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Fratelli d’Italia: “Il fallimento dell’accoglienza sotto i ponti della Martesana”

Fratelli d’Italia: “Il fallimento dell’accoglienza sotto i ponti della Martesana”. “Su invito di alcuni cittadini, che ci hanno segnalato un accampamento di senzatetto sotto i ponti ferroviari che scavalcano il percorso ciclopedonale che corre lungo la Martesana vicino al Parco Piccola Goccia, con l’Onorevole Marco Osnato, abbiamo svolto un sopralluogo  per verificare le condizioni in cui vivono queste persone”, spiega Otello Ruggeri, presidente del Circolo Nord Est Milano di Fratelli d’Italia. “Oggi abbiamo potuto toccare con mano la Milano dell’accoglienza di Majorino, di Sala e della sinistra benpensante – commenta l’onorevole Marco Osnato – osservando come, solidarietà, fratellanza e la vicinanza esistano solo a parole, ma nei fatti si abbandonano italiani, immigrati, giovani, meno giovani e donne a vivere nel fango circondati da sporcizia e carcasse di animali in decomposizione. Noi crediamo – continua Osnato – che situazioni del genere nella Milano del 2020 non possano più essere tollerate. Sia per la sicurezza dei milanesi, sia per la dignità delle persone che accogliamo in Italia promettendo loro una vita migliore. Questa – conclude – non può certo essere rappresentata da un permesso di soggiorno che da diritto a un  giaciglio di fortuna sotto un ponte a fianco della Milano che corre”. “Fa specie pensare che questo accampamento si trovi al centro di due iniziative tanto decantate dalla sinistra milanese:  i Giardini Bing e i Murales pro accoglienza del parco Piccola Goccia. – Aggiunge Ruggeri – Evidentemente, quelli che le promuovono parlando di accoglienza e inclusione, preferiscono non vedere come, a pochi metri da esse, i loro propositi siano drammaticamente smentiti dalla realtà”.

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Sala punge il centrodestra sul candidato 2021

Sala punge il centrodestra sul candidato 2021. Mentre partecipa all’avanzamento di lavori non avviati da lui, il sindaco solleva una questione sollevata anche su l’Osservatore: manca il candidato del centrodestra. E non solo: non si capisce nemmeno quale sia il piano per la città che Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega abbiano in testa per Milano. Nessuno ne parla a meno di non ridursi solo a criticare la giunta o le piste ciclabili. Il fianco era scoperto e il primo cittadino ha affondato la lama. A margine dell’arrivo della talpa escavatrice alla stazione Solari della futura linea M4 della metropolitana milanese, il sindaco Giuseppe Sala e’ tornato sul tema delle elezioni comunali del prossimo 2021. “Il centrodestra – ha affermato – e’ alla ricerca di spazi in cui dire qualcosa di diverso, ognuno fa la sua parte e io parlo con rispetto di tutti. Dico che il nostro progetto di citta’ e’ chiaro, puo’ essere discutibile, e su quello chiamero’ Milano a un confronto e spero proprio che non sia solo con quelli che sono dalla mia parte ma con la citta’. Il punto – ha rilevato – e’ quale sia il progetto del centrodestra. Ho sentito dire da esponenti della Lega che a ottobre si sapra’ il loro candidato, anche se doveva essere settembre. Lo stesso si potrebbe dire di me. Non e’ un problema di attendismo, pero’ vediamo se davvero a ottobre avranno un candidato, mi pare che abbiano una rosa tra cui scegliere. Beati loro”, ha concluso. Lui stesso non ha ancora sciolto la riserva, perché a quanto dicono sta aspettando di vedere se lo mettono a capo della nuova mega società di Stato che controllerà le reti internet e telefoniche. Ma almeno di lui si sa: se riesce a tornare nella parte di “giro grosso” dove ti pagano tanto sarà contento di andarsene, altrimenti ripiegherà sul secondo mandato per avere se non i soldi almeno il potere. Il centrodestra del canto suo sta attendendo Salvini: se perde politicamente alle prossime tornate elettorali i suoi nemici interni al partito e alla coalizione si solleveranno, altrimenti dovrà decidere se candidare Silvia Sardone. Lei andrebbe così a completare un duetto iniziato anni fa col marito Roberto Di Stefano: lei diventa sindaco di Milano, mentre lui va a fare il presidente della Regione. L’accordo coniugale in fondo è sempre stato quello: a Silvia la città, a Roberto la provincia. Un patto di ferro che sta perdurando e adattandosi ai tempi.

