paola frassinetti

Fratelli d’Italia presenta “Paolo vive” in ricordo di Borsellino

Fratelli d’Italia presenta “Paolo vive” in ricordo di Borsellino. Lunedì 18 luglio alle ore 12 conferenza stampa presso la Sala Brigida di Palazzo Marino per illustrare l’iniziativa “ Paolo Vive”. Partecipano : Stefano Maullu, Daniela Santanchè, Ignazio La Russa, Marco Osnato, Paola Frassinetti, i consiglieri comunali Andrea Mascaretti, Enrico Marcora, Riccardo Truppo, Francesco Rocca, Chiara Valcepina. In piazza della Scala Martedì 19 luglio dalle ore 19.30 il coordinamento di Fratelli d’Italia organizza un concerto di pianoforte, con brani eseguiti dal maestro Alfonso Di Rosa accompagnati da letture di discorsi contro la mafia pronunciati a suo tempo da Paolo Borsellino. “Paolo Vive” rappresenta un momento di partecipazione aperto a tutti i cittadini per commemorare i 30 anni dalla morte di Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta: Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Emanuela Loi e Claudio Traina, per essere sempre al fianco delle forze dell’ordine e della magistratura con impegno e con gratitudine, soprattutto quando operano in zone in cui la cultura della legalità va costruita e difesa quotidianamente.” Così Stefano Maullu – Coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia a Milano.

Fratelli d’Italia presenta “Paolo vive” in ricordo di Borsellino Leggi tutto »

