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Sardone: in 23 elementari e 13 medie più alunni stranieri che italiani (Tutti i dati)

“Dai dati che ho ricevuto dall’assessorato all’Istruzione in risposta a una mia interrogazione comunale, ho scoperto che in ben 36 scuole di Milano (23 elementari e 13 medie) il numero degli alunni stranieri supera quello degli italiani. Cifre che, oltre alle dichiarazioni di facciata del sindaco Sala, dovrebbero far riflettere e approfondire la questione perché ne va della formazione e dell’istruzione dei bambini. È assurdo che tra i banchi di scuola gli italiani spesso e volentieri si sentano gli stranieri della classe, nonostante si trovino nella propria città. Il rischio concreto, ovviamente, è che i programmi rallentino a danno di tutti”. Così Silvia Sardone, consigliere comunale ed europarlamentare della Lega. “A Milano ci sono 63 scuole primarie e 39 medie dove la percentuale degli stranieri supera il 30%, con un aumento evidente rispetto allo scorso anno scolastico, quando se ne contavano rispettivamente 58 e 28. Ci sono tre elementari dove le percentuali di stranieri superano addirittura il 70% e in un caso si arriva anche al 91%, mentre per quanto riguarda le medie si supera una volta il 70% e una volta l’80%. Nel dettaglio, tra le scuole più multietniche di Milano troviamo quelle di via Paravia, dove gli stranieri sono il 91,3% (di cui il 46% non è nemmeno nato in Italia), di piazza Gasparri (77% di stranieri), di via Ravenna (73%): tutte periferie a maggioranza extracomunitaria, dove gli italiani per strada o sui mezzi pubblici si contano sulle dita di una mano ed inevitabilmente anche le scuole finiscono per ghettizzarsi. Per quanto riguarda le medie, alla Vincenzo Russo si tocca l’85% di stranieri, in via Crespi il 70% e in via De Rossi il 69%: scuole dove meno della metà degli alunni sono nati in Italia”. Chiude Silvia Sardone: “Da questi numeri si evince una cosa molto evidente e chiara: il multiculturalismo sfrenato tanto caro alla sinistra non serve all’integrazione, ma semmai la complica perché livella verso il basso l’istruzione e questo è molto pericoloso perché la formazione dei bambini comincia proprio coi primi anni di scuola. Lo scorso marzo il sindaco Sala si era accorto che un sistema del genere non poteva oggettivamente reggere, dimenticandosi però se i numeri sono questi è anche a causa delle politiche immigrazioniste sue e del suo predecessore Pisapia: è passato un anno e le percentuali di stranieri nelle scuole continuano a lievitare, forse quando gli italiani spariranno completamente per iscriversi negli istituti privati il sindaco interverrà?”.  

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Le scuole crollano, gli assessori si moltiplicano

