otello ruggeri

Non perdiamo il senso della scuola

Non perdiamo il senso della scuola. In questi giorni infatti si torna a discutere di scuola. Una in particolare, il liceo Manzoni, ma il discorso vale per tutti. Perché dopo un anno di cazzeggio qualcuno pare aver perso il senso dell’istruzione: a scuola si va per studiare ed essere valutati. Un primo gradino di quella che sarà tutta la vita, con la differenza che a scuola si può sbagliare. Ma dopo un anno di tromboni che ripetevano che il punto della scuola è la socializzazione, ora gli studenti del Manzoni li hanno presi sul serio e hanno occupato il loro liceo per protestare contro le troppe verifiche e interrogazioni. Perché, come hanno sentito ripetere ai genitori: la scuola è soprattutto socializzazione. Mica essere valutati. Diamo i voti in base a chi è il più simpatico, tanto anche la politica nazionale è gestita da comici (più o meno ufficiali) da anni. Crescere una generazione di simpatici buffoni potrebbe essere una strategia vincente. Si scherza. Ovviamente. Per non piangere. Perché non perdiamo il senso della scuola: “Speravo di sbagliarmi, invece si è avverato quello che avevo previsto e temevo accadesse. Gli studenti di un liceo milanese, dopo averlo occupato per mesi chiedendo di tornare a fare lezioni in presenza, oggi lo hanno rioccupato per protestare contro le troppe interrogazioni e verifiche che sono state assegnate – ha commentato Otello Ruggeri di FdI – Geniali le motivazioni che hanno addotto: “Pretendiamo che in presenza ci si confronti e si socializzi, non che il tempo venga sprecato a mettere voti”. Scemo io che pensavo che a scuola si andasse per studiare, ma evidentemente in questa Italia il merito non è più un valore di riferimento”. Ma la verità è che nella società moderna la scuola è un parcheggio per i figli. Più ci stanno, meno i genitori hanno preoccupazioni e possono lavorare tante ore al giorno. Una sorta di collegio per poveri, dove lo Stato di fatto sostituisce le bambinaie di una volta o la scuola privata. Ma sono gli effetti di un pensiero moderno che ci voleva tutti divisi, genitori, nonni e nipoti. Tutti in piccole case a preservare la nostra individualità dai consanguinei, visti ormai solo come un problema da evitare. Così i nonni si parcheggiano nella Rsa (che infatti fanno ricchi affari da anni) i figli a scuola e noi possiamo andare a lavorare per stipendi da fame se paragonati a quelli di altri Paesi sviluppati. Ma così si è perso il senso: il senso della famiglia e dei gruppi umani in generale in favore di un non meglio precisato benessere da godersi da soli. E la stessa vuota filosofia è stata passata ai figli che a quanto pare hanno capito che a scuola ci si va per socializzare. Forse però siamo ancora in tempo. Perché il caso del Manzoni è singolo, ma è come il primo starnuto prima del raffreddore. Se ci copriamo, evitiamo il peggioramento. E magari non perdiamo il senso della scuola.

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Bonus 110%, FdI: “Maran pensi alla lentezza degli uffici comunali”

