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Cézanne/Renoir: dal 19 marzo 52 capolavori in mostra a Palazzo Reale

In occasione dei 150 anni dalla nascita del movimento impressionista, apre a Palazzo Reale a Milano, da martedì 19 marzo, e fino al 30 giugno, una delle mostre più importanti della primavera che pone a confronto le personalità e le opere di due pittori, Paul Cézanne e Pierre-Auguste Renoir, che hanno contribuito in maniera decisiva alle fortune dell’Impressionismo e che hanno influenzato le future generazioni di artisti.Promossa da Comune – Cultura con il patrocinio del Ministero della Cultura e dell’Ambassade de France en Italie, l’esposizione è prodotto da Palazzo Reale, Skira Arte e Museum Studio, in collaborazione con Musée de l’Orangerie e Musée d’Orsay, nell’ambito dell’Olimpiade Culturale di Milano Cortina 2026, e curata da Cécile Girardeau, conservatrice al Musée de l’Orangerie di Parigi, e Stefano Zuffi, storico dell’arte, con la collaborazione di Alice Marsal, responsabile degli archivi e della documentazione al Musée de l’Orangerie. Il progetto è realizzato grazie a Enel, in qualità di main partner, e grazie a Fineco, premium partner.La mostra presenta cinquantadue capolavori, capaci di offrire un esaustivo spaccato del lavoro dei due artisti, dalle prime tele degli anni settanta dell’Ottocento alle prove più mature dei primi del Novecento. Le opere sono state raccolte dal mercante d’arte Paul Guillaume (1891-1934), che considerava Cézanne e Renoir capiscuola di una pittura a un tempo classica e moderna, e, dopo la sua morte, dalla moglie Domenica (1898-1977). Le tele sono poi confluite nelle prestigiose collezioni del Musée de l’Orangerie di Parigi e del Musée d’Orsay di Parigi, e sono affiancate in mostra da due tele di Pablo Picasso.Partendo dai loro dipinti più apprezzati e conosciuti, la rassegna dà conto delle diverse traiettorie che i due autori seguirono lungo le rispettive carriere: Cézanne focalizzava l’attenzione sulla struttura compositiva più rigorosa e geometrica e sulla forza della pennellata, Renoir si concentrava sull’armonia, sulle atmosfere delicate, sulla resa delle forme tramite il colore. Il percorso espositivo segnala i punti d’incontro di questi due itinerari artistici, sviluppati in parallelo alla nascita di una sincera amicizia, iniziata già nel 1860, che sfociò in un’ammirazione reciproca, portando i due maestri a porsi interrogativi comuni e a coltivare un interesse condiviso per alcuni generi, come la natura morta, il paesaggio, il ritratto e il nudo.Questo dialogo tra l’opera di Cézanne e quella di Renoir costituisce la naturale estensione dello scambio intrapreso dai due nell’atelier di Charles Gleyre all’inizio delle rispettive carriere. Le loro affinità elettive si manifestano già negli anni Settanta, al Café de la Nouvelle Athènes a Parigi e in occasione delle prime mostre impressioniste cui partecipano insieme. Nonostante il progressivo allontanamento di Cézanne dalla scena parigina, i due amici continuano a frequentarsi e, nell’ultimo ventennio dell’Ottocento, Renoir sarà più volte ospite del maestro di Aix-en-Provence.L’allestimento, che segue un criterio tematico, consente di apprezzare la loro evoluzione stilistica, che li porterà a soluzioni estetiche assai diverse, un dialogo in cui la calda espressività di Renoir si contrappone alla precisione analitica di Cézanne.La rassegna propone i loro migliori esiti, sia che si tratti di paesaggi (Renoir, “Paysage de neige”, 1875; Cézanne, “Arbres et maisons”, 1885) che di nature morte (Renoir, “Fleurs dans un vase”, 1898; “Pêches”, 1881; Cézanne, “Le Vase bleu”, 1889-1890; “Vase paillé, sucrier et pommes”, 1890-1894), dove la sensualità delle pesche succose e vellutate, delle fragole rosse, delle pere rosee, sature di sole e disposte su soffici tovaglie di Renoir si contrappone ai frutti sodi e gialli che Cézanne contorna di nero e colloca su tavoli