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De Chirico (FI): Tasca ha trasforato la Galleria in un centro commerciale

“Le linee per la valorizzazione degli spazi commerciali della Galleria sarebbero dovute passare dal Consiglio comunale perché i bandi vengono ormai assegnati al maggior offerente e per le botteghe storiche, a conduzione familiare, è impossibile tener testa alle multinazionali”, spiega Alessandro De Chirico, Consigliere Comunale di Forza Italia. “Da mesi – continua il forzista – chiediamo di convocare un tavolo di confronto con l’associazione Salotto di Milano per affrontare questo tema dei rinnovi delle concessioni, per capire meglio le criticità delle tante famiglie che hanno investito nelle loro attività oggi sfiancate dalle serrate governative e per impedire che la Galleria si trasformi in un centro commerciale di lusso. Ad esempio, lo Spazio Cobianchi è rimasto chiuso per due anni perché al precedente assegnatario fu omesso di dire che c’era un problema di fognature. Spero che i gestori del ristorante Savini siano stati informati della situazione perché far cenare i propri commensali con certe puzze degli scarichi fognari potrebbe non rivelarsi un’idea vincente”. “Oggi il professor Tasca che si preoccupa unicamente di far cassa si pavoneggia per aver realizzato un mall in stile qatariota perché non è abituato a far politica e ad ascoltare i problemi dei milanesi. La resa dei conti elettorali si avvicina -conclude De Chirico – e l’assessore fa bene ad aver deciso di tornare a fare a tempo pieno il suo mestiere.

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Galleria, diffusi dati errati, scontro Tasca – De Chirico

“Nel 2018, su 38,6 milioni di euro di canoni di affitto che il Comune doveva ricevere, l’ammanco è di 1,3 milioni“. è la precisazione fatta dall’Assessore al Bilancio e Demanio  Roberto Tasca, in merito alle cifre riportate nei giorni scorsi sulla stampa che parlavano di oltre 18 milioni di mancati pagamenti. Dati estrapolati da un’interrogazione del consigliere comunale di Forza Italia, Alessandro De Chirico, che li aveva poi diffusi. “Nelle tabelle che abbiamo consegnato al consigliere De Chirico – ha continuato Tasca – c’era una colonna dedicata al bollettato del 2019 e un’altra che faceva riferimento all’incassato ad oggi. Definire morosità la differenza tra queste due voci è sintomo di ignoranza“. L’assessore ha infatti spiegato che il Comune esegue una “bollettazione trimestrale e quindi dividiamo gli importi in quattro tranche. Nelle tabelle che abbiamo consegnato non era presente nemmeno il terzo trimestre del 2019, che scade il prossimo 28 ottobre. Se lo scostamento del 2018 era di 1,3 milioni, – concludendo – definire 18 milioni la morosità della Galleria è un errore macroscopico“. Pronta la replica di Alessandro De Chirico, che si è detto “stupito” dalla risposta di Tasca e “basito dalla superficialità con cui l’assessore ha firmato una risposta senza sapere cosa aveva tra le mani” sottolineando di evere solo esercitato il “ruolo di controllo di chi fa opposizione“.  l’azzurro ha quindi invitato Tasca a fare “un po’ meno l’arrogante” e a “cospargersi il capo di cenere” scusandosi “per aver dato risposte molto approssimative“. Fare l’assessore di Milano non è un passatempo, sarebbe il caso di farlo in maniera seria e non superficiale oppure di rassegnare le proprie dimissioni” ha quindi concluso De Chirico.  

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Valorizzazione del patrimonio immobiliare o vendita dei beni dei milanesi?

