pierfrancesco maran

Bonus 110%, FdI: “Maran pensi alla lentezza degli uffici comunali”

Bonus 110%, FdI: “Maran pensi alla lentezza degli uffici comunali”. L’assessore ha infatti aderito all’appello delle associazioni e ordini interessate all’iniziativa del governo. Una contestazione all’impostazione data dal suo stesso governo nazionale di riferimento, ma evidentemente Maran si è reso conto che la burocrazia rischia di frenare una delle pochissime buone idee filtrate dal Parlamento. Una posizione approvata anche da Otello Ruggeri, presidente del Circolo Almerigo Griltz di Fratelli d’Italia, che però gli ricorda le sue responsabilità sul tema: “Oggi, l’Assessore Maran, ha criticato il Governo (quello retto dal partito in cui milita) perché alcuni aspetti burocratici legati alle richieste del superbonus 110% rischiano di ucciderlo. Ha ragione, peccato che a Milano il colpo di grazia potrebbe arrivare proprio dagli uffici legati al suo assessorato, che impiegano mediamente 10 mesi per fornire gli atti di fabbrica necessari per attivarlo. Peggio delle norme di un governo di sinistra, ci sono solo gli applicativi studiati dalle amministrazioni dello stesso segno. Un’accoppiata che da sempre è garanzia di fallimento per qualsiasi sistema economico”. Giusto dunque criticare l’impostazione del governo piddì-5stelle, ma a Milano siamo messi meglio? Per rispondere alla domanda ecco il richiamo sul Bonus 110%, FdI: “Maran pensi alla lentezza degli uffici comunali”. Un richiamo necessario perché il tema non è affatto secondario: come hanno dimostrato le scorse settimane, a causare il grosso dell’inquinamento sono gli edifici. Non le auto o le fabbriche. Semplicemente le case. Idrovore d’energia perché costruite male, disperdono tanta energia, cioè tanto inquinamento. E non parliamo solo degli edifici con ancora le vetustissime caldaie a gasolio. Sono una minoranza, molto inquinante, ma una frazione. Mentre praticamente tutti gli edifici hanno bisogno di un aggiornamento energetico. Sarebbe un investimento che abbasserebbe la bolletta energetica nazionale, permettendo oltre tutto all’Italia di smettere di pagare le sanzioni europee proprio per l’inquinamento. E nel contempo usciremmo dal dialogo tra idiozie su cui la sinistra ha incatenato il discorso sul diritto allo spostamento delle persone. Pensare a dividere il mondo tra chi vuole spostarsi in bici e chi in auto non è solo semplicistico, è stupido. Perché presuppone di indentificare una persona con un mezzo, mentre tutti devono avere il diritto di muoversi con il sistema che preferiscono.

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L’ATS Città metropolitana bacchetta Maran