Le scuole crollano, gli assessori si moltiplicano. L’ultima mossa del sindaco di Milano è stata nominare Paolo Limonta assessore con l’incarico di occuparsi delle scuole e, dicono i politici, per coprirsi a sinistra in vista delle prossime elezioni. Giuseppe Sala è infatti sempre piaciuto alla gente che va alla Prima della Scala, ma non alla parte più a sinistra del mondo progressista meneghino. Pierfrancesco Majorino che lo copriva proprio con la parte più sardina di Milano si è trasferito nel Parlmento Europeo e nonostante gli sforzi non può presidiare il territorio quanto un assessore. La crisi delle scuole comunali è stata l’occasione per risolvere il problema alla vecchia maniera dell’Amministrazione Pubblica italiana, mondo dal quale proviene Sala: moltiplicare gli uffici e le poltrone. Con un posto al sole, il mondo della sinistra antagonista ha la soddisfazione necessaria per portare l’acqua al mulino che Beppe sta preparando per le prossime elezioni comunali. Tra l’altro lo spunto lo ha fornito proprio la destra meneghina passando alla stampa amica un “dossier” sulle condizioni pietose degli istituti scolastici della città: Sala ha dimostrato di avere le spalle larghe e la mente fina una volta di più risolvendo due problemi in un colpo. Ora l’estrema sinistra che vede in Limonta uno dei suoi punti di riferimento ingaggerà la destra, scaricando le energie di entrambi e permettendo al sindaco di assestare una altro colpo: la sinistra estrema che non lo ama sarà impegnata a tentare di arginare la destra sempre più sospinta dal vento in poppa di Giorgia Meloni. I nemici interni ed esterni sono sistemati e lui può concentrarsi sulla campagna contro Salvini e quello che rimane degli scarsi e disorganizzati avversari. Lui è già pronto, sta sistemando la scacchiera da tempo, mentre nel centrodestra ancora non si sa chi voglia tentare l’impresa di battersi per Palazzo Marino. Un avversario come Sala fa paura a molti, eppure ce ne sarebbero di temi su cui l’Amministrazione zoppica. Le scuole come abbiamo scritto anche noi più volte, sono messe molto male e Limonta difficilmente in un anno potrà compiere miracoli. Ma non sono il solo tema. I comitati verdi di piazza Baiamonti e di Città Studi non sembrano tanto felici delle continua erezione dell’edilizia grazie all’espansione delle piramidi e del Politecnico. Gli alberi cadono come le scuole che crollano, gli assessori si moltiplicano come i palazzi firmati delle archistar. Ma il popolo non può permettersi scuole private e attici in City Life. Però vota.  

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Scuole a pezzi, un preside: “Mi incateno al Comune”

Scuole a pezzi, un preside: “Mi incateno al Comune”. La minaccia del preside di via Pareto viene rilanciata dall’agenzia Dire ieri, ma è solo l’ultima voce che si unisce a un coro. Le scuole della Milano di Sala cascano a pezzi. Letteralmente visti i soffitti che crollano, ma “Beppe” come lo chiamano anche i cronisti dei giornaloni se ne può sbattere: i figli dei suoi amici stanno nelle private. E chi è tra “quelli che stanno sotto” e lo ha votato ora capisce l’errore. L’attuale sindaco pensa alle Olimpiadi, le scuole comunali sono roba da poco per lui e nell’occhio del ciclone resta l’assessore Galimberti. Ecco dunque che un preside deve minacciare di incatenarsi al Comune: “Se i lavori di manutenzione non saranno completati sono pronto ad incatenarmi al Comune”. Ad alzare la voce e’ Angelo Lucio Rossi, dirigente dell’istituto comprensivo di via Pareto a Milano. L’ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso e’ stato il cedimento di un pannello del controsoffitto del plesso della scuola media di via Gallarate. Un pannello imbevuto d’acqua si e’ schiantato a terra a pochi centimetri da due alunni. Nessun ferito, per miracolo. Ma stavolta il preside, che gestisce cinque plessi nei quartieri Gallaratese e Certosa, con mille alunni, ha preso carta e penna e ha scritto al prefetto, al sindaco e all’assessore. “Per mesi- spiega Rossi- non e’ stata fatta manutenzione agli edifici scolastici. Le conseguenze sono state devastanti: grondaie e tetti pieni di foglie. Un’incuria che ha determinato infiltrazioni e caduta di pannelli. Nel plesso della scuola dell’infanzia di via Sapri ci sono state infiltrazioni legate a lavori non fatti a regola d’arte: il tetto appena rifatto ha di nuovo problemi. Nel plesso delle medie c’e’ un infiltrazione nell’aula magna e in un altro spazio che usiamo anche il pomeriggio. Queste incuria ha provocato non solo apprensione ma dei danni a tutta la popolazione perche’ la nostra scuola e’ usata anche il pomeriggio e la sera. In via Sapri ci sono ogni settimana le prove di una banda musicale”. Rossi denuncia una situazione che non riguarda solo la sua zona: “E’ mancata una regia dei lavori di manutenzione: c’era persino un numero verde che per tanto tempo non ha funzionato. Per mesi la situazione e’ stata di emergenza pura. Ho alzato il tiro con la lettera al Prefetto non solo per rappresentare la mia scuola ma per far luce su una situazione. Era necessario un piano in previsione dei mesi autunnali e invernali. Io ho interdetto l’uso di alcune aule ma dovrei interdire tutta l’attivita’ didattica”. Intanto qualcosa si e’ mosso. In questi giorni il Comune e’ intervenuto: “Mi sono ritrovato- prosegue il dirigente scolastico- finalmente delle gru e degli operai a scuola pronti ad intervenire. Hanno persino richiamato un’impresa che anni fa aveva fatto dei lavori che non sono risultati funzionali. Sono pronto ad incatenarmi al Comune se la manutenzione non sara’ completata. L’amministrazione sembra essersi ripresa la regia di questa situazione. Finalmente il sindaco ha capito che su questa questione si gioca molto: i quartieri periferici hanno la scuola come primo impatto, diretto. Non mi fermo qui. Le inaugurazioni sono belle ma la manutenzione ordinaria e’ silenziosa e non viene presa sul serio”.

