sa essere capitale economica, ma non solo.

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Calano i ricoverati, ma i milanesi si muovono troppo

L’assenza dell’Assessore Gallera all’odierna conferenza stampa di aggiornamento sull’emergenza coronavirus, ha creato qualche apprensione in quelli che si sono abituati alla sua presenza rassicurante, fino a quando il vice-presidente di Regione Lombardia Fabrizio Sala, che lo ha sostituito, non ha chiarito essere dovuta alla necessità di partecipare ad alcune riunioni tecniche in cui erano in via di definizione gli interventi da mettere in campo nei prossimi giorni. “Il trend migliora, ma va valutato su un arco di 4/5 giorni. Non bisogna comunque abbassare la guardia”, è il sunto di quanto detto da Sala, riferendosi in particolare all’aumento dei movimenti dei milanesi rilevato attraverso le celle telefoniche che, in particolare negli ultimi due giorni, ha raggiunto livelli preoccupanti. Di qui la raccomandazione a continuare con impegno a mantenere l’isolamento sociale, perché la prospettiva sempre più palpabile di uscire da questa prima fase emergenziale non si allontani nel tempo. Dati Lombardia: casi positivi 46.065 (+1.292), ricoverati 11.762 (-165), in terapia intensiva 1.351 (+9), dimessi e in isolamento domiciliare 24.992. deceduti: 7.960 (+367). Tamponi effettuati: 128.286. Provincia di Milano 10.004 (+482), di cui 4.018 in città (+203).  

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Scuole a pezzi, ma il Comune è sponsor su Facebook

Scuole a pezzi, ma il Comune è sponsor su Facebook. Parrebbe un paradosso, invece si tratta di strategia di comunicazione. Mentre le scuole milanesi cascano a pezzi e si allagano a ogni pioggia, Palazzo Marino sponsorizza su Facebook le foto delle scuole rimesse a nuovo. Per i profani: su Facebook è possibile ottenere più visibilità per le proprie foto o scritti pagando. Solo che “pagato” suona male, quindi si dice “contenuto sponsorizzato”. E sotto alcuni post del Comune di Milano a proposito di scuole nuove, appariva proprio questa scritta. Quindi Palazzo Marino spende soldi sui social per far sapere quanto sono belle le scuole elementari a Milano, intanto è costretto a chiuderne alcune in tutta fretta perché ogni volta che piove diventano inagibili. E non è una valutazione giornalistica, ma una valutazione dei Vigili del Fuoco. Qualcuno si è accorto del problema nonostante la propaganda comunale: “Con le prime piogge autunnali si ripresentano i consueti problemi legati allo stato di salute dell’edilizia scolastica che cade letteralmente a pezzi. La scuola dell’infanzia di via Legioni Romane 54, dove sono presenti sia il nido che la materna, ha un’inagibilità “verbale” che non ha comportato la chiusura e infatti tanti genitori hanno iscritto lì i loro figli. Genitori per la maggior parte lavoratori che pensano di lasciare i loro bimbi in luoghi sicuri e invece. Le immagini dicono più di ogni cosa – afferma Alessandro De Chirico, consigliere comunale di Forza Italia – Questa mattina i bimbi iscritti al nido non sono stati fatti nemmeno entrare all’interno della struttura, mentre quelli della materna sono stati raccolti nell’unica area agibile del plesso scolastico. Oltre ai disagi per i genitori che si sono dovuti organizzare alla ben in meglio, è davvero assurdo come il Comune di Milano non ponga un rimedio definitivo al problema infrastrutturale malgrado sia così diffuso in tutta Milano. E anche dove l’estate scorsa sono stati realizzati dei lavori, come nella scuola di via Guicciardi 3, la situazione non è migliore. Se stessimo parlando di strutture private la direzione scolastica avrebbe preso dei provvedimenti contro i responsabili della situazione. Il sindaco Sala, invece, non si esprime lasciando al suo posto l’assessore Galimberti nonostante l’evidente inadeguatezza”.  

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Taglio dei parlamentari: le reazioni dei politici milanesi

Taglio dei parlamentari: le reazioni dei politici milanesi. Cosa ne pensano gli eletti della città più efficiente d’Italia? Abbiamo provato a cercare le dichiarazioni pubbliche di alcuni dei personaggi della polis meneghina. Pierfrancesco Maran ha deciso di essere schietto parlando di vergogna: “La vergogna di diventare il Paese europeo con meno rappresentanti per abitante alla Camera Sono in profondo disaccordo con la riforma Costituzionale che si voterà oggi e quindi anche con l’adesione ad essa del mio partito. Sostenere che il Parlamento sia un mero costo e quindi che si possano riformare le regole con l’unico fine di avere dei risparmi marginali sia per i costi delle istituzioni, sia ovviamente per quello che è il bilancio di un Paese industrializzato è offensivo e immorale – ha scritto su Fb l’assessore di Sala – Farlo per la contingenza di un accordo politico temporaneo una aggravante. L’Italia completa (forse) un percorso di delegittimazione della politica durato più di un decennio accettando l’idea che la qualità del Parlamento si misura nel numero di persone e sugli stipendi, non sulla capacità di produrre leggi che portano diritti e crescita economica. Questo non attraverso una riforma Costituzionale che rivede e rende più efficienti le istituzioni ma con una norma che tratta gli stessi che la votano come un peso sulle spalle della comunità“. Una linea simile a Santo Minniti, presidente del Municipio 6 e altro giovano rampante della sinistra: “Andrò controcorrente: io sono contrario al taglio dei parlamentari. Se è vero che deputati e senatori percepiscono stipendi eccessivi, ridurli di numero non farebbe altro che chiuderli in una bolla: ancora più chiusa, piccola, lontana dalle persone. Non ridurrei quindi il loro numero, ma piuttosto le loro indennità. Senza cedere al populismo punitivo, ma adeguandole agli effettivi rischi (pochi) e all’importanza (tanta) di chi siede nella più incisiva assemblea del paese. E magari rendendo i loro stipendi proporzionali al reddito medio degli italiani, per aumentare la consapevolezza che facciamo parte dello stesso paese. E siamo legati da un destino comune“. Anche Fabio Rubini, firma di Libero e politico impegnato non usa mezzi termini: “Diciamolo una volta per tutte: il taglio dei parlamentari è una cagata pazzesca. La differenza non la fa il numero delle poltrone, ma la qualità dei culi che ci si siede sopra. E avanti di questo passo…“. Insomma, da Milano non sembra che ci siano tanti a favore delle ultime decisioni grilline.  

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