Municipio 4

Davide Rocca (FdI): nuova baraccopoli di fianco all’Ortomercato

“Una nuova baraccopoli è sorta a fianco dell’ortomercato, nell’area in cui sorgeva il centro di emergenza sociale del Comune di Milano” lo denuncia Davide Rocca, Consigliere nel Municipio 4 per Fratelli d’Italia. “Accanto al mercato ortofrutticolo più grande d’Italia” sottolinea Rocca e “non vi sorge solo una baraccopoli, ma anche un cimitero di oltre sessanta auto rubate, smembrate per poterne rivendere i pezzi e date alle fiamme. Una situazione di estremo degrado e pericolo decisamente non consona ad una città europea” aggiunge Rocca. “Ancora una volta – continua il meloniano – il tutto, avviene nel più completo abbandono dell’area da parte del Comune. Questa realtà è un rischio non solo dal punto di vista igienico-sanitario, perché accanto alla baraccopoli abusiva si vendono generi alimentari, ma anche dal punto di vista ambientale perché vengono bruciati i resti di macchine. Dimostrazione che questa sia una Giunta ferma agli slogan elettorali: una amministrazione – conclude Rocca – che si dice tanto green e attenta alla salute dei propri cittadini non può far finta di niente!”. 

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Rogoredo, Lega: “Quartiere fuori controllo tra tossici, furti e degrado: urge presenza esercito-polizia”

“A Rogoredo, nonostante le favole della sinistra, siamo vicinissimi a un punto di non ritorno: la situazione, in termini di sicurezza e decoro urbano, sta precipitando vertiginosamente. Tra tossici che vanno e vengono da San Donato, furti d’auto in via Feltrinelli, via Rogoredo, via Monte Cengio e quartiere Santa Giulia, degrado e sporcizia ovunque, siamo al fianco dei residenti per invitare il Comune a farsi parte attiva nel richiedere l’invio dell’Esercito, unitamente alla Polizia di Stato, per pattugliare h24 quest’area ormai fuori controllo. È impensabile che si trovino siringhe o ampolle di vetro per strada, senza che nemmeno vengano rimosse. Controlli a tappeto servirebbero anche nei minimarket che vendono alcolici ben oltre gli orari consentiti, producendo una concorrenza sleale nei confronti dei commercianti regolari. Molto utile, infine, sarebbe un sistema di videosorveglianza che tocchi i punti più critici e nascosti di Rogoredo, in modo da prevenire e punire comportamenti scorretti. Il quartiere ha paura: Sala cominci a concentrarsi sui problemi quotidiani, reali e concreti, dei cittadini, anziché minimizzare ogni loro protesta. Se i quartieri periferici sono allo sbando, ostaggio di delinquenti, le responsabilità sono unicamente di Pd e compagni”. Così in una nota Silvia Sardone, europarlamentare e consigliere comunale della Lega, e Davide Ferrari Bardile, consigliere leghista in Municipio 4.

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Bene comune: tra città ed economia della condivisione

