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Lega – SAP: topi all’assalto della sede POLFER

“La sede della Polfer di Lambrate è letteralmente invasa dai topi, richiamati dai cumuli di sporcizia di cui è pieno il piazzale della stazione. Una situazione indecorosa e vergognosa per la dignità degli agenti, abbandonati al degrado. Persino le volanti hanno subito danni dal proliferare dei roditori che provengono da fuori, con fili rosicchiati e tane create dentro i motori. Il Comune di Milano proceda immediatamente con una derattizzazione massiccia nel piazzale della stazione di Lambrate: almeno per una volta dimostrino di avere rispetto per le forze dell’ordine. Non possono certo essere gli agenti a dare la caccia ai topi”.  Così Silvia Sardone, europarlamentare e consigliere comunale della Lega. “Le foto e i video della sede Polfer di Lambrate – commenta Massimiliano Pirola, Segretario Provinciale SAP Milano – sono a dir poco indegni per una città come Milano. Chi lavora per la sicurezza di una stazione tra l’altro problematica come quella di Lambrate non può operare in queste vergognose situazioni. Invitiamo il sindaco a farsi vivo da queste parti per rendersi conto personalmente del livello di degrado raggiunto. Il Sap proseguirà a denunciare tali situazioni fino a quando non saranno ripristinate le più basilari norme igienico-sanitarie a tutela di chi ogni giorno indossa con dignità e sacrificio la divisa”.

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Sap: “Via Cagni situazione insostenibile”

Sap: “Via Cagni situazione insostenibile”. Come già denunciato nel comunicato stampa del 30 Giugno u.s,, in merito allo scenario che quotidianamente si presenta di fronte la Caserma del Reparto Mobile della Polizia di Stato in via Umberto Cagni, ove ogni notte si accampano centinaia di richiedenti asilo politico siamo nuovamente costretti a segnalare che la situazione ha oltrepassato il limite. Quanto successo stamattina in via Cagni è veramente grave. I colleghi del III Reparto Mobile sono stati aggrediti prima con sputi ed oggetti e di seguito, per ripristinare la calma durante la ressa, con calci e pugni. Praticamente una polveriera che sta per scoppiare. I richiedenti sono costretti a rimanere al gelo per notti intere per sperare di poter essere ricevuti negli uffici per la richiesta d’asilo. Se poi la gestione delle file fuori via Cagni si lascia in mano alla criminalità (vedi servizi televisivi di “Striscia la notizia”), è normale che prima o poi la situazione degeneri e, cosa probabile, anche drammaticamente, considerato che stamattina sono stati trovati dei coltelli per terra dopo la rissa. Dopo i fatti incresciosi di stamattina questa O.S. è intervenuta immediatamente sia presso la Direzione del Reparto Mobile sollecitando ad interloquire con la Questura e, contemporaneamente, per le vie brevi con i vertici della Questura, chiedendo di rinforzare il servizio che ormai è diventato ORDINE PUBBLICO a tutti gli effetti. E’ stato chiesto di rinforzare con più unità il presidio e che sia inviato sul luogo un Funzionario responsabile che dovrà coordinare e prendersi le responsabilità dell’intervento del personale, non lasciando ai Capi Squadra e agli operatori il compito di decidere come e quando intervenire in base a circostanze che, di volta in volta, si verificano nella gestione dell’ordine pubblico. Di seguito si riporta il messaggio inviato alle ore 10.10 dall’ Ufficio Relazioni sindacali della Questura: “Al riguardo si rappresenta che la problematica è alla attenzione e nei prossimi giorni si terrà un tavolo congiunto in Prefettura (Questura, Prefettura, Comune e forse terzo settore) per la implementazione di piano, su nostra proposta, che intende intervenire per mitigare il problema. In sostanza ci si propone di intervenire sui gruppi in attesa periodicamente per censirli tutti e poter poi prevedere una programmazione per le presentazioni nei giorni seguenti(al momento le disposizioni ministeriali impediscono gli appuntamenti, ma abbiamo studiato un sistema per bypassare il limite nel rispetto di tutte le normative). Non è scontato che questo modello organizzativo funzioni, ma abbiamo il dovere di provarci per cercare di far diminuire la pressione quotidiana. Il progetto necessita della collaborazione del Comune e terzo settore. Noi siamo già in fase avanzata di organizzazione ed il Prefetto ci sta supportando e, come detto, ha già convocato un tavolo tecnico. In attesa di questa auspicabile evoluzione, atteso l’incremento dei numeri, predisporremo nei prossimi giorni dispositivi di op più corposi con il coordinamento di un funzionario.”. In attesa di ulteriori sviluppi, questa O.S. comunque ribadisce che l’accoglienza che un paese civile vuole assicurare non è sostenibile per un unico soggetto istituzionale ma è evidente che serve il contributo anche delle istituzioni comunali e può sorreggersi da un lavoro che coinvolge tutti i soggetti istituzionalmente. Il problema accoglienza non può essere lasciato totalmente nelle mani della Polizia di Stato.