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Sala “risponde” a Majorino su Milano 2021

Sala “risponde” a Majorino su Milano 2021. Con un post pubblico sul proprio profilo Facebook, il sindaco Giuseppe Sala risponde al lungo post con cui Pierfrancesco Majorino aveva fissato il programma elettorale della sinistra per le prossime elezioni. Una mossa decisa come nello stile dell’ex assessore, l’unico a opporre una vera candidatura a Sala alle ultime primarie civiche. Ma che non è sfuggita a una vecchia volpe come il primo cittadino che infatti risponde sullo stesso canale con un post altrettanto lungo. E altrettanto “fino”: se Majorino ha dimostrato più lucidità di altri stilando un programma, mentre gli altri erano imbambolati dalla questione SalaSì/SalaNo, il sindaco rilancia prospettando l’organizzazione del lavoro per i prossimi anni. Ci tiene a precisare infatti che non si tratta di Stati Generali o un branstorming, ma una maxi riunione operativa per stabilire i passi pratici da compiere nei prossimi anni. Una contromossa molto intelligente, perché non direttamente conflittuale, una sorta di gara di idee su chi è migliore e più accorto nell’amministrare la situazione. Si può pensare ciò che si vuole dei due politici, ma bisogna notare che a volte sanno portare la dialettica politica milanese ben più in alto della media quotidiana: dopo vent’anni di gara a chi rutta più forte, le gare in positivo sulla politica di qualità sono un buon segnale per la città, perché dove si riesce ancora a pensare c’è vita. Mentre Sala “risponde” a Majorino su Milano 2021, nel centrodestra non ci sono grandi sussulti in questo senso, anche se qualcosa si muove. Ecco dunque l’intervento di Sala: Stiamo vivendo un tempo complesso. Il virus genera ancora domande e preoccupazioni per ognuno di noi. La partenza della scuola è un primo appuntamento cruciale per verificare quanto abbiamo imparato a convivere con questa situazione. Ma proprio in questi momenti di incertezza io credo non si debba smettere di guardare al futuro. Partendo da alcuni punti fermi. Innanzitutto Milano ha certamente pagato un prezzo alto a questa pandemia in termini di lutti, di dolore e di sacrificio. Ma possiamo dire che la città ha resistito, che sarebbe certamente potuto andare peggio, con implicazioni molto pesanti per la Lombardia e il resto del Paese. Molte possono essere le spiegazioni, una di sicuro è la grande dedizione agli altri che anche in questa situazione le milanesi e i milanesi hanno saputo dimostrare, giorno dopo giorno, proteggendo al meglio le vite degli anziani, dei più deboli, dei meno avvantaggiati. Con una regia dell’amministrazione comunale che si è sempre fatta sentire. Rimane però il fatto che anche Milano dimostra di aver bisogno della definizione di strategie urbane e di gestione della vita cittadina che possano rimettere la salute delle persone e la qualità della vita al centro delle nostre decisioni e dei nostri investimenti. In questa prospettiva invito quanti mettono in dubbio la validità del metodo Milano a non confondere il fatto che le stagioni cambiano – a volte forzatamente, come nella situazione che stiamo vivendo – ma i valori e le qualità di base rimangono. Milano può contare sul connubio tra le sue istituzioni e un tessuto di università e centri ricerca, di imprenditoria e creatività, di cultura, di impegno civico e solidarietà che ne fanno una città basata sulla più ampia e fruttuosa collaborazione tra pubblico e privato. Questa Milano vive nella convinzione che solo l’apertura internazionale e la ricerca di nuove forma di socialità le consentano di essere protagonista di un momento storico complesso ma stimolante. Tutto ciò è vivo, è reale e corrisponde a un’idea di futuro per Milano chiara e precisa. E nella realtà noi arriviamo a questo appuntamento con idee ben chiare e programmi definiti: – la fase operativa del piano degli ex scali ferroviari – le Olimpiadi del 2026 e i nuovi impianti sportivi – i 3 milioni di alberi di ForestaMi – il Piano Quartieri – la rinascita dell’ex area Expo – le nuove metropolitane e un diverso modello di mobilità – la riqualificazione del nostro patrimonio di Edilizia Residenziale Pubblica – il rilancio dell’offerta culturale – la poderosa digitalizzazione della città, sia dal punto di vista dell’infrastruttura (copertura integrale in 5G) che dei servizi. Questi programmi configurano un’articolata e preveggente strategia di intervento che trova nel PGT 2030 un efficace inquadramento e che possono consentirci uno scatto in avanti. Certo, ci sono una serie di questioni ancora tutte da affrontare. Ne cito una, a titolo di esempio. Gli affitti a Milano sono troppo alti e rischiano di portare parte della popolazione più giovane a dover lasciare la città. Una soluzione non è facile da individuare, essendo tecnicamente non semplice inserirsi in accordi tra privati. Ma ci lavoreremo, su questo e su altro. Capisco che la prospettiva delle elezioni faccia sorgere domande sulla mia candidatura, ma sono convinto che oggi il mio dovere è dare un indirizzo a un percorso di crescita sostenibile in termini di opportunità di lavoro, di formazione, di servizi, di rispetto per l’ambiente, di accoglienza e di equità sociale. Il mio mandato non è finito, ho davanti 9 mesi di impegno per la mia città. Nel frattempo rimango assolutamente concentrato, come ritengo la gestione della candidatura di Milano come sede del Tribunale Unificato dei Brevetti possa dimostrare. Per questo nel mese di Ottobre chiamerò i milanesi a una riflessione collettiva sul nostro futuro. Non si tratterrà di una discussione vana, di un’ennesima edizione di Stati Generali. Anzi, ribalteremo la prospettiva. Non un brainstorming in un cui si discute di tutto come se si partisse da zero. Piuttosto la presentazione del nostro progetto, partendo da quanto fatto e pronti ad accogliere censure, emendamenti, idee migliorative sul futuro. Con un processo serio, strutturato e molto esteso che metterà tutte le rappresentanze, le competenze e le volontà pubbliche e private a confronto. Noi abbiamo a lungo riflettuto su quale città vogliamo essere. Studieremo insieme come percorrere le strade della nuova normalità. Tutti sono invitati, a patto che siano animati dalla volontà di mettere a disposizione le proprie competenze e da un sincero amore per questa