spogli dagli spigoli netti; o ancora di ritratti (Renoir, “Claude Renoir en clown”, 1909; Cézanne, “Portrait de Madame Cézanne”, 1885-1895), caratterizzati in Renoir da un’atmosfera di dolcezza, di serenità e di tenerezza, mentre le figure di Cézanne sono spesso distanti e poco sorridenti, talvolta quasi astratte, o, infine, della serie delle bagnanti (Renoir, “Baigneuse assise”, 1914; Cézanne, “Trois baigneuses”, 1874-1875), dove i nudi distesi e voluttuosi di Renoir contrastano con quelli in piedi, muscolosi e virili, di Cézanne.Nonostante queste differenze, i due hanno condiviso il medesimo destino, trasformandosi, mentre erano ancora in vita, nei numi tutelari di tutti quegli artisti che nel corso del Novecento hanno continuato a sviluppare e rielaborare il frutto della loro sperimentazione. L’esposizione si completa infatti con la sezione che documenta quanto decisivo sia stato l’impatto e l’influenza che Renoir e Cézanne ebbero sulla successiva generazione di pittori, attraverso il confronto tra due opere di Cézanne e Renoir con due dipinti di Pablo Picasso (Cézanne, “Pommes et biscuits”, 1880; Picasso, “Grande nature morte”, 1917; Renoir, “Femme nue couchée”, 1906; Picasso, “Grand nu à la draperie”, 1921-1923).Nel percorso espositivo s’incontra una Sala atelier creata da Foll.ia, che conduce il visitatore all’interno degli studi dei due pittori. Partendo dalla documentazione relativa a quelli di Cagnes-sur-Mer per Renoir e del Jas de Bouffan per Cézanne, viene riprodotto il rapporto di entrambi gli artisti con il proprio spazio di lavoro che diventa un luogo di incontro e di relazione tra “la realtà” e l’artista.La mostra è accompagnata da una pubblicazione Skira Arte e arricchita da un programma didattico sviluppato secondo le diverse fasce di età e rivolto sia alle scuole, che alle famiglie.Il public program, pensato per gli adulti, in collaborazione con l’Institut Français, approfondisce le tematiche sviluppate da Cézanne e Renoir, dagli artisti loro contemporanei e dai loro successori attraverso confronti con scrittori, poeti, musicisti e politici.Radio Monte Carlo è la radio ufficiale della mostra.“Siamo entusiasti di presentare per la prima volta – dichiara l’assessore alla Cultura del Comune di Milano Tommaso Sacchi – una delle esposizioni più importanti di questa stagione di Palazzo Reale. Oltre a mostrare le traiettorie artistiche di questi due grandi Maestri, darà modo a visitatori e visitatrici di scoprire il percorso umano che li ha avvicinati in una sincera amicizia e stima reciproca. Grazie alla collaborazione con il Musée de l’Orangerie e con il Musée d’Orsay, Milano celebrerà il 150° anniversario dell’Impressionismo nel migliore dei modi, segnando – ne sono certo – l’antologia delle esposizioni d’arte milanesi del nostro tempo”.L’Ambasciatore di Francia, Martin Briens, racconta: “Paul Cézanne non venne mai in Italia,

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Palazzo Reale. Apre al pubblico la mostra “De Nittis. Pittore della vita moderna”

Per la prima volta a Palazzo Reale, Milano celebra il talento di Giuseppe De Nittis (Barletta 1846 – Parigi 1884) nella grande mostra “De Nittis. Pittore della vita moderna”, aperta al pubblico dal 24 febbraio al 30 giugno 2024. Promossa dal Comune di Milano-Cultura, la mostra è prodotta da Palazzo Reale, in collaborazione con la GAM Galleria d’Arte Moderna di Milano, e CMS Cultura, e si avvale del Patrocinio del Ministero della Cultura Italiano e dell’Institut Français di Milano. Curata da Fernando Mazzocca e Paola Zatti, il percorso presenta circa 90 dipinti, tra olii e pastelli, provenienti dalle principali collezioni pubbliche e private italiane e straniere, tra cui il Musée d’Orsay e il Petit Palais di Parigi, il Musée des Beaux-Arts di Reims e di Dunkerque, gli Uffizi di Firenze – solo per citarne alcuni – oltre allo straordinario nucleo di opere conservate alla GAM di Milano e a una selezione