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In Regione Patrizia Baffi passa a FdI e potrebbe essere non essere l’ultima

Patrizia Baffi, consigliere regionale eletta tra le fila del Partito Democratico e passata poi, con la fuoriuscita di Matteo Renzi dai Dem, a Italia Viva, cambia di nuovo casacca per entrare a far parte del gruppo di Fratelli d’Italia. “È un momento importante per me – ha commentato Patrizia Baffi -. In queste settimane e mesi di confronto ho potuto toccare con mano che lealtà, correttezza e rispetto sono valori fondanti in questa comunità politica. L’obiettivo comune è quello di far rialzare la Lombardia. Se cresce Fdi in Lombardia, cresce la Lombardia. Entro in punta di piedi mettendo a disposizione la mia storia e il mio lavoro”. Baffi non si è risparmiata nemmeno una stilettata nei confronti dei suoi due ex partiti. “Sono una renziana di ferro, quindi chi dovrebbe piangere di più sul mio addio è Matteo Renzi. Non avrei mai fatto la tessera del Pd senza di lui, mi convinse Renzi con la sua ‘politica del fare’ che condivido ancora. Ci siamo allontanati con Italia Viva sulla questione delle ‘mozioni di sfiducia’ a Fontana e sulla commissione d’inchiesta sul Covid” ha infatti aggiunto. Nessun rimpianto, invece, nei confronti del Pd: “evidentemente non piacevo tantissimo a questa area. Con il Pd abbiamo fatto sempre reciprocamente fatica a comprenderci. Mi hanno attaccato duramente quando ho seguito Renzi”. La coordinatrice regionale di Fratelli d’Italia, Daniela Santanché, oltre a dare il benvenuto, anche a nome di Giorgia Meloni, a Patrizia Baffi, ha spiegato che “Fdi ha in corso più interlocuzioni a livello di Regione Lombardia perché il nostro progetto sta avendo sempre più consensi. Stiamo parlando con altri consiglieri vicini al nostro modo di essere e sono abbastanza fiduciosa che prossimamente potremo avere altri ingressi nel partito”. ANSA

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Cento milioni da Regione contro il rischio idrogeologico

Cento milioni da Regione contro il rischio idrogeologico. Via libera dal Consiglio regionale della Lombardia a uno stanziamento di 101 milioni di euro nel biennio 2021-22, destinato a Comuni ed Enti locali. “Si tratta dell’ennesima importante iniezione di liquidità a sostegno del tessuto economico lombardo attuata da Regione, nell’ambito del cosiddetto “piano Lombardia” voluto dal presidente Fontana”, ha commentato il Consigliere Segretario dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, Giovanni Malanchini. Destinando agli Enti locali 24,5 milioni nel 2021 e 76,5 milioni nel 2022, “Regione intende dare l’ennesima spinta per la ripartenza economica post Covid-19, finanziando tutta una serie di tipologie di investimenti sul patrimonio pubblico. Ricordiamo infatti che questo mega stanziamento va ad aggiungersi ai 400 milioni già destinati a maggio 2020 a Comuni e Province lombarde”, ha spiegato l’esponente della Lega. In particolare, verranno finanziati interventi di difesa del suolo e di prevenzione del rischio idrogeologico, opere di messa in sicurezza di strade, ponti e viadotti, edifici e strutture di proprietà comunale (con precedenza per gli edifici scolastici), interventi di sviluppo di sistemi di trasporto pubblico, progetti di rigenerazione urbana, riconversione energetica e utilizzo fonti rinnovabili, e infine bonifiche ambientali dei siti inquinati, oltre all’acquisto di impianti, macchinari, attrezzature tecnico-scientifiche, mezzi di trasporto e altri beni mobili a utilizzo pluriennale. “I Comuni beneficiari del contributo – aggiunge Malanchini – dovranno affidare i lavori per la realizzazione delle opere pubbliche entro il 10 settembre 2021 per poter assicurare il pieno impiego delle risorse, che verranno suddivise in base alla popolazione residente. Sono certo – conclude – che anche in questa occasione i nostri sindaci sapranno usare al meglio queste risorse per realizzare opere utili ai cittadini e per far ripartire la nostra economia”.  

