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Regione e Confesercenti lanciano: “Acquista nei negozi della Lombardia!”

Regione e Confesercenti lanciano: “Acquista nei negozi della Lombardia!”. “Regione Lombardia e il Presidente Attilio Fontana hanno da pochissimo rilanciato il primo video della nuova campagna di sensibilizzazione realizzata, anche con la collaborazione di Confesercenti, per promuovere gli acquisti nei negozi di vicinato lombardi. «Nei giorni scorsi ci siamo già appellati ai cittadini Lombardi affinché, scegliendo i negozi di vicinato per i loro regali di natale, facessero un dono anche alle nostre città, dove ogni vetrina accesa è più che mai segno di speranza» ha dichiarato Gianni Rebecchi, Presidente di Confesercenti regionale Lombardia. «Confidiamo che, nonostante le restrizioni che purtroppo i commercianti dovranno sopportare, questo auspicio si possa comunque avverare anche grazie alla testimonianza delle generose personalità coinvolte in questi simpatici spot pubblicitari». «Ci appelliamo ai cittadini lombardi perché, per Natale, scelgano di fare un dono anche alle loro città, scegliendo i negozi sotto casa per i loro regali». Il primo video è ambientato in una pasticceria, dove il celebre pasticcere Iginio Massari ricorda a tutti i colleghi commercianti che se “ripartiamo noi, ripartiamo tutti!”.

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Presidio degli studenti sotto Regione Lombardia

Alcune decine gli studenti, insegnanti a genitori hanno tenuto un presidio di protesta contro la decisione della Regione Lombardia di tornare interamente alla Dad (didattica a distanza) per le scuole superiori. “Ci siamo preparati per poter rientrare in classe – spiega un’insegnante – e ora questa doccia fredda. Abbiamo sofferto mesi di didattica a distanza nel periodo più duro. Ora che almeno la Dad sia al 75%, altrimenti questi ragazzi che stanno crescendo rischiando veramente l’isolamento”. “La Regione rinuncia alla scuola, noi no. Fuori i soldi per la scuola”, è scritto sugli striscioni. “Non si capisce perché in altre regioni è stato possibile il rientro a scuola e in Lombardia no”, chiedono gli studenti. “E’ grave siano stati chiusi i teatri, le palestre, le piscine, ma è ancora più grave che si siano chiuse le scuole – ha aggiunto un’altra insegnante – perché questi studenti saranno i frequentatori di domani dei teatri e perché senza scuola non c’è futuro”. ANSA

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Un errore di Regione Lombardia “regala” 1,5 milioni di euro a un’azienda renziana

Un errore di Regione Lombardia “regala” 1,5 milioni di euro a un’azienda renziana. La Dori Pubblicità srl ha infatti riconvertito la produzione per produrre dispositivi utili in tempi di Coronavirus, nel dettaglio per la Lombardia si è occupata di visiere. E proprio grazie a un errore di Palazzo Lombardia ha vinto una ricca commessa. L’errore non lo definiamo noi così, ma un documento liberamente consultabile su internet e prodotto dalla Regione stessa: l’8 aprile è partito un ordine per un milione di pezzi alla Dori Pubblicità. Dopo un mese, l’11 maggio, a Palazzo Lombardia si rendono conto che c’è un errore: il nome dell’azienda era finito in cima alla lista, ma in realtà era il terzo classificato. Quindi in teoria non avrebbero dovuto ottenere l’ordine. Regione prova dunque ad annullare l’ordine, ma il giorno successivo un rappresentante della società fa presente che ormai gli verrebbe causato un danno economico considerevole. Le due parti trattano: si riduce la commessa del 20 per cento, circa 820mila visiere, e il prezzo, da 2,7 euro a 1,9 (costo uguale a quello proposto dal primo classificato). Morale: 1,5 milioni di euro che non dovevano essere spesi così. O almeno non prima che gli altri in classifica avessero dichiarato di non poter fornire le visiere. La vicenda, confermata dal titolare della Dori Pubblicità, ha anche un ulteriore aspetto curioso: l’ordine alla fine arriva in ritardo. La data concordata in un primo momento era il 15 maggio, ma l’azienda toscana chiede e ottiene una proroga al 22. La disponibilità di Regione in questo senso sembra strana perché in diverse altre lettere di incarico di quel periodo si ribadiva sempre l’importanza della consegna tempestiva ai fini del pagamento. Non solo, il ritardo è stato diverse volte motivo di annullamento dell’ordine. Buon per la società toscana che in questo periodo di crisi ha potuto incamerare un ordine consistente, ma per i lombardi? Nei prossimi giorni racconteremo altre vicende come questa, seppure di importi minori. Non sarà per colpire l’ex dg di Aria Filippo Bongiovanni, già defenestrato e rimasto unico responsabile dell’affaire camici-Fontana. Solo per raccontare come sia andato in palla un sistema amministrativo.