dalla Pinacoteca De Nittis di Barletta, la raccolta più vasta e significativa di opere dell’artista, arrivate alla sua città natale grazie al lascito testamentario della vedova Léontine. La mostra vede infine la collaborazione di METS Percorsi d’Arte, che ha contribuito al progetto espositivo con l’apporto di un importante nucleo di opere provenienti da collezioni private, tra le quali “Il Kimono color arancio”, “Piccadilly” e la celeberrima “Westminster”. In particolare, la presenza di questo capolavoro costituisce un trait d’union con la mostra “Boldini, De Nittis et les Italiens de Paris”, aperta fino al 7 aprile al Castello di Novara, dove è stata esposta prima di giungere a Palazzo Reale. La relazione fra le due mostre permette la visita con reciproca riduzione sul biglietto di ingresso. “Questa grande retrospettiva si avvale della collaborazione di diverse importanti realtà museali, nazionali e internazionali, e in particolare dalla Pinacoteca De Nittis di Barletta, la raccolta più importante di opere dell’artista conservata nella sua città natale – ha affermato l’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi –; ma il percorso di mostra può anche contare su una serie di capolavori assoluti provenienti dalle raccolte civiche, conservati ed esposti alla Galleria d’Arte Moderna di Milano. Sono queste le occasioni che l’Amministrazione intende rafforzare in una programmazione sempre più attenta alla promozione del proprio patrimonio e alla partecipazione dei vari istituti civici alla programmazione artistica complessiva della città di Milano”. Nella collezione della GAM sono presenti, infatti, ben 17 opere di De Nittis, di cui 15 in mostra e due in viaggio per Parigi per essere esposti nella mostra “Parigi 1874. Inventare l’Impressionismo”, in programma al Musée d’Orsay dal 26 marzo al 14 luglio 2024. La mostra consacra la statura internazionale di un artista che è stato, insieme a Giovanni Boldini, il più grande degli italiani a Parigi, dove è riuscito a reggere il confronto con Manet, Degas e gli impressionisti, con cui ha condiviso, pur nella diversità del linguaggio pittorico, l’aspirazione a rivoluzionare l’idea stessa della pittura, scardinando una volta per sempre la gerarchia dei generi per raggiungere quell’autonomia dell’arte che è stata la massima aspirazione della modernità. Come gli Impressionisti, De Nittis ha privilegiato il paesaggio, il ritratto e soprattutto la rappresentazione della vita moderna, osservata lungo le strade affollate delle due grandi capitali europee dell’arte e della mondanità: Parigi e Londra. In uno straordinario repertorio di pittura en plein air, l’artista ha saputo rappresentare i luoghi e i riti privilegiati della modernità, che la mostra pone al centro del suo percorso, sviluppato nel breve arco temporale della sua vicenda artistica conclusasi prematuramente con la scomparsa a soli 38 anni di età nel 1884. La sua fortuna espositiva è transitata attraverso i Salon parigini, la prima mostra degli Impressionisti nel 1874 e le grandi Esposizioni Universali, che lo hanno consacrato come uno dei maggiori protagonisti della pittura dell’Ottocento europeo. Dopo un periodo di oblio, fu la Biennale di Venezia del 1914 a rivalutarne il talento in una grande retrospettiva seguita, in anni più recenti, da altri importanti appuntamenti come la rassegna “Giuseppe De Nittis. La modernité élégante”, allestita a Parigi al Petit Palais nel 2010-11, e nel 2013 la fondamentale monografica a lui dedicata a Padova da Palazzo Zabarella.Il progetto espositivo di “De Nittis. Pittore della vita moderna” a Palazzo Reale si articola in 11 sezioni, introdotte da un omaggio alla moglie Léontine, musa e figura fondamentale per la sua ascesa artistica e mondana. Le sezioni successive ripercorrono l’intera vicenda creativa, a partire dalla sua formazione a Napoli, per approdare al clamoroso successo internazionale tra Parigi e Londra, fino agli