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Boom di occupati stabili ma nessuno ne parla

Boom di occupati stabili ma nessuno ne parla. Perché? forse perché la logica sottostante all’informazione attuale è che attira più attenzione una cattiva notizia di una buona. Eppure non si capisce perché. In fondo ci sono migliaia di esempi, come pagine di informazione o canali di comunicazione che si basano sulla comunicazione positiva. Kaby Lame è diventato super conosciuto scherzando. Ed è solo un esempio. Si potrebbero citare tanti altri esempi, ma non è questo il giorno. Ora è il momento di concentrarsi sul fatto che le persone con un contratto stabile non sono mai state così tante come oggi: oltre il 60 per cento. Un dato paragonabile solo ai mitologici anni Settanta del Novecento. Eppure la notizia appare solo in una riga in prima pagina di Repubblica. Scende la disoccupazione, cresce stabilmente l’occupazione “buona”, diminuiscono persino quelli che il lavoro manco lo cercavano. Ma per i grandi giornali e media pare più interessante seguire un dibattito a tratti ridicolo e surreale tra le forze politiche. Roba che si potrebbe esaurire in “ne stanno ancora parlando”. Invece ai pettegoli da redazione piace seguire questo monotono ciarlare come se fosse davvero il primario interesse di una popolazione che riceve solo notizie pessime da tre anni. Invece evviva due volte, ma pure tre per chi ha dedicato due pagine alla notizia che la situazione del lavoro migliora in Italia. Anche se a pagina 22, almeno ne hanno parlato ampiamente. Dopo un fiume di inchiostro buttato per seguire le dispute dell’oratorio, ma almeno spargono buone notizie. Vere notizie. Il lavoro c’è. Sempre di più e sempre meglio. Magari a volte è un lavoro del cazzo, ma c’è. Un piccolo spicchio di sole in cielo che sembra piacere solo se è nero e cupo.

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Dopo il Manzoni occupato il Severi Correnti

Gli studenti dell’istituto Severi Correnti di Milano hanno deciso in una assemblea nel cortile questa mattina una giornata di occupazione della scuola, decisione che arriva dopo l’occupazione dal 10 al 15 gennaio scorsi del liceo Manzoni. Sull’occupazione i ragazzi hanno già creato una pagina instagram con una foto dell’assemblea e poi nelle stories quelle delle attività in programma nella giornata, dal cineforum, al collettivo ‘riuso, riciclo e fast fashion’ a ‘energia nucleare e crisi energetica’. E nelle storie hanno spiegato che “la presidenza ci ha chiuso tutte le classi del Severi quindi abbiamo spostato i collettivi al Correnti e nel cortile’. Sul posto sono arrivati gli agenti del commissariato Sempione che hanno aperto i lucchetti con cui erano stati chiusi i cancelli della scuola e hanno permesso l’ingresso del personale. ANSA

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Dopo il Manzoni occupati anche i licei Tito Livio e Severi-Correnti

A Milano gli studenti continuano la loro protesta contro la didattica a distanza. Dopo il Manzoni occupato martedì, questa mattina alcune decine di studenti che fanno parte dei collettivi studenteschi hanno occupato due licei, il classico Tito Livio e lo scientifico Severi-Correnti, per chiedere di tornare a scuola in presenza il prima possibile. Al liceo Tito Livio, nel pieno centro storico della città, sono circa una trentina gli studenti che hanno occupato il cortile della scuola per manifestare contro la didattica a distanza e alle 14:30 si terrà un presidio di confronto dove verrà elaborato un documento con le proposte per tornare ad una scuola in presenza. Gli studenti del liceo Severi, in zona Sempione, hanno posizionato i loro banchi nel cortile dell’istituto per seguire le video lezioni e sulla facciata della scuola è appeso lo striscione con la scritta “Avevate in mano il nostro futuro e ce l’avete tolto”. Anche al liceo scientifico Volta alle 15 si terrà un presidio per supportare i ragazzi che manifestano per la riapertura della scuola, con una serie di interventi degli studenti. In molte scuole superiori della città c’è fermento in attesa di sapere se da lunedì 18 gennaio si potrà tornare in aula in presenza, dopo la sentenza del Tar della Lombardia che ha sospeso l’ordinanza regionale che prevedeva la didattica a distanza fino al 24 gennaio.  

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Sgomberati 7 appartamenti Aler occupati abusivamente

Aler Milano ha effettuato, questa mattina, un intervento di sicurezza nelle case di viale Fulvio Testi 310, liberando 7 alloggi che risultavano occupati abusivamente da famiglie italiane e straniere. L’intervento è stato realizzato in stretta collaborazione con la Prefettura, la Questura, la Polizia Locale, il Comune di Milano e Regione Lombardia. Ne ha dato notizia l’assessore regionale alle Politiche sociali, Abitative e Disabilità Stefano Bolognini. Il significativo spiegamento delle forze dell’ordine ha consentito che lo svolgimento delle operazioni di sgombero avvenisse nella massima sicurezza. Anche Aler Milano ha partecipato all’intervento con 20 ispettori supportati da 10 fabbri e 10 camion necessari per l’asporto delle masserizie. “E’ stata anche fornita assistenza ai minori – ha commentato Bolognini – presenti in 3 dei nuclei famigliari che hanno dovuto abbandonare gli alloggi. Gli appartamenti recuperati saranno oggetto di riqualificazione da parte di Aler Milano e conseguentemente assegnati a famiglie aventi titolo“.

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Occupa due alloggi aler e li trasforma in ostello, denunciato

Non solo aveva occupato illegalmente due appartamenti Aler in piazzale Gabriele Rosa 9, ma li aveva anche trasformati in una specie di ostello con annunci consultabili sul web dal sito Subito.it e prenotabili pagando dai 180 ai 200 euro al mese. L’uomo, un italiano di 57 anni cui era stato assegnato un appartamento nello stesso stabile, grazie a un buco praticato nel muro era riuscito a prendere possesso di due appartamenti comunicanti e momentaneamente lastrati ricavandovi dentro 9 posti letti affittati, anche con falsi contratti, a ragazze provenienti da fuori Milano e in cerca di una sistemazione. I frequenti movimenti di persone sconosciute hanno messo in allarme gli altri condomini e motivato l’intervento della Polizia che ha fatto immediatamente chiudere l’ostello illegale denunciando l’uomo per occupazione abusiva.

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