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Aggiornate le regole sul cibo negli agriturismi

Aggiornate le regole sul cibo negli agriturismi. Regione ha infatti deciso di semplificare le vita amministrativa degli agriturismi aggiungendo bollini di qualità al cibo lombardo. Così sono state aggiornate le regole sul cibo negli agriturismi mettendo in un certo senso più Lombardia e territorio a tavola. Il cambiamento del Regolamento di disciplina dell’Agriturismo introduce modifiche “con l’obiettivo -ha spiegato il relatore Giovanni Malanchini (Lega)- di semplificare le procedure amministrative e prevedere opportunità di sviluppo delle aziende agrituristiche”. “La Regione -ha aggiunto Malanchini- interviene in uno dei settori più colpiti dall’emergenza sanitaria, ponendo le condizioni affinchè la ripresa delle attività possa avvenire in un quadro di regole più semplici delle attuali e con una eliminazione di vincoli ormai inutili”. Il Regolamento è stato inoltre aggiornato con l’inserimento tra i prodotti del territorio anche dei prodotti lombardi a denominazione comunale (De.Co.) e delle acque minerali di fonti situate in Lombardia. I De.Co. hanno recentemente ampliato l’offerta gastronomica degli agriturismi aggiungendo i prodotti locali a quelli a carattere lombardo (20 DOP e 14 IGP). Una mossa forse in grado di aiutare il settore degli agriturismi, segmento in grande difficoltà a causa dei lockdown, nonostante siano uno degli ambienti dove è più semplice mantenere le distanze tra persone. Specialmente ora che tornano il sole e le belle giornate. Quando sarà appoggiato l’ultimo cappotto ci saranno circa 250mila disoccupati in più, quindi un piano è necessario averlo: una serie di iniziative per rilanciare il turismo green potrebbero aiutare in tanti sensi. E proseguire con la migliore eredità degli ultimi 30 anni, cioè la coscienza ambientale, riscoprendo nel contempo il territorio e le persone.

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Lilt: oggi diretta su “Regala un’ora di prevenzione”

Lilt: oggi diretta su “Regala un’ora di prevenzione”. Domani, giovedì 4 febbraio, da Palazzo Pirelli (Sala Gonfalone), verrà trasmessa in diretta streaming la presentazione di “Regala un’ora di prevenzione”, progetto di Regione Lombardia e LILT (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori) che permetterà di coinvolgere le aziende del territorio sui temi della prevenzione e della lotta ai tumori e si articolerà attraverso webinar, consulenze individuali, LABinar esperienziali e sportelli di supporto psicologico. Terranno gli incontri figure specializzate dei diversi settori: medici, psicologi, nutrizionisti, dietisti, farmacologi ed esperti in attività fisica. In questo modo, oltre a superare il problema del distanziamento sociale, potranno essere raggiunti anche lavoratori in sedi diverse, dipendenti in smartworking e gli staff impegnati in attività dalle quali non è possibile allontanarsi. Partner di eccellenza per la salute in azienda, LILT ha voluto fare rete con Regione Lombardia per dare vita a questo aiuto concreto per la realizzazione di luoghi di lavoro sani, in cui la prevenzione delle malattie può diventare un’effettiva risorsa aziendale. Il benessere dei dipendenti, infatti, coincide con il benessere dell’impresa. “Regala un’ora di prevenzione” verrà presentato da Emanuele Monti, Presidente Commissione Sanità e Politiche sociali del Consiglio regionale della Lombardia; Marco Alloisio, Presidente LILT Milano Monza Brianza e membro Consiglio direttivo nazionale LILT; Silvia Villa, Coordinatore LILT Lombardia; Alessandro Scarabelli, Direttore generale Assolombarda; Elena Panzera, Presidente regionale AIDP Lombardia (Associazione Italiana Direzione del Personale). Sarà possibile seguire l’evento, che si svolgerà domani giovedì 4 febbraio a partire dalle ore 11 nella Sala Gonfalone di Palazzo Pirelli, esclusivamente in diretta streaming da www.consiglio.regione.lombardia.it (accesso libero).

