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Scala: la capienza sale a 760 spettatori

Non sono ancora gli oltre duemila spettatori pre-Covid, ma alla Scala con l’ingresso in zona bianca della Lombardia la capienza passa da cinquecento a 760 posti. Avranno quindi un pubblico più ampio Le nozze di Figaro in programma dal 26 giugno che non solo sono un omaggio a Giorgio Strehler (sua la regia) a cento anni dalla nascita ma anche il primo spettacolo con cui l’orchestra torna a suonare nel golfo mistico e il pubblico, finora relegato in galleria e nei palchi, torna in platea. E’ stata infatti smontata la pedana che era stata costruita sulle poltrone della sala per sistemare i musicisti garantendo il distanziamento, in tempo stamattina per la cerimonia inaugurale del Prix Italia. Per le tre rappresentazioni delle Nozze di Figaro (anche 29 giugno e 1 luglio) i biglietti sono in vendita da domani, martedì 15, alle 14, così come per il concerto del pianista Maurizio Pollini del 25 e il concerto dell’orchestra della Scala diretto da Manfred Honeck con Beatrice Rana il 3 luglio e la Serata contemporanea di balletto il 7 e 8 luglio. Invece a partire dal 21 giugno saranno in vendita gli abbonamenti per la Stagione 2021/2022. ANSA

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La Scala presenta la nuova stagione

La Scala di Milano ha presentato il ricco programma di spettacoli dell’autunno, ma soprattutto la prossima stagione che prevede 13 titoli d’opera, di cui nove nuove produzioni e sette titoli di balletto, una nuova stagione di musica da camera, concerti sinfonici e pianistici con il ritorno di Lang Lang e Daniel Barenboim. Ma, ha sottolineato il sindaco Giuseppe Sala che è presidente del teatro, “non si è mai fermata”. L’apertura del 7 dicembre sarà con Macbeth diretto da Riccardo Chailly con la regia di Davide Livermore, in stagione diverse produzioni cancellate nel periodo del lockdown come Fedora e Rigoletto entrambi con la regia di Mario Martone. Per quanto riguarda la danza (commosso il ricordo di Carla Fracci a cui è stato tributato un applauso) si inizierà con La bayadère nella coreografia di Nureyev con Svetlana Zakharova in due recite, mentre Roberto Bolle parteciperà a quattro recite di Onegin. Rivoluzione, o meglio rimodulazione del prezzo dei biglietti che si riduce nelle zone laterali della platea e nei posti di terza fila dei palchi. Arriva anche il ‘palco di famiglia’ dove adulti che prendono i biglietti a prezzo pieno possono portare con sé under 18 a 15 euro. E fra le novità l’arrivo di Alberto Malazzi come direttore del coro al posto di Bruno Casoni, che a 80 resta direttore del coro delle voci bianche. ANSA

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Scala: scintille fra Muti e Chailly

Scintille la sera dell’11 maggio alla Scala fra l’ex direttore musicale del teatro Riccardo Muti, che ha concluso al Piermarini la mini tournée italiana con i Wiener Philharmoniker, e l’attuale direttore musicale Riccardo Chailly che ha assistito al concerto e poi è andato a salutare il suo predecessore nel camerino che, estrema ed inusuale cortesia, gli aveva ceduto. All’arrivo di Chailly, prima ha sostenuto di non conoscerlo chiedendogli chi fosse e cosa ci facesse lì, e quando si è tolto la mascherina spiegando che era andato a complimentarsi per il bel concerto, lo ha invitato a levarsi di torno, con espressioni colorite. Il maestro napoletano – che ha guidato la Scala dal 1986 fino al burrascoso addio nel 2005 – non deve avere apprezzato le polemiche perché il suo concerto con l’orchestra austriaca sarebbe stato il primo con il pubblico nel teatro dopo 200 giorni di restrizioni anticovid, per altro nel 75/o del concerto di Arturo Toscanini per la riapertura dopo la guerra e la ricostruzione. Polemiche zittite con la programmazione il giorno precedente di un concerto del coro e dell’orchestra della Scala diretto dal padrone di casa, ovvero Chailly. Sul palco, alla fine dell’esibizione dei Wiener e prima del bis, Muti aveva sottolineato al pubblico che la data del concerto era solo “una coincidenza”, ricordando di aver eseguito lo stesso programma del concerto di Toscanini nel 1996 al 50/o anniversario, aggiungendo che è stato “non un vanto ma un orgoglio” farlo “in questa che resta la casa di Toscanini”. Come a dire che il padrone di casa è ancora lui, e non altri. ANSA