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Milano si aggiudica il bando internazionale “zero emissioni urban goods transportation technical assistance programme”

Milano si è aggiudicata il bando internazionale “Zero Emission Urban Goods Transportation Technical Assistance Programme”, lanciato da C40 per incentivare la logistica urbana e la consegna delle merci a zero emissioni. Questo è quello che possiamo leggere sul sito del Comune di Milano. Ma perché è importante questa notizia? Milano diventerà una città  che farà da modello nello sperimentare un nuovo modo di distribuire merci utilizzando solo mezzi elettrici e cargo-bike. Fondamentali saranno i city hub, cioè una service economy su strada. In poche parole sono tutti quei nuovi punti in città che svolgono funzione di servizi, di condivisione ed anche di aggregazione…esempi di sharing economy come le edicole milanesi, a cui ormai ci siamo abituati con la presenza già in vari quartieri, che saranno distribuiti in più punti nella nostra cara Milano e da cui partiranno le spedizioni. Il bando è super interessante e ci potrà aiutare su alcuni problemi che penzolano sulla testa della nostra città, da ormai troppo tempo: l’aria inquinata e il traffico. Cosa sicuramente interessante e positiva ma spero anche che si tengano in considerazione alcune questioni: – Il modello di consumo attuale basato sulle lunghe distanze, non è sostenibile con una attuazione di questo nuovo processo di distribuzione. In questo progetto si favoriranno quindi la produzione locale e le piccole-medie imprese sul territorio. Ottima cosa direi; – si faranno circolare più mezzi elettrici, ma come? Con quali risorse? Con quale energia? Ormai è ora di pensare a come impostare la transizione energetica, anche sulla base di modelli esteri già attivi da tempo, perché no? Non si sa come mai, perché qui in Italia non vengono mai presi in considerazione per migliorare la situazione esistente andando così verso una green economy vera e pura; – Più cargo-bike? Sì, ma in sicurezza? Vera sicurezza? Favoriamo le piste ciclabili organizzate con criterio e sviluppiamole sull’intera città e non ad intermittenza come accade da noi a Milano. Bisogna ristudiare l’attuale mobilità a due ruote, perché certi punti, diciamoci la verità, sono proprio un terno al lotto su chi passa prima e su chi ne esce salvo; – ultimo punto ma non di meno importante, difendere i diritti di chi lavorerà in questo nuovo progetto, perché molte volte, anzi spesso, questi vengono proprio calpestati. Inoltre, come già si sa da decenni ormai, l’aria malsana che respiriamo a Milano, ma non solo qui ovviamente, ma nell’intera Lombardia purtroppo, non deriva solo dal traffico ma anche da moltissimi altri fattori che ne determinano il primato per malattie polmonari fino ad arrivare alla terribile parola “tumore”. Essendo in una conca la Lombardia, che è accerchiata da colline e da monti, l’aria non ha abbastanza forza per spazzare via quello che ci respiriamo nell’arco della nostra giornata, anche quando dormiamo quindi e questo è un punto che dovremmo avere sempre presente, quando andiamo a parlare di aria e di provvedimenti verso l’inquinamento. Ovviamente le cause sono molteplici, non si riduce tutto solo a questi termini. Questo dovrà quindi essere solo un piccolo passo di una serie di interventi che dovranno coinvolgere l’intero Nord Italia. Ma veniamo al C40 Cities. Ne avete mai sentito parlare? È una rete globale costituita dai Sindaci delle maggiori città del mondo impegnate in politiche e programmi new green deal, per la riduzione di emissioni di gas serra e per la lotta ai cambiamenti climatici. L’obiettivo è quello di condividere le buone pratiche per aiutare le varie amministrazioni a superare le sfide ambientali che cambiano continuamente. Tra le varie città che fanno parte del progetto (più di 80), Milano si distingue per la raccolta differenziata dei rifiuti e dell’organico, ma non solo anche per la sua Food Policy. Ma a Milano, c’è ancora molto da fare. Vedremo quali saranno gli sviluppi verso la green  economy dei prossimi 5 anni di mandato amministrativo per la nostra città che verranno. Noi milanesi, ci aspettiamo una vera transizione energetica green e non un surrogato come fin’ora ci hanno appioppato.

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Santanché: Fratelli d’Italia non viene coinvolta nelle decisoni in Regione

“Non voglio entrare nello specifico dei disservizi informatici che si sono registrati negli ultimi giorni per la somministrazione dei vaccini che hanno spinto il presidente Fontana a chiedere un passo indietro del Cda di Aria, perché sono sicura che la Regione gestirà l’emergenza. Tuttavia è giusto sottolineare che Fratelli d’Italia non viene coinvolta quando ci sono decisioni da prendere”: lo dichiara Daniela Santanché, coordinatrice regionale lombarda di Fratelli d’Italia. “Alcune scelte strategiche del passato non ci avevano soddisfatto e lo avevo detto a tempo debito. Ma quello che importa adesso è risolvere i problemi e farlo compatti con tutta la maggioranza, senza che le decisioni vengano prese dalle forze politiche – prosegue -. Fratelli d’Italia si mette a disposizione nel momento più difficile, perché non si nasconde dietro a un dito e perché vuole lavorare per il bene dei lombardi, ma deve essere messa nelle condizioni di farlo”.