Bonus 110%, FdI: “Maran pensi alla lentezza degli uffici comunali”. L’assessore ha infatti aderito all’appello delle associazioni e ordini interessate all’iniziativa del governo. Una contestazione all’impostazione data dal suo stesso governo nazionale di riferimento, ma evidentemente Maran si è reso conto che la burocrazia rischia di frenare una delle pochissime buone idee filtrate dal Parlamento. Una posizione approvata anche da Otello Ruggeri, presidente del Circolo Almerigo Griltz di Fratelli d’Italia, che però gli ricorda le sue responsabilità sul tema: “Oggi, l’Assessore Maran, ha criticato il Governo (quello retto dal partito in cui milita) perché alcuni aspetti burocratici legati alle richieste del superbonus 110% rischiano di ucciderlo. Ha ragione, peccato che a Milano il colpo di grazia potrebbe arrivare proprio dagli uffici legati al suo assessorato, che impiegano mediamente 10 mesi per fornire gli atti di fabbrica necessari per attivarlo. Peggio delle norme di un governo di sinistra, ci sono solo gli applicativi studiati dalle amministrazioni dello stesso segno. Un’accoppiata che da sempre è garanzia di fallimento per qualsiasi sistema economico”. Giusto dunque criticare l’impostazione del governo piddì-5stelle, ma a Milano siamo messi meglio? Per rispondere alla domanda ecco il richiamo sul Bonus 110%, FdI: “Maran pensi alla lentezza degli uffici comunali”. Un richiamo necessario perché il tema non è affatto secondario: come hanno dimostrato le scorse settimane, a causare il grosso dell’inquinamento sono gli edifici. Non le auto o le fabbriche. Semplicemente le case. Idrovore d’energia perché costruite male, disperdono tanta energia, cioè tanto inquinamento. E non parliamo solo degli edifici con ancora le vetustissime caldaie a gasolio. Sono una minoranza, molto inquinante, ma una frazione. Mentre praticamente tutti gli edifici hanno bisogno di un aggiornamento energetico. Sarebbe un investimento che abbasserebbe la bolletta energetica nazionale, permettendo oltre tutto all’Italia di smettere di pagare le sanzioni europee proprio per l’inquinamento. E nel contempo usciremmo dal dialogo tra idiozie su cui la sinistra ha incatenato il discorso sul diritto allo spostamento delle persone. Pensare a dividere il mondo tra chi vuole spostarsi in bici e chi in auto non è solo semplicistico, è stupido. Perché presuppone di indentificare una persona con un mezzo, mentre tutti devono avere il diritto di muoversi con il sistema che preferiscono.

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Chiusura doposcuola, FdI: “Decisione ingiustificata a discapito delle famiglie

Chiusura doposcuola, FdI: “Decisione ingiustificata a discapito delle famiglie. “I genitori dei bambini che frequentano le scuole primarie del Municipio 2, ma presumo quelli di tutta Milano, stanno ricevendo oggi la comunicazione che a partire da domani sarà sospesa l’attività di doposcuola in presenza. Una provvedimento che li sta gettando nello scompiglio vista l’oggettiva impossibilità di organizzarsi con un così breve preavviso”, lo rende noto Otello Ruggeri, Presidente del Circolo Nord Est Milano di Fratelli d’Italia. “La decisione – continua Ruggeri – è scaturita in seguito agli approfondimenti eseguiti dalle direzioni comunali competenti dell’art.3 punto 4 lett. a), lettera f) ed all’art.1 punto 9 lett. S, che però parla di istituzioni scolastiche di secondo grado e non ha quindi nessuna attinenza con quanto deliberato creando gravi problemi ai genitori , che ora in poche ore dovranno trovare a chi affidare i propri figli mentre loro sono al lavoro”. “Mi chiedo come il Comune di Milano pensi di poter ridurre la mobilità, riducendo l’orario scolastico di bambini che per recarsi in aula si sono già mossi e che dovranno nuovamente farlo per tornare a casa”, commenta il parlamentare di Fratelli d’Italia Marco Osnato. “Come al solito dal Comune di Milano belle parole, ma mai uno sforzo per aiutare i Milanesi!- aggiunge Osnato, concludendo – Anche questa volta Sala e la sua giunta preferiscono, impropriamente, nascondersi dietro il governo piuttosto che trovare una soluzione ai problemi quotidiani dei propri cittadini!”.