ultimi anni di attività. Come scrive il curatore Fernando Mazzocca nel suo saggio in catalogo: “L’unicità della sua pittura, che si confronta con quella degli Impressionisti e non ne esce ridimensionata, sta proprio nella straordinaria capacità di osservazione che gli ha consentito di rendere, come pochi altri, l’inafferrabile dinamicità della città moderna, caratterizzata dall’ ‘imprevisto, il mutevole, ciò che è fuga’, fermandolo nell’ attimo, come i fotografi, senza irrigidirlo”. I risultati raggiunti da De Nittis si devono a un’innata genialità, alla capacità di sapersi confrontare con i maggiori artisti del suo tempo, alla sua curiosità intellettuale, alla sua disponibilità verso altri linguaggi. È inoltre tra gli artisti dell’epoca che meglio si è saputo misurare con gli stimoli dell’arte dell’estremo Oriente, in particolare del Giappone, allora diventata di grande moda. Scrive infatti in catalogo Paola Zatti: “È certo che fin dal suo primo soggiorno nella città, che meno di un anno dopo sarebbe diventata la sua, ebbe modo di toccare con mano l’arte orientale respirandone le suggestioni, cogliendone al volo il linguaggio e quegli stilemi su cui avrebbe meditato a lungo nell’ambito di una sperimentazione non banale, attenta agli aspetti tecnici oltre che tematici e compositivi”. L’esposizione è realizzata grazie a BPER, sponsor della mostra, e a Marzotto Interiors che ha ricreato le atmosfere delle ambientazioni dei dipinti con alcuni tessuti realizzati appositamente per questo allestimento. Presentando il biglietto di ingresso della mostra “De Nittis. Pittore della vita moderna” si ha diritto all’ingresso ridotto alla mostra “Boldini, De Nittis et les Italiens de Paris” al Castello di

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Apre a Palazzo Reale “Ritratte – direttrici di musei italiani”

Apre a Palazzo Reale “Ritratte – direttrici di musei italiani”. Apre il 3 marzo 2022 nelle Sale degli Arazzi a Palazzo Reale di Milano la mostra fotografica “Ritratte – Direttrici di musei italiani”. La mostra promossa e prodotta da Palazzo Reale, Comune di Milano Cultura e Fondazione Bracco sarà visitabile gratuitamente fino a domenica 3 aprile 2022. Con questa mostra Fondazione Bracco continua nel proprio impegno per valorizzare l’expertise femminile presentando le professioniste che dirigono i luoghi della cultura italiani. Il progetto artistico con gli scatti d’autore del fotografo Gerald Bruneau si colloca nell’impegno della Fondazione per valorizzare le competenze femminili nei diversi campi del sapere e contribuire al superamento dei pregiudizi, così da incoraggiare una sempre più nutrita presenza di donne in posizioni apicali. La mostra illumina vita e conquiste professionali di 22 donne alla guida di primarie istituzioni culturali del nostro Paese, una sorta di Gran Tour che tocca 14 importanti città italiane da Nord a Sud: da Trieste a Palermo, da Napoli a Venezia per citarne solo alcune. Il soggetto principale di “Ritratte” è la leadership al femminile. I musei, “luoghi sacri alle Muse”, sono spazi dedicati alla conservazione e alla valorizzazione del nostro patrimonio artistico, custodi del nostro passato e laboratori di pensiero per costruire il futuro. Inoltre, sono anche imprese con bilanci e piani finanziari, che contribuiscono in modo cruciale alla nostra economia. Dirigere tali istituzioni comporta competenze multidisciplinari, un connubio di profonda conoscenza della storia dell’arte e di capacità gestionali e creative. Tra le protagoniste della mostra figurano i ritratti di Francesca Cappelletti, Direttrice della Galleria Borghese di Roma; Emanuela Daffra, Direttrice Regionale Musei della Lombardia; Flaminia Gennari Santori, Direttrice delle Gallerie Nazionali Barberini Corsini di Roma; Anna Maria Montaldo, già Direttrice Area Polo Arte Moderna e Contemporanea del Comune di Milano; Alfonsina Russo, Direttrice del Parco Archeologico del Colosseo; Virginia