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Arancione scuro di imbarazzo

Arancione scuro di imbarazzo. La Regione ha scelto di chiudere in fretta e furia scatenando le comprensibili ire di tutti. “Per un giorno cosa sarebbe cambiato?” ha chiesto un genitore? A livello sanitario pochissimo, mentre per le famiglie moltissimo. Perché oggi dovranno lanciarsi i bambini tra un appuntamento di lavoro e l’altro. E questo per chi ha la fortuna di un lavoro con una certa flessibilità. Gli altri si sono presi uno sberlone immotivato come ha rilevato Daniela Santanché: Non si possono chiudere le scuole perché c’è il rischio sanitario in Lombardia a causa della velocissima espansione della pandemia mettendo così nel caos più totale le famiglie. Ma che rispetto è per la gente che vive del proprio lavoro? Spostare di 24 ore l’annuncio è rimandare a Lunedì la chiusura sarebbe stato un atto di grande capacità di governo. Bisogna avere rispetto per i cittadini e per chi lavora. E dare la conferma come governo di centrodestra della Regione di essere alla altezza di saper gestire le situazioni complesse. Invece no. Hanno preferito chiudere tutto senza avviso come un Giuseppe Conte qualsiasi, qualcuno dice per evitare che oggi fosse il cts a deciderlo. Perché Fontana ormai sembra solo intenzionato a perseverare nella sua guerra a Roma. Dovrebbe pensare ai lombardi, ma lo abbiamo perso. Avrebbe bisogno di riposo, invece resta lì. Attaccato alla poltrona. Eppure le prove dei fallimenti c’erano già e non dovrebbe temere nulla. L’arancione scuro di imbarazzo è solo l’ultimo passo: tutti hanno capito che la priorità del presidente non è la Lombardia, ma la sua reputazione personale. Sta usando la Lombardia per difendere sè stesso e le aziende di famiglia. Ma davvero possiamo affrontare un altro anno di pandemia con il solo scopo di salvare Attilio il milionario svizzero? Forse la Lombardia merita di più.

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Esodo giuliano-dalmata-istriano: i vincitori del concorso scolastico promosso dal Consiglio regionale