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Fratelli d’Italia: “Il fallimento dell’accoglienza sotto i ponti della Martesana”

Fratelli d’Italia: “Il fallimento dell’accoglienza sotto i ponti della Martesana”. “Su invito di alcuni cittadini, che ci hanno segnalato un accampamento di senzatetto sotto i ponti ferroviari che scavalcano il percorso ciclopedonale che corre lungo la Martesana vicino al Parco Piccola Goccia, con l’Onorevole Marco Osnato, abbiamo svolto un sopralluogo  per verificare le condizioni in cui vivono queste persone”, spiega Otello Ruggeri, presidente del Circolo Nord Est Milano di Fratelli d’Italia. “Oggi abbiamo potuto toccare con mano la Milano dell’accoglienza di Majorino, di Sala e della sinistra benpensante – commenta l’onorevole Marco Osnato – osservando come, solidarietà, fratellanza e la vicinanza esistano solo a parole, ma nei fatti si abbandonano italiani, immigrati, giovani, meno giovani e donne a vivere nel fango circondati da sporcizia e carcasse di animali in decomposizione. Noi crediamo – continua Osnato – che situazioni del genere nella Milano del 2020 non possano più essere tollerate. Sia per la sicurezza dei milanesi, sia per la dignità delle persone che accogliamo in Italia promettendo loro una vita migliore. Questa – conclude – non può certo essere rappresentata da un permesso di soggiorno che da diritto a un  giaciglio di fortuna sotto un ponte a fianco della Milano che corre”. “Fa specie pensare che questo accampamento si trovi al centro di due iniziative tanto decantate dalla sinistra milanese:  i Giardini Bing e i Murales pro accoglienza del parco Piccola Goccia. – Aggiunge Ruggeri – Evidentemente, quelli che le promuovono parlando di accoglienza e inclusione, preferiscono non vedere come, a pochi metri da esse, i loro propositi siano drammaticamente smentiti dalla realtà”.

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Granelli toglie il diritto all’auto a 3mila milanesi

Granelli toglie il diritto all’auto a 3mila milanesi. Perché ci sono le ciclabili e forse perché sulle piste si rivela la cecità con cui si procede da Palazzo Marino. Nel piano per viale Monza l’assessore Marco Granelli ha parlato di meno di 1500 parcheggi. Ma secondo una verifica sui dati dell’Aci le auto intestate a residenti in zona sono 5mila. Dunque oltre 3mila persone si troveranno senza diritto all’auto, le discussioni serali per il posto auto si prevedono più serene di giorno in giorno in viale Monza. Alla fine solo chi potrà permettersi il box avrà diritto all’auto, una selezione per censo che appare strana per una giunta di sinistra. E parliamo di periferie. “Secondo i dati dell’Automobile Club di Milano, negli archivi del PRA sono presenti 5.035 veicoli intestati a persone residenti in viale Monza – spiega Otello Ruggeri, Presidente del Circolo Nord Est Milano di Fratelli d’Italia – un numero di auto per cui non possono certo essere considerati sufficienti i 1.178 parcheggi regolari annunciati dall’Assessore Granelli durante la presentazione della ciclabile di viale Monza. Parcheggi che non basterebbero nemmeno considerando che un generoso 25% di queste auto trovino posto in box o spazi a pagamento e prendendo per buono il dichiarato aumento a 1.354 dei posti disponibili considerando quelli ricavati in alcune vie limitrofe”. “L’elencazione di numeri fatta dall’Assessore – continua Ruggeri – essendo priva di fonti e citazioni degli autori degli studi da cui deriverebbero, fa sospettare non siano frutto di una seria analisi del bacino d’utenza, ma dell’esigenza di giustificare le conseguenze di un’opera che poteva essere fatta bene ed è invece stata realizzata male. Non si capisce ad esempio come Granelli possa sostenere che in viale Monza vi sia una esigenza di sosta pari a soli 1.228 posti, o perché si indichino ulteriori 176 parcheggi ricavati nelle vie limitrofe, ma non le esigenze di sosta dei residenti in quelle stesse vie. E’ ovvio che se i residenti di viale Monza parcheggeranno in altre vie, quelli che le abitano dovranno cercarlo nelle vicinanze, creando un effetto domino che andrà a interessare tutta la zona. Questione che non sembra essere stata minimamente presa in considerazione. Vi è poi la questione dei nuovi parcheggi creati regolarizzando posti che venivano già utilizzati in precedenza abusivamente. Un artifizio utile a gonfiare i numeri di quanto fatto dal Comune, senza però aggiungere nulla a quanto nelle disponibilità dei residenti”. “Insomma – aggiunge Ruggeri – Granelli ha dato molti numeri, ma i conti decisamente non tornano. Piacerebbe conoscere le fonti ed avere una spiegazione della valutazione in seguito alla quale sono stati considerati sufficienti 1.178 parcheggi per soddisfare le esigenze dei 5.035 residenti in viale Monza che possiedono un’auto, di quelli che devono sostarvi perché vi si recano a lavorare e dei pendolari che lasciano l’auto nei pressi delle fermate della Metropolitana, da dove poi raggiungono il posto di lavoro. Una spiegazione – conclude – che siamo certi non ci verrà mai data e che probabilmente non esiste”. Dunque Granelli toglie il diritto all’auto a 3mila milanesi. Forse sperano in un boom di sfasciacarrozze.