L’ATS Città metropolitana bacchetta Maran. L’assessore comunale all’Urbanistica Pierfrancesco Maran ieri ha attaccato Regione Lombardia a proposito dei dati sulle persone in quarantena e l’utilizzo dell’Hotel Michelangelo. La risposta della Ats Città Metropolitana non si è fatta attendere, replicando al rampante assessore che non conosce gli accordi presi tra Regione e Comune proprio per la gestione dell’hotel Michelangelo. Ma partiamo da quanto scritto su Twitter da Maran: Gentile @RegLombardia  all’Hotel Michelangelo ospitiamo per quarantena 103 persone su 300 posti. Ieri Gallera ha annunciato 296 positivi a Milano e detto che bambini non devono giocare in cortile. Qualcuno ha chiesto loro se han bisogno di luoghi x quarantena? Poco dopo è arrivata la replica dell’Agenzia Tutela della Salute di Città metropolitana, in cui si sottolinea che la gestione dell’hotel è stata concordata proprio con il Comune. Ecco dunque come l’ATS Città metropolitana bacchetta Maran: Riguardo alle affermazioni dell’Assessore Maran,  ATS della Città Metropolitana di Milano precisa che  per ogni caso positivo viene effettuata un’inchiesta epidemiologica, tesa anche ad individuare i suoi contatti stretti, prescrive le condizioni di isolamento ed  accerta se il soggetto ha la necessità, per non mettere a rischio la sicurezza di familiari e conviventi, di effettuare il periodo di quarantena in altro luogo rispetto al domicilio. La verifica di eventuali bisogni sociali viene effettuata anche all’atto della dimissione ospedaliera, sia da parte della struttura dimettente che segnala ad ATS eventuali criticità, sia attivamente da parte di ATS stessa tramite contatto telefonico al domicilio della persona. Queste informazioni, insieme alle segnalazioni che pervengono dai medici di medicina generale  vengono messe a disposizione del Comune di Milano attraverso un portale dedicato (Milano- Cov): sempre al Comune vengono indicati anche i casi che hanno bisogni sociali, compresi quelli abitativi, da approfondire.  Regione Lombardia ed ATS hanno quindi impostato una efficace rete collaborativa di sorveglianza attiva: i medici di medicina generale possano seguire i soggetti positivi dal punto di vista clinico e i Comuni dal punto di vista sociale, per verificare, ad esempio, se hanno necessità che qualcuno gli porti la spesa a casa. Il Comune di Milano viene quindi aggiornato quotidianamente e la verifica e la risposta ai bisogni sociali è di sua competenza. Per quanto riguarda l’hotel Michelangelo, precisiamo che la struttura è destinata esclusivamente a coloro che hanno abitazioni non idonee all’isolamento , ma che non presentano problemi sanitari. Con il Comune di Milano si era optato per un avvio graduale: oggi delle oltre 100 persone ospitate, una parte è costituita da rappresentanti delle forze dell’ordine positivi o contatti stretti, una parte da persone segnalate dal Comune di Milano e una parte da pazienti guariti e pronti per essere dimessi ma ancora positivi, segnalati dagli ospedali milanesi.  Circa 30 pazienti dimissibili verranno accettati fra oggi e domani e se  il Comune ci segnalerà nuovi casi  sul territorio da ospitare,  la struttura sarà pronta a riceverli.  

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Sconfitta verde in Baiamonti