Bene comune: tra città ed economia della condivisione Il concetto di bene comune ha assunto ormai da anni un ruolo di primo piano in seno all’opinione pubblica e viene invocato costantemente, ancora oggi, nel dibattito politico. Nel tentativo di fornirne una prima definizione, il bene comune può essere inteso quale vettore di possibili usi reciprocamente congruenti tali per cui la possibilità di un uso implica anche la possibilità simultanea o alternativa di altri usi. Di norma, si parte da due dimensioni chiave per arrivare a descrivere un bene: (i) accessibilità o più semplicemente esclusione, ovvero possibilità di impedire l’uso se non attraverso meccanismi coercitivi (ii) rivalità, con la quale si intende la non interferenza del livello dell’uso da parte di un soggetto con il livello d’uso di altrettanti soggetti. Tra gli studiosi più noti al mondo c’è sicuramente Elinor Ostrom (1933-2012) che, nel 2009, è stata insignita del premio Nobel per l’economia; tramite il suo elaborato “Governing the Common Goods” è arrivata a formulare una teoria complessiva tesa ad identificare le condizioni che devono valere affinché una gestione “comunitaria” possa dimostrarsi sostenibile nel tempo. Tale teoria viene collocata dai critici sotto l’alveo delle c.d. teorie delle scelte pubbliche di governo. L’economista evidenzia come i beni comuni non debbano essere confusi con le risorse pubbliche in quanto, se da queste ultime, non è possibile escludere singoli beneficiari, come può essere la sicurezza e la conseguente difesa del suolo di uno Stato, i beni comuni sono risorse tipicamente (ma non necessariamente) naturali ed il loro uso da parte di soggetti (definiti dalla stessa Ostrom come appropriators) può, in alcuni casi, precludere i benefici che altri soggetti possono ottenere dall’uso del bene stesso. A questo punto ci potremmo chiedere: la Città può essere considerata un bene comune? La città non è un semplice aggregato di costruzioni più o meno pianificato, sorto da un accentramento culturale, economico e amministrativo; la città, a parer di chi scrive, è comunità, è condivisione reciproca delle risorse. La città, in altre parole, non è solo ciò che si vede ma anche ciò che si vive. Ecco perché una gestione efficace ed efficiente di essa comporta un certo livello di local enpowerment inteso cioè come capacità e volontà di assumersi la responsabilità di gestire una comunità, definendo le norme e lo sfruttamento delle risorse necessarie. Assumersi la responsabilità di governare significa proprio questo: gestire una comunità di persone in un contesto, spesso, di asimmetria informativa; avere il coraggio di diffondere e trasmettere il senso civico di accessibilità ed uso delle risorse comuni e pubbliche. Le nostre città hanno un’anima, un corpo e si muovono costantemente modificando il proprio tessuto sociale cercando sempre di ampliare le risorse che hanno a disposizione. L’economia della condivisione rappresenta dunque, una potenziale risposta ai disordini che, in alcune aree, ancora oggi viviamo. Distribuire beni e servizi e creare un modello etico, un nuovo contratto sociale tra cittadini e amministrazione. Vivere la città significa creare ogni giorno un legame. Governarla significa assumersi la responsabilità di dare le risposte a migliaia di cittadini. Per questo motivo, a 28 anni, ho deciso di buttare il cuore oltre l’ostacolo. Mahatma Gandhi diceva: “Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”. Io ci voglio provare. Il prossimo 3 e 4 ottobre mi candiderò sia in Municipio 4 con la lista “I riformisti lavoriamo per Milano con Sala”. Amo la mia città, Vivo con orgoglio il mio municipio; ho a cuore questo territorio, in quanto pur non essendovi nato e cresciuto, mi ha dato tanto non solo sul piano affettivo ma anche per le tante opportunità professionali che ho avuto in questi anni. Per ciò non trovo occasione migliore di questa per iniziare a restituire qualcosa mettendo in campo tutte le risorse che ho, in aggiunta al mio impegno e alla mia passione politica. Consapevole che ciò comporterà l’assunzione di qualche responsabilità in più sono pronto a vivere a pieno questa straordinaria esperienza di vita.   Alberto Gandossi Classe 1992, sono un analista strategico per fenomeni geopolitici e socio economici in una multinazionale nel settore dell’energia. Laureato in Economia dei Mercati e delle Strategie di Impresa presso Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano con una tesi in Sociologia Economica dal titolo “Governare il Bene Comune: il caso dei sistemi di depurazione del comune di Milano”. Precedentemente ho lavorato come M&A Analyst in una società di consulenza. Da ottobre 2020 sono Coordinatore di Italia Viva sul Municipio 4 di Milano.

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Inaugurato un nuovo Centro Milano donna nel Municipio 4

Si allarga la rete dei Centri Milano donna con la nuova sede del Municipio 4, in via Oglio. Alla presenza della Delegata del Sindaco per le Pari opportunità di genere, Daria Colombo, e del presidente del Municipio 4, Paolo Guido Bassi, è stato inaugurato oggi il Centro dedicato alle esigenze del mondo femminile e delle famiglie. Il Centro sarà condotto da Telefono donna, che si è aggiudicato il bando pubblico lanciato dal Municipio per trovare il soggetto gestore di servizi, eventi e iniziative che avranno l’obiettivo di promuovere il benessere delle donne, favorendo l’orientamento al lavoro, il sostegno alle mamme, consulenze di vario genere ma anche momenti di socializzazione e tempo libero con laboratori, gruppi di lettura, corsi formativi. Il primo Centro Milano Donna ha aperto a maggio 2018 al Gallaratese, in via degli Appennini, seguìto, a fine novembre dello stesso anno, dallo spazio di viale Faenza, alla Barona. Nel novembre del 2019 è stato inaugurato il Centro del Municipio 2, ubicato in via Sant’Uguzzone, e a luglio 2020 quello in via Narni, nel cuore del quartiere Crescenzago-Rizzoli. A febbraio scorso ha aperto lo spazio di via Savoia, nel Municipio 5, e da qualche settimana si è concluso anche il bando di assegnazione per il Centro Milano donna del Municipio 9, in Via Cirié. “Sono molto contenta perché, nonostante le difficoltà della pandemia, stiamo ormai in dirittura d’arrivo l’obiettivo di aprire un Centro in ogni municipio – dichiara Daria Colombo, alla cui iniziativa si deve la nascita del progetto dei Centri Milano donna –. Questa nuova apertura è un altro importante traguardo. Sono certa che, come gli altri Centri già operativi, anche quello del Municipio 4 saprà essere un presidio sociale sul territorio e un punto di riferimento concreto per le donne, ma anche per bambini adolescenti e anziani. Perché attraverso le donne si aiutano le famiglie e quindi la società”.

