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Sindacati: regione faccia un passo indietro sull’utilizzo al 100% dei mezzi

“Liberi tutti non è certo la soluzione al problema, Regione Lombardia ci ripensi”: lo chiedono Filt Cgil, Fit Cisl e Uilt Uil dopo l’ultima ordinanza che ripristina la possibilità di utilizzo al 100% dei posti sui mezzi pubblici. “Con le attuali norme i numeri dei passeggeri sono in graduale crescita, il rischio di una decisione del genere – notano i sindacati – è che si faccia un passo indietro sulla fiducia nell’utilizzare il mezzo pubblico”. L’ordinanza, per i sindacati, “mette a rischio la salute di chi lavora e di chi utilizza il trasporto pubblico locale” ed è una “decisione per la quale non è chiaro quali siano le novità scientifiche o sanitarie che inducono la regione più colpita a ripristinare la capienza massima dei mezzi” e che “non incentiverà le persone a tornare ad utilizzare i mezzi pubblici che oggi ancora vengono utilizzati al di sotto del 30%”. ANSA

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Fontana: Regione corretta. Bloccato un bonifico del Governatore verso Dama

“Da pochi minuti ho appreso con voi di essere stato iscritto nel registro degli indagati. Duole conoscere questo evento, con le sue ripercussioni umane, da fonti di stampa“. Lo ha scritto nella tarda serata di ieri su Facebook il governatore Attilio Fontana, dopo la notizia dell’indagine a suo carico nella vicenda della fornitura di camici alla Regione da parte della società Dama, gestita da suo cognato Andrea Dini e di cui sua moglie detiene il 10% delle quote. “Sono certo dell’operato della Regione Lombardia che rappresento con responsabilità“, ha aggiunto Fontana. Ci sarebbe un tentato versamento alla Dama spa da un proprio conto in Svizzera, sul quale nel 2015 aveva fatto uno “scudo fiscale” per 5,3 milioni, dietro l’iscrizione nel registro degli indagati del presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, per il caso dei camici. Il reato ipotizzato, secondo la ricostruzione del Corriere della Sera, è quello di “frode in pubbliche forniture“. Il 19 maggio, quattro giorni dopo una generica intervista di Report, Fontana cercò di fare un bonifico per arginare quello che il quotidiano definisce “il rischio reputazionale” insito nei 75.000 camici e 7.000 set sanitari venduti per 513.000 euro alla Regione il 16 aprile dalla società Dama spa del cognato Andrea Dini e (per il 10%) della moglie Roberta. Secondo la ricostruzione del Corriere, il governatore lombardo tentò di bonificare alla Dama 250.000 euro, cioè gran parte del mancato profitto al quale il cognato sarebbe andato incontro facendo l’unilaterale gesto di tramutare in donazione alla Regione l’iniziale vendita dei 75.000 camici e di rinunciare a farsi pagare dalla Regione i 49.353 camici e 7.000 set già consegnati. La milanese Unione Fiduciaria, incaricata il 19 maggio da Fontana del bonifico, secondo Il Corriere bloccò il pagamento perché in base alla normativa antiriciclaggio non vedeva una causale o una prestazione coerenti con il bonifico, disposto da soggetto “sensibile” come Fontana per l’incarico politico. E così la fiduciaria fece una “Sos-Segnalazione di operazione sospetta” all’Unità di informazione finanziaria di Banca d’Italia, che la girò a guardia di finanza e Procura. ANSA  

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Fondi Lega: perquisizione della Finanza in Regione

I finanzieri del Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf di Milano stanno acquisendo documenti negli uffici della Regione Lombardia nell’inchiesta con al centro la presunta compravendita a prezzo gonfiato, tra il 2017 e il 2018, di un immobile per la Lombardia Film Commission. Lo ha appreso l’ANSA. L’indagine nei giorni scorsi ha portato al fermo del “prestanome” Luca Sostegni e vede indagati tre commercialisti vicini alla Lega. La Gdf sta acquisendo documenti relativi agli stanziamenti regionali a favore della LFC. ANSA

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Legge regionale rischia di bloccare bike sharing

L’ultima ordinanza della Regione Lombardia sull’emergenza Covid “definisce alcune norme per il bike sharing che rischiano di bloccare il servizio. Infatti prevede che dal 4 giugno bisogna garantire che i cittadini si igienizzino le mani, o in alternativa fornire i guanti“. E’ quanto ha scritto sulla sua pagina Facebook l’assessore alla Mobilità del Comune di Milano, Marco Granelli. “Il bike sharing era tornato al 50% del servizio, aiutandoci a non saturare i mezzi pubblici e a togliere alcune auto dal traffico. Così rischiamo invece di spostare altre persone su bus e metropolitane e avere più auto in città – ha aggiunto -. Usiamo le stesse norme rese obbligatorie dal 4 maggio per treni, bus, tram e metropolitane e taxi e cioè obbligo guanti e mascherine, e pulizia periodica dei mezzi, ma senza altre prescrizioni. Perchè per il bike sharing le aziende dovrebbero fornire i guanti ai clienti e Trenord non li fornisce ai passeggeri dei treni?“. “Forse prima di fare ordinanze, un poco di riflessione e di consultazione non guasterebbe – ha concluso -. Abbiamo già scritto a Regione per far cambiare. Speriamo ci ascoltino“. ANSA