Inaugurato il parco Norma Cossetto

Inaugurato il parco Norma Cossetto. A darne l’annuncio gli stessi organizzatori della manifestazione di inaugurazione a cui erano presenti diversi esponenti di Fratelli d’Italia: l’onorevole Ignazio La Russa, Riccardo De Corato, Paola Frassinetti, Marco Osnato, Andrea Mascaretti e Riccardo Truppo. “Oggi in via Einstein 6, di fianco allo studentato del Politecnico e davanti al liceo scientifico Einstein, è stato inaugurato il giardino dedicato a Norma Cossetto, giovane studentessa istriana torturata e infoibata dai comunisti titini nel 1943. #Milano ricorda una Martire delle Foibe questo grazie al #Municipio4. Chiediamo al Sindaco Beppe Sala un concreto contributo per la realizzazione del Monumento dedicato agli italiani infoibati e all’Esodo dei nostri Fratelli di Istria, Fiume e Dalmazia”. La notizia giunge dopo che per la realizzazione dell’intitolazione erano state suscitate diverse polemiche politiche per le offese al nome dell’italiana vittima della furia comunista. Polemiche che ora sembrano passate, insieme a un altro pezzo si Storia patria che prima o poi si potrà consegnare a una memoria comune italiana. Per la sua storia ecco la biografia da Wikipedia: La famiglia Cossetto viveva nella frazione di Santa Domenica di Visinada (oggi comune della Croazia). Il padre, Giuseppe Cossetto, era un dirigente locale del Partito Nazionale Fascista: ricoprì a lungo l’incarico di segretario politico del Fascio locale e di commissario governativo delle Casse Rurali. Inoltre fu anche podestà di Visinada. Nel 1943 era ufficiale della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale e in seguito ai fatti dell’8 settembre fu trasferito presso il Comando della Milizia di Trieste[1]. La figlia Norma si diplomò presso il Regio Liceo Vittorio Emanuele III di Gorizia, per poi iscriversi al corso di lettere e filosofia dell’Università di Padova, aderendo, nel frattempo, ai Gruppi Universitari Fascisti della più vicina Pola. A partire dal 1941 alternò lo studio a supplenze scolastiche a Pisino e a Parenzo[2]. Nell’estate 1943 stava preparando la tesi di laurea intitolata Istria Rossa (il rosso del titolo è relativo alla terra ricca di bauxite dell’Istria): il relatore era il geografo Arrigo Lorenzi[3]. In ragione dei propri studi, la Cossetto girava in bicicletta per i paesi dell’Istria, visitando municipi e canoniche alla ricerca di archivi che le consentissero di sviluppare la sua tesi di laurea. L’arresto e l’infoibamento Licia Cossetto, sorella di Norma, testimoniò che dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, la famiglia iniziò a ricevere minacce di vario genere finché il 25 settembre successivo un gruppo di partigiani jugoslavi e italiani razziò l’abitazione dei Cossetto[4] e, il giorno successivo, Norma fu convocata presso il comando partigiano — composto da combattenti sia italiani che jugoslavi[5] — che aveva sede nell’ex-caserma dei carabinieri di Visignano; lì la studentessa fu invitata a entrare nel movimento partigiano, ma ella oppose un netto rifiuto[6]. Secondo Giacomo Scotti (che non cita alcuna fonte in merito), rifiutò di rinnegare la sua adesione al fascismo[7], dopodiché uno dei guardiani cui venne consegnata decise di rilasciarla[6]. L’indomani Norma Cossetto fu arrestata e condotta all’ex-caserma della Guardia di Finanza di Parenzo insieme ad altri parenti, conoscenti e amici. Qui fu raggiunta dalla sorella Licia che tentò inutilmente di ottenerne il rilascio. Qualche giorno più tardi Visinada fu occupata dai tedeschi, cosa che spinse i partigiani a effettuare un trasporto notturno dei detenuti presso la scuola di Antignana, adattata a carcere. In tale luogo Norma Cossetto fu tenuta separata dagli altri prigionieri e sottoposta a sevizie e stupri dai suoi carcerieri, che abusarono di lei mentre veniva tenuta legata su di un tavolo[5][8]. L’episodio della violenza carnale fu poi riferito da una donna abitante davanti alla scuola, che, attirata da gemiti e lamenti, appena buio osò avvicinarsi alle imposte socchiuse vedendo Norma legata al tavolo. «Ancora adesso la notte ho gli incubi, al ricordo di come l’abbiamo trovata: mani legate dietro alla schiena, tutto aperto sul seno il golfino di lana tirolese comperatoci da papà la volta che ci aveva portate sulle Dolomiti, tutti i vestiti tirati sopra all’addome […] Solo il viso mi sembrava abbastanza sereno. Ho cercato di guardare se aveva dei colpi di arma da fuoco, ma non aveva niente; sono convinta che l’abbiano gettata giù ancora viva. Mentre stavo lì, cercando di ricomporla, una signora si è avvicinata e mi ha detto: “Signorina non le dico il mio nome, ma io quel pomeriggio, dalla mia casa che era vicina alla scuola, dalle imposte socchiuse, ho visto sua sorella legata ad un tavolo e delle belve abusare di lei; alla sera poi ho sentito anche i suoi lamenti: invocava la mamma e chiedeva acqua, ma non ho potuto fare niente, perché avevo paura anch’io”» (Dal racconto di Licia Cossetto, sorella di Norma[9][10]) La bocca della foiba di villa Surani La notte tra il 4 e 5 ottobre tutti i prigionieri legati con fili di ferro furono condotti a forza a piedi fino a Villa Surani. Ancora vivi[11], furono gettati in una foiba nelle vicinanze. Le tre donne presenti nel gruppo subirono nuovamente violenze sessuali sul posto[5] prima di essere gettate a loro volta nella foiba[5]. A pochi giorni dal fatto anche Licia Cossetto fu arrestata dai partigiani, i quali le rivolsero lo stesso invito fatto in precedenza a sua sorella di unirsi al movimento partigiano, cosa alla quale anch’essa si oppose; dopo avere richiesto invano informazioni sulla sua famiglia, uno dei partigiani, che conosceva la giovane, ne ottenne il rilascio[12], anche se non era escluso un nuovo eventuale arresto[13], che tuttavia non avvenne; era invece il padre di Licia e Norma Cossetto, Giuseppe, il bersaglio dei partigiani. Quando il padre Giuseppe Cossetto venne a conoscenza dell’arresto della figlia si aggregò a un reparto della Milizia di Trieste e rientrò a Visinada per cercare informazioni sulla figlia e il 7 ottobre fu accoltellato da un partigiano insieme a un suo parente, Mario Bellini, che lo aveva accompagnato a Castellier-Santa Domenica (secondo la ricostruzione di Giacomo Scotti, invece, i due furono uccisi in un’imboscata partigiana mentre erano alla testa di una spedizione punitiva[7]); i due corpi furono gettati pochi giorni più tardi in una foiba. Il 10 dicembre 1943, nel

Inaugurato il parco Norma Cossetto Leggi tutto »

