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La Russa ricorda Calabresi, Ramelli, Fausto e Iaio al Senato

“Di nomi ne potrei fare tanti e dovrei farne tanti, ma quello dell’ispettore Calabresi (ucciso nel 1972, ndr) credo possa rappresentarli tutti, assieme, per restare nella mia Milano, a tre nomi di ragazzi: un militante di destra, Sergio Ramelli (militante del Fronte della Gioventù morto nel 1975, ndr) che ho conosciuto e di cui sono stato avvocato di parte civile, e due di sinistra, Fausto e Iaio (frequentavano il centro sociale Leoncavallo di Milano e uccisi nel 1978, ndr) i cui assassini non sono mai stati trovati. Mi inchino anche davanti alle loro memorie”. Così il neopresidente del Senato, Ignazio La Russa indicando nei quattro nomi gli emblemi delle vittime del terrorismo in Italia. ANSA [the_ad id=”36270″]

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Collettivi offendono la Memoria di Ramelli: pesante reazione del centrodestra

Il primo a segnalare l’accaduto è stato il Capogruppo di Forza Italia in Consiglio Comunale Alessandro De Chirico, “Gli inutili idioti dei collettivi studenteschi hanno voluto commemorare il cinquantenario dell’omicidio Calabresi a modo loro: da vigliacchi ignoranti… scrivendo sui muri dell’Istituto Tecnico Ettore Conti  il motto: tutti i fascisti come Ramelli con una chiave inglese fra i capelli“. “Un’azione attuata con il favore del buio – ha sottolineato il forzista –  dimostrando di non avere la più pallida idea di cosa sia la militanza politica, un’attività che quelli che hanno qualche cosa da dire svolgono alla luce del sole”, per poi emettere un pesante giudizio su quelli che ha definito “leoni da tastiera di giorno” che  scrivono “sui muri di notte senza nemmeno firmarsi”, perché “a essere vermi non ci vuole certo coraggio“. A preoccupare – ha concluso De Chirico – è il timore che sui muri delle scuole fiorisca quello che vi si insegna all’interno e se falliamo nell’educare le nuove generazioni con esse fallirà anche la nostra società”, per poi annunciare che scriverà “al dirigente dell’istututo per proporgli di organizzare un dibattito sugli anni di piombo” invitandolo ad “attivarsi subito per fare ripulire quelle schifose scritte di odio dai muri della scuola”. Poco dopo è stato l’Onorevole Marco Osnato di Fratelli d’Italia ha mettere il carico sul giudizio nei confronti degli autori delle scritte, definiti “deficienti”, che hanno dimostrato “ancora una volta come sia difficile a Milano trovare una memoria condivisa sugli anni di piombo, anni che una sinistra nostalgica fatica a giudicare con onesta’ e distacco, forse perche’ gli epigoni di quella sinistra sarebbe costretti a giudicare loro stessi”. Osnato ha poi ricordato che “Aprile e maggio, a Milano e in Italia, sono mesi in cui si rincorrono anniversari di alcuni dei peggiori omicidi politici della nostra travagliata storia: Ramelli, Pedenovi, Calabresi, Moro con la sua scorta, tutte tragedie sulle quali non tutti hanno fatto completamente i conti”, augurandosi che “il sindaco Giuseppe Sala in primis, ma anche le autorita’ scolastiche del liceo Ettore Conti prendano nettamente le distanze da quegli insulti” e, concludendo, con l’auspicare che “le ‘vestali’ dell’ortodossia militante della sinistra milanese smettano di strumentalizzare l’anniversario della morte di Sergio Ramelli per meschini interessi di piccola bottega e comincino a considerare, come e’ giusto, Ramelli una vittima innocente martire di questa citta”.  Anche l’Assessore Regionale alla Sicurezza, Riccardo De Corato  è intervenuto sul fatto, senza risparmiare giudizi poco edificanti sugli imbrattatori ricordando che “Proprio poche settimane fa abbiamo commemorato Sergio Ramelli, barbaramente ucciso a 18 anni da dei militanti di dell’estrema sinistra extraparlamentare legati ad Avanguardia operaia”. “Evidentemente a Milano c’è ancora nostalgica gentea delle Hazet 36″ ha quindi rilevato De Corato. “Non mi stupirei se dal centrosinistra non arrivassero parole di condanna per queste vili offese” continua amareggiato De Corato, invitando infine la Questura “ad indagare sugli individui autori di queste scritte”. Il San Siro ormai è enclave di gente che vuole, come fa tutto a tutto quartiere i numerosi fatti di sparatorie, dalle baby gang, rapine a questo”.