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Sospetto Covid in scuola a Crema, Degli Angeli (M5S): “Regione incapace”

Sospetto Covid in scuola a Crema, Degli Angeli (M5S): “Regione incapace”. “L’incapacità di regione Lombardia di gestire l’emergenza sanitaria la si vede anche nei più piccoli particolari, che poi piccoli non sono”. Sono le parole  del consigliere pentastellato di regione Lombardia Marco Degli Angeli che, sulla questione della scuola Iside Franceschini di Crema, non le manda a dire. “Un bambino ha avuto la febbre e tutta la classe è rimasta a casa. Il nocciolo della questione – spiega Degli Angeli – riguarda l’attivazione del protocollo”. Questione di sicurezza, e soprattuto di non aver saputo definire le linee guida nei tempi giusti. Se infatti le linee ministeriali del 28 agosto prevedono che a seguito di segnalazione del pediatra, e solo in caso di test positivo, si notifica il caso e si avvia la ricerca dei contatti e le azioni di sanificazione straordinaria della struttura scolastica nella sua parte interessata”. “Peccato che però – precisa Degli Angeli – le indicazioni emesse prontamente dal ministero della Sanità  non fanno i conti con il fatto che, in Lombardia, i tempi tra l’esecuzione di un tampone e l’esito sono estremamente lunghi. La  conseguenza – spiega – è che un’intera classe di bambini con i relativi genitori sono costretti a rimanere in casa e nel dubbio per l’incapacità di questa regione di gestire in giornata l’esecuzione e dare il risultato dei test. Il punto di Degli Angeli riguarda il fatto che “regione Lombardia deve chiarire il prima possibile le procedure corrette a cui attenersi e velocizzare i tempi di processamento dei tamponi per non lasciare nel limbo per un’ intera classe e le rispettive famiglie per giorni interi. Inoltre – conclude Degli Angeli – quello che manca è una linea dedicata nei laboratori alla processazione dei tamponi provenienti dalle scuole. Mi chiedo cosa finora abbia fatto Regione per le scuole e la salute dei nostri ragazzi oltre a polemizzare con anodina demagogia contro il governo e il ministro Azzolina”

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Protesta soccorritori sotto Regione Lombardia

Una fila di ambulanze con relativi soccorritori dell’Associazione Croce Maria Bambina, dell’Associazione Ata Soccorso (a cui si è aggiunta anche la Coperativa First Aid), stanno protestando pacificamente sotto la sede di Regione Lombardia per la decisione della stessa di non avvalersi più della loro collaborazione. Lo ha reso noto l’avvocato Daniele Pizzi, che assiste i due enti promotori della manifestazione, il quale ha spiegato come “si siano sentite scaricate, per cavilli burocratici, dalla stessa Regione, dopo aver svolto per decenni servizio di soccorso sanitario 118 in favore della città di Milano, con un grande apporto durante l’emergenza Covid”. I volontari, spiega il legale, unitamente all’avvocato Giovanna Maria Soldi hanno presentato esposti alla Procura della Repubblica di Milano, “per presunte irregolarità nella gestione dell’assegnazione dei servizi di soccorso” e “chiedono di essere ricevuti dal presidente Attilio Fontana”. Croce Maria Bambina, associazione di volontariato milanese fondata nel 1972 , spiega di essere stata “espulsa” dagli affidamenti e dai servizi di emergenza-urgenza 118/112 dai vertici aziendali Rete Nazionale Misericordia e Solidarietà assieme ad ATA soccorso”. ANSA

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Camici, Dama ne offrì altri 200 mila

Un’integrazione della prima fornitura di 75 mila camici con altri 200.000 pezzi è la proposta avanzata il 22 aprile su “indicazione” dell’assessore Raffaele Cattaneo da Dama spa, l’azienda di Andrea Dini, cognato del governatore della Lombardia Attilio Fontana, ad Aria, la centrale acquisti regionale. E’ il contenuto di una mail agli atti dell’indagine della Procura di Milano con al centro la fornitura di camici e altro materiale per mezzo milione di euro da parte della società legata alla famiglia del presidente della Lombardia e che vede indagati Dini e l’ex dg di Aria Filippo Bongiovanni, per turbata libertà nella scelta del contraente. Secondo quanto riferito, la mail sarebbe una riprova che quella commissionata era una fornitura e non una donazione e che il contratto sarebbe stato trasformato in corso d’opera con lo storno di fatture non per generosità ma in quanto ci si è accorti del conflitto di interessi. Intanto prosegue l’attività dei pm per accertare se Fontana abbia avuto un ruolo attivo o meno. ANSA

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