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Municipio 4. Fratelli d’Italia: aree giochi in stato penoso

“Un sopralluogo svolto con il nostro militante Gabriele Pandolfino, ha evidenziato il penoso stato di manutenzione in cui versano le aree giochi del Municipio 4” denuncia Otello Ruggeri, Presidente del Circolo Nord – Est Milano di Fratelli d’Italia. “Partendo dai giardinetti di via Sordello – continua Ruggeri – dove a mettere in pericolo l’incolumità dei bambini sono lo scivolo rotto e dei chiodi che sporgono dalle panchine, si passa al campo da calcetto di via Quintiliano, dove le reti delle porte sono state strappate, probabilmente durante la notte, visto che la recinzione in buona parte mancante consente l’ingresso 24 ore su 24. Anche nell’area giochi di viale Ungheria lo scivolo è danneggiato, ma almeno è stato chiuso con un asse di legno per impedire che i bambini lo usino e si facciano male. Infine, nel parco di Rogoredo Santa Giulia, molti giochi risultano danneggiati e privi di pezzi, come la ciambella a dondolo forata, da cui i bambini possono cadere e, più grave, la passerella del “castello”, che si è sganciata diventando instabile, con il rischio che cedendo del tutto causi rovinose cadute”. “Ho già provveduto – aggiunge Pandolfino – a segnalare più volte agli enti preposti gli interventi da effettuare per mettere in sicurezza e rendere utilizzabili tutti giochi dei giardinetti presenti nel Municipio 4, ma non ho ricevuto nessun riscontro. Insisterò, sottolineando anche che alla manutenzione andrebbe aggiunta una maggiore attenzione per la pulizia”.

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Municipio 4: tensione tra Lega e Fratelli d’Italia

Municipio 4: tensione tra Lega e Fratelli d’Italia. I meloniani hanno reagito quando Paolo Guido Bassi, presidente leghista del Municipio, ha scritto in un’analisi della situazione del centrodestra milanese che “Fdi sembra “ballare da sola”, facendosi sentire più per informare dei vari fuoriusciti da altri partiti cui ha offerto un posto, che per altro”. Una stoccata ai sovranisti perché continuano a raccogliere delusi dagli altri partiti d’aerea. Un travaso che aveva irritato già mesi fa Massimiliano Salini, coordinatore territoriale di Forza Italia. Ma un attacco eccessivo secondo il parlamentare Marco Osnato che ha reagito: “Grazie mille Bassi….mentre cerchiamo di imparare come si fa politica volete magari proporci un candidato sindaco? A proposito di fuoriusciti….il parlamentare eletto nel tuo municipio in che partito milita ora?”. Da lì ne è nata un botta e risposta. “Marco Osnato se proprio vogliamo mettere i puntini sulle i, Federica Zanella è stata eletta in un collegio uninominale, quindi sotto tutti i simboli della coalizione – ha precisato Bassi – Poi indubbiamente nel suo percorso ha fatto una scelta. Lieto comunque della tua risposta, scopo del mio post era suscitare un po’ di dibattito, visto che le occasioni di confronto nella nostra area scarseggiano. Vogliamo provare a vincere le comunali o ci accontentiamo di misurarci su chi ce l’ha più lungo? Cioé a vedere chi si catalizza più consensi fra gli elettori del nostro schieramento senza conquistarne di nuovi? Personalmente, preferisco la prima ipotesi…”. Osnato ha controreplicato: “Paolo Guido Bassi una volta quando eravate seguaci di Bossi misuravate la durezza adesso preferite la lunghezza….buono a sapersi….per intanto io, conscio dei miei limiti, mi concentro sulle idee, che se non sempre collimano con le tue non vuol dire siamo per forza sbagliate!!!! P.S. Anche tu sei stato eletto da una coalizione ….e non è detto debba essere sempre così!”. Il confronto è andato avanti coinvolgendo anche altri esponenti cittadini di FdI come Enrico Turato e Otello Ruggeri, anche se dopo una lunga serie di botte e risposte pare che le acque si siano calmate.

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