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Palazzo Marino: varata la mozione per Israele ma il centrosinistra è diviso

Buona la terza. Il consiglio comunale di Milano, lunedì pomeriggio, ha detto sì alla mozione sugli ostaggi rapiti da Hamas in Israele con il raid del 7 ottobre, anche se nel frattempo, con la controffensiva israeliana, l’attualità è cambiata e anche il testo si è adeguato. Era la terza volta che il consiglio comunale tentava di approvare la mozione, con spaccature nette sia tra maggioranza e opposizione sia nella stessa maggioranza. Alla fine i voti favorevoli sono stati 22, compreso quello del sindaco Beppe Sala, mentre il centrodestra ha deciso di non partecipare al voto. Che non vi sarebbe stato voto unanime era praticamente certo. Lo aveva ammesso, nel pomeriggio, Daniele Nahum, esponente del Pd e della comunità ebraica milanese, promotore della mozione, spiegando che “tiene dentro tutto, la solidarietà agli ostaggi e l’appello affinché la Croce rossa possa visitarli, e anche un’attenzione a tutte le vittime civili, anche palestinesi”, e ribadendo che, nel testo, c’è, e c’è sempre stata, una netta condanna degli slogan antisemiti ascoltati in alcune manifestazioni pro Palestina a Milano. Slogan per i quali lo stesso Nahum, insieme all’ex deputato del Pd Emanuele Fiano, aveva presentato una denuncia in questura. Tra i più netti, nel centrosinistra, a schierarsi contro la mozione, Carlo Monguzzi, capogruppo di Europa Verde, da sempre contrario al testo perché non considera le responsabilità del governo di Netanyahu sia prima del 7 ottobre (“700mila coloni che portano via le terre ai palestinesi, Gaza ridotta a prigione a cielo aperto”) sia dopo (“5mila bambini uccisi sotto i bombardamenti”), e perché nel testo non si chiede il cessate il fuoco duraturo ma una tregua umanitaria che (sottolinea l’esponente ecologista) “non è altro che chiedere di smettere un attimo e poi continuare il massacro”. In maggioranza, voto contrario anche da parte di Enrico Fedrighini della Lista Sala, mentre quattro consiglieri non erano presenti in aula e altri quattro si sono astenuti, tra cui Gianmaria Radice dei Riformisti (Italia Viva), che pure era tra i firmatari del testo originale, ma ha chiesto di ritirare la sua firma a causa dei cambiamenti successivi. Per il capogruppo del Pd Filippo Barberis la mozione “è chiarissima nel condannare Hamas, chiedere la liberazione degli ostaggi, l’applicazione del diritto internazionale e l’attuazione di un’immediata tregua umanitaria”. Barberis ha sottolineato che “il Pd ha votato all’unanimità” a favore della mozione.

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Pedemontana-Tratta D il M5S presenta due mozioni ad Agrate e a Vimercate

Marco Fumagalli (M5S gruppo Brianza Est): «Con i nostri portavoce Giuseppe Procopio di Agrate Brianza e Patrizia Teoldi di Vimercate, abbiamo depositato due mozioni, la prima per avere un parere della Corte dei conti e il secondo per averlo dall’ANAC, in relazione alla variante progettuale circa la tratta D Breve della Pedemontana. A nostro avviso non si tratta di una variante, ma di una nuova opera in quanto modifica sostanziale del precedente progetto e come tale necessita di una nuova gara d’appalto per essere aggiudicata. Del resto, non occorre essere dei geni per capire che, se un’autostrada concepita per collegare Bergamo e Varese arriva fino a Vimercate, è chiaro che stiamo parlando di qualcosa di completamente diverso e di ancora più inutile dell’opera originaria. In passato tramite comitati cittadini, sono riuscito per gli stessi motivi a far revocare la gara per il masterplan del depuratore di Monza, che passò così da un costo di 65 milioni a 15, e a far commissariare l’appalto rifiuti di Monza aggiudicato per effetto di corruzione e incredibilmente prorogato dall’amministrazione comunale. Il rischio, su Pedemontana, è che si eccepisca la mancanza di legittimazione nel far intervenire queste autorità e la giustizia amministrativa. Per evitarlo, occorre che i consigli comunali facciano sentire la loro voce presso le competenti autorità, affinché diano ai cittadini ancora la sensazione di poter contare qualcosa e non solo di essere passivi spettatori di quello che la politica ci ha passato in questi anni. Negli ultimi anni è stato costantemente eroso il potere dei cittadini di mettere in discussione le scelte politiche, limitandone sempre più la possibilità di sindacare le scelte di una classe politica sempre più distante dalla realtà».