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I sindacati della polizia piegano Sala su Area B e C

I sindacati della polizia piegano Sala su Area B e C. A raccontare della vittoria del buon senso sono gli stessi sindacati in una nota entusiastica: Area B Area C Oggi c’è stato il previsto incontro fra tutte le Organizzazioni Sindacali e l’Assessora alla mobilità del Comune di Milano, D.ssa Censi. Nell’ambito della riunione, grazie all’incessante opera rivendicativa dei Sindacati, si è giunti un’apertura del Comune verso il riconoscimento della specificità dei poliziotti. Nella fattispecie, sarà prevista fino al *30 settembre 2023* ( con l’impegno a nuovi confronti fra le parti) una soluzione che contemperi le esigenze dei professionisti della sicurezza con le esigenze di carattere ambientale. A breve sarà stipulato un protocollo ufficiale con la Questura, dove saranno specificati i dettagli e di criteri. La voce dei poliziotti è stata ascoltata!!!

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Tonelli: nulla di artistico nell’oltraggiare le forze dell’ordine

Tonelli: nulla di artistico nell’oltraggiare le forze dell’ordine. Dice Tonelli Parlamentare della LEGA e Segretario Generale aggiunto del SAP: “Possibile che anziché andare avanti sembra che tutto stia regredendo nel peggiore dei modi. Come già successo in passato i rapper anti sistema e non solo pur di recuperare qualche like in più o qualche nuovo consenso, perché da soli non raggiungono la notorietà che vorrebbero ledono e oltraggiano la dignità delle Forze dell’Ordine. Ricordo che lo scorso anno fu il momento del “poliziotto impiccato” e per il quale la stessa casa automobilistica Audi fece un comunicato stampa per dissociarsi dal video creato dal fantomatico rapper che definì “Lesivo per l’immagine della casa automobilistica”. Ieri una foto di sette poliziotti con la testa di maiale è apparsa sulla pagina dell’ennesimo cerca consensi, che spaccia per arte ciò che è offesa. La foto pubblicata da Frah Quintale, mai sentito nominare, dopo il concerto tenuto a Catania è qualcosa di discutibile, disgustoso e altamente offensivo. Qui parlo non soltanto da cittadino di questo Paese e da Parlamentare della Repubblica, ma anche da poliziotto. Non comprendo e non vedo nulla di artistico in una simile espressione e in un simile modo di porsi e di offendere. Dove è l’espressione artistica in sette poliziotti con la foto da maiale? Comprendo per poter soddisfare i propri interessi e/o desideri di successo, che a volte si possa forzare la mano, ma questo va fatto con acume, in maniera intelligente e non in maniera volgare, stupida ed illecita come questa. A tal proposito e per i motivi citati, nei prossimi giorni presenterò denuncia all’Autorità Giudiziaria per ciò che è previsto nell’Art. 342 del codice penale per vilipendio, offesa, oltraggio ad un Corpo politico, amministrativo e giudiziario del nostro Paese. Mi auguro che l’Autorità Giudiziaria intervenga con la dovuta fermezza, perché simili modelli comportamentali non possono e non devono essere emulati dalla comunità del Paese e soprattutto dai giovani. Non ci resta che attendere, per capire quanti soggetti che ruotano attorno alla sinistra e che classifico come il partito dell’anti Polizia, condanneranno questo vigliacco gesto, nei confronti di chi ogni giorno per una manciata di lenticchie rischia la propria vita nelle strade per garantire concordia e pacifica convivenza ai cittadini italiani.