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Alla Scala niente quote rosa ma un codice di genere

Ecologica e hi-tech, ma anche inclusiva: la Scala di Milano ha deciso di impegnarsi per l’eguaglianza di genere. “Questo momento del Covid serve anche per mettere diverse cose a posto e penso che sia necessario un lavoro sull’equità uomo/donna, sui salari, sul trattamento professionale” ha spiegato all’ANSA il sovrintendente Dominique Meyer annunciando che sarà introdotto un codice di comportamento a tutela della dignità delle lavoratrici. “Vorrei che fosse pronto prima dell’estate” ha aggiunto. Il codice però è solo uno degli ambiti in cui il teatro intende muoversi. Le direttrici sono tre, e includono la valorizzazione delle componenti femminili dell’organigramma e spazio alle artiste. “C’è una mancanza di regole in tanti luoghi dello spettacolo – ha sottolineato il sovrintendente – e conviene essere organizzati. Questo momento del Covid serve anche a mettere diverse cose a posto”. “Dobbiamo far capire alle giovani che se hanno talento, avranno una chance” ha aggiunto. ANSA

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In scena la protesta luminosa dei teatri

In scena la protesta luminosa dei teatri. Oggi infatti va in scena la protesta luminosa dei teatri per ricordare l’anno di serrata a cui sono stati sottoposti i luoghi della cultura e dell’arte. Ecco dunque l’idea della protesta luminosa: Scala, Piccolo Teatro e Dal Verme accenderanno le luci aderendo all’iniziativa di Unita (Unione nazionale Interpreti Teatro e Audiovisivo) che ha invitato i direttori di teatro, gli artisti ma anche il pubblico a presidiare le sale rimaste chiuse troppo a lungo. La data non è casuale: il 22 febbraio è l’ultimo giorno in cui i teatri furono aperti senza restrizione. Poi arrivò la chiusura per il lockdown. La Scala sarà illuminata ma non aperta perché è in programma in streaming il recital di Vittorio Grigolo. Anche il Piccolo ha deciso di aderire così come il teatro Dal Verme che mette a disposizione degli spettatori un libro dei pensieri dove potranno lasciare un ricordo o una riflessione. E nel frattempo annuncia l’avvio del suo foyer digitale in cui si possono fare domande via social ai protagonisti dei concerti. Tra l’altro l’arte potrebbe essere proprio uno dei volani per la Milano del domani, una città che si spera diversa da quella del cazzeggio in birreria artigianale. La città che come prospettiva aveva andare alla Bocconi o diventare cameriere o ristoratore potrebbe essere sostituito da qualcosa di più solido. Con sbocchi umani e professionali meno predatori di quelli offerti finora. Un esempio era la proposta del nuovo teatro da intitolare a Gigi Proietti, ma forse è ancora troppo per una città che in fondo ha in testa gli appartamenti nel Bosco Verticale.

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Scala: riorganizzazione, green e hi-tech

Adesso “è il momento perfetto per guardare avanti”: è partito da questo Dominique Meyer, sovrintendente della Scala, durante un incontro online organizzato da Slc Cgil sul progetto della ‘Cittadella del teatro alla Scala’ per delineare il suo triplo progetto per la riorganizzazione. Un “programma tecnologico che verrà fatto” con un adeguamento che permetta lo streaming degli spettacoli grazie a un sistema di telecamere fisse e quindi l’aumento del pubblico a livello globale (già ora sono circa centomila gli spettacoli trasmessi online, ben più dei duemila circa che può ospitare la sala del Piermarini). Un “programma ecologico” che parte dal risparmio del consumo della carta – che ora è di 10 tonnellate l’anno – della corrente, dei rifiuti. E poi, ulteriore sfida c’è “l’integrazione sociale”. “Bisognerà pensare cosa farebbe Paolo Grassi oggi per affermare l’idea sociale della Scala con i mezzi nuovi”. In questo rientra anche il progetto della Cittadella della Scala – partito prima dell’arrivo a Milano di Meyer -, che dovrebbe sorgere nell’area dismessa della Innocenti nel quartiere di Rubattino: progetto per riunire i depositi, i laboratori che ora si trovano all’Ansaldo, l’Accademia, servizi, sale prove con spazio anche per il pubblico. Anzi una sala prove grande come il palco che permetta agli artisti di prepararsi con le scenografie. Una struttura che permetterebbe di risparmiare gli affitti ed avere spazi più adatti. “Non serve aspettare – ha esortato -. Se si può, bisogna iniziare prima possibile. Ogni giorno perso, sono soldi che partono”. ANSA

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