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Ordinanza anti movida. De Chirico (FI): inutile senza controlli. Piscina (Lega): favoriti i minimarket

Nel corso della commissione con a tema l’ordinanza anti movida in via di approvazione a Palazzo Marino, secondo quanto riferito da Alessandro De Chirico, Consigliere Comunale di Forza Italia “È emerso che dopo la mezzanotte non ci sarà alcun divieto di vendita del gelato di asporto”  ma “Vanno messe delle restrizioni ai minimarket che vendono a tutte le ore e che magari distano pochi metri dalle zone off-limits” e  “Pur ritenendo che sia doveroso mettere delle limitazioni alla vendita d’asporto di alcolici, è doveroso consentire a chi ha investito nei dehors posso continuare a servire al tavolo, nei weekend, almeno fino alle 2”. Infine, sottolinea De Chirico “Chi controllerà che questa ordinanza venga rispettata? Ho posto la domanda all’assessore Granelli, che ovviamente non ha risposto, mi auguro che se Gabrielli c’è ancora batta un colpo”. Dello stesso tenore l’intervento di Samuele Piscina, Consigliere comunale della Lega, secondo cui “abbiamo avuto la conferma che l’intenzione della sinistra sia quella di favorire gli stranieri dei minimarket e dei riders”. “Gli assessori Cappello e Granelli hanno affermato di voler superare il divieto del gelato cercando di fare un passo di lato – spiega il leghista -, ma non hanno detto né come intendano farlo, né se consentiranno l’asporto di altri alimenti e con quali modalità”. “Le parole del Sindaco sono ancora una volta imbarazzanti e lontane dalla  realtà. I divieti di asporto, di utilizzo dei dehors e di commercio in forma itinerante porteranno unicamente ad intensificare l’acquisto nei minimarket o attraverso i riders che, non svolgendo attività di somministrazione, saranno chiamati per portare le bottiglie nelle piazze e nei parchi, dove i maleducati continueranno a fare baccano a ogni ora della notte, senza alcun controllo da parte della Polizia Locale” ha concluso Piscina.

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Milano ricorda le vittime dell’antifascismo militante

Sergio Ramelli, Carlo Borsani, Enrico Pedenovi. Il 29 aprile a Milano si ricorda chi è stato ucciso per non essersi dichiarato antifascista. La giornata, tradizionalmente, si divide in due modi. Il primo istituzionale, il secondo identitario. La mattina, mentre i giovani delle tre comunità militanti (Rete dei Patrioti, Casa Pound e Lealtà e Azione) volantinavano davanti all’ITT Molinari (scuola di Sergio Ramelli), le istituzioni si sono riunite per ricordare Sergio Ramelli. Ucciso a 18 anni per aver detto in un tema che le Brigate Rosse non solo esistevano, ma erano comuniste. Era il 1975. l’anno prima, a Padova, erano stati uccisi Giuseppe Mazzola e Giuseppe Giralucci nella sede del MSI. Alla commemorazione tra gli altri, il Presidente del Senato La Russa e il Sindaco Giuseppe Sala. Da riportare lo scambio tra i due, con il Presidente del Senato che ha auspicato che, prima della fine del mandato, il Sindaco si presenti alla commemorazione con la fascia tricolore. Il Sindaco ha replicato che il suo outfit raramente la prevede. Glielo avrà sconsigliato l’armocromista di partito. Purtroppo si è persa l’occasione per chiedergli, come segno tangibile del taglio con un passato molto diverso dal suo presente, di dichiararsi una volta per tutte senza giri parola Sindaco di Milano. Sceso il sole è iniziato il corteo delle comunità militanti, aperto a tutti i militanti della destra che hanno sfilato sotto un’unica bandiera: il Tricolore. Nessuno ha risposto alle provocazioni provenienti da alcune case che fiancheggiavano la strada. Più di mille militanti (incredibile che anche Polizia e Repubblica concordino sulla cifra) hanno dato vita ad un serpentone che si è portato sotto le lapidi degli uccisi. Ha fatto seguito il rito del presente. A differenza degli anni scorsi non dovrebbero esserci strascichi giudiziari, a seguito della sentenza della Suprema Corte che ha riconosciuto la liceità del rito. Riporta Repubblica che la Polizia avrebbe comunque fotosegnalato i presenti. Sarebbe interessante se qualcuno chiedesse al Ministro Piantedosi perché. La scelta delle sigle che hanno aderito al corteo, presenziando fisicamente, è stata quella del silenzio stampa, non intendendo fare comunicati. La volontà era onorare in silenzio i morti ed evitare al contempo l’impressione di volerli strumentalizzare. Distinguendosi così nettamente da chi i comunicati li ha fatti, ma al corteo non c’era. Rispettiamo la loro scelta e chiudiamo qui la cronaca. Non potendo, in ogni caso, non notare la differenza nei modi e nei toni, con i numerosi cortei di questi mesi a Milano. L’estetica non è, naturalmente, tutto. Ma anche in politica marca la differenza tra diversi modi di intendere la militanza politica.