Esodo giuliano-dalmata-istriano: i vincitori del concorso scolastico promosso dal Consiglio regionale. “Negli anni drammatici tra il 1943 e il 1947 oltre 300mila italiani dell’Istria, della Dalmazia e di Fiume dovettero scappare e abbandonare terre, case, affetti e lavoro: parecchie migliaia di loro vennero torturati e uccisi dentro le voragini naturali del Carso. Sono state pagine terribili della recente storia italiana, troppo spesso ancora oggi dimenticate sui libri di scuola e dalla storiografia. E’ più che mai doveroso quindi anche da parte delle istituzioni adoperarsi per ristabilire una memoria condivisa e sconfiggere l’indifferenza. Abbiamo e avvertiamo forte la responsabilità di trasmettere e far conoscere la verità dei fatti, anche come atto, seppur tardivo, di riparazione nei confronti di ciascuna vittima delle foibe e dei loro familiari”. Lo ha sottolineato il Presidente del Consiglio regionale della Lombardia Alessandro Fermi intervenendo questa mattina nell’Aula consiliare di Palazzo Pirelli alla premiazione del concorso destinato alle scuole superiori lombarde in ricordo del martirio giuliano-dalmata-istriano, promosso dal Consiglio regionale della Lombardia e giunto quest’anno alla sua 13° edizione. La “tragedia dimenticata” dei martiri delle foibe  viene onorata ogni anno in Consiglio regionale nel “Giorno del Ricordo”, solennità nazionale istituita dal Parlamento. Alla cerimonia, trasmessa in diretta streaming sul sito del Consiglio regionale, sono intervenuti anche il Consigliere Segretario e Presidente della Commissione di Giuria Giovanni Malanchini, Marcella Fusco in rappresentanza dell’Ufficio Scolastico regionale, i Consiglieri regionali Curzio Trezzani, Presidente della Commissione Cultura, e Fabio Pizzul. Per l’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD) ha portato il saluto il Presidente della sezione di Milano Matteo Gherghetta. Era presente anche l’Assessore regionale alla Sicurezza Riccardo De Corato, unitamente alla Presidente del Comitato Paritetico Barbara Mazzali e all’Assessore regionale alla Famiglia e Solidarietà sociale Alessandra Locatelli. “I lavori presi in esame dalla Commissione sono stati tutti significativi e validi per i contenuti evidenziati –ha sottolineato Giovanni Malanchini-. Nostro dovere morale e istituzionale è oggi quello di contrastare certe teorie revisioniste sbagliate e inaccettabili e di riportare così nella giusta luce il sacrificio di quella parte d’Italia che pagò per tutti la sconfitta militare del Paese. Dobbiamo adoperarci perché il testimone di quelle memorie possa essere consegnato alle nuove generazioni affinchè tragedie simili non si ripetano mai più”. Quest’anno il concorso ha avuto come tema: “Foibe ed esodo Giuliano Dalmata: storia e memoria del 10 febbraio” e ha visto la partecipazione di scuole secondarie di I° e II° appartenenti a 4 province diverse (Bergamo, Lodi, Milano e Varese). Complessivamente sono stati presentati 26 elaborati tra individuali e di gruppo, realizzati da 105 studenti. A causa delle disposizioni vigenti legate alla situazione emergenziale creata dal COVID-19, per questa edizione i vincitori non avranno la possibilità di effettuare il viaggio nelle terre della Venezia Giulia e della Dalmazia, come previsto dalla legge regionale istitutiva del concorso, ma le loro scuole riceveranno un contributo economico. Alle scuole vincitrici verrà erogato un contributo di cinquemila euro per la classe prima classificata (tremila per la seconda classe classificata e duemila per la terza) e di 1500 euro per il primo studente classificato nell’elaborato individuale (mille euro al secondo, 500 euro al terzo). In concomitanza con la cerimonia di premiazione questa mattina le bandiere di Palazzo Pirelli, su indicazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri, sono rimaste esposte a mezz’asta in memoria delle vittime delle foibe, dell’esodo Giuliano-Dalmata-Istriano e delle vicende che hanno interessato il confine orientale. Di seguito l’elenco delle scuole e degli studenti vincitori: VINCITORI PER ELABORATO DI GRUPPO O CLASSE: 1° classificato: LICEO “PRIMO LEVI” DI SAN DONATO MILANESE (MI) con il video dal titolo “Ricordati di ricordare” 2° classificato: ISTITUTI “DELL’ACQUA” E “BERNOCCHI” DI LEGNANO (MI) con un elaborato composto da due video e tre ritratti a matita intitolato “Parole che rimarranno nella memoria: Pola… e non Pula” 2° classificato ex aequo: ISTITUTO COMPRENSIVO DI I° GRADO “MARIO BORSA” DI SOMAGLIA (LO) con il video dal titolo “Il dramma delle Foibe” 3° classificato: ISTITUTO COMPRENSIVO DI I° GRADO DI VERGIATE (VA) con il video dal titolo “Ulisse – 10 febbraio Giorno del Ricordo” 3° classificato ex aequo: LICEO ARTISTICO GIACOMO E PIO MANZU’ DI BERGAMO con il video dal titolo “Paura del ricordo” VINCITORE PER ELABORATO INDIVIDUALE SCUOLA SECONDARIA DI I° GRADO 1° classificato: Vittoria Massari dell’ISTITUTO COMPRENSIVO DI I° GRADO “MARIO BORSA” DI SOMAGLIA (LO) con la poesia “Il dramma delle Foibe” VINCITORI PER ELABORATO INDIVIDUALE SCUOLA SECONDARIA DI II° GRADO 1° classificato: Giulia Crevena del LICEO ARTISTICO GIACOMO E PIO MANZU’ DI BERGAMO con una fotografia che richiama “quello che è stato, quello che si è perso: una terra e una identità” 2° classificato: Nicola Finazzi del LICEO ARTISTICO GIACOMO E PIO MANZU’ DI BERGAMO con una fotografia che richiama “il fuoco che avvampa i chiodi utilizzati per chiudere le casse con le suppellettili di chi era costretto ad andarsene” 3° classificato: Elia Ferrante del LICEO ARTISTICO GIACOMO E PIO MANZU’ DI BERGAMO con una fotografia che richiama “l’eloquenza degli oggetti di uso quotidiano per risvegliare il ricordo” 3° classificato ex aequo: Manuela Ongaro del LICEO ARTISTICO GIACOMO E PIO MANZU’ DI BERGAMO con una fotografia che riprende “sotto il cielo plumbeo un vecchio che guarda l’orizzonte di quello che era e non è più”

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