Villa, Direttrice Generale Fondazione Museo del Violino Antonio Stradivari di Cremona; Rossella Vodret, Storica dell’arte, già Soprintendente speciale per il patrimonio storico artistico ed etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Roma; Annalisa Zanni, Direttrice del Museo Poldi Pezzoli di Milano. Fondazione Bracco da tempo è impegnata per contribuire alla costruzione di una società paritetica, in cui il merito sia il criterio per carriera e visibilità. Nel 2016 è nato a questo scopo il progetto “100 donne contro gli stereotipi” (100esperte.it) ideato dall’Osservatorio di Pavia e dall’Associazione Gi.U.Li.A., sviluppato con Fondazione Bracco, grazie alla Rappresentanza in Italia della Commissione Europea. La banca dati online raccoglie profili eccellenti di esperte, selezionate con criteri scientifici, in vari settori del sapere, strategici per lo sviluppo del Paese, allo scopo di aumentarne la visibilità sui media: l’ambito STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics – dal 2016), le esperte di Economia e Finanza (dal 2017), Politica Internazionale (dal 2019), Storia e della Filosofia (dal 2021). Basti pensare che secondo il Global Monitoring Project 2020 in Italia nei media tradizionali le donne interpellate come esperte sono solo il 12%, contro il 24% dell’Europa. Accanto alla banca dati online, Fondazione Bracco ha deciso di sviluppare una narrazione complementare. Nel 2019, sempre grazie alla collaborazione con Gerald Bruneau, è stata realizzata la mostra fotografica “Una vita da scienziata” con i ritratti di alcune delle più grandi scienziate italiane, da allora esposta in numerose sedi italiane e internazionali, tra cui Milano, Roma, Todi, Washington, Philadelphia, Chicago, Los Angeles, New York, Città del Messico e il prossimo 8 marzo a Praga. In ottica di continuità e dialogo, l’esposizione “Ritratte”, dedicata al settore dei beni culturali, aggiunge un importante tassello all’intervento di lotta agli stereotipi di genere e di promozione delle competenze, unico discrimine per qualsiasi sviluppo personale e collettivo. “Siamo davvero riconoscenti a Diana Bracco e alla Fondazione per l’impegno instancabile a sostegno della leadership femminile in tutti i settori del sapere e del lavoro – ha dichiarato l’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi –. Un impegno che oggi viene declinato attraverso il tema del ritratto fotografico in una bellissima mostra d’arte che potrà essere ammirata liberamente da tutti i visitatori di Palazzo Reale. La mia riconoscenza va anche alle molte donne che a Milano sono impegnate in ambito museale e che, grazie alla loro competenza e alla loro passione, preservano, promuovono e arricchiscono il patrimonio artistico del nostro Paese”. “Oggi alla guida di importanti istituzioni culturali del nostro Paese ci sono professioniste straordinarie che hanno raggiunto posizioni apicali grazie a competenze multidisciplinari, che uniscono una profonda conoscenza della storia dell’arte con capacità gestionali e creative” sottolinea Diana Bracco, Presidente di Fondazione Bracco. “Valorizzare le loro storie grazie agli scatti di Gerald Bruneau ci è sembrato importante per ispirare percorsi analoghi da parte delle più giovani. Con il progetto #100esperte della nostra Fondazione, vogliamo infatti incoraggiare la presenza femminile in tutti i campi: dalla scienza all’economia, dalla storia alla filosofia, dall’arte alle istituzioni.” “Il mio intento è stato quello di mettere in risalto, insieme all’incommensurabile vastità e bellezza del patrimonio artistico italiano, la bellezza di queste donne che si impegnano quotidianamente per rimettere i musei al centro di una proposta culturale elaborata in rete insieme ai soggetti più rappresentativi delle realtà in cui sono immerse, invitano alla partecipazione, stimolano confronto e pensiero critico” afferma il fotografo Gerald Bruneau. “Donne che vogliono rendere i musei nuovi luoghi di incontro e di riflessione, di conoscenza e di comunicazione, valorizzando i capolavori storici e accogliendo nuove esperienze artistiche. E che, per questo, sperimentano nuove e creative modalità di proposta culturale. Se abbiamo la speranza che la bellezza possa salvare il mondo, tocca anche a noi, insieme a loro, salvare la bellezza.”   MOSTRA FOTOGRAFICA “RITRATTE – DIRETTRICI DI MUSEI ITALIANI “ Palazzo Reale di Milano | Sale degli Arazzi |Milano, piazza del Duomo 12 3 marzo – 3 aprile 2022 www.palazzorealemilano.it www.fondazionebracco.com

