roberto rasia dal polo

Rasia Dal Polo ancora ci crede

Rasia Dal Polo ancora ci crede. Sia chiaro: noi gli auguriamo di farcela, anche se parla con tutti tranne che con noi. Si sarà offeso quando lo abbiamo descritto per quello che è: un kamikaze pronto per la Lega. Nonostante ciò gli abbiamo dichiarato la disponibilità a parlare sul nostro giornale. Intanto piano piano la verità si fa strada anche in lui: nelle ultime dichiarazioni pubbliche ha ammesso il segreto di Pulcinella, cioè che a chiamarlo non è stato “un partito” ma la Lega. E intanto mentre il Gruppo Pellegrini ha preso le (equi)distanze dai candidati, Rasia Dal Polo ancora di crede. Gli alleati dei leghisti meno, perché nelle sue due prime proposte pubbliche ha rispolverato un’idea di Pierfrancesco Maran e una di Carmela Rozza. Non proprio un inizio entusiasmante per uno candidato a guidare il centrodestra. Ma abbiamo provato a sentirlo proprio per offrirgli la possibilità di spiegare un inizio così goffo, ma ha preferito aspettare l’ufficializzazione della candidatura. E noi aspettiamo. Perché tanto per cambiare il centrodestra ha annunciato “a breve” la scelta dello sfidante di Giuseppe Sala. (Quello onesto, ricordate?) Così tra una crisi di governo e il virus che torna a dilagare, lorsignori hanno annunciato il nome a breve. Per qualcosa come la quinta volta. E intanto Rasia Dal Polo ancora ci crede anche se pare se la debba vedere con l’ex ministro, Maurizio Lupi e Maurizio Dallocchio, docente della Bocconi. Nomi pesanti. Dunque se Rasia Dal Polo ce la facesse, sarebbe già una piccola grande vittoria.

Rasia Dal Polo ancora ci crede Leggi tutto »

Scusi Roberto ma davvero servono vigili immigrati?

Scusi Roberto ma davvero servono vigili immigrati? Glielo chiediamo onestamente perché il centrodestra di Milano che lei vorrebbe rappresentare alle prossime elezioni dimostra da anni apertura e lungimiranza, ma questa sembra una proposta più da sinistra. Nei Paesi del nord Europa si è puntato su integrazione totale e il risultato è stata la Svezia dove le bande criminali di immigrati di seconda generazione hanno il controllo di fatto di molti quartieri. O in Gran Bretagna dove sono legali i tribunali islamici. Noi davvero vogliamo prendere esempio da quelle esperienze? Perché siamo amanti delle libertà europee, ma questo modello sembra un fallimento su tutta la linea. A partire proprio dalla sicurezza. Non sarebbe meglio ad esempio puntare sulla formazione degli agenti della polizia locale? Esistono fondi appositi, per cui non costerebbe nemmeno qualcosa alle casse comunali. Oppure si potrebbero prendere come consulenti o agenti aggiunti i tanti italiani che hanno già studiato le lingue straniere più in voga oggi (oltre all’inglese ovviamente). Sono soluzioni forse più compatibili con uno schieramento che se non mette sempre prima gli italiani, almeno non li mette dopo. Per questo torniamo a chiederle: Scusi Roberto ma davvero servono vigili immigrati? Perché sembra un po’ un’idea da Sala al contrario: mentre l’attuale primo cittadino è diventato qualcuno grazie al centrodestra e poi si dichiara di sinistra, anche se la sua collocazione naturale è il 20121. Lei cosa vuole fare, stare a destra proponendo cose di sinistra? Per carità, la campagna è sua e se la gestisce lei, però potrebbe perdere l’aiuto di molti che non vogliono votare a sinistra. Anche lei forse non deve dimenticare la lezione di Stefano Parisi: da solo non vince nessuno, solo tutti insieme si arriva a vincere le competizioni. Allora forse per vincere le ultime resistenze sul suo nome come candidato non è il caso di sbandare a sinistra.

Scusi Roberto ma davvero servono vigili immigrati? Leggi tutto »