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La polizia protesta per il taser nel cassetto

La polizia protesta per il taser nel cassetto. Il sindacato autonomo di polizia (SAP) ha preso carta e penna e ha messo per iscritto il proprio disappunto: “Spiace constatare che i quattro commissariati di P.S. distaccati della Questura di Milano. pur essendone dotati, non hanno ancora mai distribuito ai propri operatori l’arma ad impulsi elettrici  “Taser mod. X2 – ha scritto in una nota Massimiliano Pirola, segretario della provincia di Milano del Sap – Abbiamo appreso che a suo tempo la fornitura è stata realizzata, che i colleghi -di pattuglia – sono stati debitamente formati eppure gli stessi non possono avvalersi di questo prezioso strumento. Infatti, dopo una positiva sperimentazione, dal 14 marzo 2022 Milano ed altri importanti capoluoghi di provincia hanno finalmente potuto apprezzare in pieno le potenzialità, specialmente in termini di deterrenza, del taser e molteplici sono gli episodi di cronaca dove i poliziotti, senza alcuna colluttazione, sono riusciti a vincere la resistenza dell’esagitato di turno. Dobbiamo precisare che proprio nelle zone di competenza dei commissariati distaccati sono più problematici, per via delle distanze, gli interventi di ausilio delle Volanti, motivo in più per non lasciare i colleghi sprovvisti di taser. In un periodo, come quello attuale, dove anche il sig. Brumotti ha evidenziato che il sistema “controllo del territorio” mostra sovente le proprie falle, risultano davvero incomprensibili queste scelte dei vertici della Questura milanese. Auspichiamo che si possa risolvere in tempi brevi la questione, in fondo basta aprire il cassetto”.

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Caso Shalabayeva esprimiamo soddisfazione

Caso Shalabayeva esprimiamo soddisfazione. Una vicenda contorta che ha visto l’accusa di numerosi colleghi, che sono dovuti salire sul banco degli imputati, solo per aver svolto il loro lavoro. La Corte di appello di Perugia si è così espressa a loro favore, assolvendoli tutti.  Accusati di sequestro di persona, evento legato alle presunte irregolarità sul rimpatrio di Alma Shalabayeva, la moglie del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov assieme alla figlia più piccola Alua, che nel 2013 furono espulse e rimpatriate in Kazakhstan e successivamente riammesse in Italia dopo un periodo di estradizione. Tra i colleghi ingiustamente colpiti e assolti troviamo gli ex capi della squadra mobile e dell’ufficio immigrazione della Questura di Roma, Renato Cortese e Maurizio Improta ai quali ci sentiamo di esprimere la nostra vicinanza per quanto ingiustamente patito. La sentenza d’appello ha finalmente ribaltato quella di primo grado per la quale gli imputati erano stati tutti condannati: Renato Cortese, Maurizio Improta, Luca Armeni e Francesco Stampacchia a 5 anni, Vincenzo Tramma a 4 anni, Stefano Leoni a tre anni e sei mesi. Tutti erano stati riconosciuti responsabili di sequestro di persona. Ma la giustizia ha fatto il suo corso rimettendo le cose nel loro ordine naturale. Dice Stefano Paoloni Segretario generale del SAP: “Finalmente una vittoria per la giustizia e la legalità. Affermiamo soddisfazione per la sentenza, anche se i tempi si sono dimostrati troppo lunghi e farraginosi, impedendo a validi poliziotti di continuare a servire con la loro professionalità il Paese. Auspichiamo vivamente che ai colleghi venga riconosciuta la loro dignità professionale dopo la sentenza da parte della Corte d’Appello. Ora anche l’Amministrazione gli consenta di recuperare professionalmente il tempo perduto”. Comunicato del Sap

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