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Truppo e Rocca (FdI): il Comune non faccia marcia indietro sui buoni pasto

“I lavoratori e le lavoratrici del Comune di Milano, insieme alle rappresentanze sindacali sono sul piede di guerra per la totale chiusura dell’Amministrazione Comunale di fronte alla richiesta di avere buoni pasto cumulabili e spendibili anche nella grande distribuzione, come indicato in un documento di Fratelli d’Italia approvato in Consiglio comunale in fase di Bilancio e a nuove, necessarie assunzioni per migliorare la qualità lavorativa dei dipendenti e dei servizi offerti ai cittadini milanesi” Così in una nota Riccardo Truppo e Francesco Rocca,rispettivamente Capogruppo e Consigliere Comunale di Fratelli d’Italia a Palazzo Marino. “Proporre un ticket non cumulabile e convenzionato solo per alcuni esercizi commerciali come ipotizzato sinceramente, non solo contravviene ad un impegno chiaro preso, ma peggiora l’attuale situazione, soprattutto per quei lavoratori che svolgono le proprie mansioni in zone periferiche della città, come per chi lavora nei cimiteri di Lambrate, Bruzzano e Chiaravalle” aggiungono i due meloniani per poi concludere “Pretenderemo dalla Giunta e dalla Sinistra milanese il rispetto della delibera approvata proposta da Fratelli d’Italia, tutti così attenti agli slogan sul salario minimo, e di ascoltare le istanze dei dipendenti comunali”.

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ZTL scendono dell’8% gli ingressi. Monguzzi (Verdi): dati ingannevoli

Secondo i dati diffusi da Palazzo Marino, nel mese di marzo sono (dell’8%) gli accessi nelle ztl di Area B e Area C  rispetto allo stesso mese del 2023. Nonostante questo l’utilizzo dei mezzi pubblici risulta stazionario mentre è in aumento quello dei parcheggi di interscambio.
 Secondo l’ultimo report di Amat gli ingressi in Area C segnano una diminuzione del 6,46% dal lunedì al venerdì, il sabato -6,88%, fino a raggiungere un -9,9% la domenica. 
Diminuiscono, rispetto all’anno scorso, anche gli ingressi in Area B sia nei giorni infrasettimanali (-4,66%), sia il sabato (-10,02%) e la domenica (-14,35%). 
Rispetto al mese di febbraio, nei giorni infrasettimanali, per entrambe le ztl si tratta di diminuzioni più accentuate (era stato registrato un calo del 2,77% per Area C e del 3,21% per Area B). Va però considerato che quest’anno le festività pasquali sono cadute nel mese di marzo e ciò ha influito sulla media degli ingressi. In caduta libera i dati relativi allo sharing, che per bici e monopattini risente del minor numero dei mezzi a disposizione dopo i nuovi bandi: il car sharing cala del -16,5%, il bike sharing diminuisce del -22,2%, lo scooter sharing del -37,6% e i monopattini in condivisione del -67,8%. Dati che non convincono il Consigliere Comunale dei Verdi Carlo Monguzzi, secondo cui “Il Comune fornisce considerazioni ingannevoli”. “Ed è il terzo mese di fila che fa così per dimostrare che le auto diminuiscono e non è vero” aggiunge Monguzzi per poi elencare i motivi: “1)Confrontare marzo 2023 con marzo 2024 è ingannevole perché a marzo 2024 ci sono state le vacanze di Pasqua e quindi una forte diminuzione delle auto. Prova ne è che la diminuzione più consistente c’è stata il sabato e la domenica quando Area B è C non sono attive, questo già rende ridicole le considerazioni del Comune. 2) si continua a nascondere gli ingressi prima delle 7.30 e dopo le 19.30 che sono ogni giorno 50mila per area C e 200mila per area B 3) non viene più fornito l’indice di congestione del traffico che è  l’indicatore vero perché misura il traffico dalle 6 alle 24″. “È il solito imbroglio per non riconoscere che area B e C vanno riformate e in fretta. Giornalisti per favore riportate la verità!” conclude Monguzzi.