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Vuole stabilirsi a Palazzo Reale come erede Savoia: allontanato

Ci sono voluti i vigili del fuoco e anche una decina di poliziotti per allontanare un australiano di 37 anni che nel primo pomeriggio si è presentato con tanto di bagagli a palazzo Reale di Milano, sostenendo di essere l’erede legittimo di casa Savoia e dunque il proprietario del palazzo. L’uomo è salito al primo piano, dove si trova l’ingresso delle mostre intorno alle 13 e ha domandato come raggiungere Palazzo Marino, sede del Comune, attuale proprietario dell’edificio, dicendo di essere l’erede del Regno d’Italia. E’ poi tornato un’ora dopo, ha appoggiato le valige vicino alla postazione Green pass rifiutando di allontanarsi da casa sua. A nulla è servito l’intervento dei vigili del fuoco che fanno servizio antincendio nell’edificio in cui è in corso una mostra sul Realismo magico e dove è in allestimento la mostra del pittore Joaquin Sorolla. L’uomo ha rifiutato di andarsene mostrando anche i documenti che diceva di aver spedito alle autorità italiane, intralciando il passaggio dei visitatori e del personale che trasportava le opere di Sorolla. Per questo è stata chiamata la Questura, con due funzionari che, viste le intenzioni di non muoversi dell’australiano, hanno chiesto il supporto di una decina di agenti che lo hanno identificato e scortato all’esterno. Vicenda che ha fatto un po’ preoccupare ma anche sorridere chi si è occupato del caso.

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Apre a Palazzo Reale la monografica su Pericoli

Apre a Palazzo Reale la monografica su Pericoli. Apre mercoledì 13 ottobre a Milano Palazzo Reale la prima grande mostra monografica che la sua città di adozione dal 1961 dedica a TULLIO PERICOLI. Promossa e prodotta dal Comune di Milano Cultura, Palazzo Reale, Skira Editore e Design Terrae, l’esposizione è curata dal critico d’arte Michele Bonuomo, in collaborazione con l’artista, e realizzata nell’allestimento da Pierluigi Cerri. La mostra vuole essere un punto di riflessione e un omaggio alla grande carriera di Tullio Pericoli, artista con una attività feconda e multiforme, le cui opere hanno trovato accoglienza in esposizioni, pagine di giornali, volumi, committenze. Un’attività che nell’ultimo ventennio si è concentrata sul paesaggio, ma non si possono non ricordare i suoi ritratti di personaggi della cultura, pubblicati in tutto il mondo e le sue incursioni nel teatro, con le messe in scena di opere per l’Opernhaus di Zurigo e il Teatro alla Scala di Milano. L’esposizione traduce un progetto particolarmente complesso per diversi aspetti, tra i quali il numero di opere – oltre 150, che vanno dal 1977 al 2021 – una raccolta imponente che contiene una grande parte dell’ultima produzione dell’artista, che si inscrive nella sua riflessione sempre attiva sul paesaggio. Imperdibile la stanza dedicata ai ritratti: fisionomie fedeli e al tempo stesso trasfigurate; una sorta di assemblea delle figure più importanti della scena culturale internazionale, amici, colleghi, ispiratori. Una mostra importante, unica, un doveroso omaggio della città di Milano a un artista che ormai da cinquant’anni ha deciso di appartenervi. Il catalogo, con testi di Roberto Calasso, Giuseppe Montesano, Michele Bonuomo e Tullio Pericoli, è pubblicato da Skira.  