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Protesta dei ristoratori davanti a Regione Lombardia

Una trentina di ristoratori partiti dalla Brianza ha manifestato davanti alla sede della Regione Lombardia. Il gruppo, che esponeva un volantino firmato “paninari ambulanti” e ristoratori, ha portato con sé una bara e manifesti funebri con il nome delle attività “morte a causa delle restrizioni imposte per le misure anti Covid”. La manifestazione ha provocato alcuni problemi alla circolazione stradale, ma si è conclusa alle 12.40, quando i partecipanti sono stati scortati dalla polizia stradale lungo la statale 36 e condotti fino al limite della città dove sono stati presi in carico dalla polizia locale. ANSA

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Si sgonfia in tribunale la polemica sui vaccini troppo cari della Regione

Si sgonfia in tribunale la polemica sui vaccini troppo cari della Regione. Era una delle frecce che hanno trasformato Giulio Gallera in un San Sebastiano della gestione della pandemia, ma oggi l’indagine sui vaccini comprati a prezzo troppo caro si sgonfia perché la Procura di Milano ha archiviato l’indagine conoscitiva aperta sull’acquisto di vaccini antinfluenzali da parte di Regione Lombardia a prezzo ritenuto superiore rispetto a quello del mercato. Il fascicolo che non aveva indagati né ipotesi di reato era assegnato al pm Giordano Baggio del dipartimento guidato dall’aggiunto Maurizio Romanelli. Ma aveva contruibuito a gettare ombre sulla gestione Gallera dell’assessorato regionale al Welfare, lui stesso aveva provato a difendersi, ma senza successo. L’indagine era un sintomo in più di una situazione all’apparenza compromessa, ma oggi con lei si sgonfia in tribunale la polemica sui vaccini troppo cari della Regione. I magistrati non hanno ravvisato nessun reato nella procedura che era stata oggetto anche di un altro confronto verbale di taglio politico: il governatore Attilio Fontana aveva precisato in una nota che aveva dovuto assumersi la responsabilità di quegli acquisti perché i funzionari di Aria (centrale acquisti di Regione Lombardia) avevano paura a firmare qualunque procedura per le possibili conseguenze giudiziarie. Romanelli aveva replicato che la magistratura non ostacola in alcun modo la Pubblica Amministrazione e che gli acquisti sono responsabilità esclusiva di quest’ultima. Una polemica subito smorzata e oggi definitivamente sepolta dalla chiusura del fascicolo. Un destino a cui si uniranno probabilmente molti altri procedimenti, l’unico che potrebbe davvero cambiare qualcosa sarà il troncone bergamasco delle inchieste sul Covid. Quello che cerca di capire come mai il piano pandemico non fosse aggiornato e se e come sia stato applicato all’esplosione del contagio. In ogni caso gli alti piani del sistema sanitario potrebbero avere molti guai, perché già c’è la certezza che il piano fosse vecchio. E qualcuno prima o poi dovrò spiegare il perché.

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Sala: incomprensibile difesa a oltranza di Regione Lombardia

A riguardo della trasmissione errata di dati “penso che la protesta del centrosinistra nasca da una difesa a oltranza della regione Lombardia che non ci sta perché non si può non riconoscere che qualcosa non va”. Lo ha detto il sindaco Sala  a margine delle celebrazioni della Giornata della Memoria all’ex hotel Regina. “Detto ciò – ha aggiunto – sono proteste che potevano essere espresse in altro modo, ma ne abbiamo viste di tutti. Io ricordo in consiglio comunale i leghisti con le banane all’epoca delle palme per cui adesso non è il momento di dare patenti di buoni o cattivi agli uni o agli altri. Non dovrebbe essere così. In questo momento se si riuscisse a mettere un punto e dire: ‘Abbiamo sbagliato, qualcosa avremo sbagliato’. Io non capisco questa difesa a oltranza della Lombardia e questa idea di dire non abbiamo sbagliato niente”. Il calo dei contagiati a Milano e negli altri comuni, “come riportano i giornali è circa del 75 per cento. Ora il dubbio però viene: ma sono giusti i dati attuali? Io non lo so più. Cioè, è possibile che a Milano ci siano 2.500 contagiati? Non lo so”.  “Non la metterei sulla colpa, però la metterei su un punto preciso: la solidità dei dati gestiti in questo momento lascia dei dubbi. Ho visto anche oggi che sono uscite informazioni sui dati di Milano, io non so come, oggettivamente come negli altri Comuni, si sia passati da un giorno con l’altro, da 13mila e rotti a 2mila e rotti contagiati. La prima ad accorgersi dei dati è stata la sindaca di Peschiera Borromeo e a quel punto lo abbiamo visto tutti i sindaci”. “Quello che si potrebbe fare – ha concluso – è cercare di andare a vedere insieme dati e procedure, perché qui si va avanti non è che questa pandemia ce la togliamo da dosso in breve ma ci accompagnerà ancora per parecchi mesi, mentre continuare a dire che è una congiura credo che sia ultima cosa che serve”.