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Regione. Mozione contro Gallera: pesante sconfitta per il PD

E’ stata votata in Consiglio Regionale una mozione con cui il Partito Democratico chiedeva al Presidente Fontana di “rivedere radicalmente l’assetto, politico e tecnico, dell’Assessorato al Welfare e dei vertici della sua Direzione Generale, poiché è venuta meno la fiducia necessaria, indispensabile per affrontare con determinazione la fase della ripresa e garantire la progressiva normalizzazione del sistema sanitario e sociosanitario in una situazione di pandemia che ancora non può essere considerata sotto controllo”. Il capogruppo del Pd in Regione Lombardia Fabio Pizzul, aveva spiegato che, anche se tecnicamente non si trattava di una mozione di sfiducia, lo era “politicamente“, perché il Consiglio si sarebbe espresso “con un voto sulla gestione della Fase 1 in Regione Lombardia“. E il consiglio si è espresso. assegnando a Gallera una maggioranza schiacciante: 43 voto contrari alla mozione (fra cui alcuni di Consiglieri di opposizione), 23 favorevoli e 2 astenuti. Prima del voto l’Assessore Gallera era intervenuto in aula dichiarando che quando “è stata presentata la richiesta di una commissione d`inchiesta, pensavo ci fosse la voglia di esercitare fino in fondo il proprio ruolo, di approfondire, di cerare un momento e un luogo in cui ragionare su quello che è successo“, poi, appreso “con sbigottimento” della mozione, ha capito che da una parte politica era già stata “fatta l’analisi e tratte le conclusioni o meglio ancora le sentenze“. “Io ho la coscienza a posto – ha proseguito Gallera – per l’impegno che abbiamo messo e quello che abbiamo fatto. Quello che però non posso consentire e che non si riconosca il merito di infermieri, oss, personale medico, dell’unità di crisi e della direzione generale Welfare che voi volete mandare a casa e smembrare, perché hanno fatto un lavoro straordinario“, per poi spiegare, “Dal punto di vista nazionale abbiamo avuto indicazioni che sono state contraddette o modificate nell’arco di poche ore. Noi abbiamo avuto uomini e donne che hanno guidato una macchina a fari spenti in una notte buia, e hanno cercato di tenerla in strada questa macchina, prendendo decisioni per dare una risposta di vita“, per poi aggiungere, “C’è stata una bomba che è esplosa. La tempestività è stata pazzesca” con ad esempio, ha ricordato, l’incremento da 700 a 1700 posti letto in terapia intensiva. L’aula ha dimostrato di credere in Gallera che al termine della seduta si è limitato a dichiarare, “Ringrazio i consiglieri regionali per la fiducia. Anche i tre dell’opposizione che hanno NO alla mozione del PD“. A uscire “sfiduciato” dal Pirellone è quindi il PD, in particolare il gruppo dirigente che, insistendo nel volere attuare politiche fuori luogo, fuori tempo e sgradite anche a parte dell’opposizione stessa, ha procurato al partito una sonora sconfitta.  

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Distribuzione delle mascherine ancora a rilento

Distribuzione delle mascherine ancora a rilento. Da diverse parti di Milano si segnalano ritardi nella consegna dei dispositivi di protezione, ma fatto ben più grave: i numeri sono bassi. Ieri abbiamo intervistato Giovanni Lorenzetti di Confesercenti che ci ha informato della distribuzione di 50 mascherine a edicola. Moltiplicati per le 400 edicole milanesi si arriva a ventimila pezzi. Su un milione e quattrocentomila persone è oggettivamente una goccia nel mare. Meglio di niente, ma neanche un numero che permette di dire che non ci sia un problema. La distribuzione delle mascherine ancora rilento si vede anche in altri casi: nei giorni scorsi il giornalista Riccardo Bonacina ha pubblicato un commento molto duro su Twitter per il metodo di rilascio in farmacia: Ragazzi è ufficale #Gallera e #Fontana sono inutili e pericolose comparse. Oggi in Farmacia, le mascherine della Reagione? Una (1) a chi dimostra di avere patologie gravi e reddito inferiore ai 30mila. Ma si può??? In Toscana, per dire, le distribuiscono a domicilio. A tutti Ora senza dover arrivare a ispirarsi a modelli esterni, Regione Lombardia inizia a rendersi conto che la distribuzione delle mascherine ancora a rilento non è l’unico passaggio della macchina burocratica che sta riscontrando dei problemi. Anche l’ospedale in Fiera procede veloce, ma sembra che nessuno abbia seriamente pensato a come usarlo negli anni a venire, dunque è difficile reclutare medici e infermieri. L’unica accelerazione vera pare dunque essere stata quella delle misure restrittive e qualche iniziativa isolata. Ma mentre si riempono i titoli dei giornali con conferenze e dichiarazioni la macchina operativa va ancora a rilento.

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