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Regione: FdI deposita una mozione per l’abolizione del coprifuoco

“Mentre a Roma Fratelli d’Italia ha presentato un ordine del giorno contro il coprifuoco, in discussione oggi alla Camera, anche in Regione Lombardia abbiamo voluto rafforzare la posizione del nostro leader, che per noi è di massima importanza. Il Gruppo di Fratelli d’Italia ha quindi depositato stamani una mozione per impegnare ‘la Giunta a porre in essere ogni azione necessaria con il Governo ai fini dell’abolizione del coprifuoco”. Lo dichiara il Gruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale: il presidente Franco Lucente e i consiglieri Barbara Mazzali, Federico Romani e Patrizia Baffi. “Ancora oggi – affermano i consiglieri – il Governo non pone la prospettiva dell’abolizione di questa misura restrittiva non supportata da dati scientifici e fortemente lesiva dell’economia di interi settori e della libertà di tutti i cittadini. Anche il presidente Fontana ha dichiarato in queste ore che le Regioni avevano deciso per un allentamento e che anche lui era d’accordo. Ci aspettiamo quindi che la maggioranza compatta voti la nostra mozione e che anche l’opposizione si renda conto che con il coprifuoco vengono messi in ginocchio interi settori economici, già duramente colpiti, come quelli della ristorazione e del turismo. Basti pensare che Grecia e Spagna sono già piene di prenotazioni per i prossimi mesi, mentre l’Italia rischia di rimanere al palo a causa di restrizioni come il coprifuoco, che favoriscono destinazioni internazionali dove non esiste la privazione data dal coprifuoco”.

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Respinta mozione di sfiducia contro Fontana

Il Consiglio regionale della Lombardia ha respinto a maggioranza la mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni per la settimana trascorsa in zona rossa per errore. La richiesta di dimissioni di Fontana e della sua giunta è stata bocciata con 47 Sì e 30 No. In Aula non era presente al momento del voto Patrizia Baffi (ex Pd poi passata a Italia Viva e ora nel Gruppo Misto), unico consigliere di minoranza a non aver sottoscritto la sfiducia. La Baffi è rientrata in aula al termine della votazione. “Non sarà la vostra ennesima mozione di sfiducia a distrarci dal nostro lavoro. In questi mesi abbiamo affrontato una emergenza di portata straordinaria” e “in ogni azione abbiamo sempre perseguito il bene dei nostri cittadini, l’unica cosa che conta”, aveva dichiarato Fontana, intervendo in aula prima del voto. “Vi chiedo di respingere la mozione di sfiducia per proseguire il lavoro con la solita determinazione. Il mio compito mi è stato assegnato dai lombardi, gli unici ai quali ogni giorno sono chiamato a rispondere”, ha aggiunto Fontana. Nel corso dei mesi di pandemia, ha rivendicato Fontana, “abbiamo lavorato senza risparmiarci mettendoci sempre la faccia – concludendo – Avremmo potuto fare a meno perché questa sarebbe una competenza esclusiva dello Stato: abbiamo fatto anche quello che avremmo potuto non fare”.