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Monguzzi e Mulinacci (Verdi): Il contrasto al consumo di suolo si deve tradurre in azioni concrete

“Abbiamo presentato una mozione al Consiglio Comunale e al Consiglio del Municipio 5 per chiedere che i terreni di Vaiano Nord, Sud e Bellarmino siano integralmente ceduti al Comune, destinando perciò le cubature preesistenti ad aree soggette a rigenerazione urbana” lo comunicano con una nota Carlo Monguzzi, Consigliere Comunale di Europa Verde e il Presidente del consiglio di municipio 5 Massimo Mulinacci di Europa Verde. “Se ciò non avverrà – proseguono i due – a Vaiano Valle toccheranno terra, senza molta grazia né leggerezza, un bel po’ di appartamenti sul libero suolo. Nessuna rigenerazione urbana. Consumo di suolo garantito di un terreno di alto valore agricolo e paesaggistico, un terreno dove passano rogge e canali, costeggiato dalla Vettabbia e con la falda soggiacente a pochi metri. Da quasi quarant’anni, la minaccia di cementificazione non si è ancora esaurita. Siamo infatti nelle ex aree d’oro, soprannome guadagnato al tempo dello scandalo che portò alle dimissioni dell’allora sindaco Tognoli”. “Il terreno di Vaiano Valle nord è la vittima di un accordo, accordo che ha spostato il 90% delle volumetrie da Vaiano Valle sud e Bellarmino verso altre aree cittadine – spiegano Monguzzi e Mulinacci – aree oggetto di rigenerazione urbana, lasciando però Vaiano Nord alla mercé del mattone.Al di là del valore di questo accordo del 2019, che ha rimosso dai terreni l’incubo di circa 40 ettari di insediamenti su terreno agricolo, non è accettabile che si rinunci a liberare integralmente tutte le aree, individuando un terreno “vittima”, destinandone 30000mq all’edificazione e lasciando nelle mani dei co struttori il 10% degli altri due; un 10% non urbanizzabile, ma comunque a disposizione dei costruttori”. “Il suolo agricolo urbano non può essere ancora il luogo di espansione della città e di contrattazione speculativa; è invece un patrimonio da salvare e dal quale partire per la riconquista del suolo perso. Prima che parta la progettazione esecutiva firmata dalle ruspe, chiediamo di liberare da* vincoli ed acquisire integralmente queste aree, conquistando circa 540000mq di terreno libero e verde che per noi non sono d’oro, ma di oro zecchino. Queste aree dovranno essere inserite integralmente nel parco sud e l’area di Bellarmino dovrà essere integrata nel parco Ticinello, confinante per circa un chilometro e sua naturale destinazione” concludono Monguzzi e Mulinacci.

