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Rettrice Bicocca si scusa con Nori

Si dice “profondamente rammaricata” ed è tornata ad invitare Paolo Nori a tenere un ciclo di incontri su Dostoevskij la rettrice dell’università di Milano Bicocca Giovanna Iannantuoni dopo le polemiche scatenate dalla decisione di rimandare il corso del romanziere. Decisione poi rientrata ma a cui è seguito il ‘no grazie’ di Nori. “Come Rettrice di Milano-Bicocca – ha scritto in una comunicazione – mi scuso per avere urtato diverse sensibilità in un momento così delicato, ma non era intenzione dell’Ateneo esercitare alcuna forma di censura”. “L’Università Bicocca – ha assicurato – è, e rimane, un luogo di libera manifestazione del pensiero, dell’insegnamento e della ricerca. Il nostro Ateneo da sempre persegue i principi di inclusione, agisce contro ogni discriminazione ed ha sempre dimostrato di essere accogliente verso tutte e tutti”. Ha ammesso l’errore sperando in un ripensamento: “l’errore è umano e, come ogni errore, anche questo deve servire a migliorare tutti noi attraverso la consapevolezza e la riconciliazione”. “Profondamente rammaricata per quanto accaduto con Paolo Nori – ha concluso la rettrice -, rinnovo l’invito allo scrittore a partecipare a un ciclo di incontri su Dostoevskij”. ANSA

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E ora Fontana e Speranza?

E ora Fontana e Speranza? Per i lombardi il nuovo governo guidato da Mario Draghi porta senza dubbio la buona notizia di Maria Cristina Messa, docente di altissimo livello e ex rettrice ricordata per aver rilanciato la Bicocca partendo dal riassetto dei conti. Oggi l’ateneo sarebbe lanciatissimo se non fosse per il Covid, ma è diventata un’università di sperimentazioni e ricerca in ogni campo, con pure i conti in ordine. Ma il nuovo governo rilancia una domanda: e ora Fontana e Speranza? Perché negli ultimi mesi abbiamo assistito a un surreale braccio di ferro su qualunque argomento, ma ora che la Lega e la sinistra sono al governo anche a Roma? Diciamo anche perché poco tempo fa Regione Lombardia ha preso come consulente un ex deputata Pd senza un motivo chiaro: è consulente per il Covid, ma a Palazzo Lombardia ce ne sono di esperti già a stipendio. Forse serviva un supporto in più, forse erano già avviate le trattative per costituire il nuovo governo. Chissà. Intanto si apre una nuova fase e il dubbio è: cederà qualcuno o si farà finta di niente? Perché ci sono ricorsi al Tar, insulti e accuse. Fontana pareva sul punto di chiedere lo spostamento del capoluogo regionale a Varese per costruirci intorno un fortino stile Fort Apache. Speranza una settimana sì e l’altra no pareva deciso a commissariare una sanità lombarda fuori controllo. E ora che proprio la Lega di Varese governa insieme a Liberi e Uguali? In fondo Salvini ha iniziato come comunista, potrebbe essere il nuovo asse per il futuro. Lega e Partito democratico con LeU. Di per sé i numeri ci sono e gli italiani hanno votato le alleanze più strane. Ma questo è un tema del futuro. Nel presente i problemi sono altri, come il tono delle telefonate tra il governo regionale lombardo da lunedì. O l’Istituto superiore di sanità che probabilmente a questo punto diventerà il miglior istituto italiano o europeo, celebrato dagli stessi giornali su cui Fontana comprava pagine per denunciare il presunto attacco alla Lombardia. Il bello di questi tempi moderni è che tutto può succedere. Tutto.

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