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Sala: ricandidatura? Per ora mi concentro su Milano

“Mancano 9 mesi” alle elezioni comunali per eleggere il prossimo sindaco di Milano, “e sono veramente tantissimi, per cui senza fare date, in questo momento la priorità è stare molto concentrati su Milano”. Così il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha risposto ai giornalisti che gli hanno chiesto le tempistiche con cui comunicherà se correrà o meno per un secondo mandato, a margine della commemorazione per la morte del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. “Sto lavorando con la mia giunta per preparare un percorso che, come spiegherò nei prossimi giorni, è ampiamente avviato ma per cui è il momento di raccogliere le opinioni dei milanesi – ha aggiunto -. La mia non è tattica ma è la volontà di rimanere molto concentrato con la mia giunta, sulle cose da fare“. Ai giornalisti che gli hanno chiesto se scioglierà la riserva a dicembre, come aveva fatto nel 2016, Sala ha risposto: “no, non penso. Io non voglio mettere in difficoltà nessuno nel caso non mi ricandidassi, sto lavorando con intensità per il futuro di Milano. È da escludere che io non ci stia pensando a ricandidarmi – ha concluso -. Sto facendo una serie di valutazioni che hanno carattere personale, per cui non voglio mettere in difficoltà nessuno“. ANSA

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De Chirico (FI): Sala tace sul caporalato alle porte di Milano

“Grazie a un blitz della Guardia di Finanza di Milano è stato scoperto lo sfruttamento di 100 braccianti schiavizzati per pochi euro nei campi alle porte di Milano, a Cassina de Pecchi”, lo rende noto Alessandro De Chirico, Consigliere Comunale di Forza Italia. “Alle Fiamme Gialle va il mio ringraziamento per aver condotto un’importante operazione contro il caporalato – continua l’azzurro –  Purtroppo nel Nord Italia la considerazione che viene data a questo fenomeno è quello riservato alla categoria delle leggende metropolitane. Purtroppo non è così. Già quand’ero consigliere di zona segnalai che in piazzale Lotto, alle prime luci dell’alba, c’era una centrale di reclutamento poi smantellata”. “Sorprende – conclude De Chirico – che Beppe Sala, paladino dei diritti, non dica una parola. Dal sindaco della Città Metropolitana, invece, non mi sorprendo per il totale silenzio che in ormai 5 anni d’incarico non è mai stato rotto”.

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Sala: con Grillo non ho parlato di politica

Con un post su Twitter, il Sindaco Sala ha smentito di avere parlato di politica, in particolare delle prossime elezioni milanesi, in occasione dell’incontro al mare con Beppe Grillo: “La giornata al mare da Beppe Grillo è stata molto piacevole e interessante” ha infatti scritto, aggiungendo, “Abbiamo parlato di tante cose ma non di ciò a cui tanti pensano e cioè delle elezioni milanesi“. Poi un particolare sull’ospitalità a casa Grillo: “Ah, ottima cucina…”, ha aggiunto tra parentesi. Una versione che non ha per niente convinto la quasi totalità degli esponenti del centrodestra milanese che ieri lo hanno criticato in massa.

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