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Otto nordafricani denunciati e uno arrestato per l’attacco alla Brigata Ebraica

Non avevano nulla a che fare con il 25 aprile e probabilmente neanche sanno cosa sia la festa della Liberazione né, tantomeno, cosa rappresenti la Brigata ebraica. Vanno in giro vestiti con tute delle squadre di calcio e con i capelli rasati ai lati, bivaccando spesso sotto la loggia dei Mercanti; sono tutti nordafricani di seconda generazione, figli di migranti arrivati in Italia per lavorare. Sono stati loro i protagonisti dell’episodio più violento avvenuto ieri in piazza Duomo, a margine della manifestazione a Milano che aveva già visto tensioni tra forze dell’ordine e manifestanti pro Palestina. Uno con la bandiera palestinese, altri con aste di bandiera e un altro ancora con un coltellino, non avevano partecipato alla manifestazione ma, quando sono usciti da un fast food, si sono trovati davanti lo spezzone del corteo che comprende anche la Brigata ebraica. Si sono infilati nello ‘scudo’ creato dai City Angels a protezione degli ebrei che contribuirono alla Resistenza, hanno danneggiato lo striscione di Sinistra per Israele e sono volati insulti, calci, pugni fino a quando è intervenuta la Polizia che ne ha portati nove in questura. Otto sono stati solo denunciati, per ora, in quanto non vi è la prova che chi aveva il coltellino l’abbia usato contro il ragazzo rimasto ferito ieri lievemente a un braccio, mentre un egiziano di 21 anni è stato arrestato per aver colpito con un bastone un addetto alla sicurezza della Brigata ebraica, ferendolo. Sono tutti accusati di istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa mentre l’egiziano è stato arrestato e denunciato anche per il possesso del bastone. “Cercavo di mettere fine a un litigio, a un certo punto uno mi ha picchiato, così ho reagito. Io non ero contro nessuno”, si è difeso davanti al giudice delle direttissime che ha convalidato l’arresto e disposto il divieto di dimora a Milano con il nulla osta per l’espulsione, in quanto irregolare in Italia. Per il direttore del Museo della Brigata ebraica di Milano, Davide Romano, “l’aggressione da parte di ragazzi arabi con i conseguenti ematomi e tagli riportati da chi manifestava pacificamente con la Brigata ebraica, sono ferite all’intero 25 aprile”. Romano ricorda come in piazza Duomo, durante gli interventi istituzionali, gli attivisti pro Palestina hanno fischiato anche il sindaco di Milano, Giuseppe Sala e i vertici dell’Anpi, oltre alla Brigata ebraica. “La legittimazione di gruppi ProPal con pulsioni antidemocratiche ha avuto il risultato di riempire piazza Duomo di minoranze di fanatici pro Hamas, pro ayatollah iraniani, pro Putin e pro Erdogan. E nel contempo noi che ci siamo schierati dalla parte della democrazia, noi che volevamo ricordare la Resistenza della Brigata ebraica e degli ucraini in Italia, oltre che portare con noi i dissidenti di oggi iraniani, russi e eritrei, siamo stati aggrediti”. Le tensioni del 25 aprile hanno avuto strascichi anche a Roma davanti a La7, dove studenti di Cambiare rotta e Osa hanno protestato contro il giornalista David Parenzo che era con la Brigata ebraica ieri a porta San Paolo, dove si è sfiorato lo scontro con i manifestanti pro Palestina. I giovani hanno chiesto al giornalista “di fare dietrofront, di condannare quello che è successo e di prendere le distanze”. Parenzo aveva spiegato che si trovava a Porta San Paolo insieme al rabbino capo e al presidente della comunità ebraica per deporre la corona. “Signor Parenzo si rimangia quello che ha detto riguardo agli studenti contro la guerra?”, hanno anche chiesto i ragazzi. Immediata la replica del giornalista. “Io rendo conto di quello che dico e non di altro. Ognuno si assume la responsabilità delle proprie parole. – ha detto – Mi hanno messo nel mirino come fossi un criminale”. ANSA

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