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Ruggeri (FDI): “Il centrodestra ama le ciclabili”

Ruggeri (FDI): “Il centrodestra ama le ciclabili”. Il commento del rappresentante di Fratelli d’Italia arriva dopo l’ennesima polemica sulle piste ciclabili tra Amministrazione Sala e l’opposizione. Marco Granelli, assessore alla “Mobilità” (le virgolette le riteniamo obbligatorie), ha annunciato pochi giorni fa 35 chilometri di piste. Ciclabili, dicono. Ma sul tema c’è dibattito perché siamo nella Milano in cui ci sono monopattisti che si schiantano come i moscerini in autostrada. E la chiamano mobilità dolce. Ma il passo avanti di Fratelli d’Italia lo riteniamo importante perché permette di uscire dalla dinamica da stadio che divide tutti in favorevoli e contrari. Uno schema le cui pecche vengono poi pagate dai cittadini perché diventa uno scontro tra integralisti. Milano però è la città del buon senso, operosa e per questo capace di assorbire le novità senza paura di perdere la propria identità. Ecco dunque il commento di Ruggeri: “E’ ora di interrompere la narrazione di una certa parte politica secondo cui il centrodestra è contrario alle ciclabili. – Spiega Otello Ruggeri, Presidente del Circolo Nord Est Milano di Fratelli d’Italia –  Il centrodestra è contro le ciclabili fatte male, soprattutto se sono pericolose per chi le usa e favoriscono l’inquinamento rallentando il traffico veicolare. Quella di Viale Monza – prosegue – è un lampante esempio di cattiva progettazione e qualcuno (l’Assessore Granelli)  dovrebbe spiegare il perché di certe scelte. Ad esempio, nel tratto di viale Monza, che va da Via Petrocchi a Via Monte San Gabriele, noto a tutti quelli che conoscono la zona per gli incolonnamenti che vi si formano da sempre, è stata tratteggiata la pista sulla carreggiata, nonostante la larghezza dei marciapiedi consentisse di realizzarla in sicurezza alla destra delle auto parcheggiate. Per quale motivo, potendo garantire l’incolumità dei ciclisti ed  evitare di congestionare ulteriormente il traffico eliminando una corsia, si è deciso per la soluzione più dannosa e pericolosa? Una situazione che si riscontra in molti altri tratti dell’opera, già realizzati, e si ripeterà in quelli che saranno realizzati in futuro, facendo sospettare che lo scopo di chi l’ha ideata non sia stato favorire i ciclisti, ma danneggiare gli automobilisti. La domanda quindi è– conclude Ruggeri –a non amare i ciclisti è il centrodestra che vorrebbe realizzare ciclabili sicure e che non impattino sugli altri utenti della strada, o il centrosinistra che li getta in mezzo al traffico rendendolo più caotico?”. —

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