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Bagarre in aula in Regione Lombardia

“Cercherò di mantenere la mia consueta pacatezza anche se dovrò fare molto fatica per mantenerla, credo che la misura alla quale questo Consiglio regionale è giunta credo sia ormai colma” e la “mancanza di rispetto nei confronti dei lombardi è andata oltre i limiti”: lo ha detto il presidente della Regione Attilio Fontana iniziando il suo intervento nell’aula del Consiglio regionale per riferire sulla rettifica dei dati e il cambio di zona di rischio per la Lombardia. Fontana ha ribadito che la Lombardia “invia i dati in modo corretto come attestato anche dall’Istituto superiore della Sanità”.   “Nessuna rettifica è stata fatta”, ha precisato Fontana “ma un’integrazione di dati chiesta dall’Iss e i flussi sono stati inviati sempre correttamente”. “I nostri tecnici non hanno mai inserito in modo artificioso i dati”, ha proseguito ancora Fontana e “la mancata registrazione dei guariti è una falsa notizia”. “Non è corretto – ha proseguito ancora il governatore – che il destino di una Regione possa essere legato ad un indicatore esile come l’Rt sintomo” ed “è impensabile che la compilazioni di campi indicati come facoltativi determini la collocazione in una zona rossa. Per questo avevamo chiesto la sospensione per 48 ore e non ci è rimasto che ricorrere al Tar, senza questo ricorso adesso saremmo ancora in zona rossa”.  “Non accetto, però, che la Lombardia venga calunniata con mistificazioni della realtà. Non per me. Non per la mia Giunta. Ma per i lombardi” ha concluso Fontana. Subito dopo il discorso del governatore lombardo sono avvenuti i primi disordini. Al termine del suo intervento, il consigliere Michele Usuelli di +Europa, si è polemicamente inginocchiato davanti a lui chiedendo che i dati disaggregati sulla pandemia fossero resi pubblici. “Dato che non so più come chiederlo, ve lo chiedo in ginocchio” ha detto. I consiglieri di Movimento 5 Stelle e Pd hanno esposto cartelli (“Verità per i lombardi”, “Basta bugie”, “La zona rossa è colpa vostra”) chiedendo le dimissioni della giunta. Il presidente Fontana, la vice Moratti e parte della giunta hanno quindi lasciato l’Aula. A quel punto il presidente del Consiglio Regionale, Alessandro Fermi, dopo aver formalmente censurato Usuelli ha sospeso la seduta, ripresa dopo circa mezz’ora in seguito all’allontanamento del Consigliere da parte de la DIGOS:. “È da giugno che la Lombardia dava all’Iss dati sbagliati per compilare l’Rt, l’ho segnalato già allora in un’interrogazione scritta – ha detto Usuelli, che è stato espulso -. Tutte le regioni compilano i campi in modo giusto, tranne la Regione Lombardia”. Sono quindi ripresi i lavori, ma la tranquillità è durata pochi minuti, perché le opposizioni hanno abbandonato l’Aula del Pirellone (tutte tranne la consigliera di Iv Patrizia Baffi), dopo nuove proteste a suon di fischi e cartelli e con cinque consiglieri di minoranza (Bussolati del Pd e i 5 Stelle, Violi, Verni, Di Marco e De Rosa) censurati e poi espulsi dal presidente Alessandro Fermi. “Devono essere immediatamente disponibili i dati altrimenti quest’Aula non può andare avanti. Devono essere messi a disposizione oggi, non si può lavorare, non c’è nulla di più importante che sapere la verità su un tema come il Covid-19. Se Fontana è nel suo ufficio a recuperarli bene, sennò noi chiediamo la sospensione della seduta” aveva chiesto poco prima il consigliere dei 5 Stelle Dino Alberti. “Constatiamo l’oggettiva impossibilità di continuare i lavori di questa seduta perché continuiamo ad essere privati della possibilità di conoscere i dati che tutti i cittadini”, aveva aggiunto il capogruppo del Pd Fabio Pizzul. La seduta è quindi ripresa alla presenza dei soli consiglieri di maggioranza e della consigliera Baffi, con la trattazione del progetto di legge sui genitori separati.

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