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A Palazzo Reale la proiezione del docufilm: Sapessi com’è strano sposarsi a Milano

Un documentario per festeggiare le coppie milanesi che hanno tagliato il traguardo delle “Nozze d’oro” nel 2020 e 2021. Martedì 27 luglio, alle 20.45, alla presenza dell’assessora alla Trasformazione digitale e Servizi Civici Roberta Cocco, sarà presentato in anteprima negli spazi del cinema all’aperto “Arianteo” di Palazzo Reale il cortometraggio “Sapessi com’è strano sposarsi a Milano”, realizzato dal Centro di Produzione Rai di Milano in collaborazione con il Comune di Milano. Un docufilm di 20 minuti che, attraverso una ricostruzione storica e musicale e le testimonianze di alcune coppie di sposi, ripercorrerà gli avvenimenti più importanti degli anni 1970 e 1971. “La festa per celebrare le ‘Nozze d’oro’ dei coniugi milanesi è sempre stato uno dei momenti più cari all’Amministrazione comunale – dichiara l’assessora Cocco -. Purtroppo, a causa dell’emergenza sanitaria ancora in corso, negli ultimi due anni non è stato possibile invitare le coppie al tradizionale spettacolo teatrale a loro dedicato. Quest’anno, oltre alla pergamena di auguri già inviata, abbiamo pensato a una modalità sicura per festeggiare le coppie di sposi che hanno tagliato questo importantissimo traguardo nel 2020 e nel 2021. Grazie alla collaborazione con Rai, siamo riusciti a realizzare questo omaggio video per loro e per le loro famiglie, a cui rinnoviamo i nostri più sentiti auguri e che speriamo di vedere martedì sera”. “Siamo felici – dice il direttore del Centro di Produzione Tv Rai di Milano, Enrico Motta – di ‘partecipare’ a questa festa nel modo che ci è più familiare: con il racconto delle immagini. È l’occasione per esprimere la nostra affettuosa vicinanza alle coppie che festeggiano le Nozze d’oro, guardando anche alla storia della Rai che si è intrecciata e continua a intrecciarsi con quella della comunità milanese e lombarda”. Il documentario è stato realizzato dal Centro di produzione Rai con la regia di Paola Nessi ed è un racconto storico musicale accompagnato dai ricordi di quattro coppie che a Milano, tra il 1970 e il 1971, si sono sposate e hanno iniziato a costruire il loro futuro insieme. L’ingresso alla proiezione dell’anteprima è libero a partire dalle 20.15 con prenotazione obbligatoria chiamando 02/88450021 attivo da lunedì a venerdì (fino a esaurimento dei 300 posti disponibili). A seguire gli spettatori del documentario potranno richiedere il biglietto ridotto per assistere alla proiezione del film “Boys” di Davide Ferrario con Neri Marcorè, Marco Paolini, Giovanni Storti, Giorgio Tirabassi all’interno della Rassegna “Arianteo” di Palazzo Reale. Sarà possibile rivedere il docufilm nella Sala Matrimoni di Palazzo Reale il 29 e il 30 luglio dalle 17.30 alle ore 22 (ultimo ingresso 21.40) e tutti i giovedì e venerdì (dal 5 al 27 agosto) dalle 16 alle 22. L’ingresso è libero senza prenotazione nel rispetto della normativa anti Covid.

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