Sconfitta verde in Baiamonti. Dopo settimane di proteste, raccolte firme, catena tagliate e appassionate campagne social, i cittadini riuniti sotto la sigla Baiamonti Verde Comune hanno dovuto rassegnarsi: il Comune vuole la seconda “porta” dei bastioni dove prima c’era un parchetto che gli stessi cittadini avevano curato e migliorato. Ma ora bisogna registrare la sconfitta verde in Baiamonti perché proprio il gruppo di cittadini ha raccontato l’ultimo incontro con l’Amministrazione: la sintesi è che il progetto si fa, i cittadini battano i piedi quanto vogliono. Ecco come loro stessi hanno raccontato l’episodio sulla loro pagina pubblica. “Ieri, come previsto e annunciato, siamo stati ricevuti dall’assessore Maran, che al suo fianco aveva tecnici dell’assessorato e l’assessore all’urbanistica del Municipio 1 Mattia Abdu. La riunione si è svolta in maniera molto franca, e alla fine abbiamo constatato, qualora ci fosse ancora qualche dubbio, la completa chiusura dell’amministrazione alle istanze portate avanti dal Comitato Baiamonti Verde Comune insieme a Fridays For Future. A nulla sono valse le più di 1.500 firme raccolte ad oggi affinchè si utilizzi l’area ex Tamoil per la creazione di uno spazio verde pubblico, e la bozza di proposta presentata all’amministrazione in tal senso. Gli assessori ci hanno in sostanza annunciato che il progetto va avanti, seppur ridotto rispetto all’ipotesi originale e con una base d’asta molto inferiore rispetto a quelle andate deserte già due volte. Da 5 milioni a 3,5 milioni. Secondo l’amministrazione, non è un fatto economico o di scelte irreversibili la decisione di proseguire, ma un aspetto strategico nella loro idea di città, che prevede interventi architettonici a loro dire “straordinari, invidiati a livello planetario”. Su queste basi la discussione è rimasta impossibilitata a fare passi avanti, e a fronte della richiesta del valore di questa opera in termini di pubblica utilità nessuna risposta è stata fornita, se non che ci troviamo di fronte ad “una costruzione architettonica di livello mondiale”, edificata su suolo pubblico ma data in concessione a privati. Nessun interesse per la cittadinanza, di zona e non solo, che richiede invece spazi pubblici e destinati a verde, trattata con sufficienza come una minoranza che si dovrà adeguare alle scelte lungimiranti di questa amministrazione. Nessuna risposta neanche all’obiezione che il Comune di Milano ha dichiarato lo stato di emergenza ambientale, ma nei fatti si comporta in maniera completamente opposta alla sostenibilità ecologica. Come contrappeso alla costruzione di una palazzina privata ad uso uffici, è in corso un progetto di depavimentazione dello spartitraffico sui Bastioni di Porta Volta, per dare un “giardinetto” al quartiere. Tutto ciò finanziato con gli oneri di urbanizzazione della nuova costruzione. La qualità di verde pubblico di un’area spartitraffico è chiaramente inferiore rispetto a quella di un piccolo parco, ma la nostra osservazione è caduta nel vuoto. Quanto ai parcheggi che oggi si trovano sullo spartitraffico di Porta Volta, verranno sacrificati, in quanto l’area andrà a rimpolpare la quota di verde pubblico. Insomma, la priorità per l’amministrazione sono i prodigi dell’architettura, tutto il resto – uso comune di bene pubblico, emergenza climatica, possibilità di creare un verde fruibile per i cittadini – sono belle cose ma, alla prova dei fatti, secondarie. Non è mancato l’ennesimo annuncio del completamento del parco lineare lungo il palazzo Microsoft-Feltrinelli, che dovrebbe slittare ulteriormente a questa estate, e della piantumazione di un filare di alberi lungo viale Pasubio. Parole, parole parole… L’unica cosa certa è la determinazione con cui si è difesa la nuova colata di cemento, a cui noi abbiamo risposto con altrettanta determinazione, senza cedimento alcuno. Come abbiamo ribadito agli assessori noi andremo avanti nella nostra lotta fino alla fine, siamo convinti della nostra posizione e sempre più cittadini partecipano alle nostre iniziative e ci invitano a non mollare, a insistere nella protesta e nella proposta. Ci siamo oggi e ci saremo domani, uniti, per difendere il Libero Giardino di Baiamonti dalla speculazione edilizia di pochi. Fridays For Future Milano LatoB: Come prima, più di prima! Giardini in Transito – Giardino Comunitario Lea Garofalo Salviamo Benedetto Marcello Salviamo città studi COMITATO BASTA ESONDAZIONI SEVESO Difendiamo Piazza d’Armi Parco Piazza d’armi Le Giardiniere, Milano Comitato La Goccia Trotto Bene Comune Difendiamo il Parco Trenno dalla Via d’acqua Difendisansiro Associazione Amici Parco Nord NoAsfalto! Tuteliamo il territorio della Zona 8 contro ogni crimine urbanistico BovisAttiva Progetto Lambrate Isola Pepe Verde Un AltroPiano x Milano Milano InMovimento MilanoX ArcipelagoMilano Arcipelagomilano

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Stupore per l’asfalto green in Benedetto Marcello

Stupore per l’asfalto green in Benedetto Marcello. Il Comune sembra infatti convinto della bontà dell’operazione avviata in via Benedetto Marcello, anzi, l’assessore Pierfrancesco Maran si dice addirittura “fiero” dell’intervento pubblico sulla via che ospita un contestatissimo mercato settimanale. Un’affermazione che ha stupito i cittadini riuniti per contestare l’Amministrazione, o meglio ciò che Palazzo Marino sta portando avanti: quella via è sottoposta a vincolo e dovrebbe essere tutto un viale alberato. La costruzione dei parcheggi sotterranei aveva fornito al Comune poco meno di un milione di oneri di urbanizzazione (i soldi che i privati versano alla collettività come contributo quando costruiscono qualcosa) che potevano servire per completare l’opera di riqualificazione. Ciò avrebbe significato eliminare la gettata di cemento comparsa in modo poco chiaro negli anni Novanta nel centro della via e che ha favorito la crescita del mercato tutelato dall’uomo forte di Confcommercio Giacomo Errico. Invece oggi l’Amministrazione ha deciso di stabilizzare la gettata di cemento rendendola un parcheggio a pagamento, salvo ovviamente i giorni di mercato. Una soluzione che ha lasciato di stucco i residenti. Soprattutto Mara e Zoe, le due animatrici del comitato spontaneo Salviamo Benedetto Marcello, che stanno cercando di contrastare la scelta con le carte e la convinzione sempre più forte che si possa fermare Maran. Lui però va deciso e quando incrocia i protestanti ribadisce di essere “fiero” del suo operato. Secondo Rita Cosenza, consigliera leghista del Municipio 3 che ha appoggiato subito Mara e Zoe, si tratta di una decisione contro la legge. Il fronte delle dame però non sembra abbastanza: il Comune sembra deciso. Forse perché non c’è la voglia di dare fastidio ai potenti protettori del mercato, forse per altri motivi che sfuggono ai cittadini. Al milanese semplice resta solo lo stupore per l’asfalto green in Benedetto Marcello.