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Scuole a pezzi: il Comune taglia i fondi

Scuole a pezzi: il Comune taglia i fondi. La reazione potrebbe sembrare strana, ma ormai sotto la Madonnina tutto va bene. Sempre e comunque. Nelle scorse settimane abbiamo raccontato come siano messe male le scuole comunali. Alcune hanno persino dovuto chiudere per pioggia: le stanze e le aule erano oggettivamente inagibili. Mancanza di manutenzione di qui, lavori di riqualificazione non terminati di là. Per ognuna della decina di istituti comunali che hanno dovuto sospendere le attività, si è trovata una scusa diversa. E di scuse si tratta perché tra un viaggio e l’altro il sindaco Giuseppe Sala avrebbe potuto chiedere ai suoi assessori come erano messe le scuole: il primo cittadino ama i suoi foto ritratti con minorenni al seguito, allora perché non occuparsene anche quando i genitori li portano a scuola invece che solo quando li portano al sindaco? Forse perché parliamo di periferie? Da quelle parti gli uomini come Sala passano solo se qualcuno apre un posto in stile centro città. Se no finisce che si fa le foto sbagliate perché non conosce i quartieri e le persone che ci vivono. Ora che l’ultimo bilancio è passato in Consiglio i milanesi si svegliano con una nuova sorpresa: le scuole sono a pezzi e il Comune taglia i fondi. Eppure i soldi per sponsorizzare su Facebook le foto delle poche scuole rinnovate li hanno trovati a Palazzo Marino. Le polemiche politiche non si sono fatte attendere: prima è stato il turno di Alessandro De Chirico, Fi. poi della Lega che ha colto la palla al balzo per sottolineare il problema: “Molte #scuole milanesi crollano a pezzi. Manutenzioni scarse e problemi strutturali creano percoli per i bambini e disagi a insegnanti e genitori. La giunta comunale invece di aumentare le risorse le taglia! La #Lega lancia il grido d’allarme. #Milano merita un governo della città più attento a queste tematiche”. Un messaggio condiviso da Paolo Guido Bassi, Samuele Piscina e Massimiliano Morelli. Basterà questa pressione per risolvere il problema di centinaia di famiglie milanesi? Intanto la realtà ci ricorda solo che le scuole sono a pezzi e il Comune taglia i fondi.

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Milano ostaggio della pioggia