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La vostra epoca sta per finire, non vi permetterò di votarmi contro. E Amicone ritira la mozione

Ritirata dal consigliere proponente Luigi Amicone (Forza Italia), al termine del dibattito in Consiglio comunale, la mozione per “le iniziative per sostenere Milano città per la vita“, già oggetto delle contestazioni in aula giovedì scorso per l’impostazione contro la Legge 194 da parte delle attiviste della Rete “Se Non Ora Quando” Nel corso del dibattito in Aula, prima del ritiro della mozione, il consigliere di Forza Italia Luigi Amicone ha sostenuto che “il tema non è se questa mozione sia una riflessione pro o contro alla Legge 194 e non capisco perché questa mozione sia stata presentata come una mozione contro l’aborto. Quando le ancelle, che giovedì scorso hanno manifestato in Consiglio, dicevano nelle interviste che questa mozione è oscurantista e che si vogliono portare obiettori negli ospedali, invito tutti a chiedere ad Alessandra Kustermann se il Centro d’aiuto alla Vita della Mangiagalli non abbia aiutato oltre migliaia donne a far nascere bambini. Questa mozione prende spunto e rende omaggio a Carla Padovani, ex capogruppo del Pd del Comune di Verona, cacciata per il fondamentalismo della sinistra. Io considero l’obiezione di coscienza una conquista, la maggior parte dei medici obiettori sono donne, volete andare contro le donne?“. L’assessore comunale ai Servizi Sociali Pierfrancesco Majorino che ha espresso il parere negativo della Giunta, ha invitato il consigliere Amicone a “non citare la dottoressa Kustermann che, tanto per capire come la pensa, era in piazza con noi contro le proposte del senatore Pillon“. Majorino ha poi aggiunto che “se c’è un problema in questa regione il tema è come rilanciare i consultori che sono stati massacrati”. Il consigliere di Fi ha quindi concluso: “La vostra epoca sta per finire. Finisce in Europa e per questo non vi darò neanche l’occasione contro perchè ritiro la mozione“, ha detto Amicone e ha deciso di non portare ai voti la mozione che e’ stata quindi ritirata.

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Amicone (FI): finanziamo le associazioni pro vita

Forza Italia ha presentato in consiglio comunale una mozione anti legge 194, “per sostenere Milano città per la vita“, in Consiglio comunale. A presentarla e’ stato il consigliere Luigi Amicone che ha sottolineato come il documento, a suo dire, “non e’ contro l’aborto ma ha l’obiettivo di andare a vedere quali sono gli effetti provocati dalla legge 194 in questi anni – ha spiegato – anche perche’ i suoi principi sono stati disattesi“. “Inserire nel prossimo assestamento di bilancio congrui finanziamenti per le istituzioni, associazioni pro vita e gruppi che sostengono concretamente politiche a favore della famiglia e della vita“. E’ questo il proposito della mozione firmata anche dal capogruppo azzurro, Fabrizio De Pasquale, dall’ex candidato sindaco, Stefano Parisi, e dal consigliere di Milano Popolare, Matteo Forte. L’intezione e’ quella di “approfondire con adeguate iniziative gli effetti sociali e culturali prodotti dalla Legge 194, in particolare nei punti di mancata applicazione“. Una mozione che il consigliere Amicone definisce “scevra da ideologie, ma volta a verificare se lo spirito della legge 194 e’ stato rispettato“, rilevando nel testo i diversi punti dove la norma in questione non avrebbe, secondo i firmatari, raggiunto i gli scopi prefissi. La 194 infatti, come si legge nel documento, “si proponeva di legalizzare l’ aborto in alcuni casi particolari come violenza carnale, incesto, gravi malformazioni del nascituro, e di contrastare l’aborto clandestino, mentre invece ha contribuito ad aumentare il ricorso all’aborto quale strumento contraccettivo e non ha affatto debellato l’aborto clandestino“. Gli aborti illegali effettuati dal 1978 ad oggi “sono circa 6 milioni, senza contare le uccisioni nascoste – conclude la mozione – prodotte dalle pillole abortive e dall’eliminazione degli embrioni umani sacrificati nelle pratiche di procreazione medicalmente assistita“

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