A Niguarda le indagini puntano sull’omessa sorveglianza

A Niguarda le indagini puntano sull’omessa sorveglianza. Le indagini sulla morte del bambino in una scuola di Niguarda sembra si stiano concentrando sull’omessa sorveglianza. Dalle indagini era già emerso che una sedia era uno degli elementi essenziali individuati dagli investigatori: la sedia era appoggiata alla ringhiera da cui è precipitato il bimbo, ma all’arrivo delle forze dell’ordine non era più nello stesso posto ma in uno stanzino. Poi è stata individuata e ciò fa propendere per la buona fede di chi l’aveva rimossa. Intanto è emerso un altro elemento: la non conformità della ringhiere alla normativa comunale. La ringhiera è 104 centimetri, in regola quindi con le normative nazionali, ma in violazione di quelle comunali che prevedono un’altezza minima di 110 centimetri. Un elemento che potrebbe mettere nei guai Palazzo Marino perché il Comune potrebbe essere corresponsabile non avendo provveduto ad adeguarla a quanto stabilito da esso stesso: le normative nazionali di solito prevalgono su quelle locali, ma se le leggi locali possono prevalere se sono più restrittive. Però forse esiste una deroga comunale con cui il Comune si auto esenta dal rispetto del proprio regolamento. Ipotesi non così strana se si pensa a quante sono le scuole milanesi e che versano in condizioni pessime, a ogni pioggia infatti se ne devono chiudere parecchie: è facile dunque che non ci siano i fondi o le condizioni burocratiche per mettere a norma ogni singolo aspetto della sicurezza degli edifici scolastici. Nonostante questo, gli elementi raccolti fino ad ora dicono che a Niguarda le indagini puntano sull’omessa sorveglianza. Quel momento in cui la maestra avrebbe rimandato il bambino in classe da solo per riuscire a badare agli altri.  Dall’estrema sinistra milanese era già arrivato l’invito a stringersi intorno alle maestre: Paolo Limonta, a sua volta insegnante ma molto impegnato in politica, aveva diffuso un appello a tutto il quartiere per stringersi intorno alle maestre. Una difesa preventiva che a qualcuno aveva smosso un sopracciglio: di solito, notavano alcuni, si dà appoggio incondizionato alle famiglie. Ma sulla questione c’è, salvo qualche eccezione, molto rispetto sia per la piccola vittima che per maestre e le altri parti coinvolte: “In tanti mi hanno sollecitato ad intervenire sul caso del povero bambino morto cadendo a scuola …….. scusate ma non riesco e non voglio strumentalizzare questa immane tragedia” ha scritto Paola Frassinetti, deputata di Fratelli d’Italia.

A Niguarda le indagini puntano sull’omessa sorveglianza Leggi tutto »

Un’interrogazione parlamentare per difendere la memoria di Ramelli

Un’interrogazione parlamentare per difendere la memoria di Ramelli. A Bergamo infatti sembra che in un liceo sia stato proibito di parlare di Sergio Ramelli. Un fatto che ha subito scatenato la reazione di Fratelli d’Italia, già presente quando alla commemorazione ci furono scontri con la polizia. La parlamentare di FdI Paola Frassinetti ha annunciato via Facebook la sua reazione: “Ho presentato un’interrogazione parlamentare perché ritengo molto grave che gli organi della scuola abbiano vietato ai ragazzi di parlare di Sergio Ramelli, questa decisione è in controtendenza con la necessità di far conoscere ai ragazzi le violenze di quegli anni affinché non si ripetano.” Interrogazione urgente: divieto di commemorazione di Sergio Ramelli Alla c.a. On. Marco Bussetti Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca Premesso che presso il Liceo Classico Paolo Sarpi di Bergamo numerosi studenti avevano proposto per la cogestione un corso che approfondisse gli anni di piombo ed in particolare il caso Ramelli, relazionato da un ex studente dell’istituto. Appreso che il collegio docenti ha annullato il corso, ritenendolo troppo politicizzato, malgrado il Preside abbia autorizzato due corsi chiaramente politicizzati con tema “La notte della sinistra, da dove ripartire” e “Riflessione su temi come immigrazione, rispetto dei diritti umani, Unione Europea…”, ma non quello su Sergio Ramelli Si interroga il ministro su quali siano state le considerazioni del Preside e del Consiglio di Istituto che abbiamo portato a vietare di parlare di Sergio Ramelli e della violenza degli anni di piombo agli studenti.

Un’interrogazione parlamentare per difendere la memoria di Ramelli Leggi tutto »