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Diamo un nome a Piazza NoLo

Diamo un nome a Piazza NoLo. Per ora la chiameremo così, ma solo perché non c’è ancora un nome. L’incrocio nel cuore di NoLo reinventato piazza da un intervento di urbanistica tattica non era in effetti una piazza, dunque è senza nome. Perché allora non coinvolgere davvero i cittadini nella scelte che cambiano le loro vite? I residenti o district users (quelli cioè che non abitano nel quartiere, ma ci vivono le ore lavorative) hanno diritto a essere parte attiva nei cambiamenti. Anzi, il dovere. E soprattutto nel caso di piazza NoLo, visto che ci sono molte fazioni agguerrite per la creazione della nuova piazza. Allora perché non confrontarsi con un voto pubblico? L’idea piace molto, tanto è vero che Fratelli d’Italia ha proposto di intitolare la piazza a Norma Cossetto. Ma ci sono altri nomi che si potrebbero scegliere. Noi come Osservatore Meneghino vi proponiamo un voto pubblico, chiunque potrà scrivere a direttore@osservatoremeneghino.info la sua proposta di nome. A fine mese organizzeremo una giornata proprio nella piazza per scegliere il nome dello slargo secondo un voto pubblico. Parteciperanno anche Marco Granelli e Pierfrancesco Maran? Per noi sono invitati. Qui vi riportiamo le motivazioni della proposta di Fratelli d’Italia. “In un recente convegno su di lei, ho espresso la ferma volontà di impegnarmi per  tramandare il ricordo di Norma Cossetto” – spiega l’Onorevole Marco Osnato (FdI) –  cui fu insignita la medaglia d’oro al merito civile alla memoria con la motivazione: ‘Giovane studentessa istriana, catturata e imprigionata dai partigiani slavi, veniva lungamente seviziata e violentata dai suoi carcerieri e poi barbaramente gettata in una foiba. Luminosa testimonianza di coraggio e di amor patrio’. Per questo appoggerò con convinzione l’iniziativa dei miei amici milanesi di farle intitolare una piazza cittadina. “La figura di questa giovane Martire, di cui commemoreremo il ricordo, sabato 5 ottobre, in Piazza Martiri delle Foibe, nel corso  di una manifestazione intitolata ‘Una rosa per Norma Cossetto’ – aggiunge Andrea Mascaretti, capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio Comunale – si inserisce perfettamente nel solco della volontà espressa dai legislatori con l’istituzione del ‘Giorno del Ricordo’, per questo presenterò una mozione con la richiesta le sia dedicata una  piazza a Milano”.  “L’intervento di urbanistica tattica a Rovereto, seppur realizzato a pochi passi da via Popoli Uniti, ha sortito l’effetto di dividere in due un quartiere, mettendo su fronti opposti i residenti. – spiega Otello Ruggeri, Presidente del Circolo Almerigo Grilz di Fratelli d’Italia, che ha indicato il luogo – Dedicare la nuova piazzetta che si è formata a Norma Cossetto ci offre la straordinaria opportunità di dare un segno di pace, rispettando contestualmente  lo spirito di quelli che intitolarono ai Martiri Oscuri una delle tre vie che vi confluiscono”. Ma tu come vuoi chiamarla?

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