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Meloni e Sala alla commemorazione di Sergio Ramelli

La leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, insieme al Sindaco Beppe Sala (che non indossava la fascia Tricolore), ha partecipato alla commemorazione istituzionale in ricordo di Sergio Ramelli, il giovane militante del Fronte della Gioventù ucciso nel 1975 da un gruppo di estremisti di sinistra. “Il valore della mia presenza qui è ricordare e fare memoria, per impedire le violenze politiche”,  ha detto ai giornalisti la Meloni al termine della cerimonia. “Prima delle ideologie devono venire le persone – ha invece dichiarato il Sindaco – La riflessione che faccio è che per fortuna viviamo in un tempo in cui le tragedie legate a queste ideologie di fatto non ci sono più. Giusto ricordare quindi, ma è giusto anche essere felici che viviamo un tempo diverso. Io ai ricordi delle persone morte a Milano da una parte e dall’altra ci son sempre stato e continuerò a esserci”. Alla cerimonia, che si è svolta in zona Città studi, nei giardini intitolati a Sergio Ramelli, hanno partecipato anche il vicepresidente del Senato Ignazio La Russa, la coordinatrice regionale di Fratelli d’Italia Daniela Santanché, l’assessore regionale lombardo Riccardo De Corato, il presidente dei deputati Fdi Francesco Lollobrigida e vari esponenti e militanti di Fratelli d’Italia.

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Corteo Ramelli. Sala: se lo autorizza il Prefetto per me va bene

“Capisco l’osservazione di Anpi ma il punto è che per me c’è una regola, che è quella data dalla legge e dalle decisioni del questore e del prefetto. Nel momento in cui loro autorizzano per me va bene”. Così il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha parlato del corteo promosso dalle sigle della destra radicale per commemorare la morte di Sergio Ramelli che si terrà domani sera in città e che è stato duramente criticato dall’Anpi. Per il presidente dell’Associazione partigiani di Milano, Roberto Cenati, il corteo è infatti “inaccettabile” visto che negli anni scorsi “si è sempre caratterizzato con l’ esibizione di croci celtiche, saluti romani, chiamata del presente, con un forte richiamo nostalgico al passato militare e razzista del regime fascista”. Il sindaco Sala sarà invece domani mattina alla commemorazione istituzionale che si terrà come ogni anno ai giardini intitolati al giovane militante del Fronte della Gioventù ucciso nel 1975 da un gruppo di militanti di estrema sinistra. “Io andrò al ricordo come tutti gli anni, come vado ovunque perché mi sembra giusto e sono passaggi della storia della nostra città”, ha spiegato Sala a margine della presentazione della 49esima edizione della Stramilano. ANSA

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Centinaia di persone al presidio per Ramelli

Centinaia di persone hanno partecipato al presidio in memoria di Sergio Ramelli, organizzato come ogni hanno in via Paladini, davanti al murales che lo ricorda. Durante la cerimonia, in cui erano rappresentae tutte le comunità militanti di destra, è stato chiamato tre volte il “presente” cui i partecipanti hanno risposto con un saluto al ragazzo assassinato. I manifestanti, oltre 800 persone secondo gli organizzatori, diverse centinaia per le Forze dell’Ordine, si sono trovati a partire dalle 18 in tre luoghi non distanti dal luogo del ferimento mortale ma, anche quest’anno, a causa della normativa Anti Covid, non hanno potuto raggiungerlo in corteo.  

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Tutti assolti per il saluto alla commemorazione di Ramelli

Durante la commemorazione di Sergio Ramelli, Carlo Borsani ed Enrico Pedenovi, il 29 aprile 2016, alzarono il braccio destro per il saluto romano. Oggi gli otto militanti di destra, imputati nel processo con le accuse di aver risposto alla chiamata del “Presente”, violando l’art. 2 del decreto legge 122/1993 avendo “compiuto manifestazioni esteriori proprie e usuali di organizzazioni e movimenti tra cui anche il Partito Nazionale Fascista”, sono stati assolti. Luca Alberto Cassani, Marco Giuseppe Carucci (che nell’ultima udienza ha reso spontanee dichiarazioni) Marco Clemente, Massimo Egidio Trefiletti, Stefano Del Miglio, Fausto Marchetti, Duilio Canu, Angelo Balletta sono stati assolti oggi in I grado dal giudice Teresa Ferrari Da Passano, della VI sezione penale del tribunale di Milano “perché il fatto non costituisce reato”. “Vista la piega che aveva preso il processo, e considerati gli ultimi orientamenti della Corte d’appello di Milano non eravamo sereni – commenta all’Adnkronos l’avvocato Antonio Radaelli che difende Stefano Del Miglio e Fausto Marchetti – Il giudice deve aver seguito la linea della nostra discussione, le testimonianze dei reparti della Digos, l’ispettore presente e l’agente della Scientifica che materialmente ha analizzato i filmati. Il pm Piero Basilone aveva chiesto 5 mesi per tutti gli imputati, aspettiamo le motivazioni, ma intanto per noi oggi è una bella soddisfazione”.

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