Dopo il “Pirellino” ora tocca al “Palazzo delle Scintille”, il Padiglione 3 dell’ex Fiera Campionaria, andare all’incanto. Un’operazione che secondo l’Assessore Tasca, “è un altro passaggio rilevante del percorso per la valorizzazione del patrimonio immobiliare”. Una definizione su cui ci sentiamo di sollevare qualche dubbio poiché un bene una volta venduto, al netto del momentaneo arricchimento per chi lo cede, non porterà più nessun beneficio economico futuro a chi lo possedeva. Dal nostro punto di vista, il dovere di chi amministra è quello di mantenere intatti i beni degli amministrati, mettendoli contestualmente a reddito, ma evidentemente l’assessore Tasca non la pensa così, o più probabilmente è costretto a pensarla diversamente per soddisfare esigenze di bilancio. Un bilancio verosimilmente sempre più difficile da far quadrare se agli affidamenti onerosi, anche a lungo termine, a Palazzo Marino si favoriscono le vendite che garantiscono introiti immediati. Sono molti gli indizi che rendono lecito porsi la domanda se qualche problema di bilancio esiste, ad esempio la coincidenza fra la base d’asta per il “Palazzo delle Scintille” e l’importo degli affitti che il Comune è stato incapace di riscuotere da alcuni dei ricchi inquilini di Galleria Vittorio Emanuele, o la consapevolezza che altra parte del patrimonio immobiliare cittadino è occupato abusivamente: ex Bagni Pubblici Di via Esterle, ex Macello di viale Molise… senza che il Sindaco Sala, che ne ha la tutela legale, sia riuscito a farli tornare nella disponibilità di tutti i milanesi mettendoli a reddito per loro conto. Insomma, questo ennesimo “passaggio rilevante”  fa sicuramente sorgere il dubbio che le dismissioni in corso soddisfino più le esigenze di chi deve mantenere i conti in ordine nonostante i propri errori, piuttosto di quelle dei milanesi. Cittadini che sarebbero sicuramente più felici di vedere rimanere intatto il proprio patrimonio immobiliare, invece di vedere andare all’asta i gioielli di famiglia.  

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Tasca: Milano non aderirà alla pace fiscale

“Così come nel 2017 non abbiamo aderito al condono dell’allora governo di centrosinistra, Milano non aderirà alla pace fiscale del governo gialloverde“. Lo ha detto in conferenza stampa l’assessore al Bilancio e Demanio, Roberto Tasca, spiegando che è una “questione di equità: abbiamo cittadini che hanno pagato tutto in orario e non vogliamo dire loro che sono stati improvvidi e che avrebbero dovuto aspettare. Questa non è equità. Si ha pace quando si sana un debito pregresso, mentre qua si condona per fare cassa“. La proposta al Comune di aderire al provvedimento dell’esecutivo per i tributi comunali e per le infrazioni del codice della strada era arrivata dal capogruppo in Consiglio comunale e deputato della lega, Alessandro Morelli. “Questo governo ha fatto il Reddito di Cittadinanza, la Flat Tax e la Pace Fiscale – ha affermato Tasca – ma non un intervento a valere sulla lotta all’evasione, cosa sintomatica di un certo indirizzo. L’incremento del gettito, riferito anche dall’Istat, deriva dall’Iva: con la fatturazione elettronica, non fatta da questo governo, è naturale che ci sia meno evasione. Misure di recupero di imposte dirette non ne sono state fatte“. Tasca ha quindi suggerito al governo tre interventi per tutti i Comuni italiani: “in primis, la possibilità che gli enti locali abbiano accesso all’Archivio Unico Informatico (Aui), per sapere dove gli evasori hanno i conti corrente e per poter andare a attuare misure che ci consentano di recuperare il dovuto (come il pignoramento del conto corrente per l’importo dovuto, ndr). In secondo luogo, snellire le procedure, ad esempio per poter agire senza l’ufficiale per la riscossione, perchè gli ultimi concorsi li hanno fatti oltre 10 anni fa. infine, mettere a disposizione del Comune le banche dati pubbliche, come ad esempio la banca dati Isee dell’Inps: oggi, per motivi di privacy, non si ha accesso a questo archivio, che ci permetterebbe di confrontare gli Isee che noi rileviamo dai nostri cittadini con la dichiarazione nazionale che gli stessi rilasciano ai fini previdenziali“. Italpress  

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