Milano ostaggio della pioggia. Pare una battuta o un’esagerazione, ma per quanto sembri strano la capitale economica italiana non è più in grado di reggere la pioggia. Chi aveva avvertito i corifei della città dell’Expo che prima o poi i conti si pagano ha la magra consolazione di avere ragione: va bene rilanciare sempre sul futuro perché una città ha bisogno di prospettive per vivere, ma non bisogna dimenticare il presente. Le scuole chiudono quando piove perché non sono stati finiti i lavori in tempo (qualcuno invece che alle vacanze poteva fare una ricognizione estiva?), mentre la circolazione impazzisce tra strade ristrette dalla nuova urbanistica e allagamenti stagionali che rallentano o impediscono al circolazione. Non ci stracciamo i capelli per le “mamme col suv” perché potranno arrivare in ritardo in palestra provando una volta tanto a spostarsi a piedi, ma per i servizi essenziali che vanno in crisi per motivi discutibili: la scuola Meleri, una delle tante chiuse per pioggia, ha dovuto chiamare in tutta fretta qualcuno che si occupasse di pulire le grondaie. La grondaie. Non dovevano costruire un’astronave, ma occuparsi di un problema troppo piccolo per l’ego di chi amministra la città. E quindi non l’hanno fatto. E le scuole chiudono. Alcune fino a venerdì che è appena stato dichiarato giorno di sciopero. E quanti medici e infermieri hanno lasciato gli ospedali sguarniti per ore perché il personale era bloccato in mezzo al delirio di auto incolonnate? Quanti poliziotti? Già perché checché ne pensi chi vive nel 20121, c’è un sacco di gente utile oltre il giardino dorato dell’Area C. Un mondo in cui non si possono percorrere venti o trenta chilometri in bici tutti i giorni solo per raggiungere il posto di lavoro. L’auto privata serve, come sa chiunque abbia preso la metro o un autobus in orario d’ufficio. Ma da Palazzo Marino minimizzano. Il sindaco Sala ha addirittura detto che la responsabilità dell’Amministrazione è relativa per gli allagamenti. Eppure sarebbe il sindaco pure delle periferie, anzi aveva dichiarato di volerne fare un’ossessione. Avercene. Milano ostaggio della pioggia e un ossessionato in Brera. Forse non è tagliato, dovrebbe diventare presidente del Municipio 1, perché la città è messa molto male: pensa che ti ripensa al futuro, ci siamo persi il presente. Questa Amministrazione efficiente a parole rimarrà nella storia per essersi dimenticata l’appalto per la manutenzione ordinaria delle strade: ricordate il periodo in cui si aprivano buche sulle strade che pareva ci fosse un’invasione di talpe? Ecco, mancava chi si occupasse della manutenzione ordinaria. L’assessore Granelli reagì con una toppa, un’azienda che tappò alla meglio migliaia di buche in pochi giorni. Buona parte dei rattoppi durarono poco però. Adesso per i bambini della scuola di via Guicciardi si è pensato a un trasferimento temporaneo in altra sede. Un’altra toppa. Milano ostaggio della pioggia in questo modo è uno spettacolo che la città non merita. Milano ha superato gli anni peggiori della crisi dando una speranza all’intera Italia, come può essersi ridotta così?  

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Scuole chiuse a causa di infiltrazioni, De Chirico: Galimberti inadeguata

Le forti piogge di questa notte hanno causato gravi infiltrazioni importanti in alcune scuole dell’infanzia causandone la chiusura. Si tratta della scuola di infanzia Adriano (4 sezioni) e la scuola di infanzia Fortis, dove Le infiltrazioni provocate dalla pioggia avrebbero causato il cedimento dei pannelli (5 sezioni) nel Municipio 2, la scuola di infanzia Cesari (7 sezioni) e nel Municipio 9, la scuola di infanzia Meleri (5 sezioni) nel Municipio 4 e la scuola di infanzia Parenzo (5 sezioni) nel Municipio 6. Chiuse due sezioni su cinque anche nella Scuola dell’Infanzia Anemoni nel Municipio 6. ”Stiamo indagando le cause delle singole situazioni, tenendo conto che in caso di piogge intense come quelle di questa notte, con volumi d’acqua importanti in tempi ristretti, può succedere che le gronde e i pluviali non riescano a far defluire correttamente tutta l’acqua – ha dichiarato l’assessore all’Educazione con delega all’Edilizia scolastica Laura Galimberti -. Interverremo il prima possibile, sia attraverso le imprese sia con i nostri tecnici, per ripristinare anche le condizioni interne, così da permettere ai bambini di rientrare al più presto”. Severo in giudizio del Consigliere Comunale Alessandro De Chirico, che in merito alla situazione delle scuole milanesi ha dichiarato “L’assessore Galimberti si nasconde dietro a frasi di circostanza, ma è evidente una grande incapacità di far fronte al problema infrastrutturale così diffuso in tutta Milano“.  

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